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5 DISCUSSIONI E CONCLUSIONI

5.2 Effetti delle pressioni di origine antropica sulla struttura tassonomica e funzionale

Mentre ancora si discute su cosa si intende per integrità ecologica (Norris R.H. & C.P. Hawkins, 2000; Boulton A.J., 2006) è generalmente accettata l’idea che la valutazione dello stato di salute dell’ecosistema fluviale necessita di studi comparativi volti ad indagare gli aspetti strutturali ed ecologico-funzionali delle biocenosi acquatiche e gli effetti che parametri abiotici di diversa natura esercitano su di esse.

Dalla nostra ricerca emergono chiare differenze circa la diversa abilità dell’approccio tassonomico e funzionale nel discriminare le differenti forme di impatto analizzate nel corso di questa tesi. Infatti nonostante la risposta simile di entrambi gli approcci nei confronti dei parametri indicatori della qualità chimico-fisica dell’acqua, si sono potute osservare differenze per quanto riguarda gli effetti delle altre pressioni agenti a macro-, meso- e micro-scala (uso del suolo, alterazione idromorfologica e composizione in microhabitat).

provenienti dall’uso del suolo e dalla struttura idromorfologica, mentre l’analisi funzionale sia maggiormente influenzata da paramentri registrati a scala di microhabitat, come per es. la granulometria del substrato, la velocità di corrente e la profondità.

I risultati della CA eseguita sulle abbondanze dei taxa possono essere interpretati prendendo in considerazione entrambi gli assi perché essi mostrano un chiaro effetto ad arco e perché il secondo asse spiega più della metà della varianza spiegata dal primo (Fig. 19b). In questo caso infatti, il secondo asse sembra molto più importante nello spiegare l’ordinamento generale della struttura tassonomica piuttosto che l’ordinamento della struttura ecologico-funzionale. La distribuzione dei taxa riflette infatti il gradiente da siti di cattiva a siti di buona ed ottima qualità lungo il primo asse, e da siti caratterizzati da impatto da uso agricolo del suolo e da alterazione idromorfologica a siti caratterizzati da naturalità e diversità degli habitat fluviali lungo il secondo asse (Fig. 19).

Lungo il secondo asse della CA è infatti possibile distinguere i taxa sensibili alle alterazioni idromorfologiche da quelli tolleranti e che modificano le loro abbondanze in risposta alla naturalità e diversificazione degli habitat fluviali registrati a scala di tratto (500 m). Probabilmente la diminuzione di questi taxa (Sialidae, Centroptilum, Paraleptophlebia, Cordulegaster, Altri Limnephilinae, Metalype, Nemoura, Habroleptoides, Habrophlebia, PTYCHOPTERIDAE, Hydroporus, Oulimnius, Silo, Ephemera, Polycentropus, Esolus, Tabanidae Hydrocyphon

Wormaldia, Oecetis ed Ecdyonurus) in siti privi di inquinamento dell’acqua, è legata alla

diminuzione/scomparsa di habitat idonei conseguente all’alterazione idromorfologica. Infatti, la maggior parte dei taxa qui elencati risultano essere associati ad habitat particolari, la cui occorrenza viene influenzata dalle modificazioni nella struttura del canale e delle rive (e.g. aree di sabbia, presenza di particolato organico, presenza di radici sommerse) (Erba, 2005). Inoltre, precedenti studi hanno dimostrato che una diminuzione della diversificazione degli habitat deprime la ricchezza della comunità (Beisel et al., 2000).

Dai risultati della FCA effettuati sui trait-profile è possibile osservare come il primo asse spieghi almeno 5 volte in più del secondo la varianza della struttura ecologico-funzionale osservata. In questo caso, quindi, la separazione lungo il secondo asse dei campioni di riffle da quelli di pool (Fig. 20d) è meno importante di quella operata dal gradiente di qualità chimico-fisico. Da ciò è possibile dedurre l’omogeneità funzionale dei siti caratterizzati da un certo stato di qualità ecologica, simili per quanto riguarda il profilo auto-ecologico in grado di garantire la sopravvivenza degli organismi soggetti a simili condizioni di qualità chimico-fisiche dell’acqua.

