lettere né altrove v i è più m ai alcun accenno a questo episodio.
La lettera a Burian ha un allegato con questo titolo: « P resunta dichiarazione di Sonnino al Prof. B ossi, se condo la relazione red atta dal Prof. B ossi subito dopo la sua v isita ». La riassum o. Sonnino com incia esprim endo la sua v iv a sim patia per l’U ngheria, fondata sulle rem i niscenze del passato e sulle aspirazioni e gl’interessi eguali dei due popoli, che debbono evitare l’oltrepotenza del germanesimo e dello slaviSmo. Il V atican o, nem ico della nazione ungherese com e dell’italiana, lavora d’accordo col centro tedesco per la v itto ria della Germania. È com une interesse delle due nazioni contrapporsi al V aticano. Co me m inistro italiano io troverò presso il m io popolo non ostacoli ma incoraggiam enti a una politica d’in tesa con l’Ungheria. Credo che, per attuare tale politica, il gover no ungherese dovrebbe istitu ire buoni rapporti coi Croati e coi R um eni, specialm ente con questi u ltim i. Q uindi il governo ungherese deve prepararsi a dichiarare che vuole la pace; e noi siam o d isp osti a stipulare un accordo se greto fra Italia, U ngheria e R um enia, tu telan d o i re ciproci interessi. Il Conte T isza, capo del Governo U n gherese, dovrebbe al più presto, poiché il m om ento cri tico è arrivato, adoperarsi in qu esta v ia per salvare la
pace. D i fronte a qu este grandi idee vanno rin viate le questioni secondarie, circa le quali le due nazioni si appog- geranno a vicen d a.
È ev id en te che a cod esto bizzarro m essaggio T isza credet te poco; e soltan to con sen ti v i si rispondesse in suo nom e con dignitosa freddezza, conferm ando la sua n ota tesi della solidarietà degli in teressi fra le parti m aggiori della D u plice M onarchia. In quanto a m e non v i credo p u n to. P re scindo dal notare che Sonnino, che v ed ev o quotidiana m ente in quei fortunosi m om en ti, nulla m ai m e ne disse: il che non avrebbe corrisposto né ai doveri, da lu i scru polosam ente osservati, verso il P resid en te d el Consiglio, né alla fiduciosa in tim ità dei nostri rapporti personali. B asta osservare l ’assurdità, starei per dire la stoltezza, della proposta in tesa segreta italo-ungherese-rum ena. A una in tesa fra Ita lia e U ngheria si p o tev a pensare in quanto i sacrifici, da im porsi alla D uplice M onarchia, erano tu tti, o quasi, a spese dei territorii austriaci. Ma ad accontentare la R um enia occorreva la rinunzia a v a sti lem bi dei territorii della Corona di S. Stefano. A l che m ai e poi m ai avrebbe p otu to assentire quel grande U ngherese, che prim a avversò ogni cessione territoriale all’Italia per tem a di eccitare analoghe bram e della R um enia, e poi si acconciò ai sacrifici p atrocin ati da B iilow , per tem a che, in un m om ento critico, i due briganti — secondo la sua p ittoresca espressione — piom bassero insiem e addosso alla M onarchia, addentando noi l’A ustria, i R um eni l’U ngheria; e suggeriva provvedere alle difese m ilitari anche più contro la R um enia che contro l’I ta lia. N é tu tto questo Sonnino ignorava; né al nobile anim o p o tev a balenare la p ossib ilità d’indurre T isza a un vero e proprio tradim ento verso l ’A ustria e verso il vecchio Im peratore che l ’onorava della m assim a fiducia.
