• Non ci sono risultati.

L'intervento [1915] : ricordi e pensieri

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'intervento [1915] : ricordi e pensieri"

Copied!
413
0
0

Testo completo

(1)

ANTONIO SÀLAI'

DBA

L'D'TS?;

1915

(2)

FO N D O CEN ZA TO 'o m m e r c i o x > / l C A ... 6 i _ VOL. GIUSEPPE «CENZATQ

(3)
(4)
(5)
(6)
(7)
(8)
(9)
(10)
(11)

L’INTERVENTO

[1 91 5] R I C O R D I E P E N S I E R I

L

DEGLI STUDI DI

’ g

C / 3

IN V E N T A R IO

CO

>

r OC LL)

>

' > 3 4 6

6 5 .

m 7 3 z z 3 )

O

b i b l i o t e c a

I

A . M O N D A D O R I • E D I T O R E

(12)

I d ir itti d i rip ro d u zio n e e tra d u zio n e sono riserva ti p e r tu tti i Paesi, com presi

la S vezia , la N o rveg ia e V O l a n d a

C o p yrig h t b y Casa E d itrice A . M o n d a d o ri 1930

(13)

I

blicato nel 1928, si chiudeva con la fin e del-Vanno 1914. La spezzatura cronologica coincideva presso a poco col risoluto orientamento del Governo, del quale io ero a capo, verso la partecipazione alla guerra mondiale. Entrammo in guerra il 24 maggio 1915. Raccolgo nel presente volume i miei ricordi e le mie impressioni di questo breve intervallo di mesi, dei quali la memoria si mantiene ancora in ­ delebile in coloro che attivamente li vissero. La sto­ ria sincera e completa degli eventi, che vi si pre­ pararono e vi si compierono, p u ò interessare anche i p iu giovani, perché a quegli eventi in molta parte risalgono le origini delle condizioni nelle quali si è poi svolta la politica interna e internazionale del nostro Paese.

Tale storia non presumo di scrivere. Presumo bensì di portarvi un contributo utile, forse neces­ sario ; poiché in quegli eventi io m i trovai ad avere una delle parti decisive : molto p iù decisiva di quella che m i toccò p o i, restando a capo del Governo du­ rante il prim o anno di guerra. La guerra, che f u

(14)

estesa intensa e m ultiform e, oltre la previsione di tu tti, niuno escluso, coloro che vi parteciparono, ri­ dusse a ben poca cosa la volontà e Vazione dei sin ­ goli uom ini presi nell’ingranaggio d ’innum eri e possenti forze convergenti o contendenti, talora con­ tendenti anche se convergenti.

Questo libro ha dunque, al p a ri del precedente, il carattere di una testimonianza : testimonianza auto­ revole come quella che proviene da un attore p r in ­ cipale, ma, per ciò appunto, sospettabile di p ar­ zialità, fosse pure involontaria. N e consegue che essa non si p u ò respingere, bensì controllare e cri­ ticare. Della critica e del controllo, se im parziali essi stessi, non temo. Pel volume su L a N e u tr a ­ lità ita lia n a m i f u data lode, che m i è parsa non immeritata, di sincerità e di obiettività. Farò di meritarla anche per questo volume. A l che m i a iu ­ tano gli altri anni che sono per me decorsi: anni nei quali sempre p iù si attutiscono le passioni, e le cose del mondo si guardano sub specie a eter- n ita tis .

Dei fa tti che ricordo ( tralascio, beninteso, quelli che si trovano nei numerosi m anuali e documenti accessibili a tutti) ho sempre verificata Vesattezza, a scanso di fallacie della memoria. Dei documenti che cito assumo la piena responsabilità. I n quanto alle mie impressioni ho cercato, come meglio ho p o ­ tuto, di risuscitare quelle di allora : ma non potrei giurare che, dopo tre lustri, esse m i si rappresen­

tino del tutto genuine. Inevitabile di certo è che la loro riproduzione riesca attenuata e sbiadita, e che si risenta dell’essere esse ripensate dopo tanto tempo.

(15)

durante il quale chi le ripensa non ha potuto del tutto sottrarre Vanirno alla influenza degli avveni­ menti posteriori.

Finalmente non m i sono astenuto dalVaggiungere alcune postume considerazioni, laddove m i è parso mettesse conto di esprimerle o fosse troppa dissi­ mulazione il sopprimerle. M a è naturale che esse non abbiano altro valore, se non quello che p u ò de­ rivare dalV esperienza dello scrittore e dalla unica inestinguibile passione che ormai lo in sp iri e lo do­ m ini : Vamore per la Patria sua.

Durante la lenta preparazione di questo volume sono venuti meno due insigni uom ini che m i f u ­ rono larghi d?incitamento e di aiuto. Vincenzo R ic ­ cio, p iù volte M inistro del R e, e Alfredo Codacci- Pisanelli, mio collega nelV Università di Rom a, am ­ bedue, dopo lunga onoratissima vita politica, si spensero il prim o il 20 agosto 1928, il secondo il 21 febbraio 1929. Erano amici m iei, di quelli di qualità rara, che si contano sulle dita, perché nei giorni oscuri si dimostrano e restano saldi p iù che nei giorni radiosi. La loro scomparsa accresce in me la pena della solitudine, fatale compagna della fo rtu n a, se fortuna è, del sopravvivere. Che almeno in queste pagine, per quanto dureranno, il nome loro resti legato al mio nome.

(16)
(17)

STASI INVERNALE

Richiamo del volume su La Neutralità Italiana. Suoi risultati. Stato d'animo del Paese e del Governo alla fine del 1914. - Situazione generale della guerra europea. Il fallimento delle offensive. I fronti sta­ bilizzati. Crescente importanza dei neutri. Situazione nel Paese. Compito e difficoltà del Governo. - Il terremoto di Avezzano. Entità del disastro. Difficoltà dei provvedimenti. D im issioni del Direttore Generale delle Ferrovie. Accenni d'intrighi parlamentari. L'automobile blindata. Rifiu­ to di soccorsi stranieri. Intenzioni del Governo. - La questione del grano. Provvedimenti del Governo. Lunga discussione alla Camera. Trionfale successo del M inistro Cavasola. Apparente tregua politica. - Neutralisti e Giolittiani. Maneggi fa lliti. La lettera del parecchio. M ia visita a Giolitti. M iei precedenti rapporti con Giolitti. Suo potere politico e si­ tuazione rispetto al Governo. - Crescente agitazione nel Paese. Particolare situazione a Milano. Tumultuosi comizi del 25 febbraio. Proibizione dei comizi. Discussione e voto alla Camera. - Il neutralismo in Senato. La convalida di Albertini. L'incidente Carafa d'Andria. - A ttività di Biilow. Influenze sulla stampa. Contatti coi cattolici. Gentiioni. Erz- berger. Il neutralismo si organizza intorno a Giolitti. - A ttività del Go­ verno. N uovi e maggiori provvedimenti per l'esercito. Legge per la difesa economica e militare dello Stato. - Preparazione degli anim i. M ie mani­ festazioni. Commemorazione di M osti-Trotti. Cerimonie di Gaeta. - Cre­ scente agitazione nel Paese. M anifestazioni impedite. Assemblea inter­ ventista di Milano. M ie parole al deputato Agnelli. Commenti all'Estero. Comitati p e rla preparazione civile. Pasquale Villari.

(18)
(19)

I

liana, racc o lti in u n vo lum e, al q u ale il p re se n ­ te si ricollega, giu n g ev an o , con la fine del 1914, ad alcu ni ris u lta ti che conviene riassu m ere in b re ­ v e; p erché n o n posso p re te n d e re che t u t t i i le tto ri di q u esto vo lum e ab b ian o p re se n te quello che lo h a p rece d u to .

S orpresi, nel luglio 1914, d al con flitto scop p iato senza alcu n a n o s tra colpa o p arte cip az io n e, salvo che nei v a n i sforzi p e r e v ita rlo , noi av ev am o , sen ­ za esitazione né indu gi, decisa e d ic h ia ra ta la n o s tra n e u tra lità : l ’in te rp re ta z io n e , le tte ra le e so stan ziale, del t r a t t a t o della T rip lice, e la su a violazione, se m ai, da p a rte degli a lle a ti e s e n ta n ­ doci d a ogni obbligo di so lid a rietà . M a n o n p er q u esto ci si p re s e n ta v a m eno g rav e e u rg e n te , s ta re i p e r dire angoscioso, il p ro b lem a della linea di c o n d o tta d a prescegliere e lib e ra m e n te seguire.

