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Le diverse tipologie di comuni del Nord-est con riferimento ai comuni bellunes

La distribuzione della popolazione in Italia non risulta affatto omogenea.

Tavola 2.2 Indicatori nelle sei classi di comuni veneti, 1991 (*).

2.3 Veneto e Nord-Est

2.3.4 Le diverse tipologie di comuni del Nord-est con riferimento ai comuni bellunes

2.3.4.1 I comuni di cintura urbana

Appartengono a questa tipologia quei centri situati attorno alle maggiori città, centri che sono stati sempre più oggetto di afflussi grazie alla loro posizione che permette di

raggiungere presto le grandi città e dove è possibile trovare casa a prezzi più favorevoli.

Vi sono compresi ad esempio tutti i 13 comuni confinanti con Padova, dove sono emigrate giovani famiglie cittadine che hanno contribuito ad avere in queste zone un incremento naturale positivo. Basti pensare che la popolazione in questi 13 comuni è il 78% rispetto a quella residente nella città di Padova.

2.3.4.2 I comuni della zona pedemontana

La fascia pedemontana è quella fascia che va dal Garda all’Isonzo, dove si è avuto un pesante svuotamento migratorio.

In particolare queste zone sono caratterizzate da un numero di decessi che supera le nascite, ma hanno visto un aumento della popolazione dovuto ai saldi migratori fortemente positivi.

Gli immigrati dunque si stanno “impossessando” sempre più di queste aree, che sono tutte quelle della zona del massiccio del Grappa, tra le province di Treviso, Vicenza e Belluno, dove, per fare solo un esempio, alcuni comuni hanno registrato che la metà dei bambini iscritti alla prima elementare sono stranieri.12

La zona di Belluno, in particolare, vede appartenenti a questa tipologia di comuni i seguenti: Seren, Cismon, Pove, Borso, Crespano e Paderno.

2.3.4.3 I comuni del Trentino e dell’Alta Pianura

In questi comuni la popolazione cresce sia per i consistenti flussi di stranieri, sia per le nascite superiori ai decessi. Risulta perciò una popolazione relativamente giovane, con una fecondità più elevata che altrove.

Queste aree fanno parte della periferia industriale delle grandi città, non sono vicinissime ad esse e vivono anche di agricoltura e turismo, che trattengono spesso la gente nei paesi di origine ( quello che avviene nel Trentino ).

2.3.4.4 I comuni dell’Alto Adige orientale

Per questi comuni l’incremento è dovuto al saldo naturale fortemente positivo, con più del doppio dei nati rispetto ai decessi.

Vi fanno parte i comuni a lingua tedesca e quelli ladini dell’Alto Adige, nella provincia di Bolzano.

La forte natalità di queste zone è dovuta sia ad una maggiore fecondità sia alla maggior permanenza delle giovani coppie, grazie ai sostanziali contributi dati ai residenti per costruire o ristrutturare case.

La mortalità è bassa e il saldo migratorio risulta negativo sia per una certa cultura altoatesina, sia perché la gente migra verso le città più popolose della provincia, come Brunico e Bressanone, ma non al di fuori di essa.

Quello che più sconcerta è che i dati sulla natalità sono molto migliori di quelli delle zone contigue della provincia di Belluno: la natalità è superiore del 60% rispetto ai comuni del Cadore orientale.

Le politiche diverse adottate dalle due province portano a queste enormi differenze.

2.3.4.5 I piccoli comuni dell’Alto Adige occidentale

Sono compresi in questo gruppo i comuni situati nelle valli altoatesine occidentali, dove il saldo naturale positivo non riesce a compensare il deficit di popolazione indotto da un saldo migratorio negativo.

A differenza di quanto avviene nell’Alto Adige orientale, l’economia è meno florida, il turismo meno ricco e minore l’attività industriale, con conseguente spopolamento.

2.3.4.6 I comuni montani e della Bassa Pianura

Queste zone sono caratterizzate da una diminuzione della popolazione causata sia da un saldo migratorio sia da un saldo naturale fortemente negativi.

Mentre dunque nell’area pedemontana si assiste ad un equilibrio tra invecchiamento e migrazione, nelle aree montuose del Veneto e del Friuli ciò non accade, e malgrado i prezzi delle case siano contenuti, le giovani coppie emigrano accentuando il saldo naturale negativo.

L’esempio certamente più significativo, nelle montagne Bellunesi, è quello del Cadore orientale13, che pur essendo una zona caratterizzata economicamente dal turismo e dall’industria degli occhiali, non ha saputo sfruttare questo sviluppo economico permettendo a tutti di restare o comunque attraendo la manodopera straniera, come è accaduto nei paesi confinanti.

Lo stesso è accaduto per i comuni montani del Friuli, come ad esempio Pontebba. Qui si è assistito ad uno spopolamento, all’invecchiamento della popolazione che è caratterizzata da poche giovani coppie, da una mortalità che risulta essere più del doppio della natalità e da una costante emigrazione.

2.3.4.7 I comuni della Bassa Pianura

Spopolamento e invecchiamento anche per questi comuni, che non riescono a compensare questi fenomeni negativi con la manodopera straniera.

Gli immigrati, pur essendo favoriti da un costo relativamente basso delle case sono comunque più portati a vivere in altre zone.

Ed è quello che avviene nei comuni confinanti con Rovigo, per i quali non esiste l’”effetto cintura” che esiste invece, ad esempio, per Padova. Qui il saldo di popolazione negativo non viene compensato dal saldo positivo dei comuni limitrofi.

2.3.4.8 I comuni maggiori

Anche in questa tipologia di comuni di importanti aree urbane, si assiste a un declino dato dalla combinazione fra saldo naturale fortemente negativo e saldo migratorio debolmente positivo o negativo.

Tra queste aree c’è Belluno, Gorizia, Rovigo, Padova, Trieste, Venezia e Chioggia, grandi comuni che però tendono a perdere la popolazione.

Il saldo negativo è dovuto in parte alla bassa fecondità, ma soprattutto a una popolazione abbastanza vecchia e con poche coppie in età riproduttiva, frutto del processo di fuga delle famiglie giovani dalle città.

Gli ingressi degli stranieri vanno a bilanciare queste uscite verso i comuni limitrofi, con una loro integrazione lavorativa nei servizi quali lavoro domestico,negozi e bar, assistenza agli anziani.

Le otto tipologie di comuni appena descritte sono riassunte nel seguente prospetto14:

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