Chi, com e m e, ha conosciuto p ersonalm ente il Prof. B ossi, può spiegarsi la genesi psicologica della sua strana intrapresa diplom atica. Era egli uom o di m olta rep u ta zione n e ll’arte sua e personalm ente assai sim patico, p a s sionato m a sincero e d isinteressato, esuberante e im pe-
tuoso nel dire e n el fare; sfornito di freni inibitori. Onde gli derivarono incresciose traversie nella sua carriera u n i versitaria e fu poi tra tto a tragica m orte. Era stato per una legislatura deputato poco a ttiv o di E strem a Sinistra. Pare fosse un im portante personaggio m assonico. Scop piata la guerra, fu fervido in terv en tista . Si m ise in tera mente a nostra disposizione. R iten eva poterci dare qual che utile inform azione per la in tim ità concessagli per ra gioni professionali da signore di elev a ta condizione, una fra queste del più alto lignaggio, specialm ente stranie re, che venivano a curarsi in R iviera. Tengo per vero che Sonnino l’abbia ricevu to b en evolm en te; ma è im possi bile che gli abbia d etto ciò che egli riferì a Tisza, o che gli abbia affidato una qualsiasi m issione segreta. A l Bossi avvenne quello che m i è accaduto di osservare in altri uomini del suo tem peram ento: in ven tare ciò che si vor rebbe, e poi credere alla propria in ven zion e e, in buona fede, riferirla com e una realtà. Così B ossi attribuì a Son nino il fantasioso progetto ch’egli av ev a id eato e che Sonnino, forse, gli av ev a lasciato esporre.
Dopo la pubblicazione del m io articolo sul C o r r i e r e d e l la S e r a, il corrispondente di questo giornale da B udapest cercò del Dr. T em esvary, l ’unico superstite di q u ell’in contro. Il T em esvary gli conferm ò che, dopo pressanti inviti di Bossi, egli era andato con costui a R om a, alla Consulta, il 22 aprile; lo aveva atteso per una m ezz’ora durante la quale il B ossi solo conferì con Sonnino; poi, al l’albergo, il suo am ico gli aveva d etta ta la relazione del colloquio, che, trad otta in ungherese, fu consegnata a Tisza. (Vedasi il C o r r i e r e del 7 Luglio 1929).
Non revoco in dubbio quanto, conform em ente a T isza, asserì il Dr. T em esvary. Il suo stesso racconto conferma che la lettera di Sonnino, citata da scrittori italian i e t e deschi, non ha mai esistito . N é v i è addotto alcun argo mento contro le ragioni da m e esp oste della im possibilità morale e politica che Sonnino, anche verbalm ente, a v es se incaricato Bossi delle com unicazioni che questi gli attribuì.
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L ’ACCORDO D I L O N D R A
Inizio delle trattative. I precedenti del 1914. La questione dell'Adria tico. - Promemoria presentato a Londra. Considerazioni prelim inari e testo. - Prime obiezioni della Russia. Promemoria dell'Intesa. Si pone la questione della Dalmazia. Propaganda jugoslava non controbattuta da noi. - Nostra risposta circa la sistemazione del litorale adriatico. Lunga e vivace controversia. Pericolo di non concludere l'accordo. Pro poste transattive. Redazione del testo definitivo-A ltre questioni. Termine dell'entrata in guerra dell'Italia. Insistenze e malcontento di Sazonof. Intervento di Poincaré presso lo Czar. Esclusione di trattative circa i domimi ottomani. - Documenti firm ati il 26 aprile. Im periali. M anife stazioni gratulatorie. Sentimenti reali dei nuovi alleati : Sazonof; Del- cassé; Churchill. Malcontento dei Jugoslavi. - Critiche italiane all'accor do di Londra. Manchevolezze riconosciute. - Sistemazione del litorale adriatico. Nostri propositi. La Dalmazia. La rinunzia a Fiume. Recri minazioni di Giolitti e di Sforza. Non preveduta dissoluzione dell'Impero austro-ungarico. - L'Art. 15 dell'Accordo. La Santa Sede e la Conferenza della Pace. Precedente storico: la Conferenza del 1899. Contingenze at tuali. Accenni alla questione romana. L 'A rt. 24 del Trattato del Lu terano.
