• Non ci sono risultati.

Epidemiologia e caratteristiche cliniche

Capitolo 3: Ruolo del microbiota intestinale nel mantenimento dell’omeostasi nel SNC

4.1. Malattia di Parkinson (MP)

4.1.1. Epidemiologia e caratteristiche cliniche

La malattia è presente in tutto il mondo ed in tutti i gruppi etnici. Si riscontra in entrambi i sessi, con una lieve prevalenza, forse, in quello maschile (60% vs 40%) [114].

Si stima che circa il 5% di tutti i malati di Parkinson abbia un’età inferiore ai 50 anni mentre circa il 70% abbia un’età superiore ai 65 anni (età media di esordio intorno ai 58-60 anni). Si prevede che entro il 2030 il numero dei casi sarà raddoppiato a causa del crescente invecchiamento della popolazione generale [115]. Da un’analisi della letteratura emerge che questa patologia si manifesta con

svariati sintomi che possono essere motori o non motori e che possono portare a varie problematiche che si riflettono nella vita quotidiana. Quantitativamente il numero dei sintomi è molto elevato e tale dato comporta l'interrogativo se nel soggetto affetto dalla malattia di Parkinson si presenteranno tutti i sintomi indicati dalla letteratura. Inoltre in molti studi scientifici si nota che, data la complessità della patologia, è difficile tener conto di tutti i segni e sentori soggettivi.

La MP preclinica può essere definita come uno stato che precede l'insorgenza delle caratteristiche motorie della MP, sebbene possano essere presenti alcune caratteristiche non motorie o esserci anomalie subcliniche che possono essere rilevate solo dal neuroimaging o dai risultati di test biologici o fisiologici. Studi clinicopatologici hanno suggerito che il periodo preclinico della malattia di Parkinson ha una durata relativamente breve, di soli 4-7 anni. Ciò è supportato anche da vari studi di imaging che indicano un tasso annuale di riduzione dal 4% al 13% dell'assorbimento striatale dell'attività della Fluorodopa F 18 o nel legame con il trasportatore DA (DAT) nei pazienti con MP rispetto alla riduzione annuale dallo 0% al 2,5% in soggetti di controllo sani. Altri studi, tuttavia, inclusi i dati basati sull'insorgenza della MP nei gemelli monozigoti, hanno suggerito una latenza molto più lunga. E’stato proposto che, almeno in alcuni casi, il periodo preclinico potrebbe risalire anche al periodo prenatale o perinatale.

I biomarcatori sono strumenti che aiutano a rilevare e diagnosticare la malattia, tracciare la progressione e aiutare a identificare gli obiettivi terapeutici. Lo sviluppo

46

di marker altamente affidabili e sensibili di MP preclinica o MP precoce è una priorità di ricerca elevata per i seguenti motivi:

(1) Consentire il rilevamento di individui a rischio prima dello sviluppo dei sintomi classici, una fase in cui si prevede che le terapie neuroprotettive hanno il loro impatto maggiore;

(2) aiutare a discriminare la malattia di Parkinson da altre cause di parkinsonismo; (3) accelerare la ricerca sull'eziopatogenesi e sulle terapie mirate alla patogenesi della MP.

I principali sintomi motori della malattia di Parkinson sono il tremore a riposo, la rigidità, la bradicinesia (lentezza dei movimenti automatici) e, in una fase più avanzata, l'instabilità posturale (perdita di equilibrio); questi sintomi si presentano in modo asimmetrico (un lato del corpo è più interessato dell'altro).

Il tremore non è presente in tutti i pazienti. All'esordio della malattia, spesso i sintomi non vengono riconosciuti immediatamente, perché si manifestano in modo subdolo e incostante e la progressione della malattia è tipicamente lenta. Talvolta sono i familiari o i conoscenti che si accorgono per primi che "qualcosa non va" ed incoraggiano il paziente a rivolgersi al medico [116].

Sebbene un legame tra tremore essenziale e MP sia stato discusso a lungo, recenti studi neuropatologici forniscono un ulteriore supporto per l'associazione dei 2 disturbi. Inoltre, studi epidemiologici clinici hanno indicato che una percentuale più alta del previsto di pazienti con tremore essenziale ha MP coesistente; i pazienti con MP hanno spesso tremori essenziali preesistenti, anche fin dall'infanzia; e c'è un'alta prevalenza di tremore essenziale tra i loro parenti di primo grado.

Tornando ai sintomi motori principali, ricordiamo:

 Tremore a riposo: la maggior parte dei pazienti (ma non tutti) presenta un tremore che si nota quando la persona è a riposo (non compie movimenti).

