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Sintesi e schematizzazione delle valutazioni pervenute dei partecipanti e degli invitati alla Conferenza di Pianificazione

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(1)

CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PER IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

“ Sintesi e schematizzazione delle valutazioni pervenute dei partecipanti e degli invitati alla Conferenza di Pianificazione”

Legge regionale 20/2000, Art.14

ALLEGATO 1

1° luglio 2002

La versione di questo documento è disponibile al seguente indirizzo web:

http://cst.provincia.bologna.it/ptcp/conf_pian/

(2)

1

INDICE

Istruzioni per la lettura delle schede

Elenco degli enti partecipanti alla conferenza

Elenco degli enti invitati alla conferenza che hanno espresso una valutazione

Partecipanti: Valutazioni del Documento Preliminare - Obiettivi generali

- Sistema Ambientale - Sistema Insediativo - Sistema della Mobilità

Partecipanti: Valutazioni del Quadro Conoscitivo

Partecipanti: Valutazioni della Valsat

Invitati: Valutazioni del Documento Preliminare (DP),

del Quadro Conoscitivo (QC) e della Valsat (V)

(3)

2

Le schede di seguito riportate contengono la sintesi di tutti i contributi valutativi che gli enti partecipanti e le associazioni invitate alla Conferenza di Pianificazione hanno espresso nel corso dei lavori della conferenza stessa.

Ogni contributo valutativo ricevuto dagli enti partecipanti (sia in forma scritta che in forma orale, nel caso fosse assente quella scritta) è stato scomposto in maniera tale da riordinare le singole “valutazioni” rispetto ai tre documenti della Conferenza:

Documento Preliminare, Quadro Conoscitivo e Valsat. Relativamente alle associazioni economiche e della società civile, e cioè gli invitati alla conferenza, le valutazioni da loro espresse compaiono organizzate allo stesso modo nella parte finale del documento.

Relativamente alle valutazioni riconducibili ai contenuti del Documento Preliminare, la struttura del presente documento ricalca essenzialmente la stessa struttura dell’indice del Documento Preliminare, e cioè vi è una prima parte relativa agli obiettivi generali ed una seconda parte relativa alle scelte strategiche di assetto del territorio suddiviso in tre temi e cioè Sistema Ambientale, Sistema Insediativo e Sistema della Mobilità.

Risulta quindi chiaro che si è preferito avere un documento che mettesse a confronto quanto i partecipanti e gli invitati pensassero di ogni singolo argomento trattato dal Documento Preliminare, in modo da favorire un reale incrocio/confronto non solo con la Provincia di Bologna ma anche fra i singoli enti intervenuti.

E’ infine evidente che tale lavoro di sintesi e schematizzazione non sostituisce i

documenti originali consegnati dagli enti partecipanti ed invitati, che rimangono

comunque il riferimento primario per ogni tipo di valutazione da parte della Provincia di

Bologna.

(4)

3

ENTE: Denominazione dell’Ente o dell’Associazione di Comuni, o Comune o Associazioni di Categoria;

TEMA

Articolazione tematica secondo l'indice del Documento Preliminare, del Quadro Conoscitivo, e della Valsat

Per il Documento preliminare:

- obiettivi generali;

- ambiente ;

- sistema insediativo;

- sistema della mobilità;

Per il Quadro Conoscitivo:

- sistema sociale;

- sistema ambientale ; - sistema insediativo - sistema della mobilità;

- sistema rurale;

- interazione ambiente e territorio;

- pianificazione vigente ARGOMENTO

: Argomento specifico della valutazione.

CAP: Individuazione del paragrafo o del capitolo a cui ci si riferisce;

CONTENUTO Sintesi della valutazione espressa

TIPO:

Classificazione della posizione espressa da parte dell'Ente

- A assenso;

- AR assenso con riserve;

- INT richiesta di aggiornamenti e approfondimenti,

- D dissenso;

- DA dissenso con alternativa;

- P proposte;

(5)

4

Regione Emilia Romagna, Direzione Generale Programmazione Territoriale e Sistemi di Mobilità (RER)

Valutazioni scritte Regione Emilia Romagna, Istituto Beni Culturali (IBC) Valutazioni

scritte

Provincia di Ravenna Valutazioni

scritte Provincia di Ferrara

Provincia di Modena Valutazioni

scritte Provincia di Prato

Provincia di Firenze Provinc ia di Pistoia

Associazione di Comuni "Terre d'Acqua":

Comuni di Anzola, Calderara di Reno, Crevalcore, S. Giovanni in Persiceto, Sala Bolognese, Sant'Agata Bolognese;

Valutazioni scritte Associazione di Comuni Reno Galliera:

Comuni di Argelato, Bentivoglio, Castel Maggiore, Castello D'Argile, Galliera, Pieve di Cento, S.Giorgio di Piano, S.Pietro in Casale;

Valutazioni scritte Associazione di Comuni Terre di Pianura:

Comuni di Baricella, Granarolo dell’Emilia, Malalbergo, Minerbio, Molinella;

Valutazioni scritte Associazione di Comuni Valle Idice (Comunità Montana):

Comuni di Castenaso, Ozzano dell’Emilia, S. Lazzaro di Savena; Castenaso

Valutazioni scritte Circondario Imolese:

Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio,

Castel Guelfo, Castel S. Pietro Terme, Dozza Imolese, Fontanelice, Imola, Medicina, Mordano, Comunità Montana Valle del Santerno;

Valutazioni scritte

Comune di Bologna

Valutazioni orali, in attesa di quelle scritte

Comune di Budrio Valutazioni

scritte Comune di Casalecchio

Comune di Zola Predosa

In attesa di valutazioni scritte Unione di Comuni di Cinque Valli (Comunità Montana):

Comuni di Castiglione dei Pepoli, Loiano, Monghidoro, Monterenzio, Monzuno, Pianoro, S. Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi;

Valutazioni scritte Unione di Comuni Alta e Media Valle del Reno (Comunità Montana):

Comuni di Camugnano, Castel d'Aiano, Castel di Casio, Gaggio Montano, Granaglione, Grizzana Morandi, Lizzano in Belvedere, Marzabotto, Porretta Terme, Vergato;

Valutazioni scritte Unione di Comuni Valle Samoggia (Comunità Montana):

Comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monte S. Pietro, Monteveglio, Savigno;

Valutazioni scritte

ATC SpA Valutazioni

scritte

Consorzio di Bonifica Reno Palata Valutazioni

scritte ENEL Holding Unità Coordinamento rapporto con istituzioni territoriali Valutazioni

scritte

Ente autonomo Fiere Valutazioni

scritte

GRTN (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale SpA) Valutazioni

(6)

5

scritte

TAV SpA Valutazioni

scritte

Trenitalia SpA Divisione trasporto locale ER Valutazioni

scritte

Interporto Bologna Valutazioni

scritte

Autorità di Bacino del Reno Valutazioni

orali

Sovrintendenza archeologica dell’Emilia Romagna Valutazioni

orali

Università di Bologna

Valutazioni orali, in attesa di quelle scritte Società Aeroporto

Parco Regionale Laghi di Suviana e Brasiamone

Parco Regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa Parco Regionale Corno alle Scale

Parco Regionale di Monte Sole

Parco Regionale Abbazia di Monteveglio Riserva Naturale Bosco della Frattona Consorzio di Bonifica Renana

Consorzio di Bonifica di II grado per il Canale Emiliano-Romagnolo Consorzio di Bonifica Romagna Occidentale

Azienda Ospedaliera Bologna ASL Bologna Nord

ASL Bologna Sud ASL Bologna ASL Imola

Istituti Ortopedici Rizzoli Autorità di Bacino del Po

Servizio Provinciale difesa suolo di Bologna Arpa – Sezione Provinciale

Servizio protezione civile

AMI – Azienda Multiservizi Intercomunale COSEA

ANAS CCIAA

Sovrintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio dell’Emilia Sovrintendenza per i Beni Artistici e Storici

Autostrade SPA Direzione III tronco Autostrade SPA Direzione IV tronco FER

RFI SpA Area Centro Nord

ITALFERR SpA Nodo di Bologna

(7)

6

valutazione

API Bologna Valutazioni

scritte

ASCOM Bologna Valutazioni

scritte

Associazione Industriali Valutazioni

orali

CGIL Bologna Valutazioni

scritte

Collegio Costruttori Valutazioni

orali

Confesercenti Bologna Valutazioni

orali

CNA Bologna Valutazioni

scritte

Federazione Provinciale Coltivatori Diretti Valutazioni

scritte

INU – Sezione Emilia -Romagna Valutazioni

orali

Lega delle Cooperative Bologna Valutazioni

scritte

Lega per l’Ambiente Valutazioni

scritte

Unione Provinciale Agricoltori Valutazioni

scritte

CIA Bologna Valutazioni

scritte

Unione Provinciale Cooperative - Confcooperative Valutazioni

scritte

(8)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO Terre

Acqua

ACCORDO AREA METROPOLITANA 1.2.1.

