È certo che le potenzialità della Calabria sono considerevoli.
Limitandoci a considerare solo il patrimonio storico, artistico, archeologico e architettonico lo scenario che si prospetta è ampio.
Una sua sintetica visione è offerta dalla Tavola 2.
Tav. 2 – Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali in Calabria (2002)
Province A pagamento Gratuiti Totale Quota Re- gionale Catanzaro 1 1 5,55% Cosenza 1 4 5 27,78% Crotone 1 2 3 16,67% Reggio Calabria 2 5 7 38,89% Vibo Valentia 1 1 2 11,11% Calabria 5 13 18 100,00%
Fonte: OSSERVATORIO DEL TURISMO DELLA REGIONE CALABRIA, Quarto Rapporto del
Turismo in Calabria, op. cit., pag. 179.
Anche se parziale, perché relativa alle sole unità statali, l’immagine che se ne ricava conferma le precedenti affermazioni. Si tratta di una presenza cultura- le importante (pari al 4,59% rispetto al valore nazionale)5. La distribuzione per provincia denota un’alta concentrazione a Reggio Calabria ed a Cosenza ed una bassa presenza a Catanzaro.
Se però si considerano anche le organizzazioni museali non statali la situa- zione muta come indica la Tavola 3. Infatti, diffuse sul territorio della regione vi sono numerose raccolte di oggetti storici e artistici che formano, in aggiunta a quelle statali, un insieme interessante per dimensione e composizione. Molte raccolte sono di recente costituzione e ciò dimostra l’attenzione rivolta alla conservazione e tutela di beni di interesse culturale. Tuttavia, queste realtà, an- che se sicuramente meritevoli di attenzione ed apprezzabili da più punti di vi- sta, non sempre sono dirette e organizzate in modo da sviluppare adeguatamen- te lo studio e la ricerca sul patrimonio custodito, da un lato, e da garantire una crescita della conoscenza dei loro visitatori, dall’altro.
5
Per un approfondimento si veda: OSSERVATORIO DEL TURISMO DELLA REGIONE CALABRIA,
Tav. 3 – Musei e Siti Archeologici in Calabria (2002)
Province Totale Valore %
Catanzaro 24 21,24% Cosenza 38 33,63% Crotone 11 9,73% Reggio Calabria 22 19,47% Vibo Valentia 18 15,93% Calabria 113 100,00%
Fonte: OSSERVATORIO DEL TURISMO DELLA REGIONE CALABRIA, Quarto Rapporto del
Turismo in Calabria, op. cit., pagg. 179-180.
Dalle informazioni disponibili – peraltro in forma aggregata e poco detta- gliate in merito alle attività svolte dalle organizzazioni museali – sembra poter dedurre che è necessario, in alcuni casi, potenziare, in altri, addirittura avviare il processo rivolto alla “valorizzazione” del patrimonio culturale di cui le sin- gole unità sono dotate.
Per non rischiare di formulare valutazioni che poggiano su considerazioni non controllabili e forse anche superficiali, abbiamo utilizzato i dati risultanti da un’indagine empirica che ha offerto una visione aggiornata e analitica della situazione esistente6.
Partendo da fonti disponibili7, è stata effettuata una ricerca sul campo che
6
L’indagine in oggetto è stata curata dalla Società Gentes Ricerche Studi Turismi s.a.s. in stretto coordinamento con il gruppo di studio che ha condotto la presente ricerca.
7
Ampia è la sitografia utilizzata per la costruzione della mappatura.
