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La filiera agro-industriale del pomodoro trasformato del Nord Italia

Capitolo 2 – Dalle politiche ai territori: casi innovativi di utilizzo delle politiche

2.2. La filiera agro-industriale del pomodoro trasformato del Nord Italia

La filiera agro-industriale del pomodoro trasformato è una delle più articolate e complesse nel panorama agro-alimentare italiano, sia per il peso economico che riveste, sia per l’organizzazione interna e la composizione degli attori. Copre ben quattro regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) e una provincia autonoma (Bolzano). Occupa 39 mila ettari di pomodoro, circa 2000 produttori raggruppati in 15 Organizzazioni dei Produttori (OP), 24 industrie trasformatrici (con 29 impianti) che lavorano circa 3 milioni di tonnellate di pomodoro per la produzione di concentrato, polpa e pelati, che rappresentano il 50% della produzione italiana, il 25% di quella europea e il 7% di quella mondiale. Occorre considerare che l’Italia complessivamente copre il 13,5% del mercato mondiale, subito dopo la California (30%) e prima della Cina (13,5%) ed è la prima in Europa (50% del mercato) dopo Spagna e Portogallo (insieme il 40% del mercato europeo).

Il sistema è fortemente localizzato (gran parte degli input e delle strutture produttive e tecnologiche appartengono all’area), con una maggiore concentrazione nelle province di Parma e Piacenza. Nel territorio parmense e piacentino sono presenti gli stabilimenti di 15 industrie di trasformazione del pomodoro fresco (compresi due stabilimenti di imprese con sede centrale in altre province), includendo le cooperative di auto trasformazione. Accanto al ramo di industria principale delle conserve, sono parte integrante della filiera sia l’industria meccanica –macchine agricole, impiantistica alimentare, sia quella del packaging. Nel settore dei servizi invece restano strategiche le attività di ricerca e sperimentazione a monte e le attività di trasporti e logistica, in particolare durante la campagna produttiva stagionale.

Nell’ambito dei servizi per l’industria conserviera, il settore della logistica e dei trasporti mantiene alcuni elementi di specializzazione e relazioni di filiera. Due sono gli ambiti di operatività: la logistica della materia prima durante la campagna produttiva quando le fabbriche lavorando 24 ore su 24 e l’efficienza degli approvvigionamenti è essenziale per la produttività degli impianti; la logistica e la distribuzione dei prodotti finiti, in particolare quelli destinati all’export. Esistono a livello locale alcuni operatori specializzati nell’agroalimentare, in un contesto territoriale in cui sono comunque presenti infrastrutture e piattaforme logistiche sviluppate.

Ricerca e sperimentazione hanno giocato un ruolo chiave nelle dinamiche del sistema locale del pomodoro: in chiave storica la Stazione sperimentale per l’industria conserviera (oggi azienda speciale della Camera di commercio di Parma) ha giocato un ruolo fondamentale anche se ha progressivamente ampliato il suo campo d’azione ad altre filiere agroalimentari strategiche per il territorio. Più recenti, ma ugualmente importanti le due aziende agricole sperimentali Stuard di Parma e Tadini di Piacenza, che in qualche modo hanno proseguito il ruolo svolto dalle istituzioni agrarie che hanno accompagnato la diffusione della coltivazione del pomodoro nel

territorio parmense e piacentino a fine Ottocento. Nella governance del sistema locale ha sempre più acquisito un ruolo l’Organizzazione Inter-professionale (OI), che svolge una funzione fondamentale nella stabilizzazione del mercato per i produttori di base e per l’approvvigionamento delle industrie di trasformazioni locali e le loro associazioni, assicurando un supporto nella fase di stipula e rispetto dei contratti inter-professionali annuali.

Figura 1.1: La mappa degli attori e delle relazioni nella filiera del pomodoro trasformato Nord-Italia

relazioni produttore-intermediario/distribuzione relazioni produttore/intermediario/distribuzione-consumatore relazioni fattori produttivi

relazioni con istituzioni

relazioni centri di ricerca e consulenza altre relazioni

Italia UE Extra UE

Fattori di produzione Centri di ricerca e di consulenza

Mercato di sbocco

Organizzazioni di produttori Acquisti collettivi: semi e piantine, fertilizzanti, fitofarmaci, attrezzature

irrigue

Produttori

Mercato retail - Marchio proprio

Cooperative

Consorzi, Distretti, OI, etc. Istituzioni

AIIPA Settore Pomodoro (MI) CONFAGRICOLTURA E-R

CIA E-R

Altro COLDIRETTI Parma COLDIRETTI Piacenza Unione Parmense Industriali (PR)

CONFAPI (PC)

Province Cremona, Lodi, Mantova, Pavia, Alessandria Ferrara; CCIAA Cremona

Mercato locale, nazionale e internazionale

Mercato HORECA Trasformatori Mercato industria Semilavorati di provenienza extra-distretto Trasformatori di secondo livello

Museo del Pomodoro - Collecchio (PR)

Mercato retail - Private label

Az. Agraria Sper. Stuard (PR) Az. Agraria Tadini (PC)

SSICA (PR)

Trasformatori extra-locali OI Nord Italia

FERRARA FOOD (FC) GRUPPO FINI (MO) ITALFRUTTA (RA) LA CESENATE (FC) LE DUE VALLI (FE) MENU (MO) SOLANA (LO) TOMATO FARM (AL) CAS (VR) ZIPPERLE (BZ)

Trasformatori Consorzio Fitosanitario Obbligatorio Meccanica agricola CRPV E-R (FC-RA) Trasporti e logistica Packaging Impiantistica

