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C’era una volta una ragazza

UdA 1

UdA 1

UdA 1

C’era una volta una ragazza…

C’era una volta una ragazza…

C’era una volta una ragazza…

C’era una volta una ragazza…

OBIETTIVI:

Linguistici:

Uso dei pronomi personali diretti e indiretti: posizione ed espressione del genere maschile / femminile.

Culturali / interculturali:

Riconoscere lo stereotipo della donna nel testo fiaba come persona passiva nella società, subordinata al ruolo dell’uomo nella famiglia (specialmente nell’ottica della famiglia “tradizionale” italiana);

Riflessione sugli stereotipi più comuni riguardanti l’immagine della donna nelle fiabe e nell’immaginario popolare.

Comunicativi / testuali:

Comprendere testi letterari contemporanei

Comprendere testi scritti con influenze dialettali. Esprimere opinioni motivate.

Destinatari: ragazzi / ragazze / persone adulte di varia

provenienza (in prevalenza europea e statunitense)

Contesto d’apprendimento: LS/L2

MOTIVAZIONE:

1. → Che immagine avete della “principessa”? Con quali aggettivi la descrivereste? (brainstorming di aggettivi) GLOBALITÀ

La contadina furba

La contadina furba

La contadina furba

La contadina furba

“Un giorno, un contadino, zappando la sua vigna, dà col ferro nel duro. Si china e vede che ha zappato fuori un bel mortaio. Lo solleva, si mette a stropicciarlo1 e sotto la crosta di terra s'accorge che è tutto d'oro.

-Questa è roba da Re! - dice. - Lo porto al Re e lui chissà cosa mi dà in regalo!

A casa lo aspettava sua figlia Caterina, e le mostrò il mortaio d'oro dicendole che lo voleva regalare al Re. Dice la Caterina2: - Bello è bello, non si può dir di no. Ma se lo porterete al Re, troverà da ridire perché ci manca qualcosa, e magari ci andrete di mezzo voi.

-E che cos'è che ci manca? Cosa può trovarci da ridire, anche un Re, mammalucca3?

E Caterina rispose: - Vedrete che il Re dirà: <<Il mortaio4 è grande e bello, ma villanaccio5, dov'è il

pestello6?>>

Il contadino scrollò le spalle: - Figurati se il Re parla a questo modo! Ti credi che sia scemo come te? E preso il mortaio sottobraccio il contadino andò al palazzo del Re.”

[Il contadino va dal re, e il re risponde proprio così come aveva detto Caterina. Quando il contadino glielo racconta, il re rimane sorpreso!]

“Disse il Re: - Questa vostra figlia dev'essere una ragazza di cervello fino. Voglio provare quant'è brava. Tenete questo lino. Ditele che me ne faccia, ma presto, perché ne ho bisogno subito, camicie per un reggimento di soldati.

A quel comando il contadino restò di sale: ma comando di Re non si discute; pigliò7 l'involto8 in cui non c'erano altro che tre lucignolini9 di lino, e fatta la riverenza a Sua Maestà se ne andò a casa lasciando il mortaio e senza riceverne un soldo di mancia.

-Figlia mia, - disse a Caterina, - ti sei tirata in capo una bella disgrazia! - E le disse cos'aveva ordinato il Re.

-Voi vi sgomentate10 di poco, - dice Caterina. - Date qua. Piglia il lino e comincia a scuoterlo. Si sa che nel lino ci sono sempre delle lische, anche se è scardassato11 da un maestro; e le cascarono in terra tre lische, piccole che quasi non si vedevano. La Caterina le raccattò12 e disse a suo padre: - Tenete qui: tornate subito dal Re e ditegli da parte mia che la tela per le camicie gliela faccio; ma siccome mi manca il telaio, lui me lo faccia fare con queste tre lische, e poi sarà servito come vuole.

Il contadino dal Re non aveva coraggio di tornarci, con quella ambasciata, ma la Caterina tante gliene disse, che finalmente si decise.

Al Re, sentendo quant'era furba la Caterina, venne voglia di vederla. Disse: - Brava, questa vostra figliola! Mandatemela a palazzo, che ho piacere di discorrere13 un po' con lei. Ma si badi: che venga alla

mia presenza né nuda né vestita, né digiuna né satolla, né di giorno né di notte, né a piedi né a cavallo. Che obbedisca punto per punto, pena la testa a tutti e due.