Cfr. http://arte.tiscali.it/musei/calabria, http://digilander.libero.it/calabriatours, http://utenti.lycos.it/megalehellas/musei.htm, http://www.archaeogate.it, http://www.archeologia.beniculturali.it, http://www.archeologia.com, http://www.archeologiaviva.it, http://www.arte.it, http://www.calabriamente.it, http://www.calabrianetwork.com/html/musei.asp, http://www.calabriatours.org, http://www.calabriaweb.com, http://www.datatravel.it, http://www.discoveritalia.it, http://www.emmeti.it/Arte/Calabria, http://www.enit.it, http://www.esperia.it, http://www.giroscopio.com/musei, http://www.homolaicus.com/arte/musei/calabria.htm, http://www.internetmuseionline.it, http://www.italyguide.com/Monument/calabria_in.htm, http://www.kaulon.it, http://www.kwart.kataweb.it, http://www.locrideonline.it/musei.htm, http://www.madeincalabria.com/musei, http://www.magnagrecia.it, http://www.mmarte.it, http://www.monasterace.it, http://www.musei.confartigianato.it, http://www.museionline.it, http://www.museodellacalabria.com, http://www.osservatorioturisticocalabria.it, http://www.provinciaproducecosenza.it, http://www.reggio-calabria.info/musei.html, http://www.regione.calabria.it/Beni_culturali, http://www.regionibeniculturali.it, http://www.residencedelsole.it/musei.htm, http://www.turismo.regione.calabria.it/,
ha consentito di redigere una mappa delle realtà culturali presenti in ogni pro- vincia della Calabria. Per ciascuna unità, oltre all’indirizzo, sono specificati: l’orario di apertura, l’ente proprietario, la tipologia (distinguendo fra archeolo- gico, artistico, demo etno antropologico, storico, naturalistico, specializzato e architettonico) e le condizioni di ingresso (se gratuito oppure a pagamento). I- noltre, è indicata una breve descrizione delle collezioni custodite.
Le informazioni raccolte, aggiornate al 31/12/2004, sono riportate nella “Mappa del patrimonio culturale calabrese”8. Da essa si evince che risultano presenti n. 120 musei e raccolte museali e 15 beni architettonici di interesse storico-artistico.
Questo patrimonio è distribuito fra le province come illustrato in Tavola 4, nella quale è indicata anche la tipologia prevalente di ciascuna unità9.
Ogni provincia è ricca di espressioni del suo passato, diverse fra loro per na- tura. La lettura della Tavola 4 fornisce una chiara indicazione in questo senso: anzitutto, conferma l’esistenza di organizzazioni culturali appartenenti ad ambi- ti differenti fra cui prevalgono quello artistico, quello archeologico e quello demo etno antropologico; inoltre, segnala la diffusa presenza di 15 beni archi- tettonici (chiese, castelli, fortezze) che costituiscono testimonianze evidenti della cultura e della storia di ogni località.
Questo vasto ed eterogeneo patrimonio è per lo più di proprietà pubblica, come si evince dalla Tavola 5.
Escludendo i beni architettonici, la Tavola 6 conferma che le tipologie di musei prevalenti sono sempre quella artistica (30,83%), quella archeologica (25%) e quella demo etno antropologica (24,17%).
Anche dalla Tavola 7 si ricava una conferma e cioè che la proprietà delle collezioni è con maggiore frequenza pubblica: più precisamente, è comunale nel 35,83% dei casi, statale nel 15,00% e provinciale nel 3,33%; i restanti mu- sei appartengono a privati (29,17%) e ad enti ecclesiastici (14,17%).
http://www.tuttoqui.it/reggiocalabria/musei.htm, http://www.virtualtourist.it/musei.php, http://www.wel.it/Arte/Calabria/, http://www.welcometoitaly.com/, http://www.welcometoitalyonline.it/Arte/Calabria/.
8 La costruzione della “Mappa del patrimonio culturale calabrese” è stata curata dalla Società
Gentes Ricerche Studi Turismi s.a.s.
9
Si segnala la presenza di 3 unità che dichiarano di svolgere attività di tipo architettoni- co/artistico (2) e architettonico/archeologico (1). Per semplificare il quadro di riferimento si è ritenuto opportuno farle confluire rispettivamente fra i musei artistici e fra quelli archeologici della provincia di appartenenza.
