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Cos’è il design? Il termine «design», diffuso in Italia dalla metà del secolo scorso, è un’abbreviazione dell’espressione inglese industrial design «disegno industriale» che si riferisce alla progettazione di oggetti producibili industrialmente, in serie (oggetti d’uso, mobili e complementi d’arredo, come lampade, elettrodomestici, utensili, mezzi di trasporto e così via). Tale progettazione appare incentrata sulla ricerca di una perfetta simbiosi tra forma e funzione, ossia di un’integrazione il più possibile efficace e armonica tra aspetti tecnologico-funzionali e qualità estetico-formali.200

Al fine di raggiungere una simbosi tra forma e funzione, il designer può scegliere di nascondere la struttura dell’oggetto o del mobile (come meccanismi e ingranaggi), o può concentrarsi verso la ricerca di funzioni e processi produttivi innovativi, o può, infine, concentrarsi sul lato puramente estetico e visivo con uno studio sui colori e le texture dei materiali. Un perfetto rapporto tra forma e funzione è dato dall’equilibrio tra le due sfere. Nella seconda metà del Novecento, si sviluppò,

inoltre, crescente attenzione all’ergonomia.201

La storia del design ha origine intorno al XIX secolo, con l’avvento dell’industrializzazione, quando i prodotti erano seriali e la connotazione estetica veniva tralasciata. Il design industriale nasce dall’esigenza di dare dignità ai prodotti fabbricati in serie, migliorandone l’aspetto estetico. Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, diverse scuole di pensiero e svariate correnti artistiche concentrarono l’attenzione proprio su questo punto. Particolarmente significativi furono il Movimento Arts and Crafts, in Gran Bretagna e la scuola Bauhaus, in Germania. Il primo è caratterizzato dal rifiuto delle tecnologie e dell’industria a favore dell’artigianato, come vera e propria arte applicata dedita

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Eugenio TORNAGHI, La forza dell’immagine e Il linguaggio dell’arte., Loescher Editore, 2010

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“Ergonomia: Disciplina scientifica che si occupa dei problemi relativi al lavoro umano e che, assommando, elaborando e integrando le ricerche e le soluzioni offerte da varie discipline (medicina generale, medicina del lavoro, fisiologia, psicologia, sociologia, fisica, tecnologia), tende a realizzare un adattamento ottimale del sistema uomo-macchina-ambiente di lavoro alle capacità e ai limiti psico-fisiologici dell’uomo. ” www.treccani.it

Figura 120. Libreria disegnata da Ettore Sottsass e prodotta dal Gruppo Memphis,

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alla ricerca del piacere estetico. Il secondo, ovvero la scuola Bauhaus, fu il punto di origine della nascita del concetto di “prodotto di design” che conosciamo oggi. Il Bauhaus, si pose, infatti, l’obiettivo di superare la distinzione tra arte, artigianato e produzione industriale, per creare un concetto univoco. I designer di questa corrente, idearono, dunque, oggetti di qualità, prodotti in serie, dotati non solo di grande rilveanza dal punto di vista estetico e artistico, ma anche di funzionalità e tecnologia. Si presentava una nuova concezione del mobile e dell’oggetto, la cui bellezza non derivava più dalle costose decorazioni artigianali, ma da una purezza di forme industriali legata all’efficienza e alla funzionalità.

Al termine della Seconda Guerra Mondiale, si formò, sempre in Germania, la Scuola tecnica di Ulm, diretta dal designer Max Bill, formatosi alla scuola Bauhaus. Le teorie sulla produzione industriale, sostenute dalla scuola Ulm, portarono alla definizione di un linguaggio detto “buona forma”, basato sulla ricerca della praticità, della semplicità e dell’economicità. Queste teorie gettarono le basi del Funzionalismo.202

Secondo la teoria funzionalista le funzioni dell’oggetto devono essere immediatamente evidenti e tradotte in forme caratterizzate da un elevato livello di ordine geometrico, nel rispetto del principio irrinunciabile della «forma che segue la funzione»: tutto ciò che può essere considerato superfluo o inutile rispetto alla pura funzione va eliminato.

