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1. Le radici storico-culturali

La Calabria, sotto il profilo culturale, è una regione molto ricca ed evoca immagini tanto forti quanto contrastanti: segni evidenti di “cultura” sono sparsi un po’ ovunque sul suo territorio.

Va considerato che fin dall’antichità più remota il Mediterraneo ha costitui- to il fulcro di due grandi correnti di traffico: quella che da sud-est verso nord- ovest collegava i paesi dell’area orientale dell’Europa meridionale ed il Medio Oriente all’Europa continentale e settentrionale, movendo dalle colonie greche dello Ionio, e quella che, da est verso ovest, allacciava l’Europa orientale al Mediterraneo occidentale, utilizzando i porti delle colonie fenicie della costa nord-africana e delle isole greche del Tirreno.

In epoca storica più prossima, l’Italia continuò a fungere da centro del «ma- re interno del Sud» in un’Europa sensibile al richiamo dell’Asia e contesa, spe- cialmente dopo i grandi processi di separazione interna del Cristianesimo, fra l’Oriente che guardava a Costantinopoli e l’Occidente che guardava a Roma.

È dentro questo orizzonte di riferimento che va letto, nelle sue grandi linee, il destino storico del Mezzogiorno d’Italia ed, in particolare, della Calabria1.

Limitandoci a ricordare solo alcuni eventi significativi, occorre far riferi- mento a quelli accaduti fra la metà dell’VIII secolo e la metà del VI secolo a.C. con lo sbarco dei Greci prima sulle coste della Sicilia e in seguito sui litorali del Mezzogiorno continentale cui viene dato il nome di Magna Grecia. La defi- nitiva sconfitta subita da Taranto per mano dei Romani, nel 207 a.C., decretò il passaggio - ormai maturo nelle cose - delle colonie della Magna Grecia sotto l’autorità di Roma, che durò fino alla crisi ed al tramonto dell’Impero romano d’Occidente nel V secolo dopo Cristo.

Le invasioni barbariche, poi, proiettarono il Mezzogiorno nell’orbita bizan- tina, con un cuneo longobardo che, attraverso Benevento, si spinse fino a Sa- lerno sul Tirreno.

La riunificazione del Meridione con la Sicilia avvenne per mano dei signori normanni della casa di Altavilla che, dopo aver proclamato il Regno di Sicilia nel 1130 e dopo aver cacciato gli Arabi dall’isola (1060-1090), riuscirono infi- ne a stabilire il loro controllo su tutto il Mezzogiorno (1127-1130).

L’avvento dei Normanni stabilì una svolta decisiva, in quanto l’organizzazione delle regioni meridionali sotto uno stato unitario segnò l’introduzione del feudalesimo. Proprio mentre nell’Italia centro-settentrionale, da più tempo soggetta all’Impero, le strutture feudali si sfaldavano per lasciar posto ai Comuni, si instaurava nel Mezzogiorno il regime feudale. Da questo

1

Per un approfondimento del tema si veda PAPAFAVAF. (a cura di) (1986), Itinerari turistico-

dualismo storico il Sud rimarrà marcato fino all’Unità d’Italia.

In ogni caso, per almeno 2000 anni il Mezzogiorno è stato al centro della vi- ta del Mediterraneo, in quanto situato in una zona di intensi rapporti fra Nord e Sud, fra Est ed Ovest. Da questa posizione in un certo senso privilegiata deriva il vero valore di alcune regioni italiane, valore che è poi rispecchiato nella loro storia e da cui scaturisce la specificità del loro contributo al più generale qua- dro della civiltà dell’Occidente.

Certamente, le vicende della Calabria sono state segnate dal passaggio di culture che sono fuse col suo territorio.

La singolarità dei valori storici, aspetto di primaria importanza, non esauri- sce il fascino di questa regione. Questi valori, infatti, affondano le radici nella natura, nelle risorse fisiche ed estetiche del suo paesaggio: è la complementari- tà fra natura e storia che costituisce un unicum.

