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Jared Diamond e James A. Robinson

E S P E R I M E N T I N A T U R A L I D I S T O R I A

ed. orig. 2010, trad. dall'inglese di Libero Sosio,

prefaz. di Telmo Pievani, pp. 288, €27, Codice, Torino 2011

Lucio Russo ed Emanuela Santoni

I N G E G N I M I N U T I UNA STORIA DELLA SCIENZA

IN ITALIA

pp. 509, €30, Feltrinelli, Milano 2010

I

tentativi di introdurre criteri

di misura in campo storico e sociologico raramente hanno of-ferto risultati attendibili; anzi, sovente è stata dimostrata più l'intenzione dei misuratori di giustificare lo status quo che la sostanza delle grandezze misura-te. Nemmeno dovrebbero darsi evidenze aggiuntive per dire che le condizioni di schiavitù mina-no lo sviluppo delle popolazioni, come vorrebbe dimostrare

Inca-tenati al passato, un capitolo del

volume di Jared Diamond e Ja-mes A. Robinson. Viviamo però il tempo delle quantità: vige l'amministrazione, la contabilità è diffusa in campo ambientale e sanitario, le qualità sfuggono an-che perché prive di unità con-tanti. E perciò suggestiva la let-tura di Esperimenti nalet-turali di

storia, un'antologia che propone

la quantificazione delle vicende del passato affermando che con-trolli e verifiche sperimentali so-no utilizzabili anche in campo storico. E un'ipotesi che il biolo-go evoluzionista Jared Diamond aveva tracciato già nelle conclu-sioni di Armi, acciaio e malattie (Einaudi, 1998), un excursus sui fattori del predominio tecnolo-gico che gli valse il premio Pulit-zer. "Faremo un grande regalo alla nostra società se capiremo cosa ha plasmato il mondo

mo-derno, e cosa potrebbe plasmare il futuro", scriveva Diamond che, dopo aver descritto in

Col-lasso (Einaudi, 2006) come

falli-scono le civiltà, torna sulle con-siderazioni quantitative assieme a James Robinson, docente di economia politica a Cambridge. Nelle scienze sociali i dubbi interpretativi non si risolvono con esperimenti di laboratorio. Occorre usare altri metodi per descrivere e spiegare il mondo. Un approccio proficuo è l'uso di esperimenti comparativi: l'iden-tificazione degli effetti dovuti a perturbazioni su un sistema so-ciale, svolta attraverso il con-fronto di eventi verificatisi in condizioni e caratteristiche spe-cifiche. Gli studi storici non so-no scienza, spiega Diamond, ma considerarli frutto dell'impreci-sione è una sottovalutazione grossolana. L'epidemiologia in campo medico e la contabilità ambientale in campo ecologico hanno già messo a punto proce-dure per sondare problemi simi-li a quelsimi-li della storia. Le vicende di un singolo paese non risulta-no ben comprensibili se analiz-zate senza termini di confronto; invece, accostando situazioni analoghe, divergenti solo per al-cuni aspetti geografici, politici o religiosi, è possibile

apprezzare le differen-ze e identificare gli svi-luppi in relazione a condizioni preesistenti diverse o equivalenti. Aggiungendo differen-za a differendifferen-za, si può costruire un modello che correla alle varia-bili misurate le conse-guenze sul piano stori-co e sociale.

L'antolo-gia raccoglie sette esempi com-parativi che confrontano, per esempio, la povertà di Haiti e la prosperità della Repubblica Do-minicana (entrambe sull'isola di Hispaniola), le decine di comu-nità polinesiane distribuite nelle isole del Pacifico, la funzione delle banche per lo sviluppo economico o il ruolo svolto in India dal concetto di bene

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blico. Un capitolo valuta il lasci-to dell'invasione napoleonica in Germania. L'imperatore corso è stato a lungo considerato un mo-dernizzatore e quest'idea pare confermata dal fatto che le re-gioni tedesche invase dai france-si france-si svilupparono più rapida-mente. Napoleone occupò forse le zone più ricche, oppure furo-no le sue riforme - il codice civi-le, l'abolizione della servitù della gleba e delle corporazioni reli-giose e professionali - a permet-tere uno sviluppo economico più rapido. Robinson e Dia-mond incoraggiano ad analizza-re altri territori spiegando che le cause dell'ineguale distribuzione di ricchezza si possono studiare a partire dalla storia del territo-rio tedesco dove il confronto fra aree invase e no è facilitata dalla riduzione dei fattori di disturbo in regioni culturalmente e geo-graficamente simili. Esperimenti

naturali di storia è anche un

mo-do di divulgare questi studi, non popolari ma di interesse genera-le. La robustezza di alcuni espe-rimenti è debole, perché le so-cietà considerate occupano aree ridotte con risorse limitate, ma valutarne i successi o i fallimenti è comunque un buon esercizio critico.

Lo studio degli avvenimenti a lungo termine andrebbe applica-to con cura al nostro paese, che pone problemi peculiari a chi tenti di comprenderne le causali-tà storiche. I fenomeni che rego-lano la storia italiana sono com-plessi; non essendovi quasi nes-suna grandezza geo-grafica o sociale co-stante, gli esperimenti controllati dalle Alpi al Mediterraneo sono quasi impossibili. Emanuela Santoni e Lucio Russo in Ingegni

minuti non usano

l'a-nalisi comparativa, ma offrono informazioni sulle correlazioni fra periodi diversi per la storia della scienza in Italia. Al di là della falsa dicotomia fra cultu-re ("ingegni minuti" sono, se-condo Benedetto Croce, gli scienziati che si perdono nelle verità strumentali, contrapposti all'ingegno universale della filo-sofia), il libro mostra quanto sia sottostimato il contribuito della scienza nella storia italiana. Il pregiudizio pro-umanista

condu-a l f condu-a f i e t condu-a 2 ^

UMBERTO Eco, G.B, ZOR/OU, CARIO FORMANTI, RENATO NICOUM, GIUSEPPE MON TESANO

MI: ANO-NAPOU, ANNO U N O

ENRICO DONA: IMO, STEFANO ROOORA. CAROTA BARBERO, MASSIMO toc MARMMO CAKÌ orto, DANIEIA TACUAHCO, ANURIA BOSGHINI

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