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Gli effetti occupazionali della PAC: analisi della più recente letteratura

Capitolo 4 -Gli effetti occupazionali della Politica Agricola Comunitaria (2007-

4.3. Gli effetti occupazionali della PAC: analisi della più recente letteratura

La letteratura che ha studiato le determinanti dell’occupazione in agricoltura è molto vasta ed è stata esaminato in precedenti reviews a cui si rinvia per un approfondimento (Tocco et al, 2012; EP-Agri-Committee, 2016). In questo capitolo si prenderà in considerazione quella parte della letteratura basata su modelli econometrici. Ve ne sono fondamentalmente due tipi: modelli di domanda di lavoro e modelli di entrata/uscita riferiti alla partecipazione al mercato del lavoro da parte di membri della famiglia agricola15. Naturalmente, sono

15

Si esclude da questa analisi tutta quella letteratura basata su altri metodi quali la programmazione matematica, le matrici di contabilità sociale, i modelli di equilibrio generale, ecc.

considerati tutti quei modelli che includano tra le variabili esplicative le politiche attivate nella PAC, ad un livello di dettaglio adeguato.

La ricognizione degli studi presenta i principali risultati in modo sintetico nella tabella 4.2. Va premesso che non sempre tali risultati sono perfettamente comparabili. La base dati può essere molto varia: unità aziendali, comunali o regionali, osservati in serie storica. Il primo gruppo di modelli è quello basata sulla domanda di lavoro. Presenta interessanti analogie nei risultati ottenuti: in generale, salvo lo studio di Nordin (2014), gli effetti del 1° pilastro sono negativi, sia per il lavoro familiare, sia per quello salariato. Questa conclusione sembra piuttosto robusta perché supportata da stime statisticamente significative in contesti e metodi diversi, anche all’interno dello stesso studio (Kaditi, 2013). Questo effetto negativo deriva dalla combinazione di due meccanismi (Dupraz e Latruffe, 2015; Petrick e Zier, 2011): a) innanzitutto, dal fatto di aver reso il pagamento disaccoppiato dalla produzione, il che rende possibile per la singola azienda ridurre l’impiego di lavoro senza perdere il sussidio (che diventa dunque un sussidio al reddito); b) uno spostamento della composizione produttiva verso colture meno labour-intensive. Petrick e Zier (2011) introducono un’altra ipotesi: in alcuni casi i pagamenti diretti avrebbero fornito iniezioni di liquidità per fare investimenti del tipo labour-saving. Un effetto negativo è prodotto anche dai pagamenti accoppiati alla produzione (sia quelli a superficie sia quelli a capo allevato). Ciò è vero sia nel caso greco (Kaditi, 2013), sia nelle tre regioni tedesche esaminate da Petrick e Zier (2011). Tuttavia in Francia Dupraz e Latruffe (2015) stimano effetti diversi a seconda dei pagamenti per colture o per allevamenti: i primi hanno effetti negativi sul lavoro familiare, che verrebbe sostituito da quello salariato e/o a contratto (contoterzismo); i pagamenti per allevamenti hanno invece effetti positivi sul lavoro familiare e a contoterzi, negativi su quello salariato. È evidente che i pagamenti accoppiati alterano i rapporti di convenienza tra lavoro familiare e salariato, favorendo un’allocazione del lavoro familiare fuori azienda laddove le colture sono più estensive e meccanizzabili e laddove esistano servizi efficienti in contoterzi offerti su scala locale dal mercato.