Tav. 4 – Distribuzione del patrimonio culturale calabrese per provincia e per tipologia (valori assoluti)
Tipologia
Provincia Non censito Archeologico Artistico Demo etno antropologico Naturalistico Specializzato
Storico Architettonico Totale Catanzaro 4 12 11 1 4 3 3 38 Cosenza 1 7 12 9 1 1 3 34 Crotone 5 3 1 4 13 Reggio Calabria 2 8 6 3 2 5 4 30 Vibo Valentia 6 4 5 1 3 1 20 Totale 3 30 37 29 5 10 6 15 135
Tav. 5 – Distribuzione del patrimonio culturale calabrese per provincia e per proprietà (valori assoluti)
Proprietà
Provincia Non censito Soggetto pri-
vato Ente ecclesi a- stico Com une Provincia Stato Privato / pub- blico To ta le Catanzaro 2 12 9 10 2 3 38 Cosenza 4 7 16 7 34 Crotone 1 3 5 1 2 1 13 Reggio Calabria 1 13 4 7 1 4 30 Vibo Valentia 1 6 5 6 2 20 Totale 4 36 28 44 4 18 1 135
Tav. 6 – Distribuzione dei musei per provincia e per tipologia (valori assoluti e percentuali)
Tipologia
Provincia Non censito Archeologico Artistico Demo etno
antropologico Naturalistico Specializzato
Storico Totale Catanzaro 4 12 11 1 4 3 35 Cosenza 1 7 12 9 1 1 31 Crotone 5 3 1 9 Reggio Calabria 2 8 6 3 2 5 26 Vibo Valentia 6 4 5 1 3 19 Valore assoluto 3 30 37 29 5 10 6 120 valore percentuale 2,50% 25,00% 30,83% 24,17% 4,17% 8,33% 5,00% 100%
Tav. 7 – Distribuzione dei musei per provincia e per proprietà (valori assoluti e percentuali)
Proprietà
Provincia Non censito Soggetto pri-
vato Ente ecclesi a- stico Com une Provincia Stato Privato / pub- blico To ta le Catanzaro 1 12 7 10 2 3 38 Cosenza 4 4 16 7 34 Crotone 1 4 1 2 1 13 Reggio Calabria 13 1 7 1 4 30 Vibo Valentia 1 6 4 6 2 20 valore assoluto 2 35 17 43 4 18 1 135 Valore percentuale 1,67% 29,17% 14,17% 35,83% 3,33% 15,00% 0,83% 100%
È interessante incrociare l’ambito tipologico prevalente con la proprietà (Tav. 8). Si constata che, mentre i privati ed i comuni hanno la proprietà di va- rie tipologie di musei, le province possiedono solo musei artistici, lo Stato quel- li archeologici ed artistici, gli enti ecclesiastici ne hanno alcuni artistici e stori- ci.
Tav. 8 – Distribuzione dei musei per tipologia e per proprietà (valori assoluti)
Tipologia
Provincia Non censito Archeologico Artistico Demo etno
antropologico Naturalistico Specializzato
Storico To ta le Non censito 1 1 2 Soggetto privato 1 2 6 12 3 9 2 35 Ente ecclesiastico 14 3 17 Comune 1 15 9 15 2 1 43 Provincia 1 3 4 Stato 12 5 1 18 Privato / pubblico 1 1 Totale 3 30 37 29 5 10 6 120
Osservando da un’altra ottica la distribuzione dei valori, si nota che la pro- prietà di certe tipologie di musei è concentrata nelle mani dei soggetti privati e dei comuni e, in pochi casi, degli enti ecclesiastici (ciò si verifica per i musei demo etno antropologici, naturalistici, specializzati, storici); invece, la proprie- tà di quelli archeologici e artistici è diffusa un po’ fra tutte le categorie di sog- getti pubblici e privati.
Un’altra informazione raccolta, relativa alle condizioni di ingresso, ci per- mette di distinguere le unità ad accesso gratuito da quelle a pagamento. Va premesso che 26 musei (pari al 21,67%) non hanno fornito questa indicazione; fra i restanti sono in genere più numerosi quelli ad accesso gratuito nell’ambito di quelli sia pubblici, sia privati (Tav. 9). Ciò significa che la forma giuridica non appare condizionante riguardo alla scelta di applicare o non tariffe di in- gresso alla struttura.
