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2. La gestione finanziaria – amministrativa

3.6. Distribuzione dello spettacolo

Per sistema distributivo si intende “l’insieme delle strutture attraverso cui si realizza, o che favoriscono, la diffusione del teatro in Italia”490.

L’attività di distribuzione degli spettacoli in Italia ha una grande importanza, questo in modo particolare per il teatro di prosa, data la mobilità delle compagnie teatrali italiane. Il coordinamento e l’attenzione verso il servizio a zone svantaggiate è fondamentale per la diffusione del loro lavoro.

Fino agli anni Ottanta, questa funzione di coordinamento era svolta dall’ ETI, Ente Teatrale Italiano, il quale, nel dopoguerra, fu determinante per il settore. Esso infatti riuscì a creare una vera e propria rete di teatri grazie alla scelta di spettacoli che attiravano gli spettatori e ad una politica di costi ridotti.

Successivamente esso iniziò, attraverso un sistema di convenzioni con i teatri pubblici e privati, a organizzare scambi di programmazione, finanziando e sostenendo, insieme alle Regioni, dei veri e propri circuiti teatrali. Negli ultimi dodici anni, questo sistema ha subito un lento processo di trasformazione e l’attività di distribuzione viene svolta quasi esclusivamente dai quei nuovi soggetti istituzionali chiamati circuiti teatrali regionali, dislocati in molte regioni. Esse si occupano di assicurare circolazione e distribuzione in uno specifico territorio, programmando i cartelloni dei teatri ad essi collegati e spesso facendosi carico di una parte delle spese di rappresentazione. Nello specifico si possono individuare quattro funzioni svolte da questi “circuiti”:

- Informativo/artistica, ovvero si occupano di aiutare i teatri della regione di riferimento nella selezione dell’offerta;

- Tecnico/organizzativa, si occupano della definizione dei calendari, della gestione degli spazi, della gestione della comunicazione e dell’ufficio stampa;

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- Economica, ovvero grazie all’attività articolata su tutto il territorio, si riesce ad accedere a contributi statali e regionali che non si sarebbe riusciti ad ottenere singolarmente;

- Edilizia teatrale, in quanto alcuni di questi circuiti sono attivi anche in questo campo, e cercano di indirizzare i contributi pubblici al restauro o alla messa a norma dei teatri.491

Un esempio importante di circuito teatrale regionale è Arteven, "Associazione Regionale per il Teatro Veneto", sorta nel 1979, definita nel suo Statuto come “associazione regionale per la promozione e la diffusione del teatro e della cultura nelle comunità venete”492, e i cui compiti sono: “la programmazione teatrale regionale, per il coordinamento della distribuzione dei prodotti culturali ed artistici nel territorio regionale del veneto […]”493.

Per la programmazione dei cartelloni, Arteven, agisce in modo diverso, in base al tipo di spettacolo: nel caso di rappresentazioni replicate per più anni, l’associazione può osservare in anticipo il prodotto culturale e in base a questo coordinarne la distribuzione. Nel caso gli spettacoli siano delle nuove produzioni e quindi privi di una programmazione pluriennale, si deve invece agire d’intuito, grazie all’esperienza e grazie alla conoscenza di informazioni come il nome degli interpreti, il testo, l’autore, il regista e l’organizzazione di produzione.

Pierluca Donin, direttore di Arteven, afferma:

“Non esiste in natura uno spettacolo che vada bene per tutti i teatri. Ogni teatro ha una sua anima e questo per noi non è difficile da cogliere nel tempo. Sono alchimie che a volte riescono perfettamente altre no. Inserire lo spettacolo giusto nel teatro sbagliato vale quanto inserire lo spettacolo sbagliato nel teatro giusto. Il pubblico perdona poco gli organizzatori e i direttori dei teatri del territorio.

491 Mimma Gallina, Organizzare teatro, 2007. 492

Statuto di Arteven, art. 1, in “www.arteven.it”. 493

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In tutto questo il nostro network deve operare per rendere armoniche le tournèe degli spettacoli concertando le programmazioni con i soggetti del territorio. Più proposte possediamo, (questo dipende dal mercato teatrale), più interessanti saranno le rassegne, anche se ciò comporta dei costi maggiori. Più volte invece, il medesimo spettacolo viene replicato sul territorio, meno varia e ricca sarà l'offerta, ma minori saranno anche i costi. È importante che vi sia un equilibrio anche in questo senso. Solo grazie ad esso si possono creare spazi per il teatro contemporaneo e per le nuove proposte. Se non ci fosse il teatro classico non ci sarebbe il contemporaneo e quindi il rinnovamento del teatro, del pubblico e degli artisti”.

Prendendo l’esempio dello spettacolo La coscienza di Zeno, che sto analizzando, egli aggiunge:

“Nel caso de La coscienza di Zeno, non abbiamo avuto la possibilità di vedere in anticipo lo spettacolo, poiché la prima nazionale è stata organizzata presso uno dei nostri teatri, il Teatro Salieri di Legnago. Eravamo però a conoscenza del “modello” e della “cifra stilistica” del regista, Maurizio Scaparro, abbinato alla bravura di un attore come Giuseppe Pambieri ed ad un produttore classico, quale è il Teatro Carcano. Ciò non significa avere la presunzione di sapere che cosa pensano i registi, gli attori e i produttori, ma è difficile che Scaparro sbagli uno spettacolo e che il Carcano produca un lavoro privo della dimensione dei grandi teatri[…]”.494

La funzione di intermediazione tra compagnie e teatri o enti locali, viene svolta in Italia anche da alcune agenzie private, che hanno importanza nazionale. Esse sono ben radicate nel sistema e svolgono un notevole servizio informativo di raccolta dell’attività di produzione rivolta al mercato nazionale, tanto da poter essere considerate supporto, non solo ai teatri privati, ma anche a quelli comunali e pubblici.

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