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gia

MOBILITA' NON MOTORIZZATA C.2.4.

In funzione dell’avvio della realizzazione di alcuni tratti ciclabili da parte dei comuni, e valutata la fattibilità dell’integrazione di quelli già programmati con un sistema che consenta di promuovere e rendere accessibile un territorio ricco di risorse ambientali e paesaggistiche, ma anche per consentire la mobilità ciclabile dei residenti, si propone l’inserimento nel PTCP di alcune piste ciclabili (si veda documento originale).

Terre Acqua

MOBILITA' NON

MOTORIZZATA C.2.4. Necessità di maggiori specifiche relative alle politiche per favorire la mobilità non motorizzata (possibilità di realizzare nuove piste ciclabili sulle ex ferrovie ad esempio sull’itinerario Bologna-San Giovanni oppure su quello San Giovanni-Decima).

V. Idice PUM C.2.6.

Si sottolinea l'importanza del piano urbano del traffico intercomunale tra Bologna e i comuni di prima e seconda cintura, sulla base di strumenti di analisi comuni anche al fine di consentire scelte relative all'intermodalità del trasporto pubblico, e alle principali infrastrutture viarie basate su dati il più possibile condivisi.

Terre Pianura

TRASPORTO

PUBBLICO C.2.2.

Il SFM, che attuato e potenziato è strumento fondamentale per una gestione corretta delle politiche della mobilità, deve essere strumento di decentramento potenziando e rendendo accessibili, anche attraverso un nuovo sistema di trasporto pubblico, le aree di territorio intercluse tra le sue direttrici (Portomaggiore, Persicetana, Galliera).

Samog gia

TRASPORTO

PUBBLICO C.2.2. Per il SFM è necessario assegnare una chiara priorità alle direttrici sud-ovest (verso Bazzano), e a quelle nord (verso S. Giorgio di Piano) e nord-ovest (verso Budrio).

Samog gia

TRASPORTO

PUBBLICO C.2.2.

Considerando attuata e funzionante la linea SFM che collega il territorio al capoluogo, si ritiene che l’attuale sistema di trasporto su gomma tra i maggiori agglomerati urbani della vallata e le stazioni della linea SFM debba essere migliorato e potenziato, al fine di consentire ai residenti il raggiungimento delle stazioni senza utilizzare mezzi privati e i parcheggi scambiatori attigui le stazioni, prerogativa dei residenti nelle case sparse e nei centri minori. Allo stato attuale, infatti, non risultano collegati centri di notevole rilevanza (come Monte San Giovanni / Badia in comune di Monte San Pietro) che nel corso dell’ultimo decennio hanno avuto un consistente sviluppo insediativo, senza un contrapposto adeguamento del servizio di trasporto pubblico.

Terre

Potenziamento del trasporto pubblico tra i comuni dell’Associazione ed in particolare tra Anzola dell’Emilia e Calderara di Reno con San Giovanni in Persiceto, e tra stazioni di progetto dell’S.F.M. con i capoluoghi, laddove la stazione sia in posizione decentrata (cfr. Bargellino e Tavernelle con il capoluogo di Calderara di Reno). In relazione ai bilanci economici si chiede che la Provincia espliciti chiaramente gli investimenti che fornirà in merito al trasporto pubblico.

V. Idice TRASPORTO

PUBBLICO C.2.2.

Collegamento infrastrutturale fra San Lazzaro e Castenso, soprattutto relativamente al trasporto pubblico, ora limitato a poche corse finalizzate al trasporto degli studenti. Sarebbe interessante prevedere uno scenario migliorativo anche del collegamento pubblico San Lazzaro – Centronova – Villanova, risolto con sistemi integrati treno/tram.

Imoles e

TRASPORTO

PUBBLICO C.2.2.

Si ritengono opportuni potenziamenti ferroviari: estensione del SFM fino alla città di Imola; potenziamento delle stazioni ferroviarie di Castel S. Pietro Terme e di Osteria Grande e dei servizi ad esse connesse; realizzazione della stazione ferroviaria SFM di Dozza-Toscanella.

