UdA 2
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La regina contadina e il re
La regina contadina e il re
La regina contadina e il re
La regina contadina e il re
OBIETTIVI: Linguistici:
Posizione dei pronomi personali complemento diretti e indiretti. Gruppi di pronomi.
Culturali / interculturali:
Cambiare punto di vista all’interno di uno stesso contesto (quello della fiaba) al fine di sovvertire l’unica visione che determina lo stereotipo iniziale: cambiamento del punto di vista sul ruolo del personaggio soggetto allo stereotipo (decentramento narrativo). Andare oltre lo stereotipo individuando i diversi aspetti della personalità di un individuo.
Comunicativi / testuali:
Comprendere testi letterari contemporanei
Comprendere testi scritti con influenze dialettali. Esprimere opinioni motivate.
Destinatari: ragazzi / ragazze / persone adulte di varia
provenienza (in prevalenza europea e statunitense)
Contesto d’apprendimento: LS/L2
1. → Caterina è ormai diventata Regina. Un giorno scoppia una lite tra due contadini del regno, per la proprietà di un vitello nato dalla mucca di un contadino; questa mucca era però attaccata al carro di un altro contadino. Ecco la seconda parte della storia:
Ne nacque un litigio che non finiva più, dalle parole ai fatti ci corse poco; agguantarono il puntello del carro, e giù botte da ciechi. Al rumore si radunò gente, corsero gli sbirri, separarono i due e li portarono
difilato al tribunale del Re.
Bisogna sapere che nella città reale una volta costumava che nel tribunale anche la moglie del Re dicesse il suo parere. Ma ora con Caterina regina, era accaduto che ogni volta che il Re sentenziava, lei gli era sempre contraria e al Re la cosa venne subito a noia. E le disse: - Ti avevo avvertita di non mettere bocca negli interessi dello Stato: d'ora in avanti non entrerai più in Tribunale -. E così ormai facevano; dunque i contadini comparvero dinanzi al Re da solo.
Dopo aver sentito le ragioni dell'uno e dell'altro, il Re sentenziò così: Il vitello è del carro.
Il padrone della vacca non poteva capacitarsi d'una sentenza tanto ingiusta, ma non ci fu verso di far rimostranza: il Re disse che comandava lui e la sua parola era sacra per tutti. L'oste, vedendo così confuso il contadino, gli consigliò d'andare a sentire la Regina, che forse un rimedio l'avrebbe trovato.
Il contadino andò al palazzo reale, s’accostò a un cameriere e gli domandò: - Galantuomo, mi sai dire se è possibile dire due parole alla Regina?
-È impossibile, - disse il cameriere, - perché il Re le ha proibito di dare udienza.
Il contadino allora prese a girare intorno al muro del giardino. Vide la Regina, saltò il muro, e scoppiò in singhiozzi davanti a lei, dicendole l'ingiustizia che aveva subito dal marito. Disse la Regina: - Il mio consiglio è questo. Il Re domani va a caccia fuori porta. Là c'è un lago che di questa stagione è secco, senza un filo d'acqua. Voi fate così: mettetevi una zucca da pescatore alla cintola, tenete una rete in mano e fate le mosse di pescare. Il Re, a vedervi pescare in quel lago così arido, prima riderà, poi vi domanderà perché pescate dove non c'è acqua. Allora voi dovete rispondergli: " Maestà, se può essere che un carro partorisca un vitello, può anche darsi che io prenda pesci all'asciutto ".
La mattina dopo, il contadino con la zucca penzoloni sulle reni e la rete in mano se n'andò al lago senz'acqua, si sedé sulla sponda, e buttava la rete e la ritirava come se dentro ci fossero dei pesci. Appare il Re col suo seguito e lo vede. Rise, e poi gli domandò se aveva perso il cervello. E il contadino gli rispose come la Regina gli aveva suggerito.
Esclamò il Re, al sentire quella risposta: - Galantuomo, questa non è farina del tuo sacco. Tu sei stato a consiglio dalla Regina.