N el P aese, che av ev a p ia u d ito presso che u n a ­ nim e alla dichiarazio ne di n e u tra lità , si erano v e ­ n u te v ia v ia fo rm an d o c ac c e n tu a n d o , nello scor­ cio del ’14, due c o rre n ti di o pinioni: l ’u n a p e r la

(20)

in d e fin ita p e rm a n e n z a nella condizione di spet­ ta to r i della im m a n e co nflagrazione; l’a ltr a per e n tra r v i al p iù p re sto possibile d a lla p a r te che o rm ai, r o tt a in f a tto se n o n a n co ra in d ir itto l ’an­ n o sa allean za, era r e p u ta ta la sola conform e ai sen­ tim e n ti e agli in teressi ita lia n i. E ra n o p ersin o diven­ t a te d ’uso com une certe den o m in azio n i, d i quelle la cui generale a c c ettazio n e, classificando e disci­ p lin a n d o le m obili v o lo n tà in d iv id u a li, h a , nella s to ria delle p a r ti p o litic h e, la su a n o n spregevole efficacia. Coloro che p a rla v a n o o scriv ev a n o — cioè le m in o ran ze f a ttiv e che, in ogni g ran d e na­ zione, tra g g o n o al loro séguito le m aggioranze m e n ta lm e n te in e rti — si d iv id ev an o in interven­ tisti e neutralisti. R ag io n i, p assio n i, rico rd i, a t ti­ nenze di v a ria n a tu r a ed origine alim en tav an o le due c o rre n ti, nelle q u ali co nfluivano a g g ru p p a ­ m e n ti p o litici in s p ira ti sino allo ra a id ealità c o n tra s ta n ti. Cosi n az io n a listi e m asso n i si erano fe rv id a m e n te d ic h ia ra ti p e r l ’in te rv e n to ; m en tre il socialism o irreligioso s’in c o n tra v a col V atican o politico nel p ro p u g n a re la n e u tra lità asso lu ta.

A rd u o , m a n o n declin abile, co m p ito del G o­ v ern o e ra il co n sid erare la situ a zio n e e gl’in te ­ ressi del P aese con an im o sa se re n ità e il prefig­ gersi u n a m è ta , p re o rd in a n d o i m ezzi p e r conse­ g u irla. D opo la p rim a b a tta g lia d ella M arn a (se tte m b re 1914) e dopo che l’inv asion e ru ssa n e l­ la P ru ss ia o rie n ta le fu a r r e s ta ta a T a n n e n b e rg e sui la g h i M asu rian i, era s v a n ita d a am b o le p a r ti l ’illusione di u n a ra p id a conclusione della g u e rra . I l te m p o co rrev a n ece ssariam en te a v a n ta g g io

(21)

dell’In te s a , ta n to m en p r e p a r a ta allo scoppio delle o stilità , m a ta n to p iù ricca di u o m in i e di m ezzi, che occorreva p erò a p p re s ta re e p o rta re in cam po. N essuno in ta n to , n ean c h e fra i p iù te n a c i n e u ­ tra lis ti, o sava so stenere che, nello sv olgim ento e n ell’esito del co nflitto m o n d iale, l ’Ita lia p o tesse d isinteressarsi p e r sem pre e p o ltrire nel ripo so, m e n tre l ’u rag an o im p e rv e rsa v a n o n lu n g i dalle sue fro n tiere e sconvolgeva i m a ri che la fascia­ no. O gnuno se n tiv a che ne sareb b e d e riv a ta u n a p ro fo n d a revisione dei r a p p o r ti in te rn a z io ­ n ali, che si p re p a ra v a n ella s to ria u n a crisi, n e l­ la quale n o n p o te v a m o n o n essere tr a v o lti. D a ta le persuasione l’in tim a passio ne p a trio ttic a di noi, uom ini del G overno, e ra n a tu ra lm e n te ecci­ ta ta , com unque fosse d o v er n o stro d o m in a rla e contenerla nell’espressione. N o i con sideram m o , noi intuim m o che m a i p iù forse, p e r generazioni e per secoli, sareb b e s o rta l ’occasione di com piere l ’im presa del R iso rg im en to , rag g iu n g en d o i te r ­ m ini p o sti d alla N a tu r a alla g en te ita lia n a e r i ­ vendicando la su p rem az ia nei n o s tri m a ri. A llora, come d im o strai, prescegliem m o la n o s tra v ia perigliosa m a fa ta le ; e ci p re p a ra m m o a p e rc o r­ rerla. M a, im p e g n a ti con noi stessi, ci asten em m o , fino a q u a n d o fosse possibile, dallo im p eg n arci con a ltri; poiché n o n p o te v am o escludere la p o s­ sib ilità del so p rav v en ire di e v e n ti in a s p e tta ti e di n u o v i elem enti di giudizio ta li d a m odificare le risoluzioni prese con la coscienza della loro e n o r­ m e g ra v ità e senza la presu nzion e della n o s tra in fallib ilità. R iserv am m o q u in d i in te ra la n o s tra

17

(22)

lib e rtà d ’azione, p u r p re p a ra n d o c i a ll’in te rv e n to , che rite n e v a m o in e v ita b ile p e r la p rim a v e ra del ’15.

D i assid u a, in te n s a , n ece ssariam en te n o n b rev e p re p a ra z io n e l’I ta lia a v e v a bisogno, n essu n g r a n ­ de S ta to essendosi tr o v a to , in q u el critico m o ­ m e n to , m en p re p a ra to del n o stro a d a ffro n ta rlo : p re p a ra z io n e delle a rm i e, n o n m en o u rg e n te , p re p a ra z io n e degli an im i. D ella n o s tra efficienza b ellica n o n av ev a n o u n alto c o n c e tto gli S ta ti M aggiori delle a n tic h e p o te n z e m ilita ri; n é, p e r la g u e rra lib ica, si era elev ato ; né (giova n o n d is­ sim u larci le v e r ità co m u n q u e penose) n o i stessi ci se n tiv a m o fiduciosi. D im o stra i, con d o c u m e n ti che nessuno h a c o n te s ta to , com e, alla im m in e n te p ro v a dei f a tti, essa ci si riv elasse in ferio re alle stesse n o s tre m o d e ste a s p e tta tiv e ; com e fossero c o n s ta ta te le p iù e v id e n ti m a n c a n z e ; com e fosse, secondo u n p ia n o o rg a n ic a m e n te s ta b ilito e t r a ­ d o tto in a t to n el m in o r te m p o possibile, i n t r a ­ p re sa la n o n b re v e n é facile rico stru z io n e di u n esercito idoneo alla g ran d e g u e rra .

E sp o si p u re , con rife rim e n to alla sto ria p o litic a degli a n n i im m e d ia ta m e n te p re c e d e n ti, com e allo sforzo, che p ro b a b ilm e n te d o v evam o im p o rg li, ap p arisse im p a ri l’org an ism o dello S ta to ita lia n o , infiacchito d a u n governo sem pre p iù p a r la m e n ta ­ re, nelle cui fo n d a m e n ta la p re m a tu r a e crescen te in filtrazio n e d e m o c ra tic a a v e v a d e te rm in a te c o n ­ tin u e e sensibili oscillazioni. O cco rrev a raffo rzare il G overno di fro n te al P a rla m e n to e di fro n te al P aese, conferirgli m ag gio re re p u ta z io n e di s ta b i­ lità , e d are m agg ior to n o di vigore e di p ro n te z z a

(23)

alla sua azione e alla su a resisten z a c o n tro ogni segno di discordia e d ’in d iscip lin a: in u n a p a ro la so stituire a u n M inistero, d al q u ale n o n si ch ie­ deva p iù che la b u o n a am m in istrazio n e , u n M ini­ stero p er in d ire e dirigere la g u e rra . I l M inistero fu rifa tto tra e n d o occasione d alla m o rte del m i­ n istro degli E s te ri e dalle dim issioni dei m in is tri della G uerra e del T esoro. Se n e accreb be la r e ­ p u tazione di forza del G overno e l ’opinione che le so rti del P aese fossero affidate a m a n i n o n in ­ degne. Si d eterm in ò u n a c o rre n te d i fiducia p u b - bbca, che v alse a co n ten ere gli u m o ri acid i di u n a p a rte no tev o le della m ag g io ran za p a rla m e n ta re , della quale n o n era possibile n o n te n e r co n to .

Cosi al G overno, raffo rzato n ella coscienza p ro ­ p ria e n e ll’opinione gen erale, a ll’in te rn o e a ll’e­ stero, p a rv e , n e ll’u ltim o m ese del 1914, g iu n to il te m p o di assu m ere u n p iù riso lu to a tte g g ia ­ m ento. I l 3 D icem b re, alla ria p e r tu r a del P a r la ­ m ento, nelle dich iarazio n i d a m e le tte con clam o ­ roso successo e generale — alm eno a p p a re n te — consenso, p u re co n ferm an d o « la n e u tra lità p o d e ­ ro sam en te a r m a ta e p ro n ta a d ogni e v e n tu a lità » , rico rdai com e l ’I ta lia avesse « g iu ste asp iraz io n i da afferm are e so sten ere ». I l 9 d icem bre il n u o v o M inistro degli E s te ri, S idn ey S onnino, rip ro p o ­ nendo con ferm o linguaggio a V ien n a la qu estio n e dell’ artico lo V I I del t r a t t a t o della T rip lice, cioè dei com pensi d o v u tic i p e r le m u ta z io n i in d o tte dalla g u erra, senza n o s tra in te sa , allo statu quo n e l­ la peniso la b alcan ic a, av ev a esp ressam en te r ia f ­ ferm a te le n o s tre « asp irazio n i nazio n ali ». F u ro n o

(24)

q u e s ti i p rim i n o s tri p assi decisivi su la v ia d el­ l ’in te rv e n to . A d a rre s ta rc i, il 17 D icem b re, era a rriv a to d a B erlin o , a m b a sc ia to re s tra o rd in a rio , il P rin c ip e di B ulow , sen za d u b b io il p iù r a g g u a r ­ devole u om o di S ta to che la G erm an ia p o te sse, in q u el te m p o , v a n ta r e , e il p iù a d a tto , p e r i suoi p re c e d e n ti e le sue relazion i, ad e sercitare u n a in ­ fluenza sulla p o litic a ita lia n a . Q u e sta in ta n to a v e v a a s s u n ta ta le im p o rta n z a che u n g ran d e gior­ n ale stra n ie ro p o te v a scriv ere che V illa M alta — la b ella d im o ra di B ulow a R o m a — d iv e n ta v a « il c e n tro della g ran d e p o litic a e u ro p ea ».