Si concorda con gli obiettivi strategici assunti: di un accordo istituzionale per il governo e la pianificazione del territorio bolognese che vada a coinvolgere tutte le istituzioni dell'area metropolitana. L’Associazione invita la Provincia e il Comune di Bologna a trovare un esplicito accordo attraverso un confronto politico forte che tenga in considerazione le opinioni di tutti i comuni interessati.

Samog gia

ACCORDO AREA

METROPOLITANA 1.2.1. Si condivide la finalità di giungere ad un Accordo per il governo dell'area metropolitana, con la definizione e condivisione delle scelte strategiche con tutti gli enti presenti sul territorio.

Imoles e

ACCORDO AREA

METROPOLITANA 1.2.1. Si sottolinea la necessità di pervenire ad un accordo istituzionale per il governo del territorio. Si concorda con l’esigenza di definire le linee di sviluppo del ruolo della Provincia nell’ambito del sistema regionale.

Terre Pianura

ACCORDO AREA METROPOLITANA 1.2.1.

Le enunciazioni strategiche indicate nel Documento Preliminare, sono sostanzialmente condivisibili, in particolare l’obiettivo di trasformare la provincia di Bologna in una città grande d’Europa, che si raggiunge attraverso: un Piano Territoriale con un forte accento strategico; un accordo istituzionale per il governo d'area vasta, al quale deve necessariamente partecipare anche il comune di Bologna.

5 Valli ACCORDO AREA

METROPOLITANA 1.2.1.

Si esprimono perplessità sull’attuazione dell’accordo istituzionale per l’area metropolitana come Associazione delle Associazioni e Unioni. Non spetta al PTCP pronunciarsi, ma riteniamo la questione necessitante di una riflessione molto approfondita.

Reno Gallier

a

OBIETTIVI GENERALI

ATTUAZIONE DEL PTCP IN RELAZIONE AL PTI

2.1.3.

Si chiede che venga concessa a tutti i Comuni l’opportunità di riferirsi allo strumento tutt’ora vigente (il PTI), per poi iniziare tutti assieme, secondo i tempi che il PTCP fisserà per i Comuni, l’adeguamento alla nuova strumentazione sovraordinata (il PTCP). I temi a cui ci si riferisce sono: 1- aree dismesse; 2- possibilità di sviluppo produttivo sulla direttrice Galliera; 3- nuove polarità urbane (S.Giorgio, Argelato, Bentivogllio)

Terre

Pianura BILANCIO DEL PTI 2.1.3.

L’esperienza del PTI ha dimostrato che l’eccessiva rigidità nella definizione del rango dei centri urbani (ordinatore, integrativo, di base) si è dimostrata del tutto inutile o sostanzialmente controproducente in quanto inidonea a descrivere, a promuovere ed a governare lo sviluppo di una realtà complessa, frutto di decenni di processi socio-economici e di scelte politico-amministrative difficilmente incasellabili.

Alta e Media Valle

del Reno

BILANCIO DEL PTI 2.1.3.

C'è consenso rispetto al bilancio sull'attuazione del PTI, soprattutto in merito al mancato rafforzamento della governance in materia ambientale e alla scarsa realizzazione di grandi progetti sulla viabilità, escluso la variante di Riola della SS 64.

Condividono inoltre la valutazione che viene effettuata sull'evento Bologna 2000 e sulla scelta del decentramento del terziario.

PROV.

RA CITY USERS 1.2.

Molti city users vivono la realtà quotidiana bolognese senza poter incidere nelle scelte democratiche della città in cui passano, per i motivi di lavoro e di studio, gran parte del loro tempo; per tale motivo, sentendoci interpreti di queste sensibilità, il confronto sulle tematiche del nodo di Bologna assume per noi grande rilievo e richiede attenzione da parte delle Istituzioni bolognesi.

5 Valli

COESIONE ECONOMICA E

SOCIALE

1.3.2. Si condivide l’agenda di lavoro indicata per le istituzioni e delle parti sociali al fine della costruzione di una società più libera, sicura, solidale e multietnica.

Terre Acqua

COESIONE ECONOMICA E

SOCIALE

1.3.2.

Si conviene sulla necessità di maggiore coesione del sistema economico, nella trama sociale e nell'identità metropolitana, e sulla necessità di un progetto unitario che leghi gli obiettivi enunciati nell'ottica di un cambiamento anche sulla base di un bilancio degli obiettivi raggiunti dal PTI.

5 Valli

COESIONE ECONOMICA E

SOCIALE

1.4.4.

In tema di Solidarietà sociale, si condividono le scelte strategiche di migliorare l’equità territoriale e sociale nella distribuzione di risorse e servizi e la capacità di gestione del territorio e dell’ambiente. Si dovrebbe considerare la particolare curvatura che l’immigrazione ha in montagna (e, forse, anche in pianura oltre i grandi centri), nonché valutare i fenomeni di degrado urbano che non si limitano alla città.

(9)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

Imoles e

COMPETITIVITA' DEL TERRITORIO 1.1.

Si valuta che il proprio sistema territoriale, pure in presenza di ottimalità diffuse, è sottoposto allo stress competitivo dei distretti del nord-est italiano. In questo contesto due criticità rivestono particolare rilievo: l’innovazione tecnologica e la capacità delle imprese di stare al passo con i cambiamenti attraverso la ricerca avanzata ed il sistema dei servizi a supporto delle imprese stesse. Si considera un ulteriore elemento di competitività la formazione e l’orientamento scolastico. Si tratta di settori con deficit indotti in qualche modo proprio dal successo economico dell’area imolese, area che è cresciuta in misura maggiore rispetto alla media regionale e provinciale. Gli elementi di maggiore problematicità del territorio imolese nell’ambito delle risorse umane sono infatti rappresentati: dall’esigenza di un orientamento scolastico efficace e finalizzato a promuovere la cultura tecnica e l’investimento dei giovani in questo ambito; dalla necessità di disporre di manodopera in quantità sufficiente

per il settore industriale e terziario; dall’urgenza di stabilire un intreccio efficace tra sistema dell’istruzione, della formazione, della ricerca e delle imprese.

PROV.

RA CONCERTAZIONE 1.2. Si esprime condivisione sulla metodologia generale del processo concertativo, sull'impostazione e la gestione della conferanza di pianificazione, tesa ad una valorizzazione sinergica ed integrata delle diverse specificità del territorio regionale.

GRTN CONCERTAZIONE 1.2. Si esprime condivisione sulla metodologia generale del processo concertativo.

5 Valli CONCERTAZIONE 1.4.2.

Si condivide la partecipazione al processo delle diverse realtà istituzionali, economiche e sociali che compongono il tessuto provinciale, utile per far si che il documento finale che emergerà, meglio rappresenti la profonda articolazione interna del territorio bolognese e fornisca elementi fondamentali condivisi (o comunque discussi e conosciuti), alla futura pianificazione comunale.

Samog gia

OBIETTIVI

GENERALI CONCERTAZIONE 1.4.3.

Si condivide quanto indicato in merito alla “elevata quantità delle previsioni” e l’accento posto sull’esigenza di attuare, tramite accordi, una concertata programmazione temporale. Si ritiene che nell’individuazione delle quote programmate di attuazione debba essere valutato, quale elemento preponderante, la sostenibilità dell’incremento da parte del sistema ambientale e infrastrutturale interessato, inteso nel suo complesso e non solo interno ai confini amministrativi di una singola comunità locale. La scelta da parte di un comune di limitare la propria espansione, per non fare entrare in crisi il proprio assetto strutturale ed ambientale, può essere del tutto vanificata dalla scelta, non altrettanto oculata, di un comune limitrofo che gravita su gli stessi sistemi.

