Reazioni delle principali borse mondiali alla pandemia da SARS-CoV-2
2. Analisi dell’andamento trimestrale degli indici di borsa
2.1 Entità dello shock pandemico sulle principali borse europee
Per valutare l’entità dello shock causato dalla pandemia sui principali indici di borsistici si parte con l’analisi degli indici di borsa aggregati per trimestre perché, come si vedrà,
90 l’impatto grafico è molto più indicativo soprattutto collocando una forte reazione globale all’inizio di marzo del 2020.
Infatti, in tutta l’Europa continentale, in Russia e negli Stati Uniti si iniziano, proprio a marzo del 2020, ad imporre le prime limitazioni alla libera circolazione e ad attività non essenziali, ma soprattutto a prendere coscienza della gravità della situazione sanitaria. Questa consapevolezza si diffonde tra gli investitori di tutto il mondo e l’effetto è palese.
Nei grafici rappresentati in figura dalla numero 24 alla numero Y si nota un crollo davvero verticale in corrispondenza del secondo trimestre del 2020 che riporta la differenza, su scala logaritmica, degli indici di borsa da gennaio 2020 ad aprile 2020, quando ormai gli indici borsistici erano già fortemente depressi.
Partendo con l’analisi delle principali borse europee si nota come le reazioni siano assolutamente sincrone e concentrate sul secondo trimestre del 2020. Inoltre, le reazioni sono anche coerenti dal punto di vista della diminuzione percentuale dell’indice di borsa. La reazione più avversa c’è stata sull’indice borsistico spagnolo IBEX 35 che ha visto un crollo delle quotazioni fino al – 38,73% come mostrato nella figura 24. Non per niente, la Spagna
insieme all’Italia è stato il paese più colpito dalla pandemia, almeno agli albori della stessa in seno all’Europa continentale. Si deve anche notare una sostanziale stabilità della borsa spagnola negli anni precedenti alla pandemia (2018 e 2019) che è stata del tutto sconvolta dall’avvento del Covid-19.
Figura 25: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici dell’IBEX 35.
91 Come accennato, anche per la borsa di Milano, in concomitanza dello stesso periodo si registra un calo dell’indice di borsa pari al – 36,51% come mostrato nella figura 25 di seguito. L’Italia è stato in assoluto il primo paese a toccare con mano la vera forza distruttiva
della pandemia. Nella penisola l’epidemia di Covid-19 si è abbattuta come un flagello che sembrava inarrestabile, almeno all’inizio, con dati alla mano. Per questo motivo le misure restrittive adottate sono state tra le più severe sin da subito e questo si è, necessariamente, ripercosso sul mercato borsistico italiano ed europeo in senso più ampio. L’Italia possiede una storia borsistica a breve termine un po’ più volatile rispetto al prospetto dell’IBEX 35, ma comunque il picco negativo raggiunto in corrispondenza dell’avvento della pandemia è uno dei più gravi di tutta la storia del mercato finanziario italiano.
Oltre all’Italia e la Spagna, un altro paese europeo fortemente colpito dal ceppo di SARS-CoV-2 prima e dalle sue varianti poi è il Regno Unito. Nel Regno Unito, inizialmente, soprattutto a causa delle indicazioni del premier britannico la situazione sanitare emergenziale è stata presa con leggerezza. Questo approccio è stato, purtroppo, pagato dai cittadini del Regno Unito nei mesi seguenti a causa di un dilagarsi continua della nuova patologia polmonare causata dal virus. Anche la borsa di Londra ha subito forti contraccolpi come si vede nel grafico in figura 26 a causa della pandemia. Diventa importante rilevare come l’andamento della borsa di Londra abbia subito negli anni precedenti il 2020, alcune influenze causate dalla Brexit e da altri negoziati che però non hanno mai portato l’indice ha
Figura 26: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici del FTSE MIB.
92 perdere più di 33 punti percentuali, come invece accaduto tra il primo e il secondo trimestre del 2020.
Restano da mostrare l’indice borsistico di Parigi (figura 27) e l’indice borsistico di Francoforte (figura 28) come principali indici di borsa dei due paesi europei più estesi e più popolosi che hanno, ovviamente, subito grandi conseguenze a causa della pandemia. Nel
grafico della borsa francese, oltre al picco negativo nell’anno 2019 per i motivi descritti nel
Figura 28: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici del CAC 40.
Figura 27: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici del FTSE 100.
93 capitolo precedente che hanno interessato tutta la zona Euro, si nota un andamento stabile della borsa che subisce una forte caduta verso il basso verso marzo/aprile 2020 con un crollo del 36,18%. Un discorso analogo può essere fatto per la borsa di Francoforte che però cala del 33,82%.
Infine, può risultare interessante valutare il mercato finanziario di tutta l’Unione Europea basandosi sull’Euro Stoxx 50 che subisce un crollo, parimenti rispetto ai paesi analizzati fin qui, del 34,73% come mostrato in figura 29.
Figura 30: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici dell’EURO STOXX 50.
Figura 29: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici del DAX 30.
94 Valutando il complesso aggregato delle principali borse europee si può valutare come, escludendo la Spagna come paese meno sviluppato dal punto di vista finanziario, tutti gli altri paesi abbiano subito un crollo in borsa dovuto alle prime fasi della pandemia che oscilla tra il 33,23% della borsa di Londra e il 36,51% della borsa di Milano, con un’escursione minima del 3%. Si può parlare di una sostanziale correlazione tra tutti i paesi europei fin qui citati, ben rappresentati in media dall’indice di borsa europeo. In particolare, il paese che ha reagito in modo più marcato all’avvento della pandemia è al Spagna e quelli che hanno reagito, in senso opposto, in modo meno marcato sono la Germania e il Regno Unito.
Tuttavia, la reazione è stata univoca e sostanzialmente coerente tra i vari paesi senza crolli fuori misura, in ritardo o segnata da eventuali anomalie che non rispecchierebbero la simmetria di mercati finanziari fortemente interconnessi come quelli dei principali paesi europei.