T r a S onnino e m e v ’e ra d a p a re c c h i a n n i l ’a m i­ chevole c o n su e tu d in e di scam b iarci il 1° di G en ­ naio il m o d e sto dono di u n ’agenda o d i u n v o lu ­ m e tto . F u r itr o v a ta , fra le p o ch e c a rte n o n d is tr u t­ te d a S onnino, la le tte r a con cu i gli a c c o m p a g n a ­ vo l ’a g e n d a p el 1915. N e tra g g o le seg u e n ti p a ro le :

« A u g u riam o c i p el 1915 che riesca, a n o i d ue in siem e, di p o r ta r e u n reale in c re m e n to alla P a tr ia . Se ci riu sc irà , p o tre m o in to n a re con an im o lieto il nunc dim itte q u a n d o ci to c c h e rà ».

Con q u e s ti in te n d im e n ti e n tra m m o n e ll’an n o 1915, seg n ato d a l d estin o p e r la risoluzione del m ag g io r p ro b le m a che allo S ta to ita lia n o fosse p o sto dopo la su a co stitu zio n e.

* * *

Allo scoppio della g u erra, q u a n d o il bilioso a m ­ b a sc ia to re d ’A u stria ci rite n e v a cap a ci, al m

(25)

simo, di u n v an o te n ta tiv o di r ic a tto , i d ue g ru p p i bellig eran ti n o n te n n e ro (non giova d issim u lar­ celo) m olto co n to del n o stro a tte g g ia m e n to . Sei mesi dopo si g u a rd a v a a R o m a con b e n a ltr a a s p e t­ ta tiv a . L a m u ta z io n e e ra d o v u ta in p a r te alla linea di c o n d o tta d a noi fe rm a m e n te e a p e rta m e n te seguita: n e u tr a lità , m a n o n d isin te re ssa m e n to d a l­ le vicende del co n flitto ; afferm azione dei n o s tri d iritti e delle n o s tre asp iraz io n i; p re p a ra z io n e dei m ezzi m a te ria li p e r fa rli v alere al m o m en to che avrem m o r e p u ta to o p p o rtu n o ; disposizione, sem ­ pre p iù m a n ife s ta nel se n tim e n to p u b b lico , a se­ guire il g overn o n ella v ia che a v reb b e p re sc e lta , fosse anche la v ia p iù perigliosa. D ’a ltr a p a r te il v a sto co n flitto e ra g iu n to a ta l segno che nessuno fra gli S ta ti, che v i eran o im p ig liati, p o te v a p iù illudersi n ella sp e ra n z a di u n a ra p id a soluzione, m e n tre a t u t t i , n o n p resag h i della lun gh issim a d i­ m ora, p a re v a che verso u n a soluzione ci si dovesse av v iare. N u o v i elem en ti, n u o v e forze o cco rrev a ad ogni p a tto p ro c u ra rsi, o alm eno im p ed ire che se ne giovassero gli a v v e rsa ri. Q u in d i la crescen te v a lu ta z io n e dei n e u tri, fra i q u ali p rim eg g iav a in E u ro p a l ’I ta lia .

Se a u n in c o m p e te n te fosse lecito di ra p p re s e n ­ ta re in poche p aro le l ’im pressione dei ris u lta ti del p rim o sem estre di g u erra, oserei dire che essi si riassu m o n o nel fallim en to , o alm eno n e ll’a rre sto , di t u t t e le g ra n d i offensive. E r a fa llita in p o chi giorni l ’offensiva con la q u ale lo S ta to M aggiore francese, seguendo u n suo pian o p re s ta b ilito fu o ri della r e a ltà , av e v a in iziate le operazio ni in F ia n

(26)

d ra e in A lsazia. B en a ltr i ris u lta ti, che nelle p rim e s e ttim a n e p a rv e ro trio n fa li, av e v a co n seg u iti l ’in ­ vasio n e te d e sc a n el B elgio e in F ra n c ia ; m a , sul lim ita re di P a rig i, si era a r r e s ta ta nelle m e m o rab ili g io rn a te della M arn a. Si è com preso e si è d e tto d ip o i che q u e ste segn aro n o u n a s v o lta n ella sto ria della g u erra. F in d ’allo ra il m o n d o a tto n ito seppe che l ’esercito germ anico , n o n d is fa tto m a v itto r io ­ sa m e n te fe rm a to , e ra c o s tre tto a rip ieg are e a o r­ g an izzare la d ifen siv a del v a s to te rre n o o ccu p a to , d al q u ale p erò n o n v alsero a scacciarlo le c o n ­ troffensive te n ta te in a u tu n n o d a i franco-inglesi. In v ece c ad e v an o A nversa e L illa ; m a l ’esercito belg a riu sciv a a d a g g ra p p a rsi sta b ilm e n te a d u n angolo del suo te rrito rio ; né la m in accio sa corsa al m a re giu n g ev a a im p a d ro n irsi dei p o rti fran cesi e a ta g lia re le essenziali co m u nicazion i t r a F r a n ­ cia e In g h ilte rra . L a v ia di C alais e ra s b a r r a ta com e q u ella di P a rig i. Cosi d ai V osgi al M are del N o rd si eran o c o s titu ite e si fro n te g g ia v a n o s te rm in a te linee sem p re p iù fo rtific a te , delle quali l ’ag g ira m en to n o n era possibile, e la r o ttu r a n o n riu sc iv a , q u a n d o riu sciv a, se n o n a m ediocri r i­ s u lta ti di a rre tra m e n to d ell’av v e rsa rio , p a g a ti a carissim o prezzo di u o m in i e di m ezzi n ella tra g ic a f a ta lità degli a tta c c h i fro n ta li. N essu n o a llo ra o sa ­ v a n ean c h e lo n ta n a m e n te p re v e d e re che cosi si sareb b e d u ra to q u a ttr o an n i.

D iv erso c a r a tte r e a v e v a d a p p rim a a s s u n ta la g u e rra in quello che fu d e tto il fro n te o rien tale . L ’in v asio n e ru ssa n el te rrito rio p ru ssia n o e ra s t a ­

ta tr a v o lta in p ie n a d is f a tta nelle c a m p ali b a

(27)

taglie di T a n n e n b e rg e dei lag h i M asu rian i. T u t ­ ta v ia, rich iam an d o d a ll’O ccidente n o te v o li forze tedesche, a v ev a in d ire tta m e n te c o n trib u ito alla v itto ria della M arn a. F a llito era p u re, p e r la re si­ stenza di T edeschi ed A u stria c i, u n te n ta tiv o verso la Slesia. M a in G alizia, com e d o v u n q u e ebbero di fro n te sole forze a u stria c h e , i R u ssi a v ev a n o p rogredito, te n e v a n o m o lta d iste sa di te rre n o o ltre Leopoli e am m assav an o g ran d i forze, col m an ifesto in te n to di so v erch iare i C arpazi e discendere, con u n colpo che a v reb b e p o tu to essere decisivo, n ella p ia n a ung herese. Cosi, co n trib u e n d o v i l ’asp rezza dell’in v ern o , si p o te v a , anche in O rien te, p a rla re di u n fro n te sta b iliz z a to , m a di certo assai p iù m obile che n o n il fro n te occiden tale, d al B altico alla fro n tie ra ru m e n a .

I l n o stro am b asc iato re a P a rig i, il 5 g ennaio, riassu m ev a cosi i giudizi c o rre n ti sulla situ a zio n e m ilitare :

« Q u an to alla situ a zio n e m ilita re le co n v e rsa ­ zioni re c e n te m e n te a v u te coi m iei colleghi del Corpo d ip lo m atico e cogli u o m in i del G overno e uom ini p o litici fran cesi m i h a n n o m o s tra to che, salvo insig n ifican ti sfu m a tu re in senso u n poco p iù o ttim is ta o u n poco p iù p essim ista, t u t t i co n ­ cordano nel pensiero che o ra m a i è s ta b ilito l ’eq u i­ librio q uasi p e rfe tto delle forze b e llig e ra n ti sui due te a tr i della gu erra e q u in d i la g u erra si p ro lu n ­ g h erà all’infinito fino ad esau rim en to di forze di u n a delle p a rti. T u t ti i giorn ali fran cesi fan n o p ro p ria la te si del critico m ilita re del T im es, che b a s ta adesso lim ita rsi a resistere p e r poi, a

(28)

te m p o o p p o rtu n o , q u a n d o la G erm an ia s a rà s tr e ­ m a ta d i riso rse, p io m b a rle ad d o sso; p erò ta n to gli u o m in i di S ta to fran cesi q u a n to i d ip lo m atici della T rip lice I n te s a com p ren d o n o che ciò ric h ie ­ d e rà u n a lu n g a a tte s a , che riu sc irà fa ta le a v in ­ c ito ri e v in ti. In v o c a n o q u in d i u n n u o v o in te r ­ v e n to c o n tro la G erm an ia e l ’A u stria , p e r p o rre fine alla g u erra. A tte n d o n o p e r p rim i quello d el­ l ’I ta lia e quello della R o m a n ia ; riten g o n o l ’I ta lia m eno proclive della R o m a n ia a d e n tra re in azione, m a sp eran o che l ’in te rv e n to ru m en o , sul q u ale credono p o te r c o n ta re , tra s c in e rà quello d ell’I t a ­ lia p e r fa ta le n ece ssità di cose.