5 Valli TRASPORTO

PUBBLICO C.2.2.

Per il trasporto su ferro si propone di estendere il Sistema Metropolitano fino al confine toscano (e oltre), con un’estensione del servizio locale sulle linee ferroviarie esistenti (prevedendo nuove fermate e, da verificare, corse notturne). Si pone inoltre il tema del recupero delle stazioni ferroviarie disabilitate.

Alta e

Chiedono un rapido potenziamento e completamento delle infrastrutture della rete di SFM e sua attivazione e analogamente il potenziamento del servizio offerto (da aggiornare per quanto riguarda il ramo Bologna-Porretta-Pistoia), tenendo conto delle specifiche esigenze dei residenti in zone periferiche. Il comune di Vergato propone un cadenzamento di mezz'ora a tutto il tratto Bologna-Porretta, invece che un'ora. Tale politica di differenziazione tra le tratte, sembra, per il comune di Vergato, in contrasto con l'individuazione a Porretta e a Vergato di attività a livello sovracomunale (polo delle terme).Concordano con la specializzazione funzionale delle stazioni ferroviarie e dei centri di interscambio e loro presidio. Il comune di Vergato esprime perplessità rispetto a ciò che fino ad ora è stato detto e fatto sulle stazioni come nodo di interscambio tra mezzi di trasporto differenti.

5 Valli TRASPORTO

PUBBLICO C.2.2.

Per il trasporto pubblico su gomma nel territorio delle 5 Valli si propongono: 1 titoli di viaggio unificati (anche con le Ferrovie); 2 la razionalizzazione ed il potenziamento del servizio (meno irrazionalità, non meno investimenti) sulla base di una analisi attenta di tutti i parallelismi e le sovrapposizione esistenti nel trasporto pubblico; 3 la sperimentazione di servizi innovativi (bus a richiesta;

servizi serali e notturni, ecc.) lasciando anche la libera imprenditorialità a misurarsi (con qualche incentivo), sempre in una logica di integrazione con il trasporto ferroviario; 4 politiche di limitazione del traffico; 5 parcheggi scambiatori nei dintorni della città con la messa a disposizione di veicoli non inquinanti.

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

ATC TRASPORTO

PUBBLICO C.2.2.

Si sottolinea l'importante ruolo che possono avere i comuni della provincia per rendere efficiente il servizio trasporto pubblico su gomma attraverso l'attuazione di interventi sulla mobilià che prediligano tale sistema rispetto a quello privato (cicolazione, accessibilitàinterventi infrastrutturali). Nel parere vengono evidenziate alcune tratte di viabilità percorsa dai mezzi pubblici, in cui si rilevano problemi di transitabilità e per le quali si auspicano proposte migliorative e impegni degli enti coinvolti.

Terre Acqua

TRASPORTO

PUBBLICO C.2.3.

Per il trasporto pubblico nell'area centrale, si condividono sostanzialmente le scelte dei due progetti principali menzionati dalla Provincia (tram su gomma lungo la linea Est - Ovest da San Lazzaro a Borgo Panigale e potenziamento della linea Nord - Sud nell’ottica di una tecnologia unica ed economica per gestione e manutenzione).

Alta e

PUBBLICO C.2.3. Sostegno alle proposte avanzate dalla Amministrazione Provinciale sul necessario intreccio e sussidiarietà tra la prevista metropolitana e il SFM.

RER TRASPORTO

PUBBLICO C.2.3.

Pare opportuno sviluppare temi di valenza regionale che vanno valutati all'interno del sistema regionale, nazionale, europeo come il tema dell'accessibilità della città di Bologna e dei poli funzionali rispetto al trasporto collettivo, mobilità privata su gomma, e le varie integrazioni tra questi. Non risulta posta particolare attenzione alle relazioni tra servizio ferroviario Nazionale e Regionale e SFM; nello studio del SFM vi sono problematiche irrisolte per la funzione di interscambio dei nodi e per il modello di gestione, e di integrazione tra il tradizionale servizio autobus, il potenziamento del servizio metropolitano e i nuovi progetti di trasporto rapido finanziati (accordo di programma collegamento Stazione-Aeroporto)

FS TRASPORTO

PUBBLICO C.2.3.