Il contadino arrivò a casa più morto che vivo. Ma la sua figliola, come fosse niente: - Babbo14, so io quel che mi tocca fare. Basta che mi troviate una rete da pescatori.

Alla mattina prima che albeggiasse15, la Caterina s'alza dal letto e si mette addosso la rete (così non era né nuda né vestita), mangia un lupino16 (così non era né digiuna né satolla), prende la capra e le monta a cavalcioni con un piede che toccava terra e uno no (così non era né a piedi né a cavallo) e conciata in questa guisa arrivò al palazzo del Re che schiariva appena (non era né di giorno né di notte). […] le guardie la presero per matta […] ma alla fine la portarono dal Re.

- Maestà, io sono qui secondo il suo volere.

Il Re non poté trattenersi dallo scoppiare a ridere, e disse: - Brava Caterina! Sei proprio la ragazza che cercavo: ora ti posso e ti faccio Regina. […]

Caterina era tutta felice, e lo sposalizio fu concluso dopo pochi giorni con feste per tutto il Regno, e nella città si fece anche una gran fiera. I contadini che non potevano albergare al coperto, dormivano per le piazze, fin sotto alle finestre dei Re.”

GLOSSARIO E NOTE:

1 Stropicciarlo: passarselo tra le mani, toccarlo

2 La Caterina: specialmente al nord, si usa mettere l’articolo davanti ai nomi di persona, specialmente femminili

3 Mammalucca: sciocca

4 Mortaio:vaso molto pesante dove si pestano i semi o le erbe

5 Villanaccio: villano significa contadino, persona dai modi di fare troppo semplici

6 Pestello:oggetto che serve per schiacciare i semi o le erbe dentro il mortaio

7 Pigliare: prendere

8 Lucignolino: piccola matassa (una matassa è un filo arrotolato su se stesso)

9 Involto:mucchietto di materiali, per esempio tessuti, arrotolati tra loro

10 Sgomentarsi:prendere paura, spaventarsi

11 Scardassare:pettinare i fili di un materiale per fare tessuto.

12 Discorrere: parlare, chiacchierare

13 Babbo: spesso in Toscana invece di dire “papà” si dice “babbo”

14 Raccattare:raccogliere, recuperare

15 Albeggiare:farsi giorno; è il momento in cui sta per iniziare la mattina

2. → Come descrivereste la ragazza della fiaba? (brainstorming di aggettivi)

ANALISI:

3. →Osserva le seguenti frasi:

1. Il contadino portò il mortaio al Re = Il contadino lo portò al Re 2. Posso fare la tela per le camicie = la posso fare

3. Il contadino disse a Caterina cosa aveva detto il Re = Il contadino le disse cosa aveva detto il Re

4. → Completa:

Il pronomi hanno la funzione di sostituire altre parole nella frase (per esempio, per non ripetere parole che sono già state dette).

Nell’esempio 1 , il pronome ____ sostituisce il nome __________.

Nell’esempio 2, il pronome ____ sostituisce la frase ___________________________. Nell’esempio 3, il pronome ____ sostituisce il nome ________________.

ATTENZIONE!!! L’uso del Voi

Come oggi si usa “dare del Lei” come forma di rispetto per persone con cui non si ha confidenza, in passato in italiano si usava “dare del Voi”. Quindi “Voi”, così come il pronome personale “vi”, in questo caso si riferisce ad una persona sola (la 2° persona singolare).

I pronomi personali oggetto possono essere diretti o indiretti.

I pronomi personali oggetto (esempi n. 1 e ___ ), sostituiscono quelle parole che nella frase rispondono alle domande “chi?” o “che cosa?”.

I pronomi personali oggetto indiretti (esempio n. ___), sostituiscono quelle parole che nella frase rispondono alle domanda “a chi?” o “a che cosa”.

(Tabella dei pronomi personali oggetto)

PRONOMI PERSONALI OGGETTO DIRETTI PRONOMI PERSONALI OGGETTO INDIRETTI 1° persona singolare 2° persona singolare

3° persona singolare maschile 3° persona singolare femminile

1° persona plurale 2° persona plurale

3° persona plurale maschile 3° persona plurale femminile

MI TI LO (L’) LA (L’) CI VI LI LE MI TI GLI LE CI VI

GLI / (A) LORO GLI / (A) LORO

È possibile capire quando il pronome sostituisce un nome di genere maschile o femminile solo alla ___________ (singolare e plurale), perché le forme sono diverse, mentre per le altre persone sono uguali.