Samog

gia CONCERTAZIONE 1.4.3. Si condivide il documento preliminare come strumento programmatorio flessibile, che individua una strategia attraverso il processo di concertazione istituzionale.

Bologn

a CONCERTAZIONE 1.4.3. Si condivide con la necessità di ricercare un’intesa tra Provincia, Comuni e Regione nelle grandi scelte strategiche perché queste siano condivise, altrimenti tutto il quadro della loro attuabilità viene messo in crisi.

Terre Acqua

CONCERTAZIONE

D'AREA 1.4.4.

Per “consolidare e dare efficacia” agli accordi sottoscritti nell’ambito dello Schema Direttore è necessario sviluppare il tema della concertazione d’area degli strumenti di programmazione (POC, PPA); a questo proposito si segnala la carenza delle valutazioni in riferimento allo Schema Direttore: non è infatti delineata l'efficacia delle strategie, ma sono solo citate le valenze analitiche.

Terre Pianura

CONCERTAZIONE

D'AREA 1.4.4.

Per attuare in modo corretto e coordinato una pianificazione del sistema insediativo su scala sovracomunale, si ritiene che sia corretto cogliere l’occasione della predisposizione del PTCP per ideare e progettare un Piano Strutturale di Associazione che si ponga l’obiettivo di calare le scelte del PTCP a livello non di singolo comune ma di area più vasta per avviare in modo concreto la realizzazione di una struttura a rete.

Bologn a

IDENTITA'

TERRITORIALE 1.3.3.

Rispetto al tema istituzionale dell’identità metropolitana, e’ scritto nel PTCP “E’ fuorviante pensare che questa identità si contrapponga alla solida tradizione bolognese”. Nessuno ha detto che Bologna debba chiudersi in se stessa, però pensare che tutto il territorio bolognese, tutta la Provincia di Bologna sia un’identità, intendendo sotto la sigla metropolitana una sufficiente coesione di identità politica, ci sembra una forzatura. I Comuni esprimono storie, identità, culture locali. Questo non nega il fatto che si debbano cercare tutte le integrazioni dal punto di vista dello scambio, dei servizi, dei rapporti, della mobilità etc. Dal punto di vista istituzionale però abbiamo chiarito che la soluzione è la cosiddetta geometria variabile, cioè che in rapporto a diverse scale dei problemi, il grado di integrazione tra Bologna e il restante territorio si configura non con una formula fissa, non con una struttura territoriale definita una volta per tutte, ma su scale diverse. E’ chiaro che con i Comuni limitrofi c’è anche un problema di contiguità fisica, per cui è ovvio che i problemi debbano essere affrontati con capacità di fare scelte univoche.

(10)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

5 Valli IDENTITA'

TERRITORIALE 1.3.3.

Tra i punti di forza del sistema bolognese va indicato il territorio appenninico per i suoi valori ambientali/turistici, ma soprattutto per il forte legame storico che ha con la città, venendone a costituire un elemento tanto di amplificazione quanto di moderazione fondamentale nei confronti dei processi dinamici dell'area urbana centrale. L’assunzione di questo legame come un punto di forza, qualifica una peculiarità bolognese e insieme consolida un principio di solidarietà territoriale estremamente importante per gli assetti futuri della Provincia. La prospettiva della Certificazione Territoriale potrebbe venire a costituire, in prospettiva, un’eccellenza assai rilevante. Riteniamo, pertanto, che il percorso appena avviato trovi una sua collocazione significativa all’interno del PTCP. Occorrono indicazioni politiche più stringenti nei confronti di una proposta condivisibile di valorizzazione delle identità sub-provinciali e metropolitana e del loro rapporto. Si propone di riflettere sul concetto di dinamica territoriale autocentrata.

Imoles e

IDENTITA'

TERRITORIALE 1.3.3.

Si ritiene che sia venuto il momento di aprire una discussione impegnativa tra i Comuni del Circondario, la Provincia di Bologna e la Regione, sul futuro dell’autonomia istituzionale del territorio imolese. Il modello di riferimento è quello di Empoli. Si sottolinea l'apertura di una fase istituzionale nuova che vede nel rafforzamento del Circondario una tappa imprescindibile. Su sollecitazione dei Sindaci del Circondario il Presidente della Regione Errani ha proposto la costituzione di un tavolo interistituzionale formato da rappresentanti della Regione, della Provincia e, ovviamente, del Circondario.

Terre Acqua

IDENTITA'

TERRITORIALE 1.3.3.

Si conviene sulla necessità di maggiore coesione del sistema economico, nella trama sociale e nell'identità metropolitana, e sulla necessità di un progetto unitario che leghi gli obiettivi enunciati nell'ottica di un cambiamento anche sulla base di un bilancio degli obiettivi raggiunti dal PTI.

Terre Acqua

OBIETTIVI GENERALI

INDIRIZZI DEL PTCP PER I PSC 1.2.

In merito alle politiche insediative, ma anche della qualità ambientale e dell’accessibilità del territorio si vuole richiamare un ulteriore aspetto che tocca in particolare la nuova generazione di Piani Strutturali che i comuni dell’Associazione dovranno incominciare a redigere. Nel 2003 il comune di Calderara di Reno intenderebbe già predisporre il P.S.C. e sicuramente si dovrà presisporre su ambito sovracomunale coinvolgendo l’intero territorio di Terre d’Acqua. Si chiede a tal proposito che la Provincia fornisca gli strumenti necessari perché i P.S.C. possano essere coordinati anche tenendo presente, a livello di Associazione di comuni, le criticità e le potenzialità, in modo tale che i singoli comuni abbiano la possibilità di pianificare non solo il proprio territorio ma di programmare anche, insieme a tutti i comuni coinvolti, il territorio di area vasta intercomunale.

RER INDIRIZZI DEL

PTCP PER I PSC 1.2. Si ritiene importante che il PTCP individui le modalità e i termini di adeguamento della strumentazione urbanistica comunale

RER INDIRIZZI DEL

PTCP PER I PSC 1.2. Occorre rafforzare alcuni principali campi di competenza del PTCP: definizione di criteri di pianificazione territoriale e urbanistica per gli interventi di uso e trasformazione del territorio.

PROV.

RA

INFORMATIZZAZIO NE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZION

E

1.4.

Un obiettivo del PTCP della Provincia di Ravenna è quello di definire un disegno di modernizzazione della Pubblica Amministrazione capace di essere coerente con una filosofia di decentramento in rete coinvolgendo le diverse realtà del territorio: cittadini, aziende e pubblica amministrazione attraverso un’azione di stimolo e di coordinamento articolata su di un livello di sistema generale, ma attenta ai bisogni della singola amministrazione periferica. Un sistema di comunicazione a rete può consentire anche obiettivi più prestigiosi quali la possibilità di gestire un una intranetworking orientata a integrare l’aspetto informatico con la risorsa informativa, condividendo sistemi e servizi anche tra diverse amministrazioni.(per le azioni messe in campo dalla Provincia di Ravenna si veda documento originale).

RER INTEGRAZIONE

PIANI 1.2. Occorre rafforzare alcuni principali campi di competenza del PTCP: raccordo delle diverse politiche settoriali provinciali.

Samog gia

INTEGRAZIONE

PIANI 1.4.3.

PTCP dovrebbe diventare il "Piano Ordinatore", sovraordinato a tutte le normative e pianificazioni in essere, quindi unico riferimento per la pianificazione e la programmazione comunale e sovracomunale. Per quanto attiene all’assetto della rete idrografica ed al rischio idraulico, si vede positivamente il richiamo integrale agli elaborati ed ai contenuti del Piano di Bacino.

In tal modo si evita di moltiplicare i riferimenti alla pianificazione sovraordinata per gli Enti locali che la devono applicare.

PROV.

RA MOBILITA' 1.4.4.

Si sottolineano le enormi possibilità di sviluppo offerte per l'area bolognese, interessata dallo sviluppo e dalla importanza crescente che il Corridoio Adriatico sta assumendo (1 in termini generali geoeconomici, 2 in termini nazionali, 3 in termini locali). Si ritiene quindi che vi debba essere una precisa scelta strategica della Provincia di Bologna sul tema del collegamento col Corridoio Adriatico, in sinergia con la Provincia di Ravenna per perseguire la realizzazione un efficace sistema intermodale.