« O ve po i l ’in te rv e n to ita lo -ru m e n o a p rim a v e ­ r a n o n dovesse v erificarsi, riv olg on o l ’u ltim a spe­ ra n z a al G iap p o n e. L ’id e a di ta le in te rv e n to , che d a p p rim a , q u a n d o l ’accenno n e v en n e d a l G iap p o ­ n e, sem brò rip u g n a n te , o ra g u a d a g n a te rre n o ogni giorno . H o in teso p ersin o u n uo m o p o litic o , che n o n h a p erò alcu n ufficio resp o n sab ile, dire che la F ra n c ia p o tre b b e cedere al G iap p o n e l ’In d o -C in a, colonia che n o n è d ifen d ib ile, co m p en san d o si la r ­ g a m e n te sulle colonie te d esc h e d ell’A frica ».

T a li eran o i p en sieri d o m in a n ti; m e n tre u n p e ­ rio d o di re la tiv o riposo era im p o sto , p iù an c o ra che d alla stag io n e, d alla n ecessità, a t u t t i c o m u ­ n e, di risarcire l ’eno rm e consum o di forze, p e rs o ­ n a li e m a te ria li. I l con sum o a v e v a , d i g ra n lu n g a e d a p p e r tu tto , su p e ra to le p iù am p ie p rev isio n i. B a s ta ric o rd a re che, nelle con v enzio n i m ilita ri a n ­ glo-francesi, il concorso inglese p e r te r r a era d e ­ te rm in a to nel 1906 in u n o sb arco di 80 m ila

(29)

uo-m ini, p o rta ti nel 1912 a 120 uo-m ila. B a s ta rico rd are che, nella stessa G erm an ia, la sola p o te n z a b en p rep arata, p a rv e insufficiente la p rep araz io n e. D al p unto di v e d u ta del progressivo in c re m en to delle forze le p ro s p e ttiv e dell’In te s a eran o b en più favorevob, illim ita te essendo le p o ssib ilità del­ l’Im pero B ritan n ico p a d ro n e dei m a ri. I n q u a n to a tangibili co n q u iste te rrito ria li rim a n e v a in n e ­ gabile, salvo che in G alizia, il v a n ta g g io degli Im p eri c e n tra b , p a d ro n i del B elgio, del N o rd -E s t della F ra n c ia e di u n a la rg a zona di P o lo n ia ru ssa. Ma dal pericolo p iù o m eno lo n ta n o d ell’e sa u ri­ m ento, su cui gli a v v e rsa ri c o n ta v a n o , p o te v a n o salvarsi so lta n to m e d ia n te u n a v itto rio s a rip resa offensiva. Q uindi d a ogni p a r te lo stu d io ansioso, ta lv o lta fan ta sio so , di n u o v i disegni p o litic i e di n u ovi p ia n i di g u erra e lo sforzo assiduo d i p r o ­ cu rarsi sem pre m aggiori d isp o n ib ib tà di u o m in i e di mezzi.

N oi, nel fosco a m b ie n te generale, n o n p o te m m o se non proseguire p e r la v ia che il n o stro se n tim e n ­ to e la m a tu r a co nsiderazione degli in teressi del P aese ci av ev an o se g n a ta , n o n p erò irre v o c a b il­ m e n te, n o n essendo sino allo ra le g a ti d a alcu n definitivo im pegno. T u tta v ia n el P aese a n d a v a sem pre p iù p e n e tra n d o l’in tu izio n e che l ’o ra del risolversi stesse p e r su o n are e che a d u n a riso lu ­ zione — la sola o rm ai possibile — il G overno si avviasse. O nde gh u n i si accen d evan o n ell’im p re ­ sa di a ffre tta rla , gli a ltr i cercav an o i m ezzi di

(30)

e v ita rla o alm eno di rin v ia rla . T ra q u e s ti u ltim i p iù si a d o p e ra v a n o coloro che facev an o p ro fes­ sione d i p o litic a — u o m in i p a rla m e n ta ri e s c r it­ to ri di gio rnali, — a v v e rsi alcun i a p e rta m e n te al G overno, a ltr i n o n s im p a tiz z a n ti, m a c o n te n u ti d a l se n tim e n to p u b b lico che im p o n e v a , n el g rav e m o m en to , disciplina, co nco rd ia e c o m p a tte z z a . P iù pericolosi co sto ro , che nei v o ti p alesi e nelle a ltre p u b b lich e m a n ifestaz io n i esp rim ev an o la fiducia, m a n o n riu sciv an o a n asco n d ere il desiderio di q u alch e p ro p izia occasione p e r a b b a tte r e , o alm e­ no in fiacchire, p e r vie tra v e rse , il G overno. L e oc­ casioni fu ro n o a p p re s ta te d a in fa u s ti im p re v e d i­ bili e v e n ti e d a g ra v i difficoltà in te rn e d e riv a te d alla condizione, d a p p e r tu tto sco n v o lta, dei t r a f ­ fici in te rn a z io n a li.

* * *

N elle p rim e ore del m a ttin o del 13 G ennaio la ca p ita le fu scossa d a u n te rre m o to , del q u ale n e s­ suno fra i v iv e n ti ric o rd a v a l ’eguale in fo rza e in d u r a ta . A R o m a m o lto p an ico , m a d a n n i n o n g rav i a edifici p u b b lici e p riv a ti. N o n si riu sciv a a d a v e r n o tizie dalle p ro v in cie lim itro fe, salv o che di case cro llate o p e ric o la n ti in q u alch e piccolo co­ m u n e del L az io . S o lta n to n el pom eriggio si seppe v a g a m e n te di d a n n i g ravissim i v erso l ’A b ru zzo . G iunse fin alm en te il te le g ra m m a di u n fu n zio ­ n a rio sc a m p a to , che in fo rm a v a del v ero e g ran d e d isa stro a v v e n u to ; m a, p el to rp o re degli uffici, esso n o n fu p o r ta to se n o n la sera, dopo p arecch ie

(31)

ore, al P residen te del Consiglio. S’iniziò im m e d ia ­ ta m en te , m a senza d u b b io ta rd iv a m e n te , l ’o pera di soccorso, che n o n p o te tte svolgersi se n o n l ’in- domani e nei giorni successivi, a v v e rs a ta d a fa ­ tali circostanze. 11 te rrito rio p iù colp ito , la zona del Fucino, era a ttr a v e r s a to d a u n a sola ferro v ia a binario unico, sulla q u ale, e sulle c o n v erg e n ti strade ordinarie, la fu ria d is tr u ttiv a del fenom eno tellurico s’era e s e rc ita ta , a b b a tte n d o stazio n i, caselli, pozzi, p o n ti, linee teleg rafiche e te lefo n i­ che; l’unico cen tro u rb a n o , sede di t u t t i i p u b b lici uffici, era a tte r r a to . E r a il m o m en to del p iù du ro inverno, b re v i le g io rn ate, dei 54 co m un i co lp iti alcuni difficilm ente accessibili p e r l ’a ltitu d in e del sito e lo sconvolgim ento delle scarse v ie. D i gior­ no in giorno p iù dolorose le c o n sta ta z io n i della e n tità del d isastro , inferio re a quello che sei an n i p rim a av ev a d e v a s ta to M essina e R eggio n o n p er in te n s ità , m a solo p erch é nelle c o n tra d e m o n ta g n o ­ se n o n v ’erano g ran d i e popolose c ittà . E ra n o t u t ­ ta v ia a b ita te d a u n a p op olazione n o n scarsa, san a e lab o rio sa, d e d ita alla p a sto riz ia e, d o v u n q u e la n a tu ra del te rre n o lo p e rm e tte sse , assid u a c o lti­ v atrice di u b erto se cam p ag n e. Si calco laro no c ir­ ca 20 m ila m o rti, u n m o lto m ag g io r n u m e ro di feriti, circa 100 m ila p erson e a u n t r a t t o p riv e, in quella stag ione, di rico vero e di v itto .

I l S ovrano, il G overno, le sp o n ta n e e c o n trib u ­ zioni di d en aro e d i opere d a ogni p a r te d ’Ita lia , fecero tu t t o quello che si p o te v a con larg h ezza di m ezzi e p ro n to rio rd in a m e n to dei serv izi p u b ­ blici. N o n ho q u i d a scriv ere u n a relazio n e

(32)

l ’o p era n o s tra , q u ale risu ltò poi d a d o c u m e n ti ufficiali. I n q u a n to a m e v i spesi t u t t o il ferv o re della m ia a ttiv i tà , a d o p e ra ta , ta lv o lta con d ir e t­ to in te rv e n to e con d u re p aro le , a in c ita re e o rg a ­ n iz zare. I l M in istro dei L a v o ri P u b b lic i, Ciuffelli, e sp erto a m m in is tra to re e uom o di en erg ia e di co­ m a n d o , era n ei lu o g h i del m ag g io r d isa stro .