È difficile definire con precisione le diverse correnti e i diversi elementi stilistici che caratterizzarono e caratterizzano il design e gli stili dei mobili a partire dal 1950 in avanti. Si parla, generalmente, di design Postmoderno, ma, a differenza delle correnti stilistiche descritte

202 “Funzionalismo:

In architettura, tendenza, propria del razionalismo, a dedurre i valori formali dalla soluzione dei problemi tecnici inerenti alla funzione degli edifici e delle loro strutture; può quindi considerarsi come l’aspetto più specificamente tecnico e formale del razionalismo architettonico, il cui assunto teorico, di più ampia portata, abbraccia questioni economiche e sociali.” www.treccani.it

Figura 121. Sgabello Mezzadro disegnato da Achille Castiglioni, 1957.

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nei capitoli precedenti, la storia design è ancora più strettamente legata al contesto storico, culturale, sociale di appartenenza e dunque al pensiero dei progettisti e delle diverse scuole.

In Italia, a partire dal secondo dopoguerra, assunsero un ruolo di guida a livello internazionale nell’ambito della progettazione del design, architetti come: i fratelli Castiglioni, Joe Colombo, Vico Magistretti, Carlo Scarpa, Carlo Mollino, Gaetano Pesce, Bruno Munari, Ettore Sottsass.203

Il postmoderno non si configura come uno stile e forse neppure come un movimento – visto che in questo contesto si sono riconosciute o sono state inserite figure molto diverse tra loro, fra cui anche alcuni dei padri del funzionalismo come Le Corbusier delle ultime opere o Philips Johnson, allievo e collaboratore di Mies – ma è piuttosto una condizione esistenziale che influenza il processo progettuale destrutturalizzandolo: insofferenza verso le regole codificate, manierismo linguistico ed estrema libertà compositiva, indifferenza tra cultura “alta” e “bassa”, fortissima connotazione comunicativa che trasforma spesso gli edifici, gli interni domestici e i mobili in veri e propri “segnali” da interpretare. Assai vasta è la schiera dei progettisti che possono essere definiti postmoderni, tra questi citiamo gli americani Charles Moore, Paul Rudolph, Robert Venturi, il gruppo die “five architects” composto da Peter Eisenman, Michael Graves, Charles Gwathmey, John Hejduk e Richard Meier; gli italiani Paolo Portoghesi, Aldo Rossi, Ettore Sottsass e il gruppo Memphis, Piero Sartogo. […]

Figura 122. Tavolo con ruote disegnato Figura 123. Pouf Pratone di Gufram. dall’architetto Gae Aulenti, 1980.

Il carattere specifico di questo cinquantennio è il consumismo. Il cambiamento del gusto e il succedersi delle mode, un tempo coincidenti con la durata materiale degli oggetti, oggi non è più sincronico, infatti, il consumo dell’immagine, ritenuta molto più importante della funzione espressa dall’oggetto, è paradossalmente molto più rapido di quello materiale. Il tempo di permanenza di un mobile sul mercato è ormai ridottissimo, visto che ogni uno o due anni le manifestazioni fieristiche204 specializzate, veri e propri santuari del gusto presentano nuovi modelli, sanciscono le tendenze in atto e acclamano le nuove mode. Il frenetico ricorso alle novità

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Silvia Giacomoni, Attilio Marcolli, Designer italiani, Milano, Idea Libri, 1988.

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costringe spesso i designer a guardare al passato, come sta avvenendo in questi ultimi due decenni, per riproporre, rivedute e corrette, forme storiche che, tra l’altro, presentano il vantaggio di essere forme nuove mal al tempo stesso familiari, già impresse nel codice genetico di ognuno, e dunque facilmente comprensibili.

Se nella prima metà di questo secolo si poteva ancora credere, e forse con qualche ragione, alla funzione correttiva che l’industrial design averebbe potuto esprimere nei confornti dell’industria e del mercato, da tempo appare chiaro che ciò non è possibile; innanzitutto per il relativo controllo che il designer esercita sugli oggetti che progetta, la cui esistenza è spesso determinata, prima ancora che dalla necessità, dal mercato, e poi per il veloce rincorrersi delle tendenze e delle mode che può condizionare la forma degli oggetti. Ciò non implica, necessariamente, un giudizio negativo, visto che i condizionamenti sono impliciti in ogni attività umana. Conclusasi l’epoca dei grandi maestri, esaurita, per il momento, la vena creativa che ha contraddistinto alcune epoche precedenti, oggi, è il tempo del grande professionismo, della soluzione tecnologica piuttosto che formale.205

Figura 124. Tavolo Cappellini.

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10.1. Esempi di mobili di design contemporaneo

Figura 125. Lampada Arco, disegnata da Achille Castiglioni.

Figura 126. Pouf Up disegnato da Gaetano Pesce per B&B Italia.

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