Per quanto riguarda l’ordinamento ottenuto lungo il primo asse, esso è coerente con i risultati ottenuti in diverse zone geografiche da precedenti lavori (Statzner et al., 2001; Usseglio-Polatera et

fluviale indagata il possibile utilizzo dei trait nella definizione della qualità dello stato ecologico degli ambienti lotici. I parametri di qualità chimico-fisica dell’acqua determinano cambiamenti legati soprattutto al numero di generazioni per anno, alla modalità riproduttiva, alla strategia di alimentazione ed alla tipologia di locomozione. Dai coefficienti di correlazione di Spearman è possibile dedurre che siti con una scarsa qualità chimico-fisica dell’acqua siano caratterizzati da taxa che adottano una strategia riproduttiva di tipo “r” (ovvero basata sul potenziale riproduttivo: più di una generazione all’anno), che depongono gruppi di uova libere, con strategie alimentari di tipo detritivoro, filtratorio e parassita e fissati temporaneamente al susbtrato. Queste caratteristiche sono tipiche di organismi generalisti, adattati al maggiore apporto di particolato organico fine di origine antropica e che mostrano una maggiore attitudine nel difendersi dalle perturbazioni e nel recuperare le densità di popolazione precedenti il disturbo (popolazioni resilienti). Al contrario, in siti di buona qualità chimico-fisica dominano adattamenti quali strategia riproduttiva di tipo “K” (basata sull’adattamento e la sopravvivenza: una generazione all’anno), con deposizione di gruppi di uova endofitiche e di uova isolate fisse oppure con riproduzione asessuata, trituratori e perforatori, fissati permanentemente al substrato o che nuotano in superficie o che hanno capacità di volo. La maggior parte di queste caratteristiche sono tipiche di popolazioni di organismi specialisti, sensibili ai cambiamenti ed alle perturbazioni abiotiche e per questo caratterizzati da una bassa resilienza, tipiche, quindi, di ambienti più stabili.

Alcune caratteristiche emerse dalla ricerca effettuata non seguono lo schema e le previsioni del River Habitat Templet (RHT: Resh et al., 1994; Townsend et al., 1997): queste riguardano la presenza di riproduzione asessuata e le modalità locomotorie tramite nuoto in superficie e volo in siti di buono stato ecologico, caratteristiche tipiche di taxa adattati ad ambienti meno stabili e che per questo devono poter contare su questo tipo di strategie per la sopravvivenza. La presenza di caratteristiche ecologico-funzionali non sempre riconducibili a quanto previsto dallo schema del RHT è già stata osservata in precedenti studi (Usseglio-Polatera et al., 2000°; Lamoroux et al., 2004) e conferma la contemporanea presenza in un singolo corso d’acqua, data dalla variabilità della risposta biologica individuale, di una miscela di strategie adattative e di stili di vita che, se da una parte aumentano la varietà intrinseca della comunità naturale, dall’altra rendono più difficoltosa l’interpretazione degli effetti dei disturbi di diversa natura.

I risultati degli ordinamenti sono confermati dai valori di coefficienti di Spearman calcolati tra le modalità dei trait e le pressioni ed i parametri ambientali registrati a diversa scala. Anche in questo caso è stato verificato che:

fisico (e dal valore di LUI ad esso altamente correlato § Tab. 13) piuttosto che da quello idromorfologico;

- la struttura funzionale, piuttosto che la struttura tassonomica, è influenzata da caratteristiche registrate a scala di microhabitat quali la granulometria di substrato, la velocità di corrente e la profondità.

5.3 Effetti della qualità idromorfologica sulla distribuzione dei