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3. LA TOXOPLASMOSI

3.11. PROFILASSI

La profilassi è uno degli aspetti più importanti nella lotta alla toxoplasmosi.

Le azioni da svolgere per limitare la diffusione di T. gondii sono atte alla riduzione delle contaminazioni ambientali da oocisti infettanti e alla limitazione della presenza di cisti tissutali nelle carni delle varie specie animali di interesse zootecnico, selvatiche e sinantropiche (ad es. piccione). Inoltre si può prevenire l’infezione

educando la popolazione umana riguardo ai principi igienico sanitari, oltreché informandola sui vantaggi di un corretto monitoraggio sierologico prima del concepimento.

L’intervento professionale del veterinario è comunque auspicabile anche in tutti i casi in cui è possibile svolgere un’opera di informazione riguardo ai possibili rischi derivanti dagli animali stessi o dal consumo di alimenti contaminati dal parassita. Tra le misure necessarie per evitare che l’uomo, la donna in gravidanza e le persone immunocompromesse vengano infettate è necessario:

1) eliminare quotidianamente le feci del gatto, evitando la possibilità che le oocisti presenti al loro interno sporulino e diventino infettanti; nel caso di una donna in gravidanza è consigliabile l’uso di guanti monouso durante la pulizia della lettiera del gatto;

2) adottare sempre le basilari precauzioni igieniche (lavarsi le mani) dopo ogni contatto con il gatto e le sue feci;

3) evitare i contatti con gatti randagi;

4) lavare accuratamente frutta e verdura, soprattutto se coltivati in giardini dove i gatti hanno facile accesso;

5) effettuare il giardinaggio utilizzando sempre i guanti e evitando di mettere in bocca le mani sporche di terra;

6) in gravidanza evitare di mangiare carne cruda o poco cotta e frutti di mare crudi;

7) non bere latte non pastorizzato, o almeno sottoporlo a bollitura prima del consumo.

Per quanto riguarda la prevenzione nel gatto è necessario principalmente fare distinzione tra un gatto che vive costantemente in appartamento e uno che ha la possibilità di uscire da casa e vagare liberamente nell’ambiente esterno.

Nel primo caso è sufficiente non alimentarlo con carni o visceri (fegato e polmone) crudi o poco cotti che potrebbero contenere bradizoiti e proteggere gli alimenti dalle mosche che possono fungere da vettori.

Il gatto che conduce vita semilibera è più facilmente a rischio di infezione, a causa della possibilità di cacciare e nutrirsi autonomamente con animali (topi, piccioni)

infettati. In questo caso l’unica possibilità è il controllo mediante l’esecuzione di test sierologici almeno una volta all’anno in grado di segnalare l’avvenuto contatto con T.

gondii.

Allo scopo di prevenire la diffusione delle oocisti emesse dal gatto è stato messo a punto un vaccino, utilizzato in vari Paesi ma non ancora registrato in Italia, il T-263, contenente bradizoiti vivi estratti da un ceppo mutante. Questo deve essere somministrato esclusivamente per via orale affinché il ciclo del parassita venga arrestato impedendo la produzione di oocisti (Freyre et al., 1993). Poiché i bradizoiti contenuti nel vaccino sopravvivono solo poche ore a temperatura ambiente, la conservazione deve avvenire in frigorifero.

Anche per gli animali da allevamento si è pensato ad una vaccinazione con lo scopo di ridurre sia gli aborti nelle pecore e nelle capre, sia il rischio da parte dell’uomo di ingerire carne infetta.

Nella pecora è stato messo a punto un vaccino vivo che contiene tachizoiti vivi estratti dal ceppo S48 che garantisce un’immunità di 18 mesi, con un picco anticorpale dopo 6 settimane. Altri studi sono condotti anche per suini e altri ospiti intermedi, mentre per l’uomo ancora non è presente nessun vaccino specifico.

Sebbene i livelli di contaminazione spesso non siano noti, alcune misure possono prevenire l’infezione da T. gondii tramite l’acqua. Le persone dovrebbero fare attenzione a non bere le acque non trattate di ruscelli, fiumi, laghi durante attività ricreative. Se l’acqua non è trattata prima di berla è necessario filtrarla o bollirla. I viaggiatori dovrebbero fare attenzione in alcune aree del mondo dove l’acqua di rubinetto non viene filtrata. Limitare l’accesso di gatti presso le fonti d’acqua potabile. Nei Paesi sviluppati le feci del gatto non dovrebbero essere gettate nelle fogne ma nella spazzatura che poi viene depositata in discarica o nel terreno, tuttavia non è escluso che possa essere sperimentata e commercializzata una lettiera che inibisce direttamente le oocisti; inoltre i padroni potrebbero tenere il più a lungo possibile il gatto in casa di modo da evitare che esso cacci e contragga l’infezione, disperdendo le feci nell’ambiente (Jones e Dubey, 2009).

PARTE SPERIMENTALE

4. OBIETTIVI DEL LAVORO

Il monitoraggio della diffusione della toxoplasmosi nei mammiferi acquatici è oggetto di interesse crescente. Se nel resto del mondo si può contare su una cospicua letteratura sullo stato di presenza, diffusione e trasmissione della toxoplasmosi nelle diverse specie di Cetacei e Pinnipedi, nel Mediterraneo gli studi effettuati sono più limitati e riguardano prevalentemente il litorale tirrenico (Di Guardo et al., 1995a,b; Pretti et al., 2008).

Con questo lavoro si è cercato di contribuire alla conoscenza sull’areale di distribuzione di Toxoplasma gondii nei Cetacei che popolano i mari italiani, in particolare l’alto Adriatico. La ricerca di T. gondii da tessuti, sia di Odontoceti che Misticeti, è stata condotta mediante l’utilizzo di tecniche molecolari ed istologiche. Questo è stato possibile grazie all’attività della Banca per i Tessuti dei Mammiferi Marini del Mediterraneo (Dipartimento di “Scienze Sperimentali Veterinarie” dell’Università degli Studi di Padova), che raccoglie tessuti provenienti principalmente da cetacei spiaggiati lungo le coste italiane, e alla costituzione dell’Unità di Intervento per la Necroscopia di Grandi Cetacei (Progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio – 2006), che dispone dell’attrezzatura necessaria per intervenire e lavorare direttamente sul campo.

Infatti, trattandosi di animali spiaggiati, se non si interviene prontamente e con strumentazioni appropriate non sempre è possibile ottenere campioni idonei ad analisi di laboratorio.