Si propone di scindere gli "elementi ed aspetti urbanistico-strategici" dall'introduzione in un paragrafo a parte. L'SFM deve assumere la funzione di linea di forza per lo spostamento di persone sia sulle linee con funzione espressamente locale, che integrate con il trasporto Regionale. Si devono perseguire politiche e organizzazione del servizioin modo da avere livelli di capacità superiori agli altri mezzi (privato incluso) e favorire gli interventi possibili per ottenere miglioramenti alla mobilità. si evidenziano le criticità inerenti la disponibilità di materiale rotabile, risolvibile attraverso programmazione della gestione (da realizzare con almeno 3 anni di anticipo) e forme di cofinanziamento.

Bologn

Il primo tema su cui chiarirsi e ragionare è quello della mobilità urbana. Nei documenti della Provincia si critica il progetto di metrò sotterraneo, in modo non convincente nel suo insieme: si invocano problemi di finanziamento, che stiamo cercando e pensiamo di aver risolto; si dice che non produce un effetto di rete e lo si mette quasi in contrapposizione al Sistema Ferroviario Metropolitano... In sostanza bisognerebbe confrontarsi in modo più aperto sul modo di raccordare questa scelta con il piano complessivo della mobilità metropolitana. Scelta che viene poi affidata allo strumento PUM, comunque pur sempre nell’ambito della cornice del PTCP. Anche le osservazioni relative alla tecnologia da usare, al grado di integrazione tra la tecnologia del tram e quella del metrò, sono considerazioni che sicuramente vanno tenute in considerazione, ma non necessariamente portano ad una conclusione di contrasto tra l’ipotesi su cui sta lavorando il Comune e le scelte della Provincia. Questo resta un problema, ma la fattibilità, il confronto, l’elaborazione, porteranno a definire la scelta ottimale.

Samog gia

VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5.

Il territorio dell’Unione Valle del Samoggia presenta, allo stato attuale, grandi difficoltà di mobilità sia per i residenti che per l’accesso al territorio, conseguente alla promozione turistica avviata in questi ultimi tempi. Si ritiene che il sistema viabilistico locale debba essere potenziato nelle reti di collegamento con i punti strategici previsti ed integrato da una rete minore in linea con le attuali esigenze. In particolare si richiede il potenziamento delle seguenti strade provinciali: 1 SP26, 2 SP 70, 3 SP 78; e dei seguenti collegamenti intervallivi: 1 Collegamento tra la valle del Samoggia (SP 27) e quella del Lavino (SP 26), 2 Strada di collegamento al capoluogo di Savigno in alternativa alla SP 27, 3 Strada di collegamento tra i capoluoghi di Monteveglio e Castello di Serravalle, 4 Prolungamento della variante a monte dell’abitato di Savigno (si veda documento originale).

Terre Pianura

VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5.

Si ritiene necessaria (oltre alla autostrada), principalmente per tutto il territorio a nord della trasversale, una strategia attenta di potenziamento dei collegamenti est-ovest, trasversali, tra i centri abitati capace di creare una rete di collegamento alternativa a quella radiocentrica esclusivamente attestata sul capoluogo. Tale strategia non dovrà necessariamente essere basata su grandi opere infrastrutturali per il cui finanziamento e realizzazione debbano essere previsti tempi lunghi e grandi moli di lavoro, ma anche e soprattutto attraverso un programma di interventi puntuali e diffusi, per la cui realizzazione spesso non sono richieste grandi risorse, ma sicuramente in grado di migliorare i collegamenti tra i centri e rendere così più facilmente accessibili, sia i poli attrattori esistenti sia i sistemi di trasporto collettivo (un esempio per tutti il collegamento dei territori dei comuni di Baricella e Molinella con l’A13).