(11)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO PROV.

RA MOBILITA' 1.4.4.

Si esprime condivisione in merito “all’idea di città e di territorio” , investendo sul sistema della mobilità delle persone privilegiando il trasporto collettivo, per offrire in condizioni di maggiore flessibilità, celerità e sicurezza, ulteriori occasioni ed opportunità di muoversi e relazionarsi a più alto livello, incentivando il trasporto merci su rete ferroviaria, cogliendo lo sviluppo tra porto di Ravenna e Interporto, favorendo la messa in rete delle risorse.

Samog

gia PEREQUAZIONE 1.4.4.

Le risorse disponibili devono essere ridistribuite per supportare, adeguatamente, un'azione di riequilibrio del territorio. Sono necessarie forme di perequazione e sussidiarietà a livello provinciale per consentire ai comuni più poveri di assicurare un livello minimo di infrastrutture e servizi, tramite il diretto coinvolgimento della Provincia. In funzione delle diversità territoriali si necessita, a livello provinciale, di forme di compensazione territoriale, da concertarsi con i comuni interessati, tali da consentire ai “Comuni più poveri” la possibilità economica di assicurare un livello minimo di infrastrutture e servizi.

Terre

Pianura PEREQUAZIONE 1.4.4. L’equilibrio dello sviluppo del territorio potrà essere più facilmente raggiunto, è sarà tanto più stabile, qualora si sia capaci di impostare sistemi di compensazione perequativa economico-fiscale fra i vari territori della Provincia.

V. Idice PEREQUAZIONE 1.4.4.

Si richede l'approfondimento del tema della perequazione territoriale ed in particolare sulla modalità con cui bilanciare

"vantaggi" e "svantaggi" di politiche condivisibili a scala sovracomunale, ma differenziate nelle loro specifiche ricadute comunali. Si dovrebbero evidenziare i temi su cui la Provincia intende attivare la sperimentazione e definire i criteri metodologici su cui impostarla.

Terre

Acqua PEREQUAZIONE 1.4.4.

Si ritiene che, date le differenze esistenti tra i territori dei comuni, sia necessario che il decentramento insediativo a cui mira il P.T.C.P. e i meccanismi attuativi che ne conseguono siano accompagnati da un sistema perequativo che favorisca anche i territori più svantaggiati. Si chiede, pertanto, di analizzare un possibile modello organizzativo che permetta di ottenere questo auspicato obiettivo strategico.

Reno Gallier

a

PEREQUAZIONE 1.4.4. Si è disponibili a partecipare allo studio di approfondimento del tema della compensazione territoriale.

Reno Gallier

a

PROGETTUALITA' Si ribadisce la volontà di avviare il confronto con la Provincia per organizzare l'elaborazione di un Piano Strutturale a livello degli otto comuni dell'associazione.

Terre

Acqua PROGETTUALITA'

Si chiede che la Provincia cooperi con i comuni per l’individuazione di aree che possano costituire una risorsa strategica per l’intero territorio di Terre d’Acqua. In merito a ciò vanno anche individuate le progettualità che si possono configurare sulle aree nonché le metodologie e i tempi della loro realizzazione.

Imoles e

OBIETTIVI GENERALI

PROGRAMMAZION E ECONOMICA 1.3.1.

Si sottolinea per l'imolese l'esigenza di maggiori prerogative nell’ambito della programmazione economica che dovrà sempre essere messa in relazione, in sinergia e “a sistema” con il livello di programmazione regionale. In altri termini, l’avvio di nuove modalità di programmazione economica (per esempio la sperimentazione di livelli decentrati di intervento: "patto locale per lo Sviluppo") può rappresentare una sorta di “laboratorio” dell’innovazione istituzionale amministrativa utile a fornire spunti e suggestioni al più vasto tema del decentramento e del federalismo amministrativo.

V. Idice PROGRAMMAZION

E ECONOMICA 1.4.2. Si ritiene corretto il principio di mantenere nel tempo una “programmazione pluriennale concertata” al fine di diluire l’attuazione delle previsioni insediative e delle operazioni di riqualificazione urbana.

Samog gia

PROGRAMMAZION E ECONOMICA 1.4.3.

L’attivazione di politiche specifiche e di un progetto d’area implica l’impiego di risorse ingenti: oltre all'impegno diretto dei comuni (nella costituzione dell'Unione, nella gestione associata dei servizi) è necessario che la Provincia si assuma un ruolo di incentivo e promozione concreta della progettualità d'area, attraverso una programmazione degli investimenti, e dei finanziamenti, a livello provinciale e regionale, che privilegino quei territori che non solo concertano la programmazione, ma che la attuano in maniera concreta e rispettosa dell’ambiente.

Terre Acqua

RANGO AREA

BOLOGNESE 1.2. Si concorda con gli obiettivi strategici assunti: accrescimento del rango dell'area bolognese e del sistema urbano regionale nel quadro europeo e internazionale

RER RANGO AREA

BOLOGNESE 1.2. Si concorda con l'accrescimento del rango dell'area bolognese nell'ambito del sistema urbano regionale sia individuando uno sviluppo equilibrato e sostenibile che promuovendo un governo unitario e organico delle problematiche di area vasta.

(12)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

PROV.

RA

RELAZIONI

SOVRACOMUNALI 1.2.

Si esprime apprezzamento e condivisione degli Obiettivi Generali con particolare riferimento all’analisi delle criticità ed alle strategie di azione prospettate per un più elevato ed importante rango per l’area bolognese ed il sistema urbano regionale, ritenendo opportuno inserire la seguente specifica: si auspica uno sviluppo competitivo in termini di cooperazione con le realtà contermini, che sappia cogliere e mettere in rete per reciproca convenienza le diffuse potenzialità ed opportunità in un quadro di sempre più stretta e correlata collaborazione e con attenzione alle specifiche esigenze ed opportunità di sussidiarietà e reciproco sostegno per un equilibrato sviluppo della Regione.

Samog gia

RELAZIONI

SOVRACOMUNALI 1.2.1.

Per tutte le scelte che hanno ricadute sui territori comunali limitrofi (gestione dei rifiuti, discariche, attività estrattive), il piano dovrebbe indicare una griglia di valutazione e quantificazione degli impatti, generati ed indotti, sulla base della quale le diverse Amministrazioni possano chiarire i loro rapporti in merito a situazioni complesse, nonchè individuare dei percorsi che offrano la possibilità di esercitare una diretta azione di controllo sulle attività, non solo per le Amministrazioni territorialmente competenti, ma anche per quelle interessate dagli impatti ambientali e sociali.

Samog gia

SISTEMA

POLICENTRICO 2.

Anche per ragioni ambientali, è necessario orientare le strategie di assetto del territorio al riequilibrio, tra capoluogo e area metropolitana, attraverso un forte decentramento, che deve offrire una pluralità di occasioni di sviluppo per tutto il territorio provinciale, pur nel riconoscimento della presenza di vocazioni diverse delle aree provinciali (aree con una maggiore vocazione ambientale e naturale ed aree con una più forte vocazione insediativa).

Terre Pianura

SISTEMA

POLICENTRICO 2.

Le enunciazioni strategiche indicate nel Documento Preliminare, sono sostanzialmente condivisibili, in particolare l’obiettivo di trasformare la provincia di Bologna in una città grande d’Europa, che si raggiunge anche attraverso un sistema policentrico, l'unico capace di superare le visioni localistiche per una visione globale in cui coordinare le diverse istituzioni, affrontare i problemi in modo unitario, inquadrare le scelte di sviluppo infrastrutturale ed insediativo del PTCP e garantire una migliore qualità della vita.

5 Valli SISTEMA

POLICENTRICO 2.

Perfettamente condivisa è la scelta di uno sviluppo policentrico che armonizzi e valorizzi le diversità delle aree provinciali finalizzato alla costruzione di un un equilibrio plurale, all'interno del quale trovino soluzione anche i più gravi problemi di assetto della città di Bologna.

Imoles e

SISTEMA

POLICENTRICO 2. Si considera corretta la prospettiva di un'area metropolitana policentrica nella quale i diversi ambiti del territorio, che possiedono caratteristiche specifiche, possano e debbano rivestire anche autonome ed ampie funzioni di autogoverno locale.

V. Idice SISTEMA

POLICENTRICO 2.