Tabella 4.2 – Sintesi di alcuni studi econometrici sugli effetti della PAC sulla domanda di lavoro in agricoltura

Autori dello studio

Tipo di modello econometrico Impatto occupazionale dei diversi strumenti della PAC

Modello empirico Paese/Regione. Tipo di base dati Pagamenti diretti Pagamenti accoppiati Investimenti aziendali Indennità compensative montagna a alter zone Pagamenti agro-ambientali Investimenti diversificazione e qualità vita

A. On farm labour use (family and hired) Dupraz, P.,

Latruffe, L. (2015)

Neoclassical labour demand model. Simultaneous three-equation system (family, hired and contract work). Maximum likelihood estimator (ML)

France: FADN data set (about 1800 farms) including only specialised field crop farms for the period 1990-2007 Family: -,0005*** Hired: -,0011** Contract work: ,0002 Family: - Crops: -, 0006*** - Livestock: ,0009*** Hired: - Crops: ,0013 - Livestock: -,0041*** Contract work: - Crops: ,0007 - Livestock: ,0026*** Family: ,0001 Hired: -,0003 Contract work: ,0002 Family: ,0016*** Hired: ,0063*** Contract work: -,0016* Family: ,0006 Hired: -,0003 Contract work: ,0025*** Kaditi, E. A. (2013) Neoclassical labour demand model. Difference-in-differences (DID) estimation. Generalised method of Moments procedure (GMM)

Greece: FADN dataset (about 5000 farms) for 19 consecutive years (1990-2008) Family: -,000018* (DID) -,000098***(GMM) Hired: -,00012*** (DID) -,000063***(GMM) Family: -,00003***(DID) -,000044***(GMM) Hired: -,00001 (DID) -,000027*** (GMM) Family: ,00019*** (DID) -,00038**(GMM) Hired: -,00014***(DID) -,00027** (GMM)

Nordin, M. (2014) Two stage instrumental

variables (IV) Sweden: panel dataset of 261 municipalities over the

period 2001-2010

≈ 0,4*** Positive, but not

significant ≈ -0,7***

Negative, but not significant Petrick, M., Zier, P. (2011) Neoclassical labour demand model. Difference-in-differences (DID) estimation.

Three German regions (Brandeburg, Saxony, Saxony-Anhalt): panel data set of 69 landkreis (counties) for seven years (2000-2006)

-37,79** Area : -34,05**

Livestock: -43,17*

Positive, but not significant

Negative, but not

significant 14,45*

Positive, but not significant -7,64* with one year lag

Gli effetti occupazionali degli strumenti di policy dello sviluppo rurale, considerati nel loro complesso (Kaditi, 2013), o singolarmente per categoria (investimenti aziendali, indennità compensative al reddito nelle zone svantaggiate, pagamenti agro-ambientali e investimenti nella diversificazione delle economie rurali), appaiono più controversi e in ogni caso non univoci. Le politiche di supporto degli investimenti aziendali non hanno effetti statisticamente significativi sull’occupazione, sebbene in diversi casi il segno sia positivo. Petrick e Zier (2011) trovano che gli investimenti nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti abbiano avuto in Germania un effetto negativo sull’occupazione, sia nel breve, sia nel medio termine, a causa dell’introduzione di tecnologie labour-saving. Per ciò che riguarda l’indennità compensativa per le zone svantaggiate, non vi sono risultati univoci: solo nel caso francese l’effetto è positivo, mentre altrove l’effetto è sempre opposto. I pagamenti agro-ambientali generano occupazione nei due studi più dettagliati: in Francia l’effetto è positivo sul lavoro familiare e in contoterzi, per via della maggiore intensità di lavoro richiesta dalle pratiche conservative (ad es. le colture invernali di copertura); in Germania perché si sostiene l’agricoltura biologica, evidentemente più esigente di lavoro. Le politiche di sostegno di investimenti in servizi, infrastrutture, diversificazione dell’agricoltura, ecc. sono poco esplorate in questi modelli. Sicuramente lo scarso peso finanziario nei PSR, da un lato, e l’effetto solo indiretto sul lavoro aziendale rendono, per questa tipologia di investimenti rurali, più complessa la quantificazione econometrica e meno significativi i coefficienti di regressione. Inoltre, questi investimenti possono migliorare le condizioni di competitività esterna delle aziende agricole, ma può anche migliorare le opportunità di lavoro fuori azienda e quindi contribuire a ridurre l’impegno in azienda. Questo secondo effetto è visibile nello studio di Patrick e Zier (2011), con un lag temporale di un anno dall’investimento.