Da sempre un viaggio in Calabria è stato considerato come un’opportunità di forte impatto con elementi naturali, come il sole, il mare, la montagna, la ve- getazione mediterranea e, nello stesso tempo, come occasione di penetrazione nel mondo della “cultura”.

2. Il patrimonio culturale ed ambientale della Regione

Con riguardo allo scenario culturale del nostro Paese, la Calabria ha un ruo- lo importante per la forza delle sue grandi tradizioni e per le testimonianze an- cora oggi presenti.

Questa regione è, infatti, ricca di beni storico-artistici e di reperti archeolo- gici che testimoniano le sue vicende storiche e che connotano il suo tessuto cul- turale. Siamo di fronte ad un vasto ed eterogeneo patrimonio che è custodito in musei e siti archeologici, disseminati un po’ in tutte le province.

In questa sede ci limitiamo a ricordare solo le espressioni più famose o di particolare rilievo, unicamente per segnalare che le popolazioni che nei secoli si sono susseguite hanno lasciato tracce visibili della loro civiltà e della loro ar- te.

Il quadro proposto, certamente riduttivo dell’effettiva ampiezza del patri- monio esistente, offre una visione immediata della sua eterogeneità di compo- sizione spazio-temporale.

Numerosi sono gli scavi archeologici presenti in Calabria che rivelano l’urbanistica e l’architettura del mondo antico. In essi ed in vari musei sono cu- stodite importanti sculture, opere in terracotta e in ceramica, lavorazioni dell’oro e coniazione delle monete; fra questi segnaliamo l’antiquarium di Lo- cri e i musei archeologici di Cosenza, di Crotone, di Reggio Calabria e di Siba- ri.

In questa regione vi sono musei rilevanti non solo in ambito archeologico, ma anche artistico, storico e demo etno antropologico. Solo a titolo di esempio, ricordiamo quelli di Altomonte, Bivongi, Isola Capo Rizzato, Mileto, Nicotera, Palmi, Rossano e Tropea.

Diffusa è pure la presenza di alcune esperienze culturali diverse ed innova- tive, non riconducibili in modo immediato alla tradizionale concezione di arte e cultura, ma radicate sul territorio. In proposito si pensi al Museo della liquirizia a Rossano (CS), al Centro Studi Naturalistici del Pollino “il Nibbio” a Morano Calabro (CS), al Museo Laboratorio Santa Barbara a Mammola (RC), al Museo Laboratorio del Tessile a Soveria Mannelli (CZ), al Museo della biologia mari- na a Reggio Calabria, al Museo dell’emigrazione “G.B.Scalabrini” a Francavil- la Angitola (VV).

L’arte bizantina è ampiamente presente sotto forma di architettura religiosa in tutta la regione: ne sono testimonianze eccellenti la Cattolica di Stilo, S. Fi- lomena a S. Severina, S. Marco e S. Maria del Patir a Rossano; d’impronta normanna, invece, è la Cattedrale di Gerace, la più grande della Calabria.

Molti sono i castelli sparsi ovunque (99 in tutto): si tratta di un’espressione architettonica abbastanza diffusa del dominio dei Normanni e degli Aragonesi.

Altra opera di notevole rilevanza è la grande Certosa di Serra S. Bruno la cui edificazione fu avviata alla metà del secolo XVI.

Nei secoli XIV-XVI fu costruita la maggior parte delle 63 torri della Cala- bria (34 in provincia di Cosenza, 13 in provincia di Catanzaro e 16 in provincia di Reggio Calabria).

Questo richiamo a taluni beni che connotano il patrimonio culturale calabro, lungi dal voler offrire un suo quadro esaustivo, ha solo la finalità di far osserva- re la ricchezza di espressioni d’arte presenti in questa regione, frutto degli e- venti storici che si sono succeduti in numerosi secoli.

Un elemento significativo è relativo alla distribuzione dei musei e dei siti archeologici sul territorio; infatti, un’elevata percentuale di essi è ubicata fuori dalle città: ciò significa che la realtà calabrese risponde alla logica del “museo diffuso”.

