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8. Ambito di applicazione delle reti

1.1 L’elaborazione del disegno della ricerca

1.3 L’analisi dei dati e l’esposizione dei risultati 2 L’INTERVISTA QUALITATIVA

3 IL DISEGNO DI RICERCA

3.1 Definizione del campo di indagine 3.2 Obiettivi della ricerca

3.3 Metodologia seguita 3.4 Risultati dell’indagine

1 LA RICERCA QUALITATIVA E QUANTITATIVA: DUE MODELLI A CONFRONTO

La metodologia della ricerca si basa fondamentalmente su due approcci, tra loro differenti, ma spesso interdipendenti: approccio quantitativo e approccio qualitativo.

I metodologi (Leonardi 1991, Agodi 1996, Campell 1996, Cardano 1991) non sempre concordano sulla netta distinzione tra le due prospettive, che potrebbero essere considerate, a tutti gli effetti, come due estremi di un continuum lungo il quale sono possibili numerose combinazioni. Non è semplice, infatti, fornire una risposta univoca circa la validità e l’attendibilità di un approccio piuttosto che dell’altro. A tale proposito Corbetta evidenzia la presenza di tre differenti posizioni202.

La prima posizione racchiude le considerazioni di coloro che sostengono la profonda diversità ed incompatibilità tra i due metodi, considerando scientificamente valido il metodo adottato e non attendibile il metodo antagonista.

La seconda si riferisce ai sociologi che hanno adottato il modello quantitativo ma, tuttavia, considerano positivamente il contributo che potrebbe derivare anche dall’utilizzo del modello qualitativo.

La terza posizione, cui fanno capo studiosi quali Patton e Bryman203, infine,

pone i due metodi esattamente sullo stesso piano, in termini di attendibilità e validità scientifica, utilizzabili indifferentemente a seconda degli obiettivi della ricerca e, dunque, delle conoscenze che si vogliono acquisire.

Difficilmente, tuttavia, nell’ambito di un progetto di ricerca viene utilizzato esclusivamente un metodo piuttosto che l’altro, al contrario spesso, i due metodi vengono variamente combinati e adattati alle differenti situazioni, in modo da

202 Cfr.: Corbetta P., “Metodologia e tecniche della ricerca sociale”, Il Mulino, Bologna, 1999, pag. 73

203 Cfr.: Patton e Bryaman citati in Corbetta P., “Metodologia e tecniche della ricerca sociale”, Il Mulino, Bologna, 1999, pag. 73

raggiungere una migliore comprensione della realtà oggetto di studio secondo punti di vista differenti.

La ricerca qualitativa si pone il duplice obiettivo di individuare la “natura” di un determinato oggetto di studio e di spiegare le differenze tra i punti di vista dei soggetti analizzati. Essa consente l’analisi di oggetti “non quantificabili”, riferiti ad individui con cui il ricercatore entra direttamente in contatto204.

La ricerca quantitativa, al contrario, consente di individuare in quale misura determinate caratteristiche sono presenti nel campione oggetto di studio e di effettuare comparazioni tra un oggetto ed un altro. Nel modello di ricerca quantitativo, inoltre, l’obiettivo del ricercatore consiste nel dimostrare il rapporto causa – effetto esistente tra le variabili analizzate e i risultati ottenuti.

La conduzione di una ricerca, indipendentemente dalla metodologia seguita, sia essa qualitativa o quantitativa, non può prescindere dall’articolazione lungo alcune fasi, ciò che varia è la modalità con cui si procede alla ricerca e gli strumenti utilizzati:

1) l’elaborazione del disegno della ricerca, 2) la costruzione della base empirica, 3) l’organizzazione e l’analisi dei dati, 4) l’esposizione dei risultati.

Analizziamo nel dettaglio le diverse fasi cercando di sottolineare le differenze relativamente ai due approcci.