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

5 Valli VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5.

In tema di viabilità montana è necessario verificare la pericolosità dei versanti incombenti su strade provinciali e comunali in diverse parti del territorio. Si concorda con l'obiettivo di limitare la costruzione di nuove strade extraurbane, a patto che i finanziamenti relativi possano essere destinati al recupero e risistemazione della rete esistente. Si richiede inoltre un impegno per la manutenzione ordinaria e straordinaria, in particolare le provinciali che attraversano i centri (Lagaro, Vado, Rioveggio, Loiano, ecc.). Di urgenza primaria è la soluzione del nodo di Rastignano e la verifica di alcune situazioni di incrocio particolarmente pericolose (sulla Porrettana in particolare). E’ infine necessario uno studio di fattibilità per ricercare un’alternativa all’attuale Porrettana all’altezza della Rupe di Sasso Marconi, la cui strettoia, sempre minacciata da crolli, costituisce un collo di bottiglia per l’intero traffico della media e alta valle del Reno.

Alta e

Richiedono il miglioramento dell’accessibilità dell’intera vallata attraverso l’ammodernamento del tracciato della Porrettana fra Sasso Marconi ed il confine regionale (accordi con la Regione Toscana e la Provincia di Pistoia). Su questo propongono di concordare con l’ANAS un piano decennale vincolante che preveda la realizzazione del tratto Marano-Silla, l'ammodernamento in sede attuale del tratto Vergato-Sasso Marconi e la variante che "superi" la rupe di Sasso Marconi. Propone, inoltre, di creare un tavolo di confronto tra Comuni, Provincia e Regione, per valutare la reale fattibilità di una bretella di collegamento della Valle con la nuova autostrada, variante all'attuale A1, la sua rispondenza alle esigenze espresse ed il suo impatto sulla viabilità esistente. Il comune di Vergato non concorda con lo spostamento del casello autostradale di Sasso Marconi e richiede ipotesi di varianti del tracciato nell'attraversamento dei centri abitati: Marzabotto e Vergato (Pioppe, Sibano, Pian di Venola e Lama di Reno).

Per la viabilità extraurbana si chiede: 1 ammodernamento della SP S. Carlo (in particolare del tratto fra il casello A14 di Castel S. Pietro T. e la “Trasversale di pianura”); 2 realizzazione della “nuova San Vitale” come ideale prolungamento della “Trasversale di pianura” ed efficace collegamento con la città di Ravenna - 3 potenziamento della SP Selice necessario a supportare lo sviluppo del polo industriale di Imola/Mordano - 4 completamento del by-pass viario della città di Imola in direzione nord-sud. 5 opere di miglioramento dell’accessibilità al casello autostradale di Imola. 6 adeguato potenziamento della SS Montanara al servizio del terzo polo industriale/artigianale della Vallata del Santerno anche mediante interconnessione viaria fra la medesima arteria e la SP Valsanterno (“Codrignanese”) - 7 Potenziamento del collegamento Bologna-Imola in complanare (tratto fra S.

Lazzaro di Savena e Castel S. Pietro T.) mediante: un asse stradale alternativo alla via Emilia fra Castel S. Pietro T. e Toscanella,

potenziamento della viabilità esistente tra Toscanella ed Imola, intervenendo sulla via Emilia ed in direzione est-ovest (via Lasie e via Trentola).

Morda no

VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5. Si osserva l’avanzare di una nuova proposta progettuale per la nuova S. Vitale che vedrebbe il nuovo tracciato adiacente al CER con sacrificio di una vasta area dedicata all’agricoltura specializzata, si chiede che venga confermato il tracciato previsto.

Morda no

VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5. Si chiede di approfondire il tracciato della Lughese e di considerare l’esigenza di valutare l’opportunità di prevederne una variante dal momento che attraversa il centro abitato separando anche la piazza principale dall’anteborgo.

PROV.

RA

VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5. Si sottolinea la necessità che il progetto relativo alla Circonvalazione Nord di Imola, si interfacci con il progetto della Variante di Castelbolognese approvato in sede di Conferenza dei Servizi promossa dall'Anas.

PROV.