Come abbiamo già accennato, alla ricchezza del patrimonio artistico e cultu- rale si affianca il fascino della natura. La Calabria è dotata di un variegato am- biente caratterizzato dal fatto che si passa con velocità da un paesaggio medi- terraneo marittimo a orizzonti collinari che diventano quasi alpestri con tratti riccamente boschivi.

In questa regione sono diffusi gli ambienti mediterranei più autentici, cioè quelli connotati, a poca distanza, da commistione fra mare e montagna. È fre- quente osservare che gli aspri contrafforti dell’Appennino incombono sulla pit- toresca costa. In questi tratti in pochi chilometri si sale dal mare a 1000 metri perché i pendii della montagna sono ripidissimi.

Spostandosi dal litorale verso l’interno, i panorami cambiano velocemente sia per l’altitudine, che incide ovviamente sul clima, sia per la configurazione morfologica del terreno. Naturalmente anche la natura muta da un’area all’altra, ciò fa si che sul territorio della regione siano presenti numerosi esempi di flora e di fauna concentrati in particolari zone.

La profonda mutevolezza dei quadri ambientali della Calabria offre la pos- sibilità al visitatore di seguire diversi itinerari, che consentono di esplorare pae- saggi marini e montani.

Nel complesso, il patrimonio culturale e ambientale di questa regione è dav- vero ampio ed è una risorsa preziosa che va adeguatamente valorizzata. Siamo di fronte, dunque, ad un fattore di potenziale sviluppo competitivo in grado di innescare ed alimentare processi di crescita culturale, sociale ed economica.

3. Il turismo culturale e l’economia calabrese

La situazione economica della Calabria è nel complesso, ancora oggi, con- notata da segni di difficoltà.

La base produttiva è debole: l’agricoltura contribuisce in misura inferiore ad un quarto al reddito complessivamente prodotto nella regione ed anche il setto- re secondario dà un apporto minimo; invece, il settore terziario ha avuto un cer- to sviluppo e nel 1998 ha prodotto il 76% del reddito calabrese2.

La Calabria, benché possa contare su enormi possibilità capaci di attivare meccanismi di sviluppo (a titolo puramente indicativo ricordiamo l’ampio ba- cino di mano d’opera inutilizzata o sotto utilizzata, le numerose risorse della natura, della storia e, soprattutto, le loro caratteristiche di unicità che potrebbe- ro favorire una valorizzazione della ricchezza accumulata in termini sia di nuo- vi sistemi di imprese e di nuovi lavori, sia di alimentazione dei flussi di turi- smo), appare come un’area restia alla modernizzazione ed alla crescita.

I finanziamenti che l’Unione Europea ha assegnato per sostenere il POR Ca- labria hanno proprio lo scopo di stimolare, incoraggiare e incentivare compor- tamenti pubblici e privati volti ad uno sviluppo socio-economico autonomo, in- centrato sulla valorizzazione e sul potenziamento delle risorse locali: umane, materiali ed immateriali.

L’espansione registrata daI settore terziario dimostra che il patrimonio stori- co-artistico e quello ambientale hanno sempre costituito una leva importante per attivare, nel territorio regionale, il turismo e, di conseguenza, per sostenere

2 Cfr. R

UBINOF., MAZZOTTA R. (2005), L’assegnazione dei finanziamenti comunitari alla Regio- ne Calabria, in Canaletti F., Massari G., Mulazzani M., Rubino F. (a cura di), “Programmi Ope-

e sviluppare la sua economia.

Nell’ambito della programmazione regionale 2000-2006 un’importanza ri- levante è stata assegnata alla valorizzazione delle risorse culturali con l’obiettivo globale di fornire opportunità imprenditoriali collegate al mondo della cultura, accrescendo così le qualità della vita dei cittadini ed il loro benes- sere sociale.