Il contadino non glielo negò, e il Re rifece la sentenza e gli assegnò il vitello.
Poi chiamò Caterina e le disse: - Tu hai messo bocca nei miei interessi, e lo sai che te l'avevo proibito. Dunque, puoi tornartene subito a casa da tuo padre. Prendi nel palazzo la cosa che più ti piace, e stasera tornatene a casa tua, al tuo mestiere di contadina.
Rispose Caterina, tutta umile: - Come vuole Sua Maestà; non ho che da obbedire. Le chiedo solo una grazia, di aspettare a domani per partirmene. Di sera sarebbe troppa vergogna per lei e per me, e nascerebbero molte chiacchiere nel popolo.
Dice il Re: - La grazia sia concessa. Ceneremo per l'ultima volta insieme e domattina partirai.
Cosa fa quella furba di Caterina? Ordina ai cuochi che preparino carni arrostite, prosciutti, tutta roba da caricar la testa e metter sete, e che servano in tavola il miglior aleatico delle cantine reali. A cena il Re mangiò da non poterne più e la Caterina gli faceva scolare una bottiglia dopo l'altra. Prima gli s’annebbiò la vista, poi cominciò a farfugliare, e da ultimo s'addormentò come un maiale sulla sua poltrona.
Allora Caterina disse ai servitori: - Pigliate la poltrona con quel che c'è sopra e venitemi dietro. Guai a chi di voi dice parola, - e uscì dal palazzo, si diresse fuori porta e non si fermò che a casa sua, a tarda notte. - Apritemi, babbo, che son io, - gridò.
Il vecchio contadino, sentendo la voce della figliola, s'affacciò subito: - Tu a quest'ora? Ah, te l'avevo detto! Ho fatto bene a serbarti i panni di lendinella. Sono sempre qui, appesi al cavicchio in camera tua! - Apritemi, via! - disse la Caterina, - meno discorsi!
Il contadino apre e vede i servitori che reggono la poltrona col Re sopra; Caterina lo fa portare in camera, lo fa spogliare e mettere nel suo letto. Poi licenzia i servitori e va anche lei a letto accanto al Re.
Verso mezzanotte il Re si destò: gli pareva che il materasso fosse più duro del solito, e le lenzuola più rustiche. Si mosse, e sentì la moglie vicino. Disse: - Caterina, non t'avevo detto d'andare a casa tua?
Il Re si riaddormentò: alla mattina si svegliò al raglio dell'asino e al belato delle pecore, e vide la luce del sole attraverso il tetto. Si scosse, e non riconosceva più la camera reale. Chiede alla moglie: - Caterina, ma dove siamo?
E lei: - Non m'aveva detto, Maestà, di tornarmene a casa mia, 1)·di portarmi con me la cosa che più mi piaceva? Io ho preso lei 2)·me lo tengo.
Il Re si mise a ridere e fecero la pace. Tornarono a palazzo reale, e ancor oggi ci vivono, e da quel giorno il Re non compare mai in tribunale senza la moglie.
(Montale Pistoiese).
Da Italo Calvino, Fiabe Italiane, 1956
GLOSSARIO:
Puntello: una sbarra di legno o metallo, che serve come struttura a mura o altri oggetti (come i carri)
Costumava:si usava
Difilato: subito
Far rimostranza: lamentarsi, protestare
Cintola: cintura
Aleatico: un tipo di vino rosso, prodotto in Toscana ma anche in Puglia, Marche, Lazio, Umbria.
Serbare = mettere da parte
GLOBALITÀ
2. → Compila la tabella:
IL RE… MA CATERINA…
Il re sentenziava Ma Caterina era sempre contraria Il re decise che il vitello era del carro Ma Caterina…
Il re ordinò a Caterina di andare via subito dal Palazzo e tornare a casa
Ma Caterina… Il re, appena si svegliò, chiese dove si
trovava,
Spunti per discussione in plenum. L’attività anticipa il tema del potere riservato tradizionalmente all’uomo, a discapito delle reali capacità famminili.