Tav. 9 – Distribuzione dei musei per condizione di ingresso e per proprietà (va- lori assoluti e percentuali)
Proprietà
Condizione
di ingresso Non censito Soggetto pri-
vato Ente ecclesi a- stico Com une Provincia Stato Privato / pub- blico totale valori percen- tuali a pagamento 11 7 9 9 36 30,00% Gratuito 20 3 25 3 6 1 58 48,33% Non censito 2 4 7 9 1 3 26 21,67% Totale 2 35 17 43 4 18 1 120 100%
Si giunge ad un’analoga considerazione incrociando la condizione di acces- so con la tipologia del museo. Infatti, anche in questo caso si constata (Tav. 10) che prevalgono le unità ad ingresso gratuito quasi in tutte le categorie indivi- duate.
Tav. 10 – Distribuzione dei musei per condizione di ingresso e per tipologia (valori assoluti e percentuali)
Tipologia
Condizione
di ingresso Non censito Archeologico
Artistico
Demo etno antro-
pologico Naturalistico Specializzato Storico totale valori percentuali a pagamento 10 13 6 3 2 2 36 30,00% Gratuito 12 17 18 1 7 3 58 48,33% Non censito 3 8 7 5 1 1 1 26 21,67% Totale 3 30 37 29 5 10 6 120 100%
Questi dati inducono a concludere che l’adozione di una strategia di ingres- so libero oppure a pagamento non è influenzata né dalla natura della proprietà del museo, né dalla sua attività prevalente.
Infine, è opportuno soffermarsi sull’apertura al pubblico dei musei. Alla lu- ce di condizioni adottabili, sono state individuate le seguenti classi:
- oltre 24 ore settimanali, - meno di 24 ore settimanali, - a richiesta,
- chiusura e/o in allestimento, - apertura estiva.
Il limite di 24 ore settimanali è stato scelto in quanto intermedio a quello già utilizzato come parametro di distinzione fra musei e raccolte museali da alcune regioni italiane10.
L’elaborazione delle informazioni raccolte è stata piuttosto complessa per- ché la realtà è caratterizzata da situazioni molto differenti fra loro, difficilmente ripartibili fra le poche classi individuate.
Il criterio base adottato ha fatto riferimento all’orario di apertura praticato per l’arco di tempo più lungo nell’anno, tenuto conto che molti musei differen- ziano nei mesi le fasce orarie di accesso del pubblico. Dall’applicazione di que- sto criterio si ricava la Tavola 11 che mostra la distribuzione dei musei fra le suddette classi. Si notano un’alta percentuale di organizzazioni aperte con con- tinuità e con orario prolungato (50,83%)11, una numerosa presenza di quelle che aprono su richiesta del visitatore (26,67%)12 ed una minore consistenza di quelle con apertura limitata (16,67%)13. A completamento del quadro, vanno considerate tre unità che sono temporaneamente chiuse o che non sono fruibili in quanto stanno allestendo l’esposizione delle collezioni ed una unità che di- chiara di effettuare l’apertura solo da maggio a settembre con un orario supe- riore a 24 ore settimanali.
Per altro verso, dalla stessa Tavola si evince che gran parte dei musei arche- ologici (66,67%) hanno apertura superiore alle 24 ore settimanali; che anche quelli artistici effettuano per lo più apertura continuata e prolungata (54,05%), pur essendo presenti varie strutture che aprono su richiesta (29,73%); che quelli
10
In particolare, si veda quanto deliberato dalla Regione Emilia Romagna. Cfr. http://www.regione.emilia-romagna.it/web_gest/link/lkcul.htm. I parametri fissati da Lombardia e Liguria differiscono di poco.
11
Va precisato che si tratta di unità che in genere sono fruibili dal pubblico tutto l’anno da lunedì a venerdì. Molte di esse fanno orari diversi in estate, aprendo, talvolta, anche il sabato e la dome- nica, mentre nelle altre stagioni, in questi giorni o sono chiusi oppure aperti solo il sabato. Inol- tre, alcune organizzazioni in estate garantiscono l’accesso anche la sera, protraendo l’orario fino alle 21 e, in qualche caso, oltre.
12 Va considerato che in questa classe rientrano sia i musei che aprono al pubblico tutto l’anno su
prenotazione, sia quelli che praticano questa condizione nelle stagioni dell’autunno, dell’inverno e della primavera, mentre in estate sono fruibili in precisi orari, talvolta garantendo un accesso per più di 24 ore alla settimana.