RA

VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5. Si sottolinea il comune interesse per il ruolo della S.S.610 Selice e la necessità della sua ristrutturazione (l’adeguamento allo standard IV CNR)

Si chiede che il PTCP espliciti la fattibilità dei progetti di viabilità extraurbana, in relazione ai soggetti attuatori indivituati e alla tempistica di realizzazione: i criteri di scelta delle priorità enunciati nel Documento Preliminare non sono sufficienti a dare le risposte che i Comuni si attendono.

Reno Gallier

a

VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5. Si ritiene che la circonvallazione di S. Giorgio debba essere salvaguardata urbanisticamente per far sì che non divenga strada di elevato traffico in centri abitati

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

Terre Acqua

VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5.

In relazione alle problematiche e ai progetti di viabilità dell’ambito intercomunale le priorità che vengono sollevate dall’Associazione e che attualmente non trovano un’adeguata risposta nelle politiche del P.T.C.P., soprattutto come sincronia nei tempi di realizzazione dei vari tratti delle opere, riguardano: 1. collegamento tra Via Rigosa, Via del Vivaio con la nuova S.P. 18 Padullese, la Via Emilia e la nuova circonvallazione di Anzola dell’Emilia; 2. Svincolo dell’Aeroporto; 3. Intermedia di Pianura e ponte sul Reno; 4. Messa in sicurezza della S.P. Persicetana; 5. Trasversale di pianura; 6. Variante di Crevalcore e connessione con il sistema viario dell’area modenese; 7. potenziamento dell’asse San Giovanni in Persiceto-Cento; 8. raccordo tra la strada proveniente dal casello “La Muffa” e l’asse stradale in direzione nord. In relazione ai bilanci economici si chiede che la Provincia espliciti chiaramente gli investimenti che fornirà in merito agli interventi sopra menzionati.

V. Idice

SISTEMA DELLA MOBILITA'

VIABILITA'

EXTRAURBANA C.2.5.

Si sottolinea l’importanza di una verifica attuativa delle scelte infrastrutturali proposte dal piano sotto il profilo economico, finanziario e temporale-attuativo, nonchè di corredare le scelte di piano con una relazione economica e finanziaria che renda credibile l'attivazione delle risorse pubbliche e private necessarie ad adeguare le infrastrutture relative alla mobilità e alla rete dei servizi con valenza metropolitana e intercomunale. Tra le priorità individuate nell'ambito, si segnalano: 1. Collegamento fra la viabilità pedecollinare di San Lazzaro e la prevista circonvallazione nord di Ozzano; 2. Risoluzione del nodo di smistamento viario a sud di San Lazzaro al confine con il territorio di Bologna; 4. Tratto rotonda Centronova – Via dell’Industria dell’asse lungoSavena; 5. Completamento della complanare fino all’intersezione con la Via Tolara ed il sistema di collegamento con la Via Emilia.

V. Idice VIABILITA' C.2.

Per San Lazzaro, si segnala che il “marcato deficit infrastrutturale” indicato come condizioni determinanti la conflittualità fra il sistema insediativo e il sistema ambientale è stato oggetto di studi che hanno portato ad una modifica al PRG nel 1999. Da ciò, sono stati previsti una serie di interventi finalizzati, assieme al prolungamento della complanare già da tempo definito, al decongestionamento della rete viaria esistente e della via Emilia nei tratti compresi nei centri abitati. Quasi tutti gli interventi, finanziati dal pubblico (comunale e o statale tramite TAV) ed dal privato, sono o stanno per essere cantierati. Il nuovo assetto viabilistico allevierà le criticità effettivamente ad oggi gravanti sul territorio e le “conflittualità” del sistema insediativo con il sistema ambientale. A questo concorrerà inoltre la realizzazione della SFM, due rami di via Caselle e via Kennedy e la realizzazione della tranviaria. Il nuovo assetto viabilistico del centro di San Lazzaro trova poi integrazione nel Programma di riqualificazione urbana e nel Master Plan.

V. Idice VIABILITA'

EXTRAURBANA TAV. 1 Nella tav. 1 Nord del “Documento preliminare” manca la rappresentazione della strada provinciale n. 31 stradelli guelfi.