3. → Rispondete alle seguenti domande e discutete tra voi:
Chi ha più potere, il re o Caterina?
______________________________________________________________________ ______________________________________________________________________
Chi sembra essere più intelligente, in questa storia, il re o Caterina? Perché?
______________________________________________________________________ ______________________________________________________________________
Chi è che alla fine riesce ad avere ragione? Perché?
______________________________________________________________________ ______________________________________________________________________
ANALISI:
Posizione dei pronomi personali oggetto complemento diretti e indiretti.
4. → Osserva questi esempi:
1. Mettetevi una zucca da pescatore alla cintola.
2. Il Re, a vedervi pescare in quel lago così arido, (…) vi domanderà perché pescate dove non c’è acqua.
3. Il contadino (…) scoppiò in singhiozzi davanti a lei, dicendole l’ingiustizia che aveva subito.
5. → Completa:
Sia i pronomi personali complemento diretti che indiretti vanno sempre prima del verbo, tranne quando vengono usati i seguenti tempi verbali:
- (vedi esempio n. 1) ______________________ - (vedi esempio n. 2) ______________________ - (vedi esempio n. 3) ______________________
Inoltre, il pronome personale complemento indiretto _______ è l’unico che va sempre dopo il verbo (vedi esempio n. 4 e UdA1).
Combinazione di pronomi
6. → Nelle seguenti frasi appaiono due pronomi (un pronome personale complemento diretto e uno complemento indiretto). Prova a capire quali e scrivili accanto alle frasi.
- Se devo andare dal Re, dimmelo pure! _____ + _____
- Se vuoi sapere dov’è il castello, basta che ce lo chiedi. _____ + ______
- Non si sapeva più chi fosse proprietario del vitello. Il contadino andò dal Re e glielo domandò, sperando di avere una risposta. _____ + _____
- Il contadino continuava ad insistere. Rispondendoglielo per la terza volta, Il re disse che il vitello era dell’altro contadino. _____ + _____
- Se non capite la mia decisione, ve la spiegherò un’altra volta. _____ + _____ “Il Re disse: - tu sei stato a consiglio dalla Regina!
Il contadino non glielo negò”
- Il Re disse: - Tu sei stato a consiglio dalla Regina! – Il contadino non glielo negò. _____ + _____
SINTESI:
Quando si usano due pronomi (un pronome personale complemento diretto e uno complemento indiretto) assieme, si usano, in ordine:
1) il pronome personale complemento indiretto 2) il pronome personale complemento diretto
Esempi:
- Se vuoi sapere dov’è il castello, basta che CE ( = a noi) + LO ( = dov’è il castello) chiedi.
- Se devo andare dal Re, dimME + LO pure >> Dim + ME (= a me) + LO ( = se devo andare dal Re)
ATTENZIONE!!!
I pronomi personali complemento indiretti, quando si combinano con i pronomi personali complemento diretti, cambiano la loro forma:
MI diventa ME TI diventa TE
GLI e LE diventano GLIE
TI diventa TE VI diventa VE GLI diventa GLIE
I pronomi personali complemento indiretti e diretti, quando sono usati assieme, sono staccati:
Gli unici pronomi personali complemento indiretti che invece si uniscono al pronome personale complemento diretto sono GLI (2° persona singolare) e GLI (2° persona plurale):
GLIELO / GLIELA / GLIELI / GLIELE
NOTA BENE: Nella 2° persona plurale non è più possibile distinguere la forma maschile da quella femminile:
Le faccio una domanda (= a lei) Gli faccio una domanda (= a lui) Gliela faccio (= a lei / a lui)
7. → Scegli la frase corretta: Se non vengo, ti lo dico Se non vengo, ti lo dico
Nonostante abbia studiato questa regola molte volte, non me la ricordo mai Nonostante abbia studiato questa regola molte volte, me non la ricordo mai
(il professore non riusciva a spiegare la regola agli studenti) il professore non riusciva a spiegargliela
il professore non riusciva a spiegarlela
Mi piacciono molto queste tue scarpe. chi te li ha regalati?