47

Il tremore spesso interessa una mano, ma può interessare anche i piedi o la mandibola; in genere è più evidente su un lato. Si manifesta a riposo e si presenta come un'oscillazione con cinque-sei movimenti al secondo. Un altro tipo di tremore riferito di frequente anche nelle fasi iniziali di malattia è il "tremore interno"; questa sensazione è avvertita dal paziente ma non è visibile.

 Rigidità: è un aumento involontario del tono dei muscoli. La rigidità può essere il primo sintomo della malattia di Parkinson, spesso esordisce da un lato del corpo, ma molti pazienti non l'avvertono, mentre riferiscono una sensazione mal definita di disagio. Può manifestarsi agli arti, al collo ed al tronco.

 Lentezza dei movimenti (bradicinesia ed acinesia): la bradicinesia è un rallentamento nell'esecuzione dei movimenti e dei gesti, mentre l'acinesia è una difficoltà ad iniziare i movimenti spontanei. Gran parte dei pazienti è consapevole della bradicinesia, che viene riferita come sintomo fastidioso, in quanto rende molto lenti anche i movimenti più semplici.

 Disturbo dell'equilibrio: si presenta più tardivamente nel corso della malattia ed è un sintomo che coinvolge "l'asse del corpo"; è dovuto a una riduzione dei riflessi di raddrizzamento, per cui il soggetto non è in grado di correggere spontaneamente eventuali squilibri.

Nella malattia di Parkinson si possono presentare anche fenomeni non motori, che possono esordire molti anni prima della comparsa dei sintomi motori. Si

evidenziano più spesso nelle fasi iniziali della malattia e con frequenza massima in quelle più avanzate. I sintomi non motori più frequentemente osservati sono: i disturbi vegetativi (alterazione delle funzioni dei visceri), dell'olfatto, del sonno, dell'umore e della cognitività, la fatica e i dolori.

I disturbi vegetativi includono:  Stipsi

 Disturbi urinari  Disfunzioni sessuali

48

 Disturbi della pressione arteriosa  Problemi cutanei e Sudorazione  Disturbi dell'olfatto

La perdita olfattiva (iposmia o anosmia) si verifica fino al 90% dei pazienti con malattia di Parkinson e comporta diversi disturbi nella rilevazione e nell'identificazione degli odori. Negli studi prospettici basati sulla popolazione è stata anche trovata un'associazione tra olfatto compromesso e il futuro sviluppo della MP. Inoltre, i risultati delle misure di distinzione degli odori sono stati correlati alla gravità della malattia, indicando eventualmente che almeno alcuni aspetti della disfunzione olfattiva nella MP possono essere secondari ai processi degenerativi in corso nella MP. Questi e altri studi supportano che la disfunzione olfattiva è un segno molto precoce di malattia idiopatica. Questi risultati suggeriscono che la perdita olfattiva può precedere lo sviluppo della MP clinica da 2 a 7 anni. Il meccanismo della perdita olfattiva nella MP non è ben compreso, ma sembra essere di origine centrale piuttosto che causa di un danno all'epitelio olfattivo.

 Disturbi del sonno (Insonnia, Eccessiva sonnolenza diurna, Disturbo comportamentale nella fase del sonno (REM)).

Molti studi hanno scoperto che i pazienti con MP hanno una varietà di disturbi del sonno, incluso il disturbo comportamentale del movimento rapido degli occhi (RBD), che precede l'insorgenza dei sintomi motori di molti anni o addirittura decenni. In un follow-up clinico a lungo termine di 93 pazienti con RBD, 14 hanno sviluppato parkinsonismo, 7 hanno soddisfatto i criteri clinici per la demenza del corpo di Lewy (LB), 4 hanno incontrato i criteri clinici per la malattia di Alzheimer e 1 ha sviluppato un'atrofia multisistemica. I pazienti con RBD hanno significativamente meno probabilità di avere una forma di MP con tremore dominante ma una più alta frequenza di deficit cognitivo e sono meno sensibili ai farmaci. Inoltre, oltre alla compromissione motoria, è stato riscontrato che i pazienti con RBD hanno un'alta incidenza di alterata distinzione del colore, disfunzione olfattiva e disautonomia.

49

 Sindrome delle gambe senza riposo (restless legs sindrome, RLS)  Disturbi dell'umore: depressione

 Disturbi d'ansia  Apatia

 Disturbi comportamentali ossessivi compulsivi  Disturbi cognitivi

Documenti correlati