Io

n o n v i a n d a i, n o n p a re n d o m i che la m ia p resen za occorresse o giovasse sul p o sto , p el n a tu ra le m io a b o rrim e n to d a ogni te a tr a lità , forse n o n lodevole q u a n d o si dirige il G overno di m ilio n i d i u o m in i, di cui la m a ssim a p a r te g iu d ica dalle a p p a re n z e e dalle in fo rm azio n i di u n a s ta m p a a b itu a lm e n te g onfiatrice di lo di o di b iasim i. V oglio s o lta n to riconoscere che le c ritic h e riv o lte allo ra a ll’o p era di soccorso n o n eran o del t u t t o in fo n d a te , special- m e n te se si co n sid era il r ita r d o e la confusione dei p rim i giorni. R a ra m e n te m a n c a ro n o b u o n e in ­ te n zio n i e b u o n a v o lo n tà ; b en sì a p p a rv e , in q u e l­ la a s p ra p ro v a , l ’in sufficiente e ta rd ig ra d o fu n ­ zio n am en to di a lcu n i essenziali servizi p u b b lici, in p a rtic o la r m odo d i quello dei tr a s p o r ti.

E r a allo ra a capo delle ferro v ie dello S ta to u n uom o di a lto v a lo re e di a lta co m p eten z a te c n ic a e a m m in is tra tiv a , l ’in g eg n ere R iccard o B ia n c h i. C h ia m ato , circa dieci a n n i p rim a , a d irigere l ’im ­ p ro v v is a to passag gio allo S ta to delle ferro v ie , egli a v e v a o rg an iz zato il v ita le servizio, tra e n d o lo d a l­ la d isa stro sa condizione in cui e ra r id o tto . A v e ­ v a o tte n u to n o te v o li r is u lta ti econom ici e sa p u to g u ad ag n a rsi l ’affetto e il ris p e tto del p erso n ale. N egli u ltim i te m p i p erò le difficoltà eran o

(33)

sciute. Del personale, c o n ta m in a to sem p re p iù dalle organizzazioni sovversive, cui Vindirizzo ge­ nerale del governo dem o cratico a v ev a lasciato li­ bero campo, non erano sufficienti il ren d im en to e la disciplina. L ’a u to n o m ia , s c ritta nella legge, non si poteva svincolare d alla ano rm ale e pericolosa si­ tuazione in cui ogni au to n o m ia si rid u ce, q u an d o implica l’in d ip en d en za di chi sp end e d a chi p ag a. Le crescenti difficoltà, in cui av e v a a d ib a tte rs i, non dim inuivano n el D ire tto re G enerale il senso della p ro p ria resp o n sab ilità; m a lo co strin g ev an o a ra p p o rti n o n sem pre di consenso col M inistero, da cui p u re d ip e n d ev a. I l B ian ch i, o rm ai a b itu a to all’acquiescenza rem issiv a dei m in is tri dei L av o ri P u b b lici, n o n era d isposto ad a m m e tte re v igilanze ed ingerenze, che p u re la legge a u to riz z a v a , anzi im p o n ev a al G overno. P e r converso il m in istro CiufFelli, anche lu i uom o di fo rte te m p ra , era r i­ so lu to a valersi di t u t t e le sue faco ltà. N e d e riv a v a fatale l ’a ttr ito , che scoppiò q u an d o , a calm are il m alco n ten to , n o n del t u t t o in g iu stificato , della p ub blica opinione, noi affidam m o a u n a com m is­ sione d ’inchiesta il verificare se i servizi fe rro v ia ­ ri avevano p ro ced u to con la ra p id ità e l ’ordine necessarii. I l B ianchi d e tte le sue dim issioni in form a ta le che il G overno n o n p o te v a n o n ac c e t­ tarle, p u r non dissim ulandoci la g ra v ità del fa tto in sé e della p e rd ita p e r la P u b b lic a A m m in i­ strazione.

Q uesto ed a ltri m inori episodi a lim e n ta v a n o i sussurri, le insinuazioni, le speranze dei p o litic a n ti, ai quali ho accen n ato , in cerca di occasioni p er

(34)

sm in u ire, p o ssib ilm en te p e r a b b a tte r e , il G overno, che n o n era quello del loro cuore. L a C am era era ch iu sa; m a M ontecitorio rim a n e v a sem p re luogo di a n im a ti convegni p e r coloro che d im o rav an o a R o m a o v i c a p ita v a n o . P ia c e rà al le tto re rip o ­ sarsi nella n arra z io n e di u n fa tte re llo di cronaca p a rla m e n ta re , di nessu n a im p o rta n z a in sé, m a segno dei te m p i.

P a re c c h i d e p u ta ti re d u c i d a A v ezzan o p o chi giorni dopo il d isa stro re p u ta ro n o o p p o rtu n o e sp o r­ m i le loro osservazio ni e i loro su g g erim en ti. V e n ­ n ero senza p reav v iso a P ala zzo B rasch i. I n quel m o m en to io ero im p e g n a to . N o n m i fu possibile riceverli su b ito . C onferirono in vece coi cap i dei servizi s tra o rd in a ri già o rg an iz zati. I l giorno s te s ­ so si diffuse, n o n so d a chi m essa in giro, la voce che io n o n avessi v o lu to ricev erli; la riferì q u a l­ che g iornale con co m en ti n a tu ra lm e n te m a le ­ voli. I n ta n to io av ev o f a tto sap ere che v o le n tie ri li a v re i v e d u ti rin d o m a n i, com e di f a tt i v en n ero e si tr a tte n n e r o a lu n g o , t r a t t a t i con am ichevole co rte sia, q u ale e ra allo ra d ’uso fra colleghi, an ch e se alcu n i a v v e rs a ri p o litic i o te p id i am ici. M a io ero seccato delle v oci m esse in giro; né lo nascosi. « Me ne sono d o lu to — dissi loro — com e g e n tilu o ­ m o, com e p erso n a ben e e d u c a ta , n o n com e u o m o politico, p erch é com e u o m o p o litico so che p e n s a ­ re. Mi p a re che, n o n certo in v oi, m a in q u alcu n o , v i sia u n ta l q u ale desiderio di d are l ’assalto alla diligenza. M a q u e s ta v o lta n o n si t r a t t a di u n a diligenza, bensì di u n ’a u to m o b ile b lin d a ta e a r ­ m a ta . P o tr à d arsi che l ’a u to m o b ile sa lti, m a non

(35)

a v v e r r à s e n z a s p a r g im e n to d i s a n g u e ». Q u e s to dissi, co m e i p r e s e n ti r ic o n o b b e r o , in to n o a m i­ ch ev o le e sc h e rz o so , fo rs e lie v e m e n te ir o n ic o . I p r e s e n ti p r o te s ta r o n o d e lla in n o c e n z a d elle lo ro in te n z io n i p o litic h e e la c o n v e rs a z io n e si sv o lse a m p ia m e n te in to r n o a i p r o v v e d im e n ti p re s i e d a p re n d e re . L e m ie p a r o le fu ro n o s u b ito d o p o r if e ­ rite e c o m m e n ta te e f a t t e a r g o m e n to , p e r p a r e c ­

chi giorni, d i t u t t a la s ta m p a ita lia n a .

A in te n d e r le o r a o c c o rre ch e ric o r d i co m e l’esp ressione efficace e c a r a tte r i s t ic a d i « a s s a lto alla dilig en za » fo sse e n t r a t a n e l lin g u a g g io p a r l a ­ m e n ta re p e r u n a e sc la m a z io n e d e l d e p u ta to E t t o r e C iccotti — u n s o c ia lis ta c o ltissim o e in d ip e n d e n te dalle gerarchie d e l p a r t i t o — q u a n d o , n e l 1906, gli am ici dell’O n. G io litti ro v e s c ia ro n o il p rim o m in istero S onnino, in u n a fine d i s e d u ta , s o p ra u n a q u estione di o rd in e d e l g io rn o . Io p e n s a ta m e n te volli significare ch e n o n m i s a re i la s c ia to ro v e s c ia ­ re, com e S onnino , c o n u n p r e te s to ; m a a v re i r e s is ti­ to e p r o s p e tta ta n e t ta m e n te la q u e s tio n e p o litic a in n a n z i al P a e s e . I l q u a le a v re b b e g iu d ic a to se v e ­ ra m e n te c o d e s ti te n t a t i v i , com e li giu d icò u n d e ­ p u ta to p re s e n te a l colloquio, l ’O n. C o m a n d in i, di m a rc a re p u b b lic a n a m a b u o n I ta lia n o e b u o n p a- tr i o tta . « C hi, com e m e, — egli disse a u n i n t e r ­ v is ta to re — è e s tra n e o alle c o m p e tiz io n i dei g ru p p i fo rm a ti d ai p a r ti ti di g o v ern o , v e d e che la d isc u s­

sione in to rn o alla o rg an izzazio n e dei soccorsi d a p a r te dei p u b b lici p o te ri, te n d e a d iv e n ta re cam p o di lo t ta p e r il p o tere.» E a n c o ra : «N on si p ossono fa re giuochi d i q u esto genere p e r p ro v o c a re u n a

(36)

p a s s a ta di p o rtafo g li, in u n m o m en to in cui la N azion e h a bisogno d i m o s tra rs i sa ld a e c o m p a tta nei suoi org an i d ir e ttiv i ».