Si concorda sugli obiettivi generali del PTCP, e si condividono le analisi, i bilanci ed i contenuti riportati; in particolare si concorda sull’obiettivo del consolidamento del sistema insediativo di area vasta servito dalle linee del SFM E dalla rete della grande viabilità.

Terre Pianura

OBIETTIVI GENERALI

SISTEMA

POLICENTRICO 2.

La scelta del policentrismo è intrinsecamente collegata a quella del decentramento che deve avere anche natura programmatica ed amministrativa. Il decentramento deve essere non solo una scelta di fondo ma un sistema di programmi definiti: si deve prevedere una intelaiatura a grandi maglie, basata su alcuni dati definiti (lo sviluppo dei grandi sistemi di mobilità collettiva, l’individuazione e la localizzazione delle infrastrutture di servizi e dei cosiddetti “centri di eccellenza”), all'interno della quale definire i ruoli dei centri urbani e che, tuttavia, consenta una serie di gradi di libertà funzionali e, in molti casi, essenziali per il conseguimento di un maggior equilibrio del territorio.

RER SISTEMA

POLICENTRICO 2. Si concorda con il superamento degli effetti negativi prodotti dalla dispersione insediativa mediante un'organizzazione policentrica delle funzioni e dei servizi.

Terre Acqua

SISTEMA

POLICENTRICO 2.1.4.

Condivisione degli indirizzi volti a creare un sistema insediativo finalizzato all’equilibrio fra la dispersione sul territorio e la congestione nelle aree centrali, cioè al decentramento sui centri della seconda cintura; vi è condivisione sulla necessità di rimettere in discussione il rapporto fra insediamenti e servizi, sia a rete che puntuali (ridurre i centri urbani sui quali sono possibili politiche espansive, nuove condizioni al riuso del patrimonio edilizio sparso, riqualificazione non più intesa come

"addensamento").

(13)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

V. Idice SISTEMA

POLICENTRICO 2.1.4.

Il piano provinciale dovrebbe con più forza operare affinché il decentramento di funzioni dal capoluogo provinciale non prosegua solo sul tradizionale versante della residenza e delle attività produttive generiche, ma si estenda anche alle attività del campo terziario e direzionale e del sistema dei servizi di interesse generale, sia privati che pubblici, così da accrescere identità e ruolo dei centri urbani costitutivi del sistema metropolitano bolognese, assicurando nel contempo occasioni di decongestionamento del centro capoluogo. Prendendo atto delle oggettive difficoltà di decentramento dei poli funzionali esistenti, si ritiene sia comunque opportuno perseguire in linea generale l’obiettivo del decentramento per nuove funzioni di carattere sovracomunale.

Bologn a

SVILUPPO

SOSTENIBILE 1.2.

Bisogna riflettere in modo più approfondito come il tema della compatibilità ambientale possa essere oggetto di pianificazione preventiva e non soltanto di interventi successivi di risanamento di gestione. Non si vedono grandi strumenti preventivi.

Terre Acqua

SVILUPPO

SOSTENIBILE 1.2. Si concorda con gli obiettivi strategici assunti: raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale dei sistemi urbani e delle scelte di sviluppo del territorio, condizionato da un accordo condiviso da tutti, comuni, enti e invitati alla Conferenza.

Imoles e

SVILUPPO

SOSTENIBILE 1.2. Si condivide l'urgenza di individuare le condizioni per uno sviluppo equilibrato e sostenibile.

Reno Gallier

a

SVILUPPO

SOSTENIBILE 1.2.

Si ritiene che gli obiettivi di pianificazione siano adeguati alle esigenze di qualificazione e di sostenibilità ambientale: rilevato infatti che il processo di sviluppo degli ultimi anni non è stato supportato da una rete di infrastrutture e servizi adeguata, cresciuta prevalentemente solo all’interno dei confini di Bologna, una nuova fase di sviluppo incentrato sulla qualità e sulla sostenibilità ambientale, non può, quindi, vederne la ricollocazione nel capoluogo. Per supportare questa prospettiva deve emergere nel PTCP con tutta la forza necessaria la volontà di un reale governo metropolitano dei processi di sviluppo territoriale, altrimenti sarebbe fortemente ridimensionato nell’incisività, nell’efficacia e nell’utilità.

Samog gia

SVILUPPO

SOSTENIBILE 1.2.3. Si condivide l'assunzione della scelta della sostenibilità ambientale alla base del sistema territoriale, e condizionamento dello sviluppo alla tutela delle risorse ambientali.

Terre Pianura

OBIETTIVI GENERALI

SVILUPPO

SOSTENIBILE 1.2.3.

L’equilibrio tra una attenta conservazione del patrimonio storico, culturale, sociale, ambientale e naturalistico e politiche di sviluppo economico e dei sistemi di relazione e di mobilità delle persone e delle idee dovrà essere elemento essenziale di ogni scelta di pianificazione. Tali scelte dovranno comunque essere sostenibili minimizzando gli impatti sulle componenti ambientali, compatibili con gli assetti consolidati dei singoli territori.

Samog gia

SVILUPPO

SOSTENIBILE 1.3. E' necessario coniugare la crescita della qualità ambientale e sociale del sistema territoriale con lo sviluppo economico ed l'efficienza funzionale, garantendo a tutti i cittadini eguali opportunità.

RER SVILUPPO

SOSTENIBILE 1.3.

Gli scenari per il sistema insediativo proposti, dovrebbero essere valutati in relazione agli obiettivi di elevare il grado di prevenzione e di tutela della salute dei cittadini, accrescere coesione sociale e delineare un'organizzazione dei tempi di vita della città e una dotazione di base nello spazio rurale.

RER SVILUPPO

SOSTENIBILE 1.4.2. E' necessario integrare il Documento Preliminare con il tema della "programmazione pluriennale concertata" e i criteri di sostenibilità territoriale e ambientale

5 Valli SVILUPPO

SOSTENIBILE 2.2.4.

Richiesta di intergazione degli obiettivi generali di sostenibilità. Le valutazioni sulla compatibilità del sistema socio- economico delineate potrebbero essere più ampie, fino a mettere in discussione il modello generale di “sviluppo” che caratterizza le società capitalistiche mature e che informa buona parte della stessa proposta di PTCP, per una maggiore coerenza con gli obiettivi ispirati alla socialità sostenibile.

(14)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

Samoggi a

ASSETTO

IDROGEOLOGICO A.2.1.

Non è chiaro quanto del contenuto del Piano di Bacino venga assunto dal PTCP. Si evidenzia come, in alcuni casi, il PSAI presenti una evidente discrasia tra la grande scala degli elaborati ed il dettaglio delle prescrizioni normative (con l’individuazione delle “unità non idonee a usi urbanistici” tende a rendere praticamente inedificabili vaste aree territoriali, non facendo

esplicitamente salvi interventi interni al territorio urbanizzato). Si richiede quindi che il PTCP accolga alcune osservazioni sia in merito alla zonizzazione effettuata che al metodo utilizzato per la definizione delle aree, già presentate e non accolte dal PSAI (vedi osservazioni al Quadro Conoscitivo).

Terre Acqua

ASSETTO

IDROGEOLOGICO A.2.2. Condividono politiche di conservazione delle superfici agricole e forestali e interventi volti a contrastare l'erosione diffusa.

5 Valli ASSETTO

IDROGEOLOGICO A.2.3.

Tra gli elementi di debolezza del sistema bolognese, va inserita la tematica della fragilità idrogeologica del territorio montano (e anche di quello di pianura). Le conseguenze di tale inserimento sono assai rilevanti, nel momento in cui si passa dall’analisi al progetto. Per affrontare efficacemente il problema del dissesto idrogeologico, è necessaria la specificazione di una politica complessa che preveda: norme, attori, investimenti, un quadro di riferimento economico, formazione e conoscenza. Si sottolinea la necessità di un raccordo puntuale e ben strutturato fra il PTCP e il Piano Stralcio dell’Autorità di Bacino del Reno.

5 Valli ASSETTO

IDROGEOLOGICO A.2.3. Sono necessari dei finanziamenti per la tutela idrogeologica della montagna.

Autorità di Bacino

ASSETTO

IDROGEOLOGICO A.2.3. Rispetto alle valutazioni prospettate nel documento preliminare si esprime un perfetto accordo in quanto vengono riportati in linea generale gli obiettivi del Piano di Bacino.