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Jcon l’accordo di L o n d ra , furono in iziate il 4 m arzo q u an d o il M archese G uglielm o Im p eriali, n o stro am b asc iato re in In g h ilte rra , consegnò a Sir E . G rey, M inistro degli A ffari E s te ri, u n p ro m em oria in cui si en u n ciav an o le condizioni, ac c e tta te le q u ali dalle P o ten z e dell’In te s a , l ’I ta lia era d isp o sta a im p eg n arsi ad e n tra re in g u erra al loro fianco. I l p ro m em o ria fu sped ito a L o n d ra p er corriere in d a ta 16 febbraio con la categorica d i sposizione di n o n farne m enzione, n ean che in via generica, né a G rey né ad a ltri, finché l’a m basciatore n o n v i fosse a u to rizzato con uno sp e ciale te leg ram m a. I n ta n to av ev a faco ltà di esam i narlo e di suggerire, com e fece, qualch e m odifica zione. I l te leg ram m a, che lo a u to riz z a v a a d arn e com unicazione al m in istro inglese, n o n fu sp ed ito se non il 3 m arzo.G iova te n ere a m e n te q u este e s a tte d a te e r a f frontarle con quelle dei m o m en ti decisivi delle tr a tta tiv e con le P o ten z e c en trali esposte n el cap i tolo precedente. D opo due m esi di v an e conversa-
zioni d ilato rie, Sonnino av ev a il 12 febbraio in v ia ta u n a v e ra e p ro p ria in tim a zio n e, nella quale « n o n p o te n d o n u trire alcu n a illusione su ll’esito p ra tic o delle tr a t ta t iv e » r itir a v a ogni n o s tra p ro p o s ta o in iz ia tiv a di discussione. Seguirono t u t t a v ia a ltri te n ta tiv i di allarg are e sviare la q u estion e p rincipale. S o lta n to il 9 m arzo ci fu , d a Biilow e d a A v a rn a , ufficialm ente co m u n icato che l ’A u stria ad e riv a a d a m m e tte re che la q u estio n e dei com pensi si svolgesse in to rn o alla cessione di te rrito rii ita lia n i allora so g g etti alla M o n arch ia: adesione di m assim a, sem p re sino allora r if iu ta ta , che la sciav a a p e rte m o lteplici essenziali q u estio n i in to r no alla m isu ra e alle m o d a lità della cessione. N e l la facile e sicu ra p revisio ne che a ll’accordo defi n itiv o n o n sarem m o a rriv a ti, no i av ev am o in ta n to in iziate il 4 m arzo le tr a t ta t iv e con l ’I n te s a ; né avem m o, in q u el m ese e n el seg u en te, serio m o ti vo di n o n proseguirle.
Q uesto ho n o ta to , p erch é n o n è n ell’indole m ia, né del m io sc ritto , fa r fin ta d ’ig n o rare il rim p ro v e ro, che ci si è riv o lto allora e poi, di a v e r tr a t t a t o co n te m p o ra n e a m e n te d a due p a r ti p e r ad erire al m igliore offerente. P o tre i risp o n d ere sen z’a ltro : q uel governo che n o n h a m a i t r a t t a t o d a due p a r ti tir i la p rim a p ie tra . In v ece m i piace p a c a ta m e n te o sserv are: che, in v ita ti d a ll’A u stria a e n tra re n e l la q u estio n e co n cre ta e a d ic h ia ra re le n o stre p rete se , n o n era possibile n eg arsi, p u re essendo c o n v in ti che n o n sareb b ero a c c o lte ; occorrev a an zi a rriv a re a ta le co n sta ta z io n e , di fro n te al m o n d o e di fro n te allo stesso n o stro P aese, la cui
grandissim a m ag gio ranza n o n av reb b e a ltrim e n ti c ap ita né perm essa la v o lo n ta ria e n o n g iu stific a ta assunzione di cosi a rd u a im p resa; che d ’a ltra p a rte gli uom ini, i q u ali si assum evan o u n a cosi tr e m end a resp o n sab ilità, av ev an o il dovere di assi curarsi, p re v e n tiv a m e n te p e r q u a n to possibile, il conseguim ento p e r a ltr a v ia delle aspirazioni n a zionali. E ra n o in gioco su p rem i in teressi, p e r c erti ris p e tti la v ita stessa della N azione. Chi m ai a- v rebbe osato negligerli p e r scrupoli p iù o m eno eleg anti o s e n tim e n ta li di c o rrettezz a p erso n ale? A ltri o p p o sti rim p ro v eri ci v en n ero dipoi, e forse non del t u t t o im m e rita ti, di n o n avere c u ra ti a b b a sta n z a quegli in teressi. F in a lm e n te nessuno su p p o rrà che ciascu n gruppo di P o te n z e b ellig era n ti non sapesse in p a rte , e in p a r te n o n supponesse e no n in tu is se , che, in q u ella s tr e t ta delle riso lu zioni, tr a tta v a m o in p a ri te m p o con l ’a ltro , né che se ne stu p isse.
