Capitolo 4. Il Criminale Lu “ 陆犯焉识 ”
4.2. Tematiche ricorrenti
4.2.3. Effetti collaterali della Rivoluzione
Tutti i suoi elaborati riflettono il desiderio di comprensione delle intricate e distorte condizioni umane risultato della perversa e punitiva politica della Cina maoista e delle relative condizioni sociali. La sua personale esperienza, durante la Rivoluzione, l’ha di gran lunga aiutata nel creare toccanti trame.
“Il Criminale Lu Yanshi” porta avanti la tradizione di “Letteratura del trauma” ed esplora attraverso uno stimolo politico e culturale le catastrofi umane del traumatico periodo durante le autoritarie leggi di Mao.
L’enfasi è posta sul danno che la politica ha causato alla natura umana, alla vita quotidiana e alle emozioni, inclusa la lunga separazione fra marito e moglie. Un danno irreparabile che ha leso la vita quotidiana anche dopo la riabilitazione politica.
Sebbene la protagonista Feng Wanyu è nata nel periodo antecedente alla Rivoluzione, tuttavia la sua vita è continuamente modellata e distorta dalla Rivoluzione e dal Partito che prende avvento nella Cina continentale. Feng Wanyu, poiché appartenente ad un contesto familiare non-proletario è inizialmente messa da parte dagli ufficiali del Partito. In seguito, poiché non mostra alcun atteggiamento “contro-rivoluzionario”, al contrario di suo marito Yanshi, viene inserita nella graduatoria per l’insegnamento in una scuola media. Feng Wanyu si trova nel primordiale contesto politico sociale in cui la donna e l’uomo hanno pari diritti per quanto riguarda la ricerca di un impiego, così ella può procurarsi un lavoro e percepire un salario sufficiente a mantenere sua figlia. Lu Yanshi proviene invece da una famiglia d’elite, molto più acculturata e sofisticata della moglie. Ha l’aspetto di un bel ragazzo, dai gusti raffinati, d’abitudini colte e un temperamento da erudito, da farlo sembrare superiore alla moglie, che invece è povera d’origini. Sebbene il protagonista sia un grande intellettuale, resta una persona depoliticizzata. Yan Geling non si risparmia nel mostrare il persistere di Lu nei
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confronti dell’amore, ma, quanto intellettuale, Yanshi rileva ben poca connessione con la sue era e gli altri. Il ragazzotto viziato di Shanghai con il proprio atteggiamento sembra non comprendere il movimento rivoluzionario di quegli anni. Yan Geling invece quasi ne fa una satira sull’inumana e caotica natura dei movimenti politici e sociali condotti dalla gente con potere, come il trattamento riservato ai prigionieri delle campagne. L’intimidazione politica è mostrata più volte nel racconto, sia nel momento in cui Yanshi ha bisogno di andare in America per fuggire da quel matrimonio che gli sta stretto, sia in seguito quando viene condannato con il titolo di “Oppositore del regime” dopo il rinvenimento di certi scritti esorditi durante la permanenza americana. La rieducazione in un campo lavoro è la pena che deve scontare. Nel campo, durante la Grande Carestia, il lavoro gli deve essere utile a recuperare i valori di cui non dispone dalla nascita. Questa opportunità rieducativa contribuisce alla natura del suo temperamento nel trovare più umanità rispetto a tanti altri. In questa situazione, le persone del tempo credevano che per poter avere ancora contatti con gli altri, era possibile resuscitare l’artefice umano solo in condizioni isolate. Tralasciando quanto orrende siano le condizioni dell’isolamento. Yan descrive vividamente il devasto del troppo lavoro fisico e dell’estreme condizioni di fame di persone imprigionate in un ambiente crudele. Nella storia, durante la vita di rieducazione, l’intellettuale Yanshi lavora di giorno ma di notte continua a leggere e pensare. Con lo scorrere del tempo, nel campo lavoro, anche professori e intellettuali come Yanshi perdono la propria personalità, devono essere lavoratori di campagna, che nella politica maoista è l’unica prerogativa per la crescita del paese. Tutti i valori fondamentali e le attività umane sono declinati al lavoro manuale. La rieducazione riesce a ridurre chiunque in bestie sopratutto gli intellettuali. Come schiavi, devono lavorare per sopravvivere. Quando la carestia raggiunse l’apice, i prigionieri sfiniti e malnutriti iniziarono a commettere azioni folli, quali mangiare lo sterco e persino altri cadaveri umani. Yan Geling ha voluto sottolineare il livello di degrado durante quei giorni, non solo a livello fisico e intellettuale degli umani, ma anche di come la persecuzione di Mao ha comportato l’annullamento dell’integrità, la coscienza e l’onore degli uomini.
Alla domanda “Come fai a sapere della vita nel campo lavoro?” Yan Geling ha risposto: “In Cina non tutti sanno riguardo la vita nel campo lavoro, anche se questo sistema è stato abolito solo recentemente. Ho fatto delle ricerche sull’argomento e ho parlato con delle persone a me care. Un anziano, come un nonno per me, mi ha raccontato della sua esperienza in un campo lavoro nel Qinghai. Questo mi ha inspirato. Ho potuto ascoltare storie di più di venti anni fa.
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Prima di iniziare a scrivere il romanzo, però, sono voluta andare di persona a visitare il campo lavoro. Sebbene parte della prigione è andata distrutta, la maggior parte dei reperti era ancora lì. Ho parlato con le guardie e con i loro figli ormai cresciuti. In questo modo, sono riuscita a sapere molto sulla storia, da entrambi” 110.
Oltre all’elemento dell’amnesia, un altro elemento cruciale e chiave di lettura è l’afasia. In seguito alla spedizione di Yanshi nel campo prigione, inizia a fingere di essere balbuziente e spesso si rifiuta di parlare. È un altro modo della scrittrice per descrivere le cicatrici. D’altro canto si potrebbe considerare l’afasia, come l’amnesia, un messaggio in chiave che vuole rappresentare la volontà intenzionale da parte dei moderni intellettuali, di evitare di parlare o addirittura tacere riguardo la Rivoluzione Culturale e l’estrema politica.
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