13
Anche in questo caso va segnalato che numerosi musei appartenenti alla classe in oggetto pra- ticano un’apertura più prolungata nei mesi estivi, talvolta superando le 24 ore settimanali.
demo etno antropologici, ripartiti quasi in parti uguali fra le tre classi, sono quelli che hanno la più alta consistenza di unità con limitato orario di apertu- ra14; infine, che quelli naturalistici, specializzati e storici manifestano una di- stribuzione simile a quelli artistici, con prevalenza di quelli con apertura supe- riore a 24 ore rispetto a quelli a richiesta.
Tav. 11 – Distribuzione dei musei per tipologia prevalente e per orario di aper- tura
Valori assoluti
Orari
Tipologia oltre 24h meno di 24h a richiesta chiusura / in allestimento apertura estiva non censito Totale
Non censito 1 1 1 3
Archeologico 20 2 4 3 1 30
Artistico 20 5 11 1 37
Demo etno antropologico 9 11 9 29
Naturalistico 3 2 5 Specializzato 5 1 3 1 10 Storico 3 1 2 6 totale 61 20 32 3 1 3 120 Valori percentuali Orari
Tipologia oltre 24h meno di 24h a richiesta chiusura / in allestimento apertura estiva non censito Totale
Non censito 33,33% 33,33% 33,33% 100,00%
Archeologico 66,67% 6,67% 13,33% 10,00% 3,33% 100,00%
Artistico 54,05% 13,51% 29,73% 2,70% 100,00%
Demo etno antropologico 31,03% 37,93% 31,03% 100,00%
Naturalistico 60,00% 40,00% 100,00% Specializzato 50,00% 10,00% 30,00% 10,00% 100,00% Storico 50,00% 16,67% 33,33% 100,00% totale 50,83% 16,67% 26,67% 2,50% 0,83% 2,50% 100,00%
14
Va segnalato che 4 musei (3 demo etno antropologici ed 1 artistico) sono inseriti nella classe con meno di 24 ore settimanali, perché praticano questa condizione per quasi tutto l’anno ad ec- cezione del periodo estivo, in cui l’accesso è invece possibile oltre il limite delle 24 ore settima- nali.
Volendo evidenziare il fenomeno della stagionalità dal lato dell’offerta cul- turale, è stata costruita la Tavola 12 sulla base degli orari di apertura praticati nella stagione estiva. Confrontandola con la Tavola 11, emerge la maggiore opportunità garantita al pubblico di fruire del patrimonio artistico e culturale.
In verità, il confronto fra le due Tavole non mostra a pieno l’intensità del fenomeno che investe 21 musei e che è chiaramente percepibile considerando il numero complessivo di ore di apertura al pubblico: questo aumenta del 17,03% nel passaggio dall’inverno all’estate.
Tav. 12 – Distribuzione dei musei per tipologia prevalente e per orario di aper- tura nel periodo estivo (valori assoluti)
Orari
Tipologia oltre 24h
m
eno di 24h a richiesta
chiusura / in allestimento non censito Totale
Non censito 1 1 1 3
Archeologico 20 2 4 3 1 30
Artistico 22 4 11 37
Demo etno antropologico 15 8 6 29
Naturalistico 3 2 5
Specializzato 5 1 3 1 10
Storico 3 1 2 6
totale 69 16 29 3 3 120
La lettura delle due Tavole offre comunque alcuni spunti interessanti. La va- riazione più consistente investe i musei demo etno antropologici che cercano, nei mesi estivi, di attrarre il visitatore-turista, garantendo una maggiore apertu- ra delle loro strutture. Una modifica minima, solo due unità, interessa i musei artistici; di fatto, il fenomeno è più consistente, ma non rilevabile dalla Tavola perché riguarda unità aperte più di 24 ore settimanali già nei mesi invernali, che prolungano il loro orario nel periodo estivo. Non si osservano, invece, varia- zioni per le altre tipologie di musei. Va rilevato che i musei archeologici, es- sendo frequentemente strutture all’aperto, sono di solito accessibili dal mattino al “tramonto” per tutto l’anno. In alcuni casi il loro orario è sempre uguale, in altri cambiano le fasce orarie, ma non il numero di ore complessivo, in altri an- cora, la chiusura dipende dalla visitabilità e quindi è ragionevole supporre che in estate la loro apertura si protragga.
