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ESAME NECROSCOPICO DEI CETACEI

5. MATERIALI E METODI

5.1. ESAME NECROSCOPICO DEI CETACEI

L’Unità di Intervento per la Necroscopia di Grandi Cetacei ha provveduto ad eseguire l’esame necroscopico di tutti i soggetti elencati nella tabella, rilevando sempre come primo dato utile le condizioni della carcassa. Per lo studio delle patologie nei mammiferi marini infatti è molto importante che l’esame post-mortem venga condotto il più presto possibile dopo la morte dell’animale, per evitare che le condizioni ambientali accelerino lo stato di decomposizione.

CLASSIFICAZIONE DELLA CARCASSA

Ad ogni soggetto è stato attribuito un codice, in coerenza con questo tipo di classificazione, già adottato da altri Autori (Duignan, 2003; Pugliares et al., 2007):

Codice 1: Animale spiaggiato vivo; morto da pochissime ore.

Codice 2: Carcassa fresca. Animale morto recentemente (< 24 ore), di aspetto normale, anche se ci possono essere dei danni dovuti agli animali spazzini; non emana odori sgradevoli; le mucose e gli occhi non sono secchi. La carcassa non presenta rigonfiamento addominale e nemmeno protrusione di lingua e pene.

Codice 3: Decomposizione moderata. La carcassa è ancora intatta anche

se la cute può presentarsi con crepe e desquamazioni; il blubber appare tinto di sangue ed oleoso. Le mucose sono secche e gli occhi possono essere incavati o addirittura assenti. Il rigonfiamento addominale è evidente, lingua e pene sono protrusi. Presenti segni di autolisi interna, ma gli organi sono ancora pressoché intatti.

Codice 4: Decomposizione avanzata. La carcassa può essere intatta, ma

collassata, con la cute fortemente danneggiata ed il derma di colore verde o nero. Il blubber e i muscoli si lacerano con facilità e perdono aderenza

sulle ossa. L’animale emana un forte odore di rancido. Gli organi interni sono quasi totalmente liquefatti.

Codice 5: Carcassa mummificata o resti dello scheletro, spesso con pelle secca adesa alle ossa; completamente essiccato. L’uso delle carcasse con codice 4 e 5 è limitato allo studio della componente ossea, ma si possono ricavare anche alcuni dati anamnestici.

ESAME ESTERNO

Si è proceduto con l’esame esterno, che si è svolto come indicato nei seguenti punti:

o identificazione della specie;

o valutazione dello stato di nutrizione dell’animale con l’osservazione della conformazione dei muscoli epiassiali lungo la colonna vertebrale;

o determinazione del sesso: lungo la linea mediana ventrale sia maschi che femmine possiedono una fessura genitale fra ombelico ed ano. Nelle femmine la distanza fra fessura genitale e fessura anale è inferiore ai 10 cm, mentre nei maschi è superiore. Inoltre la maggior parte delle femmine è dotata di due ulteriori fessure, poste parallelamente ai lati di quella genitale, all’interno dei quali sono alloggiati i capezzoli. La conferma finale del sesso si ha sempre con l’ausilio dell’esame interno;

o esame di cute, denti, occhi e mucose per rilevare eventuali lesioni.

Il primo passaggio da effettuare per poter esaminare la cavità interna dell’animale è la rimozione ed ispezione del blubber che si scolla molto facilmente dalla muscolatura scheletrica sottostante. Il blubber può essere rimosso solo dopo che è stata eseguita la valutazione di spessore, colore e tessitura e rilevata l’eventuale presenza di parassiti. Per la muscolatura scheletrica sono stati valutati gli stessi parametri del blubber.