Terre Acqua

ASSETTO RETE IDROGRAFICA E

RISCHIO IDRAULICO

A.2.1.

Condividendo gli obiettivi relativi alle risorse naturali e ambientali, si segnala, in merito al rischio idraulico, all’assetto idrologico e subsidenza, una grave assenza di politiche a riguardo per l'area considerata all'interno del bacino del Panaro. Per delineare obiettivi e strategie di intervento realmente proficui è necessaria l'integrazione con i dati relativi al Bacino del Panaro – Po di Volano prima della conclusione della Conferenza e comunque prima dell’adozione del Piano.

PROV.

RA

ASSETTO RETE IDROGRAFICA E

RISCHIO IDRAULICO

A.2.1.

Appare evidente la necessità di coordinamento fra le due Province, in termini di obiettivi di qualità delle acque e di salvaguardia dei tratti terminali dei corsi d’acqua che interessano la Provincia di Ravenna (bacino idrografico del fiume Reno) ed in termini di definizione delle norme attuative del Piano.

5 Valli SISTEMA AMBIENTALE

ASSETTO RETE IDROGRAFICA E

RISCHIO IDRAULICO

A.2.1.

Si rimanca la scarsezza di politiche in tema assetto della rete idrogafica. Occorre prevedere azioni incisive e continuative quali:

il "Progetto sperimentale di sistemazione dei rii secondari" in corso di realizzazione in una porzione del territorio della CM, teso soprattutto ad individuare un metodo di intervento per una manutenzione idraulica ed idrogeologica che veda le istituzioni pubbliche ed i privati coinvolti in maniera virtuosa, e il "Piano straordinario di manutenzione di fiumi e torrenti", che segue l’approccio della difesa-attiva.

Alta e Media Valle del

Reno

ATTIVITA'

ESTRATTIVE A.2.8.

Concordano con le politiche adottate per ridurre lo sfruttamento delle risorse litoidi non rinnovabili: studiare e perimetrare i giacimenti, favorire il riuso e il riciclo dei materiali provenienti da demolizioni, alle quali si aggiunge l'utilizzo dei materiali litoidi ottenuti dagli interventi di manutenzione degli alvei fluviali, finalizzati alla sicurezza idraulica. Concordano, infine, con la localizzazione di tali attività nei pressi dei centri di domanda e con l'autonomia dello strumento di pianificazione locale.

Propongono la promozione delle attività estrattive nel caso in cui si debbano reperire materiali di qualità necessari per la ristrutturazione e la conservazione del patrimonio storico-architettonico locale di maggior pregio e quando si debba favorire la costruzione di nuove tipologie edilizie che valorizzino i materiali tipici locali.

5 Valli ATTIVITA'

ESTRATTIVE A.2.8. Si auspica un confronto approfondito sul tema della cave nel corso dell'elaborazione del prossimo PIAE.

RER ATTIVITA'

ESTRATTIVE A.2.8. Sarebbe utile indicare indirizzi e prestazioni per il nuovo PIAE, in relazione alle scelte complessive del PTCP, analizzando, approfondendo e circostanziando l'utilizzo della notevole quota di materiali pregiati pianificati e non ancora consumati.

(15)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

Alta e Media Valle del

Reno

ENERGIA A.2.7.

Per quanto riguarda il consumo energetico e la produzione di energia intendono incentivare la sperimentazione e gli studi per l'utilizzo di fonti energetiche alternative. In particolare propongono, per il loro territorio, di valorizzare progetti già esistenti e iniziative già in corso: sul recupero degli antichi impianti a mozione idrica a fini di limitate produzione idroelettriche ad uso locale (intervento diffuso per iniziativa privata); sulla realizzazione di impianti di teleriscaldamento basati sulle nuove tecnologie di combustione (progetto già depositato in prov.). A questo scopo viene anche proposta, per i principali edifici pubblici, la conversione delle centrali termiche privilegiando fonti energetiche alternative; per tale conversione occorre trovare opportuni canali di finanziamento.

5 Valli ENERGIA A.2.7.

In tema di energia si propongono politiche di sostegno deciso a piccoli progetti di innovazione basati su impianti ad energia rinnovabile (solare, eolico, biomasse) e/o di risparmio (cogenerazione), in grado di rispondere alle esigenze anche di comunità sparse.

GRTN ENERGIA A.2.7.

Si esprimono perplessità sull'individuazione di "corridoi di fattibilità" per la localizzazione e realizzazione di impianti di tramissione e distribuzione dell'energia, che non trovano riscontro nella Valsat. Si sottolinea che questi dovranno essere individuati conformemente ai limiti indicati dalla legge (nel parere vengono riassunti i passaggi normativi della normativa regionale); il gestore RTN si offre come supporto tecnico per le opportune integrazioni.

5 Valli INQUINAMENTO A.2.6.3.

Si ritiene che il problema degli inquinamenti sia un tema metropolitano e non solo urbano/periurbano. Sulle tematiche aria/rumore appare particolarmente delicato il territorio montano, per cui occorrono tutti gli interventi di mitigazione legati alle grandi opere (e anche meno grandi).

Bologna INQUINAMENTO

ACUSTICO A.2.6.2.

Anche le problematiche ambientali devono essere approfondite, perché quasi sempre si individuano nel PTCP obiettivi di risanamento ambientale, interventi di mitigazione e di criticità, ma un disegno abbastanza organico sul tema della prevenzione dei rumori, per esempio, in linea preventiva manca, quasi sempre l’intervento è a posteriori rispetto a scelte che si vanno a compiere.

Alta e Media Valle del

Reno

INQUINAMENTO

ACUSTICO A.2.6.2.

Assenso sulle politiche proposte sia in merito alla zonizzazione acustica del territorio che rispetto agli interventi di di mitigazione sulla viabilità a grande scorrimento nei pressi dei territori urbanizzati. Il comune di Grizzana chiede anche la delocalizzazione di insediamenti fonte di inquinamento acustico attigui alle aree residenziali.

Alta e Media Valle del

Reno

INQUINAMENTO

ATMOSFERICO A.2.6.1.

C'è assenso rispetto alle politiche adottate per la riduzione dell'inquinamento atmosferico. A questo scopo si chiede venga prestata una particolare attenzione all'adozione di fonti energetiche alternative nel caso del riscaldamento. Il comune di Grizzana a questo fine pensa anche sia da potenziare il trasporto merci su SFM.

Alta e Media Valle del

Reno

SISTEMA AMBIENTALE

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETI

CO

A.2.6.3. Fondamentale assenso sulle politiche individuate. Segnalata la situazione di rischio (Scola, Pian di Setta)

5 Valli

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETI

CO

A.2.6.3.

E’ necessario valutare il tema dell’impatto ambientale/estetico e sanitario, delle antenne della telefonia e affini (dispersione o concentrazione degli impianti, in attesa di nuove tecnologie?). In tema di reti elettriche è necessaria una scelta forte dell’interramento dei cavi in montagna.

5 Valli PROTEZIONE

CIVILE A.2.10. La protezione civile ha un ruolo nevralgico per i territoi montani. Si richiede una definizione più precisa delle competenze e delle politiche dei diversi enti attivi in questo tema (Centri Operativi Misti con comuni capofila, VVFF, P.A.)

Mordan o

QUALITA' E USO DELLA RISORSA

IDRICA

A.2.3.

Si ritiene opportuno inserire nella programmazione prevista il progetto che l'Assessorato all'Agricoltura della Provincia di Bologna, il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale e le A.M.I., stanno studiando per realizzare una condotta idrica che partendo dal C.E.R. porti l’acqua al territorio posto a sud del comune di Mordano fino al comune di Imola.

Alta e Media Valle del

Reno

QUALITA' E USO DELLA RISORSA

IDRICA

A.2.3.

Per garantire la disponibilità della risorsa idrica e la sua qualità sono in accordo con la gran parte delle politiche azioni di carattere generale delineate nel Ptcp. In particolare condividono le politiche di rinaturalizzazione degli alvei fluviali per aumentare la capacità autodepurativa delle acque e chiedono venga fissato una scadenza per l'adeguamento dell'impiantistica al doppio circuito, con previsioni economiche di incentivazione.

(16)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

SEABO

QUALITA' E USO DELLA RISORSA

IDRICA

A.2.3.

