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Ellul e la società tecnologica: il re è nudo! La cifra forse più significativa dell’opera d

CAPITOLO SECONDO

2.2 Ellul e la società tecnologica: il re è nudo! La cifra forse più significativa dell’opera d

Ellul, l’eredità filosofica e antipolitica che questo

penseur engagé43 affida all’epoca del post-moderno,

43 Così Patrick TROUDE-CHASTENET in Jacques Ellul, penseur

sans frontièrs, L’Esprit du Temps, Le Bouscat Gironde, Diffusion PUF, 2005. Cfr. anche “A short biography of Jacques Ellul” by Patrick Chastenet translated by Lesley Graham : « He was an engaged thinker in the noblest sense, that is, a participant in all of the most essential debates of his time and he did not hesitate to take up his pen to communicate with the

risiede tutta nei concetti di Natura, Società e Tecnica. Sono queste, secondo lui, le tre età dell’umanità, i tre ambienti nei quali essa si è evoluta. La tesi è forte e suggestiva44: egli suppone che dopo il passaggio dal Paleolitico al Neolitico, che ottomila anni prima di Cristo ha segnato per la storia umana il superamento della “Natura” a favore della “Società”, da un paio di secoli ad oggi si sia trasformato in una transizione altrettanto sconvolgente e radicale, quella tra la “Società” e la “Tecnica”45. Lo scopo ultimo del lavoro dell’Autore __________________________________________________ general public by way of deliberately polemical articles published notably in Réforme, Quotidien de Paris, Oust-France, and Sud-Ouest Dimanche ».

44 Più diffusamente, Jean-Luc PORQUET, cit., pp. 43 e ss.

45 Sul punto cfr. anche Stefano VAJ, “La tecnica, l’uomo, il futuro” in Rivista Milanese “L’uomo libero”, n. 20 del 01/01/1985, Edizioni dell’Uomo libero s.r.l.: “Oggi si può dire – e questo tema è stato da altri ben più estesamente sviluppato – che l’'uomo, conclusa la fase aperta con la rivoluzione neolitica, si sta trovando di fronte ad una situazione storicamente simile. Tale situazione consiste nel fatto che ormai, e sempre più col passare del tempo, l'uomo non si trova più soltanto ad interagire con un quadro ambientale dato, ma a determinare e a dover determinare tecnicamente lui stesso il suo ambiente e il suo mondo, con il rischio e la responsabilità che ciò comporta, e la necessità di una mentalità nuova, culturalmente adattata a questo stato di cose. Mentalità che in particolare comporta una capacità di responsabilizzarsi in misura sostanzialmente diversa da quella che era bastata a risolvere i problemi del «secondo uomo», quello del post-neolitico, cioè del momento in cui nascono l'allevamento, I'agricoltura, la vita stanziale, la divisione del lavoro, la creazione di strumenti specializzati, le proto-civiltà, le guerre «moderne», il diritto. L'uomo, «animale malato» perché i suoi istinti non lo forniscono di risposte comportamentali univoche ai problemi che gli si pongono, è oggi di fronte all'esigenza di acquisire una capacità di progetto, di previsione, di decisione su se stesso e il suo mondo, in un grado finora inedito. Deve decidere che cosa vuole essere e in che modo può continuare a vivere, perché non c'è nessuno che possa farlo

transalpino sembra proprio quello di svelare la circostanza in cui la maggioranza degli osservatori sceglie volontariamente di non fare parola di un fatto ovvio a tutti, fingendo di non vederlo. Questo fatto è – appunto – la società tecnologica, che vanifica capitalismo, religione, tradizione, comunità, politica, democrazia. In una parola, annienta la libertà46.

Secondo Ellul, infatti, solo apparentemente la Tecnica è al centro del dibattere. Ne è invece eccezionalmente assente, almeno se si fa riferimento al suo vero significato, alla sua reale interazione con la nostra vita e con la prospettiva di determinare il “se” ed il “come” del nostro futuro. Tale assenza, che assume 1'aspetto di una vera e propria rimozione, è rimarchevole al livello più basso e banale del dibattito; ma anche laddove si discute di futurologia, di società post-industriale o di scenari mondiali, si __________________________________________________ al suo posto, ed usare in qualche modo questo potere sottomettendolo ad una volontà storica precisa”.

46 Jacques ELLUL, L’ Ètat et la libertè, conferénce donnée à l’Athénée municipal de Bordeaux le 5 décembre 1973 devant u public houleaux, in Liberté, revue de la Ligue des droits de l’homme de Bordeaux, février-mars 1974, n. 45 : “Je vais peut- etre vous décevoir, parce que je vais très peu parler de la liberté. La libertè, voyez-vous, on n’en parle pas, on la dèfinit pas, on ne la donne pas, on ne la circonscrit pas dans des textes, dans des constitutions, ou dans des institutions. La liberté, on la prend, et on la vit ! La liberté ne se définit pas théoriquement. Par contre, si on ne peut la vivre, on peut parler de ce qui lafait pardre, l’empeche, l’annihile”.

Ellul è convinto che “l’uomo inizi la propria rivolta quando prende coscienza di non avere più i mezzi per lottare”. È quando si riconosce di non essere liberi che si rivendica la propria libertà. Patrick TROUDE-CHASTENET in Entretiens avec Jacques Ellul, p. 48.

debbono constatare unicamente ricorrenti atteggiamenti mistificatori.

L’intellettuale le cui tesi erano troppo originali per l’accademia47 e troppo profonde per il mercato dell’opinione, lo dice chiaramente: “Da quasi mezzo

secolo intellettuali, artisti e filosofi si sono preoccupati della crescita tecnica, sebbene, all’inizio, principalmente sotto l’aspetto della macchina e nella maggior parte dei casi su un piano letterario. […] I primi, forse, a porre il problema nel suo insieme furono, sul piano sociologico, L. Mumford e, sul piano filosofico, M. Heidegger nel suo celebre saggio sulla tecnica. A partire dal 1950 gli studi si sono moltiplicati, ma nella maggior parte dei casi l’intento è quello di proporre delle soluzioni piuttosto che di fare un’analisi seria e completa del fatto tecnico”48. Eppure, nella sua produzione, Ellul del fenomeno tecnico non ha mai smesso di parlare.

Tuttavia, prima di inoltrarci nel terreno denso e vischioso del pensiero del teorico che per primo diagnosticò l’alienazione auto-distruttrice di un’epoca che avrebbe eletto il progresso tecnico a giudice unico

47 Cfr. Dominique BOURG su J. Ellul: “ Era l’incarnazione

dell’uomo libero. Una personalità affascinante, di vero spessore. In quanto universitario, apprezzo in lui il fatto che non fosse precisamente un accademico: aveva convinzioni estremamente forti, una forma di impegno non comune in una società come la nostra”. In Jean-Luc PORQUET, cit., p. 214.

delle proprie vicende49, non può tacersi la posizione fortemente discriminata, quasi ai margini, che la sua riflessione ebbe tra i contemporanei e non solo50.

2.3 Esiti imprevisti e controfattuali: la