8. → Inserisci un pronome negli spazi (la seconda frase deve avere lo stesso significato della prima):
Carlo non fa vedere i suoi compiti all’amico – Carlo non _________ fa vedere.
A Natale i genitori regaleranno la loro macchina alla figlia – A Natale i genitori _______ regaleranno.
Ragazzi, ecco la vostra colazione. Devo portar________ in camera?
Il cameriere non ha offerto del vino a voi? – Il cameriere non _______ ha offerto?
Perché non spiegate a noi la vostra soluzione? – Perche non ________ spiegate?
Mi piace molto la tua nuova Maserati. _________ presti per fare un giro?
RIFLESSIONE
(attività di Cooperative Learning)
9. → In gruppi di 3 persone:
FASE 1: Ogni persona riscrive brevemente la storia di Caterina narrata da:
- il re
- il padre di Caterina;
- una degli abitanti del regno (una donna anziana)
FASE 2: Ogni persona racconta la storia agli altri: compilate insieme la griglia:
CATERINA VISTA DAL RE
CATERINA VISTA DAL PADRE CONTADINO
CATERINA VISTA
DALLA SIGNORA DEL POPOLO
FASE 4: Condividete ora le vostre riflessioni con quelle degli altri gruppi.
-
UdUdUdUdA A A 3A 33 3
Donne, oggetti e parole
Donne, oggetti e parole
Donne, oggetti e parole
Donne, oggetti e parole
OBIETTIVI Linguistici:
Riconoscere la polisemia nel linguaggio pubblicitario; utilizzare termini polisemici nel giusto contesto;
Individuare significati impliciti e astratti.
Culturali / interculturali:
Riconoscere significati impliciti ed astratti.
Analizzare il fenomeno pubblicità, dove l’immagine della donna è particolarmente sfruttata per rendere attraente il prodotto. Relativizzare il fenomeno e inquadrarlo anche nella dimensione globale a cui appartiene.
Comunicativi:
Utilizzare termini polisemici a seconda del giusto contesto.
Destinatari: ragazzi / ragazze / persone adulte di varia
provenienza (in prevalenza europea e statunitense)
Contesto d’apprendimento: LS/L2
MOTIVAZIONE
Brainstorming
1. → Osservate le seguenti pubblicità: sono tratte da manifesti americani degli anni del boom economico americano. Potete pensare a:
- quale prodotto è pubblicizzato - possibili slogan pubblicitari
GLOBALITÀ:
3. → Cos’hanno in comune le pubblicità americane con quelle italiane?
______________________________________________________________________ ______________________________________________________________________ ______________________________________________________________________
Multiple choice/ domande aperte
4. → Dopo aver osservato le pubblicità, rispondete alle seguenti domande:
A) Fatti il CAPO: testa
liquore
capufficio, boss
estremità (es. di una corda, di un territorio) inizio (es. andare a capo)
B) cosa vuol dire CONDIZIONARE: Se parliamo di una persona
cambiare la sua temperatura con un apparecchio d’aria calda /fredda
cambiare il suo comportamento o i suoi pensieri
Se parliamo di un ambiente / stanza?
cambiare la sua temperatura con un apparecchio d’aria calda /fredda (= raffreddare)
cambiare il suo comportamento o i suoi pensieri (=influenzare)
C) MI ballano
Cosa significa MI nella frase “MI ballano”? A me
Sigla della provincia di Milano
Terza nota della scala musicale (in italiano: DO RE MI FA SOL LA SI )
D) Cosa vuol dire POPPE se parliamo di una donna
seno
parte posteriore dello scafo
se parliamo di una nave seno
parte posteriore dello scafo
E) Quando UNA non basta… ma cos’è che non basta??? (le risposte corrette sono due) donna
uomo telefonino
scheda del telefonino
ANALISI:
Cloze con frasi che alcune parole / modalità viste prima con doppio senso. Lo studente deve contestualizzare
5. → Completate gli spazi con una delle parole viste nell’attività n. 2:
Il marinaio fu chiamato a dare una mano a __________.