Province di Parma e Piacenza Camere di Commercio di Parma

e Piacenza

Consorzio di Difesa Produzioni Agricole

Organizzazione Interprofessionale Distretto del Pomodoro da Industria del Nord Italia

Aziende agricole Organizzazioni di produttori (OP)

locali: ASIPO (PR) AINPO (PR)

OP extra-locali OI Pomodoro Nord Italia:

AFE (FE) CICO (FE) OP FERRARA (FE) APO CONEPRO (BO) APOFRUIT (FC) MINGUZZI (RA) PEMPACORER (RA) APOL (MI) POA

(MI)

Aziende auto-trasformazione e cooperative extra-locali

CONSERVE ITALIA (BO) CONSORZIO CASALASCO DEL POMODORO (CR)

FRUTTAGEL(FE) OPOE (FE) Aziende auto-trasformazione e cooperative

Fonte: Mantino e Forcina, 2015.

Il ruolo delle politiche pubbliche è stato fondamentale in alcune fasi dell’evoluzione del sistema locale. Un impulso cruciale è stato fornito dalla riforma dell’Organizzazione di mercato (OCM) dell’orto-frutta trasformata: nel 2007 il sostegno è stato disaccoppiato (svincolato dalla superficie) e progressivamente ridotto attraverso un pagamento diretto simile a quello applicato per altri tipi di colture. Questo passaggio ha comportato la necessità per tutto il sistema locale di un forte adattamento fino al periodo di entrata a regime del nuovo sistema di aiuti (2014).

Infatti, considerando le politiche attuate nel periodo 2002-2015, si nota un peso preponderante del sostegno di mercato, in particolare del sussidio accoppiato (tabella 2.1), e un ruolo del tutto marginale degli aiuti strutturali.

Tabella 2.2 – Composizione degli aiuti alla filiera del pomodoro trasformato dell’area piacentina-parmense (2002-2015)

Tipo di strumenti di sostegno Importo (milioni €) %

Pagamenti accoppiati per orto-frutta trasformata 206,3 68,4

Programmi Operativi ortofrutta 80,2 26,6

Totale Organizzazione Comune mercato 286,5 95,0

Trasformazione e commercializzazione prodotti agricoli 5,7 1,9

Investimenti agro-industriali 6,7 2,2

Informazione e promozione 0,03 0,0

Sviluppo nuovi prodotti, processi e tecnologie 0,61 0,2

Totale PSR 13,04 4,3

Progetti ricerca-legge regionale n. 28/1998 1,957 0,6

Totale finanziamenti 301,497 100,0

Fonte: Mantino-Forcina, 2017b

La strategia di adattamento perseguita dal sistema locale è stata caratterizzata dalla riduzione dei costi, un forte impulso verso la qualità e la sostenibilità dei processi produttivi, una maggiore spinta all’aggregazione e alla cooperazione tra gli attori della filiera. La riforma dell’OCM ha promosso queste spinte, imponendo la creazione dell’Organismo Inter-professionale e condizionandone la formazione all’erogazione del sostegno comunitario.

La regione Emilia-Romagna ha assecondato questa strategia di adattamento, attraverso l’introduzione di strumenti regolativi e di sostegno di pratiche agricole sostenibili (certificazione dell’agricoltura integrata, pratiche agro-ambientali, investimenti in innovazione) e di attività di ricerca pubblica, finalizzata a varietà meno esigenti di acqua e più resistenti agli stress idrici e a pratiche irrigue risparmiatrici di acqua.

Gli attori locali, d’altro canto, forti di una tradizione cooperativa, hanno aderito ai segnali mandati dalle politiche comunitarie e hanno rafforzato, con la creazione dell’OI, l’azione collettiva, anche perché il ri-orientamento verso una maggiore qualità e sostenibilità della produzione era richiesto dal mercato internazionale e, in parte, anche da quello nazionale. La creazione dell’OI e la strategia di adattamento del sistema locale hanno apportato indubbi benefici in termini di qualità e sostenibilità della produzione e di remunerazione per i produttori primari nella filiera. La creazione dell’OI ha significato un miglior controllo dell’offerta nella filiera sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo, con meccanismi di premio e/o penalizzazione funzionanti in relazione alla quantità/qualità del prodotto conferito all’industria. Rispetto al prezzo medio di riferimento stabilito ad inizia campagna (tabella 2.3), il prezzo finale al produttore si situa abbastanza vicino e comunque crescente negli anni, tranne nel 2016, caratterizzato da un incremento di offerta piuttosto elevato dovuto alla forte produttività.

Tabella 2.3 – Andamenti dei prezzi di riferimento, produttività e prezzi finale del pomodoro nella filiera del pomodoro trasformato del Nord Italia.

Produzione, produttività e

prezzi 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Produzione pomodoro Italia

settentrionale (t.) 2,562,828 2,370,917 1,889,374 2,322,065 2,623,514 2,773,146 Produttività (t./ha) 71,24 70,85 64,76 65,08 67,36 71,85 Prezzo di riferimento (€/t.) 88.00 84.00 85.00 92.00 92.00 85.20 Pagamento medio ponderato

(€/t.) 96.36 90.52 96.95 89.95 94.68 92.96

Prezzo medio ponderato finale

(€/t.) 84.80 76.04 82.41 82.75 87.11 79.20

Bonus/penalità prevista (€/t.) - - - 1.00 - -2.25 Prezzo totale finale al produttore

(€/t.) 84.80 76.04 82.41 83.75 87.11 76.95

Fonte: Mantino e Forcina, 2017b