1.1. L’elaborazione del disegno della ricerca

L’elaborazione del disegno della ricerca si riferisce alle decisioni operative relative al progetto di ricerca. Nell’ambito di tale fase il ricercatore procede alla scelta dei casi e degli argomenti oggetto di studio e definisce i parametri della ricerca stessa, in termini di localizzazione, qualità e quantità dei soggetti da intervistare e così via. La differenza tra l’approccio qualitativo e quello quantitativo è da ricondursi principalmente al grado di strutturazione205

adottato. Il disegno di ricerca, infatti, nella ricerca quantitativa è strutturato, 204 Cfr.: Trobia A., “La ricerca sociale quali-quantitativa”, Franco Angeli, 2005, pag. 15

205 Cfr.: Corbetta P., “Metodologia e tecniche della ricerca sociale”, Il Mulino, Bologna, 1999, pag. 60

chiuso e definito prima dell’inizio della rilevazione; nella ricerca qualitativa, è invece aperto, destrutturato, costruito e adattato nel corso della ricerca stessa.

In base al livello di strutturazione adottato i casi oggetto di studio vengono identificati in relazione alla loro rappresentatività.

Nel modello di ricerca quantitativo il ricercatore si pone l’obiettivo di rappresentare fedelmente la realtà studiata, perciò ricorre ad un livello di analisi estensiva, su un campione ampio e rappresentativo di una certa realtà.

Il ricercatore qualitativo, al contrario, predilige l’analisi intensiva e profonda di un numero limitato di casi, scelti tra quelli che egli ritiene particolarmente interessanti da studiare. In questi casi alcuni interessi, o alcuni obiettivi della ricerca, nel corso della stessa possono venir meno, per cui il ricercatore potrebbe decidere di spostare l’analisi su altri soggetti, inizialmente non ritenuti rilevanti.

Nella fase di elaborazione del disegno della ricerca di fondamentale importanza appare altresì il “rapporto tra teoria e ricerca”206.

Nel modello quantitativo, vengono seguite una serie di fasi sequenziali dove il punto di partenza è rappresentato dalla teoria che, attraverso le osservazioni e i dati empirici, viene confermata o smentita. Di fondamentale importanza appare, in questo contesto, l’esame della letteratura esistente sull’argomento che si intende analizzare, che rappresenta la base della ricerca.

Nel modello qualitativo, invece, teoria e ricerca empirica procedono di pari passo. Si può parlare a questo proposito di “ricerca etnografica”207, la quale si

basa sul principio che le ipotesi interpretative debbano essere rivalutate e affinate nel corso della ricerca, in relazione ai numerosi elementi e alle informazioni emergenti. Questo non significa, naturalmente, che l’approccio qualitativo e, nello specifico, la ricerca etnografica, possa prescindere dalle teorie, le quali rappresentano comunque uno strumento indispensabile per poter “leggere” ed interpretare le informazioni raccolte. Il ricercatore, infatti, dovrebbe fare in modo che la teoria non gli impedisca di comprendere pienamente il soggetto studiato, ovvero che non condizioni i risultati dell’osservazione.

206 Cfr.: Corbetta P., “Metodologia e tecniche della ricerca sociale”, Il Mulino, Bologna, 1999, pag. 56

207 Cfr. Grandori A., in G. Costa, R. Nacamulli (a cura di), “Manuale di Organizzazione Aziendale”, Vol. 5, Utet, 1997, Torino, pag. 10

In relazione al rapporto e all’interazione psicologica tra ricercatore e soggetto studiato, inoltre, il modello quantitativo si basa su un approccio assolutamente neutro e distaccato, sulla base del quale l’intervistatore non può lasciare spazio a divagazioni di nessuna natura. Nel modello qualitativo, al contrario, il ricercatore tende a trovare sintonia con il soggetto analizzato e ad immedesimarsi nei suoi pensieri, rendendolo soggetto attivo della ricerca. Il rapporto tra ricercatore e soggetto analizzato, dunque, è un rapporto empatico, alimentato da un continuo scambio di idee ed opinioni. L’indagine qualitativa, per le sue caratteristiche, si avvale di tecniche che consentono di “osservare”, direttamente o indirettamente la realtà oggetto di studio.

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