Q uesto p rim o te n ta tiv o n o n a tte c c h ì. D o po q u a l­ che la m e n ta z io n e di d e p u ta to locale e m ie b re v i spiegazioni la C am era ap p ro v ò la conv ersione in legge di d ic ia sse tte decreti-legge, che il G overno a v e v a d o v u to e m a n a re p e r p ro v v e d e re i m ezzi fin an z iari ed o rg an izzare i servizi civili n ella zona co lp ita. P iù che di ferm a rm i a quelle m isere beghe, era s ta t a m ia p re c ip u a c u ra d ileg u are, a ll’in te rn o e a ll’estero , l’ im p ression e che l ’ I ta lia , d e p a u p e ­ r a ta e sco rag g ia ta d a ll’im m an e colpo, si a rre sta sse nel p ro seg u im en to dei suoi fini in te rn a z io n a li e nella su a p re p a ra z io n e a d ogni e v e n to . N el circolo m ilita re di P o la alcu n i ufficiali a u s tria c i av ev a n o b rin d a to al te rre m o to . B ene è v ero che il G o v er­ n a to re di T rie ste , il fa m ig e ra to H o h en lo h e, a v ev a acc en n ato alla co stitu zio n e di u n c o m ita to di soc­ corso. M a noi, in A u stria com e a ltro v e , facem m o d ic h ia ra re che l ’I ta lia b a s ta v a al co m p ito im p o sto ­ le d al d isa stro e n o n a c c e tta v a a iu ti stra n ie ri. O gnuno in te n d e com e, in quei fra n g e n ti, la d ig n i­ t à nazio n ale im p onesse ta le lin ea di c o n d o tta .

I l m io pensiero d o m in a n te fu espresso alla C a­ m e ra a ll’a tto della su a rico n v o cazio n e, il 18 fe b ­ b ra io . « Con l’anim o v irilm e n te com m osso, m a n o n a b b a ttu to né depresso, rim p ia n g ia m o i n o s tri m o rti e p ro v v ed ia m o ai s u p e rs titi. M a so p ra tu t to , fo rtific a ti n el dolore, m a n te n ia m o sa ld a e in v itta la fede n ei d e stin i della P a tr ia , della P a tr ia im m o r­ ta le che, oggi p iù che m ai, rich ied e in no i la p ersu

(37)

sione p rofonda che le sue so rti no n si racc h iu d o ­ no nell’an g u sta cerchia degli in teressi p re s e n ti e della v ita stessa di u n a generazione, m a com ­ prende coloro che furo n o e coloro che saran n o , tu tte le n ostre m em orie e le n o stre glorie del p a s ­ sato, tu t te le n o stre sp eran ze e i n o s tri id eali p er l’avvenire ».

* * *

Alla C am era fu am p lissim a, d u ra n te parecch i giorni, la discussione di num ero se in terp ellan ze e interrogazioni in to rn o agli a p p ro v v ig io n a m e n ti e segnatam ente alle p ro v v iste del grano. L a q u e stio ­ ne era di n a tu ra ta le che n o n si p o te v a e v ita rla o strozzarla. A m e p rem e v a anzi che ne risu ltasse evidente lo sforzo del G overno, e che il P aese si rassicurasse nella certezza che il necessario alla vita non sareb b e m a n c a to .

Il raccolto del gran o del ’14 era s ta to in I ta lia , causa la siccità, di p iù m ilioni di q u in ta li inferiore alla m edia; onde la necessità di m aggiore im p o rta ­ zione. A lla quale si c o n tra p p o n e v a n o o stacoli gravi p iù che negli an n i p re c e d e n ti: la ch iu su ra presso che co m p leta dei m a ri o rien tali; la scarsità dei m ezzi di tra s p o rto in g ran p a rte re q u isiti dai b ellig eran ti; la difficoltà dei p a g a m e n ti in te r n a ­ zionali p e r lo sconvolgim ento dei traffici e gli in ­ te r r o tti ra p p o rti di cred ito ; i racco lti falliti in A u ­ stra lia e nell’In d ia ; il m aggior consum o e le m a g ­ giori rich ieste p er gli eserciti in g u erra. I l co m ­ m ercio dei g ran i no n si svolgeva nel suo ritm o

nor-33

(38)

m ale; d iv e n iv a in p a r te u n a fu nzion e di S ta to . T u tte q u este rag io n i co sp irav an o al rialzo dei prezzi, che di f a tt i a u m e n ta ro n o in m isu ra n o te ­ vole d u ra n te l ’a u tu n n o e l’in v e rn o . I n I ta lia si ag g iu n g ev a la in eg u ale d istrib u zio n e della p ro d u ­ zione g ra n a ria n el te rrito rio del R egn o . Al G o v er­ no s p e tta v a il co m p ito d ’in te rv e n ire affinché n e s­ su n a p ro v in cia m an casse dell’alim en to essenziale; m e n tre il M inistero della G u e rra d o v ev a tr o v a r m odo di n o n fare co n co rren za ai c o n su m a to ri del m e rc a to in te rn o p e r so v v en ire ai crescen ti bisogni dell’esercito e c o stitu ire la in g e n te rise rv a in d i­ spensabile p e r la p re v is ta e v e n tu a lità della m o b i­ litazio n e generale. I n n essu n c e n tro di p o p o la zio ­ ne m ancò m a i il p a n e ; m a i prezzi p iù a lti e le a p ­ p ren sio n i diffuse d e te rm in a ro n o q u alch e agitazio n e e q u a e là tu m u lti che, p e r v ero , n o n assunsero c a ra tte re di g ra v ità e fu ro n o p re s to se d a ti.

I l servizio degli a p p ro v v ig io n a m e n ti d ip e n d ev a d al M inistero di A g ric o ltu ra I n d u s tr ia e C om m er­ cio, del q u ale era a capo il se n a to re G ia n n e tto C avasola, uom o di q u a lità singolari, al q u ale la g rav e e tà n u lla to g lie v a della lu n g a esp erie n ­ za a m m in istra tiv a , della p ro n ta in tellig en za, d ella riso lu ta ed energica esecuzione. N é a lu i n é ad a ltr i fu d a to , n ella e s ta te del ’14, al p rim o scoppio della conflagrazione, p re v e d e rn e lo s v ilu p ­ po e le conseguenze. M a n o n a p p e n a q u e ste si a p ­ p alesaro n o sem pre p iù m inacciose e diffuse, egb pose m e n te ai p ro v v e d im e n ti, p rim o fra i q u a b i la rg h i a c q u isti d ir e tti dove il com m ercio p riv a to si d im o stra v a insufficiente. S enoncbé gli to c c a v a

(39)

procedere d ’accordo col M inistro del T esoro, n a ­ tu ralm en te resisten te, affaticato com e era dal co n ­ tinuo crescente dispendio stra o rd in a rio p er la p re ­ parazione m ilitare. T u tta v ia , fra i vivaci a ttr iti, che a me to ccav a a tte n u a re , m olto si era f a tto e si faceva: dagli acq u isti su la rg a scala alla creazione di u n apposito organism o di consorzi p ro v in ciali per la distrib u zio n e del grano a ll’in te rn o ; dalla dim inuzione p rim a e soppressione poi del dazio su lfim p o rtazio n e, alla d ecretazio n e del p an e u n i­ co, che fu su b ito q u alificato « p an e di g u erra ». F ra tta n to , a n o n g ra v a re sul m e rc ato in te rn o , il M inistero della G u erra facev a co m p erare d ire tta - m ente in A m erica il g rano necessario ai m agazzini m ilitari.

I d e p u ta ti in te rp e lla n ti no n disconobbero l’o­ pera del G overno, m a la critica ro n o com e ta r d i­ va in c e rta insufficiente. A b b o n d aro n o in su ggeri­ m enti, alcu n i o p p o rtu n i, p e r lo p iù generici e a lo n tan a scad en za, com e quello d ’in ten sificare e m igliorare la c o ltu ra g ra n a ria , o pericolo sam ente dem agogici, com e quello di riv en d ere il g rano al di sotto del prezzo di costo. A t u t t i dopo cinque lu n ­ ghe to rn a te rispose il m in istro , con u n discorso d u ­ rato p iù di due ore, asc o lta to e am m irato d a t u t t a la C am era, n o n solo p e r la resisten za di u n vecchio di s e tta n ta q u a ttr o an n i, che ricusò ogni su g g eri­ m ento di rip oso , m a p e r la co m p leta p a d ro n a n z a di ogni la to del com plesso p ro b lem a, p er l ’ordine della esposizione, p e r la p a ro la ch iara sicu ra m isu ­ ra ta , p er l’in to n azio n e di p e rfe tta sin cerità che im ­ poneva fiducia. C avasola lealm en te riconobbe in

(40)

p a r te fo n d a ta s o lta n to l ’accusa di ta r d iv ità di a l­ cuni p ro v v e d im e n ti, d e riv a ta d alla illusione che essi sareb b ero occorsi so lta n to n ella p rim a v e ra p ro ssim a, m e n tre se ne rivelò a n tic ip a ta m e n te la n ece ssità. T u tta v ia riu scì a d im o stra re p ie n a m e n ­ te che e ra fu o ri di luogo la p a u ro s a p a ro la « c a re ­ s tia », leg g erm en te p ro n u n c ia ta d a q u alch e o ra to re , e a ra ssic u ra re il P aese. D opo il successo trio n fa le del M inistro e b re v i rep lich e, nelle q u ali gli stessi a v v e rsa rii lo c o n s ta ta ro n o , la discussione si esau rì senza a lcu n a p ro p o s ta di v o to .

