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3. Il secondo Settecento 1760-1800

3.5. Il Neoclassico in Inghilterra

3.5.1. Stile Primo Giorgio III

Giorgio III salì al trono nel 1760. In quegli anni, la produzione dei mobili in Inghilterra raggiunse l’apice del suo sviluppo. Lo stile di questo periodo è il Neoclassico, introdotto in Inghilterra dall’architetto scozzese Robert Adam, ma commercializzato dagli ebanisti George Hepplewhite, Thomas Chippendale e Thomas Sheraton e dalle loro pubblicazioni sul “Cabinet-Maker and Upholsterer’s Drawing Book”80

, un manuale tecnico che ebbe un ruolo di primo piano nella diffusione del gusto neoclassico inglese.

Poco dopo la prima metà del secolo, il Rococò perse il favore del pubblico e i tipici motivi decorativi, come le foglie e le volute, passarono di moda. Il cambiamento principale fu il passaggio a disegni simmetrici e lineari, con decorazioni ispirate alla classicità, quali urne, rosette, ghirlande e campanule, ma anche vasi, greche, corone di alloro, palmette, sfingi e motivi a guilloché81. Dal punto di vista decorativo, vi furono molti cambiamenti: i motivi intagliati, a rilievo, tipici del Rococò, si fecero sempre meno evidenti, mentre l’uso dell’impiallacciatura e la finitura dipinta divennero sempre più in voga.

I modelli di mobili più richiesti furono cassapanche e armadi, con cassettoni di mogano e decorazioni a intaglio. Tavoli da pranzo di notevoli dimensioni iniziarono a essere fabbricati dal 1770 in poi; quelli più formali avevano profili arrotondati, con pannelli centrali e gambe a cancello82. Tra questi c’era il modello Pembroke, facile da spostare perché dotato di rotelle.

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Thomas Sheraton, The cabinet-maker and upholsterer's drawing book, Londra, 1791

81

Judith MILLER, op. cit., p. 149

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Su ogni lato del piano aveva due ali ribaltabili, e un cassetto nella fascia. Questi tavoli erano ornati da eleganti motivi intarsiati che si potevano vedere completi solo quando aperti.

Le sedie avevano sempre più spesso sedute e schienali imbottiti ovali piuttosto che quadrati, e gambe a sezione quadrata, rastremate, con piedi a vanga, oppure gambe a colonna scanalate. La sedia con schienale a scudo fu uno dei cinque modelli proposti da George Hepplewhite, che comprendeva anche l’ovale, il cuore, la lira e la ruota. A forma di scudo, lo schienale di questa sedia era traforato e decorato con tipici motivi neoclassici, come spighe di grano e fiordalisi.83

3.5.2. Stile Tardo Giorgio III

Intorno al 1770, nella seconda parte del regno di Giorgio III, si assistette a un’evoluzione stilistica e un più radicale passaggio dallo stile Rococò a quello Neoclassico. Nonostante quest’ultimo avesse ottenuto una buona risposta dal mercato inglese, il gusto e i canoni tipici del Rococò non erano ancora stati del tutto abbandonati. Nei mobili del primo periodo Georgiano si ritrovano quindi spesso elementi caratteristici di entrambi gli stili, mentre in quelli del tardo periodo Georgiano, si riconosce uno stile più vicino a ai canoni del Neoclassico. La laccatura cinese continuò ad essere una tipologia di decorazione diffusa per i mobili importanti, adatta a forme lineari e tipicamente neoclassiche. I motivi classici spesso sottolineavano la funzione del mobile: per esempio, i trofei musicali e le figure di suonatori decoravano gli arredi delle sale destinate alla musica.

Tipici di questo stile sono i mobili di Lancaster Gillows84. Il laboratorio di Gillows fu fondato intorno al 1730 in Inghilterra; Gillows disegnò e realizzò molti mobili per l’aristocrazia e l’alta borghesia. Le sue opere si caratterizzavano da un disegno neoclassico, privo di decorazioni, e dall’uso di legni quali mogano e satinwood, dei quali venivano sfruttate le venature. Dopo il 1770 i mobili di Gillows assunsero un’austerità che rifletteva l’architettura contemporanea85

. Al contrario dei celebri ebanisti di quest’epoca, la ditta Gillows scelse di non pubblicare le sue opere e i suoi disegni, per lasciarne l’esclusiva ai propri clienti.

83 Ibidem.

84 Roberto C

ACCIA, op. cit., p. 106

85

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3.5.3. Stile Adam

L’architetto scozzese Robert Adam, iniziò la sua carriera a Edimburgo con il padre William, architetto neoclassico. Egli trascorse cinque anni in Italia, e al suo ritorno aprì uno studio a Londra. Adam, si occupava principalmente di interni; dopo averli disegnati, li commissionava ai celebri ebanisti londinesi, tra cui Chippendale e Linnell. I suoi interni divennero così noti che per descrivere i suoi modelli si coniò il termine “Stile Adam”86

. Durante il suo viaggio in Italia ebbe modo di studiare e approfondire i motivi dell’antichità romana, tema che influenzò maggiormente la sua opera. Le visite a Ercolano e a Roma lo ispirarono a inserire nella sua opera tripodi, urne, medaglioni ovali, volute di Vitruvio, greche, antemi e molti altri motivi classici. Adam ricorse, nella sua produzione, anche all’utilizzo di motivi rinascimentali, come grottesche, chimere e sfingi.87 Nella sua opera si ritrovano, inoltre, disegni di paesaggi romani ispirati alla produzione dell’amico italiano Giovanni Piranesi. Si può sostenere che, nello stile Adam, si uniscono diverse correnti artistiche, quali lo stile palladiano, lo stile rinascimentale e lo stile neoclassico.

86

Ugo BERGAMASCHI,op. cit., p. 6

87

Judith MILLER, op. cit., p. 153

Figura 42. The marble Hall presso la Kedleston Hall. Progettata e arredata da Robert Adam.

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3.5.4. Stile Neogotico

Lo stile Neogotico o Gothic Revival si diffuse soprattutto nella seconda metà del Settecento e fu principalmente un fenomeno inglese. Lo stile si sviluppò parallelamente al Neoclassico e si ispirava ai canoni del Gotico medievale. Nel 1742, l’architetto inglese Batty Langley pubblicò “Gothic Architecture Improved”88, un’opera influente che proponeva motivi gotici per

l’architettura e gli interni, in cui erano presenti anche modelli di arredi gotici. I mobili in stile Neogotico erano decorati con curvature, archi e pilastri polistili, ripresi dall’architettura gotica medievale e riadattate per gli interni. La cattedrale gotica di Colonia, costruita a partire dal XIII, fu fonte di ispirazione per architetti e disegnatori del tardo Settecento.89

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