Non so suonare quasi nulla con la chitarra, al massimo un accordo di ____! Paolo ama i paesi freddi, so che sta programmando un viaggio a _______ Nord. Non _____ sembra proprio che sia una buona idea.
Elisa dovrebbe credere di più nelle proprie idee e smetterla di farsi ______________ da chiunque.
SINTESI:
Creare delle pubblicità.
Vengono dati i seguenti termini, che possono avere più significati. Con l’aiuto del vocabolario monolingue, agli studenti viene chiesto di creare delle pubblicità.
6. → A gruppi di 3-4 persone. Con l’aiuto del dizionario monolingue, usate le seguenti parole per creare delle pubblicità:
PIANTARE – PIANTARLA DARE UN TAGLIO RISO BUCATO PESCA TASSO
BOTTE (Attenzione però: la vocale è diversa! bòtte / bótte)
L’insegnante può anche proporre varie immagini o ritagli da giornale, alcune delle quali possono corrispondere ai significati delle parole date, altri possono essere legati ad esse. Es. per “piantarla”: una pianta; una persona imbronciata, dei semi, un cartello di stop…
RIFLESSIONE:
(attività da svolgersi per casa)
7. → Cercate alcuni manifesti di pubblicità con doppi sensi del vostro paese. - Quali parole vengono utilizzate?
- Ci sono riferimenti al sesso o all’immagine della donna?
- Perché l’immagine della donna è così frequente nelle pubblicità?
- Guardando la pubblicità alla TV italiana, quali differenze notate con la TV del vostro paese o di altri paesei? E quali somiglianze?
UdA 4
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Storie moderne: Se non ora, quando?
Storie moderne: Se non ora, quando?
Storie moderne: Se non ora, quando?
Storie moderne: Se non ora, quando?
OBIETTIVI: Linguistici:
Ripasso dell’uso del passato prossimo nell’aspetto dell’accordo di genere e numero.
Uso dell’ausiliare avere o essere. Culturali / interculturali:
Analizzare lo stereotipo donna in un contesto concreto della società italiana odierna;
Comunicativi:
Raccontare eventi in maniera dettagliata. Esprimere opinioni motivate.
Destinatari: ragazzi / ragazze / persone adulte di varia
provenienza (in prevalenza europea e statunitense)
Contesto d’apprendimento: LS/L2
MOTIVAZIONE:
1. → Il 13 febbraio 2011 si è svolta in molte città di tutta Italia una manifestazione di protesta delle donne italiane nei confronti di una politica poco rispettosa della dignità femminile.
(discussione in plenum)
2 → Leggete i messaggi negli striscioni.
- quali sono i messaggi che vogliono essere trasmessi? - Cos’è il “telefemminicidio?”
GLOBALITÀ:
3.→ Leggete le seguenti notizie, che raccontano la manifestazione “Se non ora, quando?” del 13 febbraio 2013:
Le donne di Milano hanno invaso il centro, per ore, sotto una pioggia a tratti battente e poi fiacca, hanno ballato allegre Scandalo della Nannini e Bella ciao versione Modena City Ramblers, hanno urlato più volte «vergogna/vergogna», «dimissioni/dimissioni». […] Lo dice uno striscione, «la dignità delle donne è la dignità di una nazione».
(di Laura Matteucci, L’Unità, 14 febbraio 2011)
http://www.senonoraquando.eu/?p=821
Tutti con la sciarpa bianca e sotto l’ombrello per la forte pioggia. Dal palco si sono alternate oltre una ventina di oratrici, compresa Claudia Mori che ha parlato di donne e mondo dello spettacolo: “Le donne devono iniziare a credere che ce la possono fare anche da sole”.