Si ritengono correttamente individuate le criticità dell’approvvigionamento idrico bolognese. E' necessario evidenziare maggiormente la vulnerabilità delle fonti idriche superficiali, rispetto alle quali occorre privilegiare sistemi di adduzione tubati, più sicuri. Si evidenzia la perplessità sulla previsione di una sostanziale stabilità dei fabbisogni fino al 2015, anche in presenza di azioni orientate alla progressiva riduzione delle perdite, altri fattori di carattere socio economico e climatico potranno provocare un aumento dei fabbisogni idrici a livello provinciale. Rispetto alla fase di depurazione delle acque reflue non pare sufficientemente evidenziata la sostanziale saturazione dell’attuale sistema depurativo civile nelle aree dell’hinterland bolognese con presenza diffusa di scarichi industriali in fognatura. Gli ampliamenti degli impianti esistenti consentirebbero unicamente di trattare un aumento di reflui di origine domestica e non l'eventuale ulteriore sviluppo di insediamenti industriali, che dovranno quindi prevedere appositi impianti di trattamento di reflui industriali.

V. Idice

QUALITA' E USO DELLA RISORSA

IDRICA

A.2.3.

In merito alle condizioni idrogeologiche del territorio e alla vulnerabilità dell'acquifero è opportuno che il PTCP sia in grado di graduare il livello di tutela da attuare anche sulla base degli approfondimenti specifici condotti a livello locale, distinguendo aree in cui è possibile la nuova urbanizzazione del territorio ovvero il consolidamento e/o completamento degli insediamenti esistenti. Per esempio, dove i fenomeni di urbanizzazione non rispondono ad un disegno compiuto e coerente con l’organizzazione del territorio creando relitti agricoli non più funzionali alla conduzione dei fondi, è auspicabile consentire un completamento del disegno urbano pur nel rispetto degli indirizzi di tutela dell’acquifero ed una verifica delle condizioni infrastrutturali dei siti.

Alta e Media Valle del

Reno

QUALITA' E USO DELLA RISORSA

IDRICA

A.2.3. Condividono le politiche di regimazione delle acque superficiali e propongono interventi volti alla manutenzione e al risanamento del corso del fiume Reno e dei suoi affluenti.

5 Valli

QUALITA' E USO DELLA RISORSA

IDRICA

A.2.3. Sono necessarie politiche per garantire il minimo deflusso vitale dei fiumi. In montagna sono necessari degli investimenti per il completamento della rete acquedottistica, delle fognature e degli impianti di depurazione.

Alta e Media Valle del

Reno

QUALITA' E USO DELLA RISORSA

IDRICA

A.2.3. C'è aperto dissenso rispetto alla realizzazione della condotta di adduzione forzata da Suviana a Lama di Reno. Propongono al contrario la realizzazione dell'invaso di Castrola.

Bologna

QUALITA' E USO DELLA RISORSA

IDRICA

A.2.3.

Sul tema delle impermeabilizzazioni dei suoli, che cosa significa la proposizione di questo obiettivo in linea preventiva, non è chiaro. Anche l’assetto idrogeologico vero e proprio e la tutela delle acque superficiali, sono problemi molto complessi che dovrebbero portarci ad uno sforzo di riflessione più preventiva, perché pianificare - notoriamente - è un atto che ci deve consentire di creare strumenti proiettati sul lungo periodo.

SEABO RIFIUTI A.2.9. Condivisione sul materiale presentato con il Documento Preliminare e con il Quadro Conoscitivo sul tema “Attività estrattive e gestione rifiuti” poiché frutto di una collaborazione tra l'ente e la Provincia.

Alta e Media Valle del

Reno

SISTEMA

AMBIENTALE RIFIUTI A.2.9.

Concordano con le politiche adottate di gestione dei rifiuti: riutilizzo dei rifiuti, innovazione nello smaltimento, attenzione allo smaltimento dei rifiuti non recuperabili. Propongono, inoltre, di verificare l'opportunità di distinguere il governo dei rifiuti, anche in termini di strumenti legislativi ed istituzionali, da quello delle risorse idriche.

5 Valli RIFIUTI A.2.9.

In tema di produzione e smaltimento dei rifiuti, si condividono gli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti e riorientamento degli stili di vita, in particolare in montagna si auspica ad un potenziamento della differenziazione dei rifiuti e uno smaltimento in loco. Le politiche auspicate sono: la creazione di un subambito interregionale montano (con la Toscana) per lo smaltimento, con la previsione degli impianti necessari, la pianificazione di stazioni di trasferimento con nuove tecnologie di stoccaggio dei rifiuti, e di isole ecologiche, il recupero del verde (sfalci, ecc.).

RER RIFIUTI A.2.9.

Non si sviluppa la proposta di identificazione delle aree non idonee alla localizzazione delle differenti tipologie di impianti per il recupero e lo smalitimento dei rifiuti, come richiesto dalla pianificazione di settore. E' da sviluppare inoltre indirizzi riguardo la riduzione della produzione di rifiuti, la riduzione della pericolosità degli stessi, il contenimento della presenza nei rifiuti delle risorse naturali non rinnovabili, il raggiungimento degli obiettivi stabiliti per la raccolta differenziata.

RER RISCHIO SISMICO A.2.10. Non sembra del tutto corretto sostenere la completa incapacità previsionale e l'inattendibilità del quadro delle conoscenze sulla sismicità storica dell'area bolognese.

(17)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO Samoggi

a

RISORSE NATURALI E AMBIENTALI A.2.4.

La qualità ambientale del territorio, la sua potenzialità ricreativa e turistica eno-gastronomica, sono elementi da sostenere e promuovere, anche con la creazione di aree protette nonché di percorsi ed infrastrutture per la loro fruizione. A tal fine, e per favorire lo sviluppo turistico, si ritiene perseguibile l’utilizzo delle aree demaniali a scopi turistici-ricreativi.

Alta e Media Valle del

Reno

RISORSE NATURALI E AMBIENTALI A.2.4.

C'è un'assenso generale. In particolare per il loro territorio pensano occorra puntare su: il sostegno di attività agricole, agrituristiche e forestali e la conversione a colture biologiche con il recupero dei castagneti; la valorizzazione delle aree lungo i corsi d'acqua (rinaturalizzazione delle sponde e delle aree golenali, mantenimento della qualità dell'acqua superficiale, la creazione di corridoi ecologici); il recupero dei siti destinati ad attività estrattive; la sperimentazione di nuove tipologie di attività produttive sostenibili per le aree protette.

Samoggi a

RISORSE NATURALI E AMBIENTALI A.2.4.

In merito agli obiettivi specifici di tutela ed incremento della biodiversità e delle reti ecologiche locali, quale obiettivo comune alle politiche agricole e di tutela ambientale, si richiede una maggiore specificazione delle politiche da promuovere e potenziare. Si suggerisce la creazione di infrastrutture, servizi e strutture ricettive eco-compatibili connesse a tali aree, da realizzarsi con il diretto coinvolgimento della Provincia, anche quale possibile formula di compensazione territoriale.

5 Valli RISORSE NATURALI

E AMBIENTALI A.2.4.

Si lamenta la scarsezza di politiche per la montagna in tema di risorse ambientali. Abbracciando il concetto di tutela attiva, è necessario analizzare meglio il rapporto presenza umana/tutela ambientale, al fine di mettere a punto una sorta Testo Unico con protocolli impegnativi e riferimenti amministrativi certi (SUAP adeguato), che si ispiri ai concetti di semplificazione normativa e burocratica, responsabilità personale, ed incentivo all’associazionismo.

5 Valli RISORSE NATURALI

E AMBIENTALI A.2.4.

In tema di aree protette, la legislazione regionale andrebbe rivista in senso sia semplificante, sia responsablizzante verso il basso, per sviluppare una politica non vincolistica, ma ispirata al principio di "compatibilità sostenibili", che sia anche capace di dare una risposta al problema dell'esaurimanto dei finanziamenti europei nel 2006 e a quello della mancanza di forme di governo agronomico attive per gli spazi naturali.

Reno Galliera

RISORSE NATURALI

E AMBIENTALI A.2.4. Si propone di prendere in considerazione la possibilità che il fiume Reno ed i suoi ambiti di tutela, siano inseriti nel PTCP come

"parco fluviale"

Alta e Media Valle del

Reno

RISORSE NATURALI E AMBIENTALI A.2.4.