D a d o cu m en ti s a ltu a rii e in c o m p leti p u b b lic a ti sp ecialm ente in R u ssia, si p o tre b b e tr a r r e la con seguenza che noi, fin dallo scoppio d ella confla grazione eu ro p ea, avessim o t r a t t a t o con le P o tenze d ell’In te s a p er u n a e v en tu ale n o s tra p a r te cipazione alla g u erra. S ta in f a tti che, fin d a ll’ag o sto 1914, n o n p o te m m o escludere ta le ip o tesi e respingere senz’a ltro le eso rtazio n i che ci v e n iv a no, discretissim e d a ll’In g h ilte rra , u n p o ’ m eno discrete d alla F ra n c ia , in siste n ti e p re m e n ti dalla R ussia, dove Sazonof, tro v a n d o facile a sco ltato re nel n o stro am b asc iato re C a rlo tti, ci v e n iv a in c o n tro con larghe e p ro n te offerte, persino di quella
D alm azia che p o i ta n to ci co ntese. M a n o i r ip e tu ta m e n te escludem m o ogni p o ssib ilità d i t r a t t a tiv e fuorch é a L o n d ra ; e a L o n d ra stessa d ic h ia ra m m o — sono p aro le di u n dispaccio di S an G iu lian o a Im p e ria li d ell’11 A gosto — : « I l G overno ita lia n o , p e r le a ltà verso l ’A u stria e la G erm an ia, d esid era v iv a m e n te di m a n te n e re scru p o lo sa e im p a rziale n e u tra lità ; m a, in v is ta d ei p erico li che possono d e riv a re a ll’I ta lia d a u n m u ta to asse tto d ell’equilibrio te rrito ria le n ella p en isola b alcan ic a, n e ll’A d ria tic o , n el M ed iterran eo e in genere in E u ro p a , e dei p erico li n o n m en o g ra v i che le p o s sono d e riv a re d a l p ro fo n d o ris e n tim e n to d e s ta to in A u stria e in G erm an ia, sp ecia lm e n te n ei c ir coli m ilita ris ti, d alla sua n e u tr a lità , n o n ch é in v is ta delle considerazio ni sv o lte a V. E . d a G rey e affacciatesi an ch e s p o n ta n e a m e n te alla n o s tra m e n te , ritie n e possibile che d e b b a decid ersi a p a rte c ip a re alla g u e rra insiem e all’In g h ilte rra , alla R ussia e alla F ra n c ia ». Le considerazioni, che ci si eran o f a tte , si riassu m ev a n o in q u ella assai ovv ia che «l’Ita lia n o n tro v e rà m ai p iù p ro p izia occasione p e r regolare d efin itiv am en te i suoi co n ti con l’Au- stria-U n g h eria» . U no dei p iù au to re v o li perso n ag g i d ell’a lta finanza si era offerto a Im p e ria li com e in te rm e d ia rio ufficioso p e r ren d ersi in te rp re te presso il prim o m in istro A sq u ith dei n o s tri desiderii senza che ne rim anesse tra c c ia ufficiale. M a l ’a m b a sc ia to re n o n fu a u to riz z a to se n o n a fa r cenno, com e d ’idee sue perso n ali e n o n im p e g n a tiv e , di ta lu n i fra i p rin cip ali p u n ti dello e v e n tu a le accord o ; e G rey si d im o strò dispostissim o a d isc u te rn e con sim -