http://www.net1news.org/donne-se-non-ora-quando-tutti-i-video-delle- manifestazioni.html
Io sono venuta su questo palco per dare voce a chi non ha voce, alle nuove schiave che vengono nel nostro paese per trovare un futuro migliore. È per loro, e per tutte noi, che ho fatto questo appello, perché sia riconosciuta la dignità della donna […].Non siamo entrate, e non voglio farlo, né nella politica né nella polemica.[…]. Dal mio punto di vista, non ci sono interessi di parte. Ma c’è
La parola “omicidio” è una parola molto usata che indica l’assassinio di un uomo o di una donna. “Femminicidio” è invece una parola più recente che indica l’assassinio di una donna. Ha iniziato ad essere usata con riferimento ai casi di violenza sulle donne.
l’attenzione per la persona nella sua dignità, nel suo futuro, nella sua vita.
La Repubblica, 14 febbraio 2011 (intervento di Suor Eugenia Bonetti, missionaria e operatrice Caritas di Torino).
http://www.senonoraquando.eu/?p=843
[…] Dopo la domanda “se non ora, quando?” abbiamo risposto “Adesso”; c'è stato qualcuno che ha riso e qualcun altro che ha pianto, molti si sono abbracciati, sconosciuti grati ad altri sconosciuti, e abbiamo saputo con certezza che sì, il vento si stava alzando.
http://blog.libero.it/Galleggio/9880869.html
4. → Assegna un titolo ad ogni testo:
1. Non è una manifestazione solo per donne. 2. Emozioni durante la manifestazione.
3. Parole dal palco: non la politica ma la dignità della persona. 4. Parole dal palco di persone famose.
ANALISI:
5. → Rileggi i testi. inserisci i verbi al passato prossimo nella seguente tabella:
VERBI CON AUSILIARE AVERE VERBI CON AUSILIARE ESSERE
Osserva i verbi con l’ausiliare essere, nella seconda colonna: sono tutti intransitivi? Osserva i verbi con l’ausiliare avere, nella prima colonna: sono tutti transitivi? Quali sono i verbi della prima colonna che NON sono transitivi?
--- --- ---
Osserva i verbi che hai scritto nelle due colonne della tabella.
Con quale ausiliare il participio esprime il genere (maschile o femminile)? ○ AVERE
○ ESSERE
Completa la regola:
Con l’ausiliare __________, il participio non concorda mai con il numero e il ________ del soggetto
Esempi: Gianna ha mangiato la mela - Gianna ha mangiata la mela
Marco e Paolo hanno mangiato la mela - Marco e Paolo hanno mangiati la mela
Le donne hanno mangiato la mela – le donne hanno mangiate la mela
Con l’ausiliare __________, invece, il participio concorda con il numero e il genere del soggetto:
Gianna è andata a Parigi – Gianna è andato a Parigi
Marco e Paolo sono andati a Parigi – Marco e Paolo sono andato a Parigi Le donne sono andate a Parigi – Le donne sono andato a Parigi
6. → Leggi le seguenti frasi. Decidi chi fa l’azione e chi invece è interessato dall’azione.
Sottolinea con il verde chi fa l’azione e con il rosso chi è interessato dall’azione.
Gianni uccide la mosca
La mosca è stata uccisa da Gianni Paola ha fatto un appello
Un appello è stato fatto da Paola Grazia ha riso tanto
Maria è venuta alla manifestazione Gianna ha parlato dal palco
7. → Rileggi le frasi dell’esercizio XXX e scrivi nella tabella quali sono i verbi che hanno:
1 argomento (solo “agente”/“strumento” o “tema” / “paziente”) 2 argomenti (sia “agente”/“strumento” che “tema” / “paziente”) 1 argomento (solo “agente”/“strumento”
o “tema” / “paziente”)
2 argomenti (sia “agente”/“strumento”
che “tema” / “paziente”) Chi fa l’azione è chiamato “agente”o
“strumento”; chi è interessato dall’azione è chiamato “tema” o “paziente”
“Agente” / “strumento” e “tema” / “paziente” sono detti argomenti della frase.
Ecco la soluzione:
Gianni uccide la mosca
La mosca è stata uccisa da Gianni
Paola ha fatto un appello