D u ra n te il p ro lu n g a to d ib a ttito la n o ta p o b tic a o m ancò del tu t t o , o si rid u sse a fu g aci accen n i di q u alch e p iù acre o ra to re di E s tre m a S in istra . Io n o n v ’in te rv e n n i se n o n p e r u n m o m en to , a sm e n ­ tire sd eg n o sam en te l ’in sin u azio n e — su b ito poi r it ir a ta — di u n d e p u ta to so c ia b sta , esp erto in affari, circa la s u p p o sta in flu en za di q u alch e d itta g ra n a ria p u g h ese sulle risolu zio n i del G overno. Si era, com e p e r u n ta c ito acco rd o, e b m in a ta ogni q u estio n e di p o litic a generale. N o n o s ta n te l ’oc­ casione in a p p a re n z a p ro p izia si era, p e r allo ra, rin u n z ia to a d ogni « assalto alla d ih g enza ». I l M i­ n iste ro a v re b b e d o v u to essere, a p ro p o sito del g ran o , il « b ersag b o che n o n si v ed e ». M a si era p e r allo ra rin u n z ia to al te n ta tiv o di colpirlo, co ­ m u n q u e YA vanti — l ’organo dei so ciab sti u fh ciab p ro p u g n a to re a d o ltra n z a d ella n e u tr a b tà asso ­ lu ta — p red icasse che b iso g n av a a d ogni costo e al p iù p re sto « ro v esciare S a la n d ra ».

(41)

* * *

Feci n a tu ra lm e n te b u o n viso alla tre g u a p o liti­ ca che mi si profferiva; e m e ne giovai. N o n p er questo m ’illudevo circa gli u m ori di u n a p a r te n o ­ tevole della g rand e m ag g io ran za, che si raccolse intorno al M inistero in alcuni app elli n o m in ali p ro ­ vocati, ta n to p er farsi v ivi, dai socialisti. Sapevo delle correnti che m ’in sid iav an o , n o n ufficialm ente nelle aule p a rla m e n ta ri, m a nelle co nven tico le dei freq u en tato ri di M ontecitorio e di P alazzo M a­ dam a. D eriv av an o d a u n a d o pp ia fo n te : l ’o p i­ nione n e u tra lis ta , che si dovesse a d ogni costo ev itare la g uerra, alla quale t u t t i co m p ren d ev an o che il G overno si p re p a ra v a con gli a p p re s ta m e n ti m ilita ri sem pre p iù in ten si e n ecessariam en te v isi­ bili; l’opinione dei g io littian i che fosse o rm ai tem p o di chiudere la p a re n te si S ala n d ra , la q u ale accen­ n a v a a d u ra r tro p p o e a consolidarsi, e di rito rn a re alla n o rm alità del governo G io litti. Se an ch e no n si potesse ev itare la g u erra, G io litti era, p e r i suoi num erosi e fidi seguaci, il solo uom o di S ta to c a ­ pace d ’in d irla e di dirigerla.

Ve n ’erano di due categ orie: i m in o ri, la piccola gente, im paziente di rito rn a re in auge a r a c c a tta re le briciole del potere; e i lu o g o ten en ti, i c o n d o ttie ri della m aggioranza, q uasi t u t t i ex -m in istri, co n ­ sapevoli delle difficoltà del m o m en to e c a u ti nel non com prom ettersi. I prim i, fin d a gennaio, si m ovevano, si raccoglievano a p r iv a ti convegni, in ­ tav o lav an o persino tr a t ta t iv e coi g ru p p i affini della p a rte p iù d em o cratica, la q u ale b en a

(42)

ne no n p o te v a sim p a tiz zare con m e. T a li m aneggi p a rv e si co n cretassero in u n te n ta tiv o di co n cen ­ tra z io n e a s in is tra , che av reb b e , con l ’a iu to dei socialisti e persin o dei c a tto lic i, r ip o r ta to al p o ­ te re il G io b tti. M a il te n ta tiv o falli p e r la p r o n ta rip u lsa dei d em o cratici p a rtig ia n i d ell’in te rv e n to : ra d ic a b , rifo rm isti, e p ersin o re p u b b b c a n i. I n co de­ s ta d em ocrazia in te r v e n tis ta p rim e g g ia v a L eo n i­ da B isso lati, b ella te m p ra di u o m o leale rifu g ­ g en te d a ogni su b d o la m a n o v ra . I g iorn ali sv e­ la ro n o con fiere p aro le il co m p lo tto , che si s u p p o ­ n e v a facesse capo a G io litti d a u n a p a r te e a Biilow d a ll’a ltra . A m e p e r v ero n o n risu ltò che l ’un o o l’a ltro v i p ren d esse p a r te ; am b ed u e eran o tr o p ­ po in a lto e tro p p o a v v e d u ti; né si sa reb b ero a f­ fid a ti d ella m issione che si disse a s s u n ta p e r co n to di u n to rb id o cap o rio n e so cialista d a u n g alo p p i­ no g io littia n o di b assa lega. C erto è che i lu o g o te ­ n e n ti g io littia n i si a ffre tta ro n o a fa rm i sap ere che eran o lo n ta n i d a ogni p ro p o sito di o s tilità . Sol­ ta n to q u alcu n o accennò d isc re ta m e n te al pensiero che, se alla g u erra si dovesse v en ire , sareb b e s ta to desid erab ile associare G io litti a m e nel G overno. I n ta n t o voci e po lem iche si facev an o cosi in si­ s te n ti che a G io litti p a rv e o p p o rtu n o in te rv e n ire p erso n alm en te .

L a Tribuna — a u to re v o le e diffuso giornale le g ato d a c o s ta n te am icizia all’O n. G io b tti, m a d ’a ltr a p a r te sim p a tiz z a n te con l ’In te s a p e r la n o ta anglofiba del M alagodi, suo d ire tto re — p u b ­ blicò il 2 feb b raio u n a le tte r a d ir e tta il 24 gennaio d a l G io b tti al d e p u ta to P e a n o , già suo capo di

(43)

gab in etto e n o to com e uno dei p iù fidi e s tim a ti am ici suoi. I n q u e sta le tte ra G io litti p ro te s ta v a contro le due leggende che si a n d a v a n o fo rm an d o sul suo conto: l ’u n a di suoi p re te si ra p p o rti col P rincipe di B iilow ; l ’a ltr a che fosse su a opinione m an ten ere la n e u tra lità in q u a lu n q u e caso. Spie­ gava com e u n a v o lta sola avesse in c o n tra to p er caso il Bùlow , a lui b en n o to p e r a n te rio ri ra p p o rti ufficiali, e P in d o m an i l ’avesse v is ita to , a sten en d o si, come era n a tu ra le e doveroso, da ogni conside­ razione sull’ev en tu ale contegno dell’I ta lia . Sog­ giungeva: « L a m ia adesione al p a r tito della n e u ­ tra lità asso lu ta : a ltra leggenda. — C erto io no n considero la g u erra com e u n a fo rtu n a , com e i n a ­ zionalisti, m a com e u n a disgrazia, la quale si deve affro n tare solo q u an d o è n ecessaria p er l ’onore e p er i gran d i in teressi del P aese. N o n credo sia lecito p o rta re il P aese alla g u erra p er u n se n tim e n ­ talism o verso a ltri popoli. P e r sen tim en to ognuno può g e tta re la p ro p ria v ita , no n qu ella del P aese. Ma, quando fosse necessario, no n esiterei n ell’af- fro n tare la gu erra e l’ho p ro v a to . Potrebbe essere e non apparirebbe improbabile che, nelle attuali condizioni delVEuropa, parecchio possa ottenersi senza una guerra; ma su di ciò chi non è al Governo non ha elementi per un giudizio completo ». C on­ chiudeva ritenendo im possibili le voci di co sp ira­ zioni e di crisi. « H o ap p ogg iato ed appoggio il G o­ verno nulla im p o rtan d o m i delle insolenze di chi si professa suo amico ed è forse il suo peggior n e ­ mico »: allusione alle aspre polem iche dei giornali in te rv e n tisti.

(44)

N o n è a d u b ita re della e s a tte z z a di q u a n to a s­ seriv a l’on. G io litti circa i suoi r a p p o r ti d ir e tti col P rin c ip e di B ùlow . I l che n o n esclude che am ici suoi, degli a m b ie n ti p o litici o di qu elli affini, m eno c o rre tti o m eno p r u d e n ti di lu i, n o n rifuggissero d a c o n ta tti, d ir e tti o in d ire tti, con V illa M alta. N o tev o le e ra senza d u b b io la su a d ic h iarazio n e di no n escludere a sso lu ta m e n te la p o ssib ilità di p a r ­ te c ip a re alla g u erra. M a il p u n to , che fin d ’allo ra p a rv e essenziale, in relazione alle tr a t t a t i v e che si sap ev an o p e n d e n ti, e p iù fu discusso allo ra e poi, fu quello del parecchio che, a p a re r suo, si p o te v a o tte n e re senza g u erra. L a le tte r a su lla q u ale p er q u esto ho d o v u to ferm a rm i, d iv en n e e re stò n o ­ tissim a com e la le tte r a del parecchio (1). O nde il G io litti, in luogo di lib erarsi d alle po lem iche che lo in fa stid iv a n o , rim ase in v is ta com e il p iù

au-(1) I brani virgolati della lettera all’On. Peano sono stati da me stesso esattamente trascritti dalla Tribuna del 2 febbraio 1915. In­ vece nelle Memorie della mia vita delTOn. Giolitti (Milano, 1922), a pag. 529 del Voi. II, la lettera è testualm ente riprodotta; ma è diversa la dicitura, sebbene quasi identico il senso, del periodo che ho ripor­ tato in corsivo. Esso è nelle Memorie così formulato: « Credo molto,

nelle attuali condizioni delVEuropa, potersi ottenere senza guerra, ma su di ciò chi non è al Governo non ha elementi per un giudizio com­ pleto ». Il parecchio è scomparso. Il che certo non ha dovuto avvenire

per volontà dell’On. Giolitti, cui non è lecito attribuire l’infantile tentativo di sopprimere così il ricordo di una espressione ormai en­ trata nella storia di quel tempo. Sarà stata piuttosto inopportuna preoccupazione politica o stilistica di qualche correttore. Ad ogni modo il « parecchio » entrò nell’uso come titolo, allora e poi, di arti­ coli di giornali e di riviste; e fu persino ammesso nei posteriori voca- bolarii col significato attribuitogli dall’On. Giolitti in quella occasione. (Vedasi p .e. nella Rassegna Italiana — Fascicolo LXV, 1923, — l’arti­ colo di Ma n f r e d i Gr a v i n a; Il « Parecchio », secondo fonti e rivelazioni

straniere; e il Vocabolario della Lingua Italiana del Prof. Zi n g a-

r e l l i. Milano, 1923, alla voce « Parecchio »).

