Reazioni delle principali borse mondiali alla pandemia da SARS-CoV-2
2. Analisi dell’andamento trimestrale degli indici di borsa
2.2 Entità dello shock pandemico sulle principali borse extra europee
94 Valutando il complesso aggregato delle principali borse europee si può valutare come, escludendo la Spagna come paese meno sviluppato dal punto di vista finanziario, tutti gli altri paesi abbiano subito un crollo in borsa dovuto alle prime fasi della pandemia che oscilla tra il 33,23% della borsa di Londra e il 36,51% della borsa di Milano, con un’escursione minima del 3%. Si può parlare di una sostanziale correlazione tra tutti i paesi europei fin qui citati, ben rappresentati in media dall’indice di borsa europeo. In particolare, il paese che ha reagito in modo più marcato all’avvento della pandemia è al Spagna e quelli che hanno reagito, in senso opposto, in modo meno marcato sono la Germania e il Regno Unito.
Tuttavia, la reazione è stata univoca e sostanzialmente coerente tra i vari paesi senza crolli fuori misura, in ritardo o segnata da eventuali anomalie che non rispecchierebbero la simmetria di mercati finanziari fortemente interconnessi come quelli dei principali paesi europei.
95 colpito dalla pandemia, ma uno dei paesi il cui mercato finanziario è stato meno inficiato da questa situazione. La resistenza del mercato finanziario non si deve ad una solidità strutturale dello stesso, bensì ad una gestione non del tutto limpida delle informazioni e molto stringente sulle libertà personali da parte del governo cinese.
Figura 31: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici dell’SSE Composite.
Figura 32: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici dell'HSI.
96 L’analisi della principale borsa statunitense è invece importante perché gli Stati Uniti si collocano nella sfera dei paesi occidentali sviluppati, con una gestione della pandemia trasparente dal punto di vista informativo e con un mercato finanziario molto ampio.
Valutando il grafico dei rendimenti logaritmici trimestrali si nota l’instabilità generata ad inizio 2019 da relazioni e vicende internazionali e poi il crollo molto marcato a cavallo tra marzo e aprilo del 2020 (vedi figura 32). Si può dire che il crollo è stato più contenuto
rispetto a quello visto per i paesi europei tutti, ma gli Stati Uniti hanno avuto conseguenze ritardate rispetto al vecchio continente. In ogni caso nei periodi successivi la fiducia degli investitori nella borsa di New York è costante intorno al + 8% e migliore rispetto a quella riservata ai mercati europei.
Oltre a Cina e Stati Uniti, si è voluto includere nell’analisi anche un gruppo di paesi in via di sviluppo, quindi con mercati finanziari anch’essi in via di sviluppo, fortemente colpiti dalla pandemia come Brasile, India e Russia.
La Russia in realtà possiede forti legami col vecchio continente, tuttavia, il suo mercato borsistico è relativamente nuovo nel suo assetto attuale (nato nel 2011) ed è comunque poco sviluppato. La Russia è stata fortemente colpita dalla pandemia e la borsa di Mosca ne ha risentito, come mostrato nella figura 33, dopo un periodo di crescita della borsa abbastanza sostenuta. Per la Russia vale lo stesso discorso fatto per gli Stati Uniti: la borsa di Mosca ha risentito della situazione sanitaria fortemente emergenziale in Europa, senza però subire da
Figura 33: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici dello S&P 500.
97 vicino e in modo contemporaneo le stesse conseguenze. Per questo motivo i crolli di borsa del secondo trimestre del 2020 per gli Stati Uniti e la Russia sono più contenuti.
Oltre alla Russia, è molto interessante soffermarsi ad analizzare l’andamento della borsa brasiliana. Il Brasile è un paese che possiede un’economia in rapidissima crescita sostenuta da forti investimenti internazionali. Questa crescita persiste anche nei primi anni in esame, a partire dal 2015, in cui il rendimento logaritmico è quasi sempre positivo. In questo panorama per l’indice BOVESPA il contraccolpo subito in concomitanza della crisi pandemica è il più marcato in assoluto rispetto a tutti gli altri indici di borsa considerati.
Infatti, la borsa brasiliana all’inizio del secondo trimestre del 2020 tocca un picco negativo pari a – 51,33%, dimezzando la capitalizzazione totale di borsa. L’andamento del grafico in figura 34 è eloquente a questo proposito e dimostra anche la forza di ripartire della borsa brasiliana nei trimestri successivi. Questo comportamento degli investitori può essere spiegato facendo riferimento ad una fiducia di base nell’espansione e nella crescita dell’economia e del mercato finanziario brasiliani che però, essendo in via di sviluppo, è il primo ad essere abbandonato in condizioni di forte incertezza come quella causate dal diffondersi del Covid-19.
Infine, in riferimento al principale indice borsistico indiano si possono fare riflessioni simili a quelle fatte per il Brasile. Infatti, anche l’economia e il mercato finanziario indiano sono in fortissima espansione. In particolare, dalla figura 35 si nota come negli anni dal 2015 al 2010 i rendimenti logaritmici siano quasi sempre positivi e quindi confermino la crescita.
Inoltre, per gli stessi motivi visti per il Brasile, l’indice BSE Sensex ha subito un forte
Figura 34: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici del MOEX.
98 contraccolpo durante i primi mesi del 2020, nonostante le conseguenze sanitarie si siano fatte vivide a posteriori. Infine, va sottolineata, anche in questo caso la forte capacità del principale indice borsistico indiano che è in forte ripresa nonostante ancora oggi l’India conti milioni di nuovi contagi e decessi ogni giorno, la campagna vaccinale sia ad uno stadio molto arretrato e l’epidemia sia ancora sostanzialmente fuori controllo. I grafici delle quotazioni
Figura 36: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici del BOVESPA.
Figura 35: andamento trimestrale dei rendimenti logaritmici del BSE Sensex.
99 delle principali borse di India e Brasile confermano la potenza finanziaria di questi nuovi paesi emergenti ed in via di sviluppo.