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Una tela di Domenico Bocciardo

Procedendo verso l’altare maggiore, volgendo lo sguardo sulla parete destra, s’incontra l’altare del SS. Rosario, voluto dai massari dell’omonima compagnia precedentemente al 161264. La titolazione del suddetto altare è riconoscibile, e visivamente espressa, dalla grande tela posizionata sopra di esso, raffigurante la Madonna del Rosario con il Bambino e i suoi Quindici Misteri (fig. 9). L’opera, attribuibile al pennello del pittore finalese Domenico Bocciardo65, esprime perfettamente quel sentimento di grazia devozionale e favorisce l’intensificazione del trasporto meditativo del fedele nei confronti del culto della Vergine. La Madonna, illuminata da un radioso fascio di luce, è seduta su evanescente “trono”

di nubi e viene sospinta verso il cielo da alcuni angeli, tiene con il braccio sinistro il Bambino mentre nella mano destra stinge un rosario. Al di sopra della sua figura piccole teste sbucano tra le nuvole, due piccoli putti alati tendono le braccia quasi a volerla toccare, mentre due angeli la incoronano reggendo, con le mani ancora libere, una collana di medaglioni uniti tra di loro da una serie di fiocchi di stoffa e raffiguranti i Quindici misteri del Rosario. Nella parte inferiore della tela lo sfondo paesaggistico riporta alla mente un bucolico panorama di campagna, con alberi, colline e montagne in lontananza; la parte superiore è invece caratterizzata dal grigiore delle nubi, spezzato solamente dalla luce divina che scende per illuminare le figure predilette della Vergine e del Bambino. La luce è una delle caratteristiche principali all’interno delle opere del Bocciardo, il quale, attraverso una distribuzione luministica studiata, riesce a rendere la scena unitaria e profondamente accogliente. Anche la scelta e la stesura dei colori diafani e pallidi, con l’unica eccezione del manto blu della Vergine, sono elementi stilisticamente riconoscibili dell’artista66, che mostrano un’attenzione peculiare nella resa di sentimenti puri, con l’intento di ispirare un sincero amore per la fede. Un elemento iconograficamente interessante è relativo alla scelta degli stessi colori utilizzati per le vesti della Vergine e del Cristo, rappresentato nei clipei con i Misteri, che

64 Cfr regesto 1612.

65 Bartoletti in Cervini, Spantigati (a cura di) 2001, p. 153.

(Per approfondire la figura di Domenico Bocciardo cfr Dufour Bozzo vol. II, 1987; Briganti 1990; Gavazza, Magnani 2000).

66 Longage 1935, II, pp. 173-174.

30 sottolineano visivamente lo stretto legame di filiazione, un assonanza coloristica utile a sostegno del culto nei confronti della Vergine67.

Dal punto di vista iconografico la rappresentazione della Vergine del Rosario venne inizialmente caratterizzata da numerose varianti e specificità territoriali, favorite dalle prolifiche attività confraternali nella diffusione del culto, soprattutto dai domenicani. Tuttavia, a seguito delle disposizioni tridentine relative alle immagini sacre e al loro ruolo nell’ispirare fede e devozione, si andò codificando una rigida impostazione costruttiva della pala d’altare e un rigorismo iconografico68. La rappresentazione della figura mariana, connessa al culto del rosario, si sviluppò contaminandosi con altri modelli iconografici già conosciuti come nel caso della Donna dell’Apocalisse e, successivamente, con l’interpretazione in chiave antiottamana a seguito della vittoria, nella battaglia di Lepanto, della Lega Santa69. Sebbene queste rappresentazioni siano molto frequenti nei grandi centri come Genova, Venezia, Milano e Roma, nei piccoli contesti, soprattutto domenicani, l’iconografia vincente mostra Maria seduta con il Bambino mentre dona il rosario a San Domenico o alla mistica dell’ordine, Santa Caterina da Siena, le figure sono contornate dall’illustrazione dei quindici Misteri divisi tra gioiosi (fig. 9a), dolorosi (fig. 9c-d) e gloriosi (fig. 9b)70 . Anche la raffigurazione dei quindici Misteri acquisì, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, un’importanza fondamentale nella veicolazione dei significati religiosi più profondi. La loro posizione all’interno della narrazione artistica del culto poteva prevedere una doppia modalità: inseriti con uno sviluppo tabellare intorno alla pala o affrancati da essa e posizionati entro la struttura d’altare71. La seconda modalità, nuova, più complessa e maggiormente affascinante, troverà nel corso del Seicento grande sviluppo, mentre le rappresentazioni dei Misteri entro la cornice della pala

67 Per approfondire il tema relativo al culto della Vergine e al suo rapporto con il protestantesimo, cfr Mâle 1984, pp. 45-53.