In particolare, la strategia del POR Calabria per la valorizzazione del patri- monio culturale regionale è sintetizzabile nei seguenti punti:

“1) valorizzare le identità culturali regionali per costruire attorno ad esse pro- cessi autentici di sviluppo sociale ed economico;

2) conservare, restaurare e consolidare il patrimonio storico-artistico, archeo- logico e paesaggistico e quello edilizio civile, religioso e militare;

3) dotare la regione di risorse permanenti, quali strutture fisiche, tecniche e metodologie di intervento;

4) recuperare immobili dismessi, come gli edifici teatrali chiusi da anni o ren- dere a nuova destinazione il patrimonio architettonico esistente;

5) integrare l'offerta delle arti e dello spettacolo e della cultura creando centri polifunzionali del tutto assenti nella regione;

6) stimolare l'imprenditorialità privata per l'offerta di servizi, oggi ancora sot- todimensionati”3.

Alla realizzazione di questi obiettivi sono stati destinati contributi comunita- ri e nazionali.

C’è dunque da auspicare che sia in corso un loro utilizzo efficiente ed effi- cace, capace di pervenire ai traguardi fissati.

4. La domanda culturale

In Calabria la consapevolezza dell’esistenza di elementi capaci di attrarre movimenti turistici è relativamente recente, nel senso che da pochi decenni so- no progressivamente più evidenti i segni di iniziative volte a sollecitare una domanda turistica.

Effettivamente, questa regione, come altre del Mezzogiorno, stanno vivendo già da alcuni anni un buon periodo di sviluppo. I suoi visitatori sono attratti dalle sue molteplici valenze: sia da quelle connesse all’ambiente, soprattutto costiero, sia da quelle che scaturiscono dalle tradizioni locali, sia da quelle le- gate alle risorse culturali.

3 Cfr. R

UBINOF., MAZZOTTA R. (2005), Lo stato di attuazione finanziaria del POR Calabria, in

Canaletti F., Massari G., Mulazzani M., Rubino F. (a cura di), “Programmi Operativi Regionali. Puglia, Calabria e Toscana a confronto”, op. cit., pag. 296.

Concentrando l’attenzione sul flusso turistico mosso da quest’ultima moti- vazione, è possibile notare un suo progressivo aumento (Tav. 1).

Tav. 1 – Distribuzione dei visitatori rilevati nei musei e nei siti archeologici della Calabria

Tipologia Numero Musei 2001 2002 2003

Statali 9 264.944 280.862 267.890

Altri Musei Pubblici 30 97.307 143.574 166.336

Religiosi 5 96.171 97.418 109.453

Privati 15 45.341 64.640 71.699

Totale Generale 59 503.763 586.494 615.378

Fonte: OSSERVATORIO DEL TURISMO DELLA REGIONE CALABRIA(2004), Quarto Rap-

porto del Turismo in Calabria, Cosenza, pag. 185.

I valori riportati indicano la numerosità dei visitatori in alcune strutture mu- seali calabresi. Sono dati sottostimati perché relativi solo alle 59 unità che han- no aderito all’indagine condotta dall’Osservatorio del Turismo della Regione Calabria, rispetto all’universo di 113 unità. Da essi, comunque, si evincono al- cune informazioni interessanti.

Si osserva che i visitatori, complessivamente in crescita, prediligono sempre i musei statali, ma in misura via via maggiore si recano anche nelle altre strut- ture museali.

La distribuzione delle visite è concentrata nei mesi primaverili ed estivi con punte più accentuate nei mesi di aprile-maggio e agosto4. Nel primo periodo il flusso proviene da gite organizzate (turismo scolastico) e da turismo di passag- gio per la Sicilia; nel secondo periodo è chiaro il riferimento alle vacanze esti- ve. Tutto ciò testimonia l’elevata stagionalità della domanda, fenomeno comu- ne a tante regioni italiane, ma non per questo meno problematico.

4

In proposito si veda: OSSERVATORIO DEL TURISMO DELLA REGIONE CALABRIA, Quarto Rapporto

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