Chiedono iniziative per promuovere la progettazione e la gestione dell'ambiente fluviale del Reno e i suoi affluenti. In merito alla definizione delle aree protette chiedono un riesame della legislazione regionale in rapporto alla zonizzazione del territorio e alla sua armonizzazione con le altre leggi regionali.

PROV.

RA

SISTEMA AMBIENTALE

RISORSE NATURALI E AMBIENTALI A.2.4.

Il Parco dei Gessi è un’area di confine, a cavallo fra le due Comunità montane Faentina e Imolese, sicuramente di grande pregio sul piano naturalistico e scientifico. La Provincia di Ravenna insieme alla Comunità Montana Faentina e ai Comuni di Casola Valsenio, Riolo Terme e Brisighella ed agli Enti territoriali della Provincia di Bologna ha messo a punto una proposta di perimetrazione e di zonizzazione quale base su cui richiedere alla Regione di predisporre la Legge di istituzione del nuovo Parco.

Ritenendo che tale parco debba avere carattere interprovinciale, si ritiene particolarmente importante che anche il PTCP della Provincia di Bologna si esprima in tal senso (e quindi con una perimetrazione contigua e possibilmente costruita con criteri omogenei) e che, conseguentemente, si rafforzi l'azione congiunta delle due aree territoriale per stringere le consultazioni e concretizzare questo comune obiettivo.

Terre Pianura

RISORSE NATURALI E AMBIENTALI A.2.4.

E' necessario integrare in modo equilibrato la tutela e la conservazione degli aspetti naturalistici con la promozione economica del territorio agricolo realizzando iniziative che vedano coinvolti i diversi soggetti interessati e che si rivolgano ad un pubblico il più ampio possibile. Su questi temi si è concentrato il lavoro della Associazione in questi ultimi mesi prova ne siano i due progetti, sui quali sono confluiti anche finanziamenti pubblici, “Mercato Fuori Porta” e “ Linee guida per la valorizzazione delle aree di valore naturale ed ambientale del territorio rurale attraverso la mitigazione dell’impatto paesaggistico-ambientale delle strutture di servizio delle attività agricole”.

Imolese RISORSE NATURALI

E AMBIENTALI A.2.4.

Si chiede di recepire la recente progettualità espressa dalle Amministrazioni locali dell’Imolese: 1 progetto di riqualificazione fluviale/ambientale – Val Sellustra, incluso nella lista dei 19 progetti italiani approvati e finanziati per l’anno 2001 dalla

Commissione Europea nell’ambito del Programma Comunitario “life ambiente”; 2 istituzione del Parco territoriale regionale della Vena dei Gessi Romagnoli; 3 realizzazione del Programma speciale d’area “Valle del Sillaro”, già inserito dalla Regione Emilia – Romagna nell’elenco dei “nuovi programmi speciali d’area” ex L.R. 30/96; 4 realizzazione/riqualificazione del Parco Lungofiume (Santerno) e del Parco delle Acque Minerali ubicati in Comune di Imola.

(18)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

Mordan o

RISORSE NATURALI E AMBIENTALI A.2.4.

Si propone di considerare i bacini che permettono l’approvvigionamento idrico per usi nobili e produttivi (province Bo e Ra) come aree ecologicamente attrezzate e che vengano prese in considerazione ipotesi di Compensazione. Si osserva che gli invasi dei bacini idrici, attraverso anche le aree a verde limitrofe insieme ad elemeti naturalistici, se riqualificati e gestiti in modo adeguato, presentano caratteristiche di multifunzionalità sia come dotazioni ecologiche del territorio che come atrrezzature ecologiche degli Ambiti produttivi sovracomunali.

V. Idice RISORSE NATURALI

E AMBIENTALI A.2.4.

I Comuni di San Lazzaro e Castenaso, con Regione e Provincia, hanno già elaborato nel 1999 un “Progetto di tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali lungo l’asta del Torrente Idice”. Tale progetto va recepito tra le politiche da promuovere e da riconfermare come priorità ambientali da parte della Provincia, estendendo la metodologia agli altri tratti fluviali.

Dati tali presupposti si propone la possibilità di variare il disegno del PTPR per gli ambiti di tutela fluviale. (per la definizione dei contenuti della proposta si veda valutazioni del documento originale)

RER RISORSE NATURALI

E AMBIENTALI A.2.4. Si ritiene importante che il PTCP integri le fasce di tutela fluviale del PTPR con tutele del Piano di Bacino del Reno, le zonizzazioni del PTPR con i contenuti del Piano degli spazi naturali, i sistema aree protette e i SIC.

V. Idice RISORSE NATURALI

E AMBIENTALI A.2.4.

Per il sistema del Parco dei Gessi si sottolinea la necessità di prevedere rilevanti interventi di difesa del suolo relativi alla messa in sicurezza della zona dell'ex Cava I.E.C.M.E. Ghelli di Ponticella, delle grotte del Farneto, e della chiesa di Castel de Britti, che richiedono risorse rilevanti coinvolgimenti a più livelli istituzionali (accordi di programma)

Terre Acqua

RISORSE STORICHE E PAESAGGISTICHE

A.2.5.

Condividendo le affermazioni generali del Documento Preliminare finalizzate ad aggiornare e specificare la normativa del Piano Territoriale Paesistico Regionale, si sottolinea che, in seguito alle recenti innovazioni della materia (D.L. 490/99, L.R. 3/99...), il PTCP dovrà anche assumere un notevole rilievo come atto di coordinamento di politiche di tutela e di salvaguardia significative a livello sovracomunale, in modo da fornire ai comuni il necessario sostegno per le proprie funzioni in materia di tutela paesaggistica. Ciò in particolar modo se la Provincia può avvalersi della collaborazione delle Soprintendenze e dell’I.B.C. Si segnalano inoltre i molti problemi irrisolti inerenti la tutela archeologica della struttura centuriata, la tutela paesistica delle zone fluviali, delle sistemazioni agrarie tradizionali e dei territori delle partecipanze.

Alta e Media Valle del

Reno

SISTEMA AMBIENTALE

RISORSE STORICHE E PAESAGGISTICHE

A.2.5.

In accordo con quanto esplicitato nel DP chiedono che venga adottato per il loro territorio un sistema di interventi per promuovere, valorizzare e disciplinare le attività di tutela e recupero del patrimonio storico insediativo dei borghi medievali di alta montagna e di crinale. In relazione alle attività da valorizzare legate al paesaggio propongono il consolidamento dell'offerta turistica fondato su prospettive realistiche di sviluppo locale e sulle potenzialità del territorio. In particolare chiedono sia sostenuta l'attuazione degli interventi previsti da "Museo Aperto" (progetto di valorizzazione di strutture museali e di percorsi storici di interesse culturale, sociale e antropologico).

Sovrinte ndenza per i beni Archeol

ogici

RISORSE STORICHE E PAESAGGISTICHE

A.2.5.

Si sottolineano alcuni aspetti già presenti nelle linee guida per il quadro conoscitivo fornite dall'ente precedentemente, che necessitano di un rafforzamento: 1. tutela archeologica non solo dell'ambito centuriale, ma anche dei suoi confini, 2. possibilità della Sovrintendenza di integrare la normativa per l'individuazione delle cave, 3. approfondire la normativa relativa ai centri storici e puntare in generale sulla ricerca preventiva. Si esprime la necessità di arrivare, nella fase normativa, ad un'omogeneità delle tutele che preveda procedimenti uguali per tutti i comuni della provincia, in attesa che il progetto Cart interessi tutti i comuni della provincia e della regione (è già attivato, peraltro, in alcuni comuni della regione).

RER

RISORSE STORICHE E PAESAGGISTICHE

A.2.5.

Si evidenzia come analisi anche di dettaglio (centuriazione, viabilità sistema insediativo storico) non si concretizzino con obietivi e proposte a scala provinciale; si sottolinea la necessità di evidenziare alcune esigenze locali, come il riconoscimento di stati di fatto e la risoluzione delle aree studio e il ruolo e le potenzialità connesse con l'identificazione delle Unità di Paesaggio di rango provinciale. Non va trascurata la coesione zonale e coerenza normativa con gli ambiti individuati nei PTCP delle Province limitrofe.

Riferimenti

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