TAV

SISTEMA DELLA MOBILITA'

MOBILITA' C.2. Si esprime condivisione sugli obiettivi generali e in particolare sulle scelte dell'assetto strategico della mobilità e dei trasporti in ambito nazionale e locale, punti di riferimento fondamentali del progetto Alta Velocità/Alta capacità

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

A. Si ritengono da approfondire gli aspetti demografici ed economico-occupazionali per una migliore definizione degli scenari insediativi relativi sia agli ambiti urbani sia agli ambiti rurali, in particolare della collina e della montagna.

Autorit à di Bacino

ASSETTO

IDROGEOLOGICO B.1. B.2.

Si puntualizza che il quadro conoscitivo non trova piena corrispondenza con il documento preliminare soprattutto per quello che riguarda la stabilità dei versanti. Si richiede pertanto l'aggiornamento dei dati con la relazione fatta dal segretario dell'Autorità di Bacino, durante gli incontri tematici del 28 febbraio, in cui sono stati approfondite tematiche relative: l'assetto dei versanti e lostato di pericolosità degli stessi, l'assetto della rete idrografica.

CONS

Nella cartografia è assente il reticolo artificiale di Bonifica in generale ed in particolare per il bacino in sinistra Samoggia (tav.

B.B.1.). Il consorzio possiede le integrazioni. Mancano i riferimenti normativi al PAI dell’AdB Po già vigente in sinistra Samoggia (art.12, comma 4). Il Ptcp dovrà affrontare l’armonizzazione fra le norme del PAI Adb Po e quelle del Piano Stralcio Assetto Idrogeologico del Bacino del Reno in materia di apporti d’acqua alla rete di bonifica (PSAI Reno – art. 20 controllo degli apporti d’acqua).

Si richiede di acquisire i dati relativi al Bacino del Panaro – Po di Volano, poiché il monitoraggio è stato effettuato solo sui principali corsi d'acqua facenti parte del Bacino del fiume Reno. Si richiedono dunque analisi e dati più aggiornati e una maggiore puntualizzazione articolando ad esempio il rischio idraulico in più fasce di rischio (all’interno delle aree considerate a rischio, ci sono zone più o meno soggette ad inondazioni con differenti tipologie di rischio). Si esprime l’esigenza di analisi più puntuali per il Bacino del Po, in particolare, poiché mancano indagini per i territori di San Giovanni, di Sant’Agata Bolognese e di Crevalcore.

Terre

Acqua VULNERABILITA' B.2.2.

Si richiede l'integrazione delle indagini idrogeologiche (TAV B.2.3) con quelle svolte in occasione della redazione del P.R.G.

del comune di San Giovanni in Persiceto, nel corso delle quali si è individuata una vasta zona “ad alta vulnerabilità intrinseca” per la quale sono state date, nelle norme dello stesso strumento, notevoli restrizioni in termini di scarichi di acque e di attività produttive insediabili, proprio a causa della vulnerabilità della falda freatica riscontrata.

V. Idice SISTEMA

AMBIENTALE VULNERABILITA' B.2.2.

Si ritiene indispensabile operare ulteriori approfondimenti del tema della vulnerabilità dell'acquifero, al fine di rendere operative le prescrizioni finalizzate alla tutela all’interno di un quadro di maggior dettaglio e precisione descrittiva, con riferimento alla reale estensione del conoide dell’Idice (e del Savena). La proposta di modifica, a titolo esemplificativo, può consentire di mirare le strategie di salvaguardia a precise azioni e soprattutto a reali condizioni di pericolosità intrinseca. Si ritiene che possa essere ipotizzato un livello locale di gestione del grado di tutela e si propone una classificazione dove vengono proposti 4 scenari di vulnerabilità intrinseca delle falde (si veda documento originale).

5 Valli QUALITA' E USO

RISORSA IDRICA B.3.1.

Insufficienza di approfondimenti sulla crisi quantitativa dell'acquifero, in particolare del rapporto tra emungimenti ed

Insufficienza di approfondimenti sulla crisi quantitativa dell'acquifero, in particolare del rapporto tra emungimenti ed

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