ESAME INTERNO

L’esame necroscopico prosegue con la valutazione degli organi all’interno della carcassa, che può essere fatta in situ o dopo asportazione. E’stato effettuato seguendo la procedura qui di seguito brevemente riassunta:

o taglio netto della pinna dorsale a livello della base;

o incisione del grande dorsale a tutto spessore;

o asportazione delle coste per la visualizzazione della cavità toracica nel suo insieme: sono stati osservati i rapporti topografici fra gli organi, le loro dimensioni, colore e presenza di eventuali lesioni o parassiti. Rilevamento della presenza di versamenti nelle cavità toracica e addominale;

o prima dell’asportazione del cuore è stato osservato e descritto il pericardio per valutare la presenza di versamenti. Per la rimozione del cuore si esegue un taglio su aorta e arteria polmonare, lasciando attaccato un tratto di entrambe della lunghezza di 6 cm. Esecuzione di tagli specifici per l’esame di miocardio, endocardio e valvole;

o esame del complesso trachea-bronchi-polmoni: in situ si controlla la posizione dei polmoni, in seguito dopo asportazione si valutano colore, tessitura, consistenza del parenchima e le condizioni della superficie pleurica.

o esame del fegato: si valutano posizione, volume, forma, colore. Cistifellea assente;

o esame della milza: forma e dimensioni variano a seconda della specie, una piccola percentuale di individui può presentare una o più milze accessorie. Si cerca l’organo in mezzo all’omento e dopo la rimozione di valutano dimensioni, forma, colore e tessitura del parenchima;

o esame del pancreas: è un organo che va incontro a rapida autolisi a causa degli enzimi che esso stesso produce. Se è ancora intatto viene rimosso, procedendo con l’analisi di dimensioni, forma, colore e tessitura del parenchima;

o esame del pacchetto meseraico: i linfonodi sono stati isolati valutandone dimensioni, forma e colore;

o esame dei reni: osservazione della capsula per rilevare la presenza di fluidi o emorragie e cercare di scollarla dal parenchima per verificare che non si siano aderenze. Rimozione dei reni con successiva valutazione di dimensioni, forma e colore;

o esame della vescica;

o esame dell’apparato riproduttore: nella femmina si esaminano utero e ovaie, nel maschio i testicoli ed il pene;

o rimozione del pacchetto gastro-intestinale: si effettua una doppia legatura a livello esofageo ed un’altra tra il tratto terminale del retto e l’ampolla rettale, quindi si pratica un taglio e si asporta completamente dalla carcassa;

o esame dell’esofago;

o esame dello stomaco: le concamerazioni gastriche vengono aperte per valutarne il contenuto, l’eventuale presenza di ulcere, di aree decolorate o altre anormalità;

o esame dell’intestino: si valutano pareti e diametro delle anse con il loro contenuto, quindi si esamina la mucosa per rilevare eventuali lesioni o parassiti;

o rimozione ed esame del cervello: la testa viene separata dal resto del corpo, praticando un taglio posteriormente allo sfiatatoio fino all’articolazione atlanto-occipitale; questa incisione viene completata ventralmente. Una volta isolata la testa, si procede con la dissezione dei tessuti molli dalla porzione caudale e dorsale del cranio. Con una sega oscillante (Ditta Hebu®) si pratica un taglio perpendicolare e al centro di ognuno dei due condili dell’occipitale, quindi si prosegue con l’incisione dei due lati e del dorso del cranio pochi centimetri posteriormente allo sfiatatoio, assicurandosi di aver tagliato le ossa a tutto spessore, ma senza lesionare il tessuto sottostante. A questo punto viene inserito un divisore per cranio (Ditta Rudolf) all’interno delle fessure praticate in modo da staccare definitivamente la calotta dal resto della testa e facendo leva in modo da staccarla ed aprire la volta cranica. Dopo aver separato le meningi dal cranio e resecato i nervi cranici, per far sì che il cervello scivoli dolcemente al di fuori della sua sede è utile capovolgere la testa e mantenerla un po’ obliqua. Maneggiandolo con cura, si osservano

superficie e simmetria delle strutture (emisferi cerebrali, cervelletto e midollo allungato) con valutazione di colore, tessitura e presenza di eventuali lesioni.