68Sanguineti in Lecci, Valenti (a cura di) 2018, p. 181.

69 Sulla questione della rappresentazione in chiave antimussulmana e antiottomana della Madonna del Rosario cfr Capeta, Capriotti 2017, pp. 175-180.

70 Stagno 2017-2018, pp. 63-66.

71 Sanguineti in Lecci, Valenti (a cura di) 2018, p.182.

31 continueranno a cercare vie innovative per non cadere nella stanca ripetizione di forme già codificate72.

L’attribuzione dell’opera conservata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Verzi alla mano del Bocciardo, già proposta da Massimo Bartoletti73, è evidente se messa in relazione con altre opere del pittore dove si possono riconoscere gli stessi caratteri stilistici e compositivi. I volti e i gesti delicati, i colori porcellanosi e le luci ovattate sono identificabili nella produzione a carattere sacro che l’artista ha lasciato nei borghi e nelle città del ponente come, ad esempio, nella tela della Madonna del Rosario con Bambino e Santi della Chiesa di San Lorenzo a Varigotti74 (fig. 10). In questo caso la figura della Vergine e quella del bambino sono totalmente accostabili a quelle verzine, con l’unica differenza che lo sguardo di Maria nella tela di Varigotti è rivolto verso destra. Anche nella rappresentazione dei Misteri, nonostante la differente disposizione e la sostituzione di alcuni episodi con altri, troviamo delle strettissime associazioni: alcuni di essi sono identici, come nel caso dell’Annunciazione, l’Incontro tra Maria ed Elisabetta (fig. 10a), la Crocifissione, l’Incoronazione di Maria Vergine (fig. 10b), mentre in alcuni cambiano solamente le posizioni dei personaggi. In entrambe le opere si può notare l’ineccepibile educazione artistica romana, acquisita dal Bocciardo nella Città Eterna durante l’apprendistato presso Giovanni Maria Morandi, suo maestro, che proseguì fino al 1717, anno della morte di quest’ultimo75. Il Ratti, nel secondo volume delle sue Vite, ricorda il suo ritorno presso la città natale, Finale Ligure, e successivamente la notevole attività di ritrattista svolta dal pittore finalese per importanti famiglie genovesi come Canevaro e Mari, mentre sottolinea la scarsa presenza di opere a carattere sacro lasciate nelle chiese del territorio della Repubblica. Tuttavia, lo storico, menziona un interessante gruppo di opere raffiguranti temi sacri realizzate dall’artista, conservate nelle chiese dei borghi della

72 Sanguineti in Lecci, Valenti (a cura di) 2018, p. 183.

73 Bartoletti in Cervini, Spantigati (a cura di) 2001, p. 153.

74 Ibidem.

75 Ghio, in Gavazza, Magnani (a cura di) 2000, p. 373.

32 riviera di ponente, non solo per Finale Ligure e territori limitrofi, ma anche per alcuni centri come Vado Ligure, Porto Maurizio, Oneglia e Albenga76.

76 Ratti 1769, pp. 276-278.

33 9. Domenico Bocciardo, Madonna del Rosario con il Bambino e i suoi quindici Misteri 1717-1746 ca., Verzi, Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

34 9a. Domenico Bocciardo, Misteri Gioiosi: Annunciazione e Incontro tra Maria ed Elisabetta, particolare, Verzi, chiesa di Santa Maria delle Grazie.

35 9b. Domenico Bocciardo, Misteri Gloriosi: Incoronazione della Vergine e Assunzione in cielo, particolare, chiesa di Santa Maria delle Grazie.

36 9c. Domenico Bocciardo, Misteri dolorosi: la

Flagellazione, particolare, Verzi, chiesa di Santa Maria delle Grazie.

9d. Domenico Bocciardo, Misteri dolorosi: la Crocifissione, particolare, Verzi, chiesa di Santa Maria delle Grazie.

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10. Domenico Bocciardo, Madonna del Rosario con il Bambino e Santi 1717-1746 ca., Varigotti, chiesa di San Lorenzo.

10a. Domenico Bocciardo, Misteri gioiosi, 38 particolare, Varigotti, chiesa di San Lorenzo.

50b. Domenico Bocciardo, Misteri gloriosi, particolare, Varigotti, chiesa di San Lorenzo.

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