ATTENZIONE!!!

gli / loro / a loro

I pronomi personali oggetto vanno prima del verbo (tranne in alcuni casi: vedi UdA 2).

Per la 3° persona plurale, si possono usare tutte e tre le forme:

Per la 3° persona plurale, GLI va prima del verbo, LORO va dopo il verbo, A LORO può andare sia prima che dopo il verbo (a volte la frase può avere una piccola differenza di significato a seconda del contesto).

Esempio:

(io ho dato il libro ai miei genitori)

1. Gli ho dato il libro ho dato gli il libro

2. Ho dato il libro a loro / ho dato a loro il libro / A loro ho dato il libro 3. Ho dato loro il libro loro ho dato il libro

SINTESI:

5. → Scegli, per ogni frase, qual è il nome che viene espresso dal pronome sottolineato:

Le mostrò il mortaio d’oro – mostrò il mortaio d’oro 1) al padre 2) a Caterina 3) ai soldati

Le guardie la presero per matta – le guardie presero 1) Caterina 2) il padre 3) i contadini per matta

Basta che mi troviate una rete da pescatore – basta che troviate 1) a lei 2) me 3) a me una rete da pescatore

Caterina le raccattò da terra – Caterina raccattò 1) la tela 2) il mortaio 3) le lische da terra

<< Il re ti risponderà con una risata >> - <<Il re risponderà 1) a te 1) a voi 3) loro con una risata>>

<<Il re mi ringrazierà!>> - <<Il re ringrazierà 1) me 2) a me 3) te>>

6.→ Inserisci il pronome personale corretto negli spazi:

- Con Paolo e Luca abbiamo litigato: non ____ parliamo da due settimane. - La giacca era sporca e ____ ho portata in tintoria.

- Veronica non mangiava da due giorni, ma oggi ____ ho fatto una minestrina e ___ha gradita

- State attenti! Se _____ scoprono, sono guai!

- Se nostro figlio si comporterà bene domani, ____ daremo una ricompensa.

7. → Sottolinea nel testo almeno 5 frasi in cui vengono usati dei pronomi e prova a sostituire i pronomi con altre parole, formando una nuova frase e cercando di rispettare il significato della frase originale.

Esempio:

“Le disse cosa aveva ordinato il Re” = Disse a Caterina cosa aveva

ordinato il Re

1. _______________________________ = _____________________________ 2. _______________________________ = _____________________________ 3. _______________________________ = _____________________________ 4. _______________________________ = _____________________________ 5. _______________________________ = _____________________________ RIFLESSIONE:

8. → Leggi il seguente testo, tratto da Cenerentola, trascritta da Charles Perrault:

Eppure la ragazza, infagottata nei suoi stracci, era cento volte più bella delle sorelle sfarzosamente vestite.

Le due sorelle andarono, e lei le seguì con gli occhi. Quando non le vide più, si mise a piangere.

La povera ragazza soffriva tutto con pazienza e non osava lamentarsi con il padre, visto che si faceva comandare a

bacchetta dalla moglie. “Ah! Com’è bella!”. Anche il vecchio re non si stancava di guardarla, ripetendo alla regina che da un gran pezzo non gli capitava di vedere una persona così bella e amabile.

Le fece alzare, le abbracciò e perdonò loro di tutto cuore, e le pregò di volerle sempre bene.

9. → Scegli degli aggettivi per Cenerentola: ○ buona ○ furba ○ ingenua ○ decisa ○ indipendente ○ coraggiosa ○ gentile ○ dolce ○ simpatica

Scegli ora degli aggettivi per la ragazza della fiaba La contadina furba, trascritta da Italo Calvino) ○ buona ○ furba ○ ingenua ○ decisa ○ indipendente ○ coraggiosa ○ gentile ○ dolce ○ simpatica

Spiegate perché le due ragazze sono diverse:

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Spiegate invece in che modo si assomigliano:

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Chi, tra Cenerentola e Caterina, è una donna più “tradizionale”? E perché?

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