Le Tavole 13 e 14 completano il quadro di riferimento, delineato con la Ta- vola 11.
La prima (Tav. 13) offre una visione incrociata delle condizioni di ingresso con l’orario di apertura. Le organizzazioni che effettuano un’apertura di oltre 24 ore settimanali si distribuiscono quasi in parti uguali fra quelle ad ingresso gratuito e quelle a pagamento; invece, le unità appartenenti alle altre due classi sono prevalentemente ad ingresso gratuito.
La seconda (Tav. 14) verifica la correlazione fra la proprietà e l’orario di apertura. Dalla sua lettura si nota che i musei appartenenti a soggetti privati e ad enti ecclesiastici, sono, per lo più, anche se di poco, con apertura a richiesta del visitatore, mentre quelli pubblici sono in maggioranza aperti con orario continuato e prolungato e, in minore misura, con apertura limitata.
Tav. 13 – Distribuzione dei musei per condizione di ingresso e per orario di a- pertura (valori assoluti)
Orari
Condizione
di ingresso oltre 24h meno di 24h a richiesta chiusura / in allestimento apertura estiva non censito totale
a pagamento 25 3 7 1 36
Gratuito 29 13 14 2 58
Non censito 7 4 11 1 3 26
Totale 61 20 32 3 1 3 120
Tav. 14 – Distribuzione dei musei per proprietà e per orario di apertura (valori assoluti)
Orari
Proprietà oltre 24h meno di 24h a richiesta chiusura / in allestimento apertura estiva non censito Totale
Non censito 1 1 2 Soggetto privato 15 4 15 1 35 Ente ecclesiastico 6 2 8 1 17 Comune 22 9 7 3 2 43 Provincia 2 1 1 4 Stato 15 2 1 18 Privato / pubblico 1 1 Totale 61 20 32 3 1 3 120
* * *
L’elaborazione di alcune informazioni desunte dalla “Mappa del patrimonio culturale calabrese” offre una descrizione sintetica, in quanto basata su valori aggregati, di alcune caratteristiche dell’offerta museale della regione.
Da essa si ottengono, comunque, notizie che consentono di esprimere alcune prime considerazioni.
Apprezzabile è sia lo sforzo di garantire un’apertura continuata e prolungata delle collezioni, sia la gratuità dell’ingresso. Queste due scelte sono espressione della volontà di rendere fruibile il museo a tutti e, quindi, di promuoverne la visita.
Più debole è il messaggio comunicativo via internet: infatti, solo talune or- ganizzazioni forniscono informazioni dettagliate e aggiornate sulle condizioni e modalità di accesso e sulle loro collezioni. Purtroppo, per i musei che non cu- rano questi aspetti si incontrano talvolta difficoltà a raccogliere le stesse infor- mazioni anche per via telefonica. Si tratta di un aspetto negativo che può avere l’esito di scoraggiare il visitatore.
Certamente molti altri sono gli elementi che concorrono a qualificare l’attività museale di promozione e diffusione della cultura. È pertanto necessa- rio ampliare la rosa degli aspetti da osservare per poter costruire un quadro e- sauriente della realtà.
Bisogna, inoltre, tener presente che la gestione del museo non si limita alle attività di promozione e diffusione della conoscenza, ma si incentra su quelle di studio e ricerca, le quali fungono da motore trainante nei confronti sia di inter- venti di manutenzione e di restauro delle opere, sia di iniziative di valorizza- zione del patrimonio custodito.
È evidente, dunque, che le elaborazioni effettuate offrono solo un’immagine parziale delle caratteristiche dei musei calabresi.
Si impone pertanto lo svolgimento di un’analisi più accurata che richiede di abbandonare una visione aggregata e di condurre un’indagine mirata su specifi- che unità, in modo da poter approfondire il grado di conoscenza delle strategie adottate e delle problematiche esistenti.