(45)

torevole ra p p re s e n ta n te d ell’opinione che, m e ­ d ian te le tr a tta tiv e in corso, si potesse e si d oves­ se ev itare la g u erra; rim ase l ’uom o del parecchio.

Certo è ad ogni m odo che, v e n u to a R o m a dopo la rip resa dei la v o ri p a rla m e n ta ri, G io litti esercitò, come egli stesso n a rra (1), u n ’azione se d a tiv a so­ pra i suoi am ici im p a z ie n ti e desiderosi di crisi. A conferm arlo in q u e sta linea di c o n d o tta il mio collega delle F in an ze, E d o a rd o D an eo , p iem o n tese, non g iolittiano m a consapevole del p o te re eserci­ ta to da G io litti sopra la d ep u tazio n e e l ’opinione pu bblica del P iem o n te, in s is te tte rip e tu ta m e n te sulla o p p o rtu n ità che io avessi col G io litti u n a p riv a ta conversazione su la p o litica generale. Il suggerim ento m i p a rv e b u o n o ; au to rizzai D aneo a fissare u n convegno, d ich iaran d o che a m e n o n sarebbe spiaciuto an d are a casa di G io litti, m olto p iù anziano di m e p er e tà e p er carriera p o litica, a p a tto che della v isita n o n si m enasse pu bblico v an to né le si a ttrib u isse alcu n c a ra tte re di u f­ ficialità. L a v isita ebbe luogo sui p rim i di m arzo. Si ridusse a u n a conversazione generica, nella quale io inform ai G iolitti delle le n te e difficili t r a t ­ ta tiv e , di cui parlerò nel capitolo seg uente. I gior­ nali più vicini all’on. G iolitti, con p oca discrezio­ ne, l’annunciarono e la m agnificarono. Si p r e p a r a ­ v a in quei giorni, a cu ra di G iannino A n to n a -T ra - versi, u n grande albo di c a ricatu re a fine di p ro ­ p ag an d a in te rv e n tista . L a m ia v is ita a G io b tti vi era ra p p re s e n ta ta come « u n viaggio a C anossa ».

( 1 ) G i o l i t t i - M e m o r ie d e lla m ia v i t a - V o i . I I , p a g . 5 3 2 .

(46)

I l P re fe tto di M ilano m ’inform ò di av ere o tte n u ta la soppressione della epig rafe p e r m e poco ris p e t­ to sa . I l d ire tto re di u n g ran d e giornale in te r v e n ­ tis ta , av v ersario del P re fe tto , m i scrisse a ttr ib u e n ­ do invece il m e rito della soppressione a ll’on. A n ­ to n io B asiin i, s o tto se g re ta rio delle F in a n z e e m io o ttim o e fido am ico; m e n tre il P r e fe tto v i si era a d o p e ra to esclu siv am en te n e ll’in teresse d ell’on. G io litti.

H o ric o rd a to T in significante in c id e n te a p ro v a di quelle che eran o in re a ltà , negli a m b ie n ti p o ­ litici, le im p ressio n i p re v a le n ti circa i m iei r a p p o r ­ ti con G io litti. P oich é di ta li ra p p o rti, n el critico m o m en to nel q u ale d iv en n ero p iu a rd u i e in te n si, do vrò o ccu p a rm i in u n cap ito lo successivo, m i p a r bene di ric o rd a re q u ali essi eran o s ta ti sino allora, nei lu n g h i an n i di com u ne v ita p a rla m e n ta re .

G io litti era alla C am era fin d al 1882; io v i v en n i nel 1886. A v ev am o m ilita to in cam pi sem pre d i­ versi, spesso av v ersi, egli a rriv a n d o p re sto in p r i­ m a rig a, io com e so tto s e g re ta rio con C rispi e M i­ n istro con P ello u x e p oi con S onnino, sem p re in q u a lità di am ico di S on n ino ; il q u ale e ra co nsi­ d e ra to capo dell’opposizione a G io litti. H o n a r ­ ra to , nel volu m e su la N eutralità, com e la n o s tra opposizione si a tte n u a s s e a cagione della g u erra di L ib ia e com e, dopo le elezioni g enerali del 1913, G io litti, sebbene sicuro della m a g g io ran za della C am era, lasciasse sp o n ta n e a m e n te il p o te re ed io gli succedessi, dopo il rifiu to di S onnino, m em ore di essere s ta to due v o lte ro v escia to , se n o n d a G io­ litti, d a i suoi am ici. D u ra n te q u este v icen d e, e

(47)

sal-vo qualche vivace sco ntro nelle discussioni della C am era, i miei ra p p o rti p erso nali con G io litti si erano m a n te n u ti sem pre b u o n i, n o n m a i in tim i o cordiali, bensì in s p ira ti a cortesia e a reciproci riguardi. N elle elezioni generali, p re sie d u te , a l­ lora si diceva fa tte, d a G io litti, il G overno n o n mi aveva m ai d ato fastid io . Q u an do ebbi a com porre il mio M inistero, G io litti, che av ev a su ggerito al Sovrano il mio nom e e si era profferto di a iu ta rm i, perm ise a San G iuliano, il quale p e ra ltro ne av ev a grande voglia, di re sta re con m e, m a n o n volle ce­ derm i alcuno dei suoi lu o g o ten en ti della C am era. Q uivi egli rim an ev a, com e si dice, a rb itro della si­ tu azione. D u ra n te i lu n g h i an n i, nei q u ali, con brev i p aren tesi, av ev a te n u to il governo, av ev a app o ggiati, o la sciati eleggere, il m aggior nu m ero dei d e p u ta ti, av ev a n o m in a ti m oltissim i sen ato ri, aveva prom ossi quasi t u t t i i p re fe tti e gli alti fu n ­ zionari. Costoro rim an ev an o le g ati a lu i; n o n ta n to dalla g ra titu d in e , che no n è, o è di rad o , u n s e n ti­ m ento che in p o litica co n ti, q u an d o n o n sia sp e­ ran za di successivi v a n ta g g i (e lo stesso G io litti ha av u to poi il tem p o di accorgersene), q u a n to dalla ferm a opinione che egli avesse lasciato il p o te re p er sue personali ragion i n o n sem pre ch iare, p e r r i­ prenderlo q u an d o gli fosse p arso o p p o rtu n o . D a ta ta le situazione e ta le opinione, p re v a le n te d ai più alti agli infim i g rad i del m ondo politico, ognuno vede com e fosse d e lic a ta la posizione del suo succes­ sore. Gli im p ro v v isi e v e n ti p ro d o ttis i d u ra n te il m io M inistero m i av ev a n o — è vero — d a te p ossib ilità di resistenza, che a p rin cip io nessuno m i a ttrib u

Riferimenti

Documenti correlati

Il 19 ottobre 2020, dalle ore 14 alle 18, si è svolto in modalità telematica il seminario “Pro- spettive della comparatistica: metodi, strategie, interazioni disciplinari”,

lungo c.so Venezia –

La teoria viene presentata da Arrighi nel 1994 nel suo lavoro Th e Long Twentieth Century, che aff ronta il tema dell’esaurirsi del ciclo sistemi- co degli Stati Uniti, ma

6 Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto, Commissione di Venezia, Parere della Com- missione di Venezia sul progetto di legge 2019 del Montenegro sulla libertà

STRADE DEL TERRITORIO COMUNALE CHE COSTITUISCONO L’ANELLO EVIDENZIATO IN COLORE ROSSO ALL’INTERNO DEL QUALE VIGE IL DIVIETO DI CIRCOLAZIONE PER I VEICOLI INDICATI AI PUNTI :. -

Dopo la Prima Guerra Mondiale e il crollo dell’Impero Austro-Ungarico, è diventato parte integrante del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (Regno di Jugoslavia dal 1929), guidato

L’industria è particolarmente sviluppata nella zona delimitata dalle nazioni:.

– La maggior parte dei LGIB nei pazienti anziani ha origine da diverticoli del colon (nel colon sinistro o meno comunemente in quello destro) e da angiodispla- sia (frequentemente