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Mediante la contrazione isometrica si ottiene una stimolazione del muscolo che ne mantiene costante la lunghezza, senza permettere agli estremi di avvicinarsi.

Stabilizzazione ritmica

La mandibola deve essere tenuta ferma ad un grado di apertura di circa 1cm; l’esercizio è solo inizialmente praticato con l’aiuto del terapista che esercita una lieve pressione crescente forzando ad esempio la mandibola in apertura e nello stesso tempo invitando il soggetto a resistere in modo che non si verifichi alcun movimento. Questo esercizio aumenta il controllo propriocettivo sulla mandibola e rieduca il sistema neuromuscolare ad evitare abnormi posture inconsce; inoltre l’esercizio contro resistenza è particolarmente indicato per indurre un rilassamento dei muscoli elevatori della mandibola.

65 Fig. 7: esercizio di stabilizzazione ritmica.

Controllo del rilassamento dei depressori

Bisogna chiudere la bocca agendo contro la resistenza esercitata sul margine libero degli incisivi inferiori.

66 - Controllo del rilassamento dei diduttori, protrusori e retrusori

Si compiono dei movimenti di lateralità e di protrusione contro la resistenza delle mani.

Fig. 9: esercizio di controllo del rilassamento dei diduttori, protrusori e retrusori.

ESERCIZI DI LUNGHEZZA MUSCOLARE DISTRETTUALI(6)

Controllo dell’allungamento del massetere

Si impugnano bimanualmente i muscoli masseteri con il pollice posizionato intraoralmente e le altre dita extraoralmente. Mentre il paziente serra i denti con forza per qualche secondo, i due masseteri vengono estesi lateralmente. Questo esercizio va praticato con regolarità due volte al giorno per migliorare il tono muscolare.

67 Fig. 10: esercizio di controllo dell'allungamento del massetere.

Controllo dell’accorciamento degli elevatori

Il soggetto morde su uno spessore di materiale rigido a livello dei premolari, per la durata di un secondo, per una decina di volte. Questo gesto deve essere ripetuto per molte volte al giorno. Il suo obiettivo è quello di ottenere l’accorciamento della lunghezza delle fibre muscolari degli elevatori; è per questo che è maggiormente indicato nei casi di ipermobilità mandibolare e contemporanea lassità legamentosa.

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Fig. 11: esercizio di controllo dell'accorciamento degli elevatori.

I prossimi due esercizi esposti devono essere ripetuti per almeno sei volte al giorno, per questo è necessario che il soggetto sia collaborativo.

Risalita guidata del disco

Per questo esercizio si ruota la testa a destra per l’articolazione di sinistra, l’opposto si dovrà fare per l’articolazione di destra; si impugna il lato sinistro della mandibola con la mano destra, il pollice si posa sui molari sinistri inferiori e le altre dita sotto il bordo inferiore del corpo della mandibola, medio e indice prendono appoggio sotto la parte anteriore del mento, mentre l’indice e il medio dell’altra mano vengono posati sull’articolazione per percepire gli spostamenti. Nell’esecuzione si applica una forza allungante sulla capsula premendo il pollice verso il basso e trattenendo il mento verso l’alto. A questo punto occorre eseguire un movimento lieve di protrusiva attiva seguito da una rotazione per provare a far salire il condilo sul bordo posteriore del disco. La forza deve essere ponderata per generare una delicata tensione legamentosa senza suscitare dolore altrimenti si possono provocare edema e stravasi ematici.

69 Fig. 12: esercizio di risalita guidata del disco.

Lateralizzazione della capsula (6)

Con l’indice ed il medio della mano sinistra bisogna appoggiarsi sulla parte antero-sinistra del corpo mandibolare; lo stesso deve essere fatto per la parte destra. A questo punto occorre eseguire un movimento lieve di mediotrusione attiva; affinchè questo avvenga è necessario spingere per sei secondi la mandibola contro la resistenza delle dita della propria mano. Ciò tende la parte laterale della capsula che, trascinata dal disco, era in parte penetrata nello spazio intrarticolare. In pratica la tensione del disco riporta il disco in sede, lateralmente.

70 ESERCIZI CRANIO-CERVICALI (14),(8)

Questi esercizi mirano ad un riposizionamento cervicale che inizia con una trazione assiale ed una retrazione del mento in espirazione che permettono la decoaptazione articolare.

Lo scivolamento laterale di una o più vertebre viene sempre corretto prima. Si effettua innanzi tutto una latero-flessione della testa contro lateralmente alla prominenza laterale della vertebra, poiché questa posizione permette il massaggio in profondità e la deformazione del tessuto fibro-muscolare che circonda la vertebra. In seguito la correzione avviene effettuando una flessione laterale della testa dal lato della lesione. Ogni latero-flessione della testa provoca, tramite gli scaleni , l’elevazione della prima e della seconda costa controlaterale, che può essere impedita (nei casi in cui serve) dall’elevazione laterale del braccio controlaterale.

La correzione della rotazione vertebrale si effettua basandosi sullo stesso principio. Dopo la decoaptazione, si effettua una rotazione aggravante che permette il lavoro delle strutture muscolari, seguita da una rotazione correttiva. Una volta che si sia raggiunta una sufficiente liberazione della nuca, apparirà nettamente lo sternocleidomastoideo, che nella manovra di rotazione della testa, indica la perfetta rotazione della nuca quando la sua direzione fa riferimento al punto mediano della sinfisi pubica.

Liberazione dell’articolazione occipito-atlanto- epistrofica(14),(8)

L’esercizio consiste nello stabilizzare la regione cervicale , facendo effettuare una flessione della testa in avanti, al soggetto in posizione seduta; non si otterrà pertanto una flessione del collo ma una flessione del capo sulla colonna vertebrale. L’obiettivo dell’esercizio è sia la distrazione delle vertebre cervicali superiori che allevia le compressioni meccaniche tra occipite e atlante,

71 atlante ed epistrofeo, ed epistrofeo con la terza vertebra cervicale, sia l’allungamento dei muscoli cervicali posteriori.

Fig. 14: esercizio di liberazione dell'articolazione occipito-atlanto-epistrofica.

Estensione assiale del rachide cervicale (14),(8)

Il soggetto è posto in posizione seduta, intanto il terapista con un braccio ne fissa le spalle, con l’altra mano ne aiuta l’estensione del capo. Con questo movimento il capo assume una ideale posizione ortostatica, e lo sternocleidomastoideo, in iperattività nella postura interiorizzata, riduce sensibilmente la sua attività muscolare. L’obiettivo è quello di migliorare la relazione biomeccanica a livello dell’angolo cranio-vertebrale inducendo una distrazione delle vertebre cervicali ed una loro estensione rispetto alla regione toracica.

Presa di terra con il cranio (Bertherat) (15)

Bisogna disporre il soggetto in posizione supina e posizionare un paio di palline sotto la testa (all’altezza del cranio e non della

72 nuca, un po’ oltre l’altezza degli orecchi). Contemporaneamente far aprire la bocca e far portare il mento verso il collo permettendo, in questo modo, l’adattamento del cranio per pochi secondi. Nel caso questa nuova posizione provochi fastidio ruotare la testa da una parte e dall’altra. L’esercizio continua con lo schiacciamento delle palline da parte del soggetto, in maniera progressivamente più forte, senza mai inarcare la schiena per svolgere il movimento. Bisogna infine sfilare le palline da sotto il cranio e aspettare le reazioni sensoriali della nuca, delle spalle e del cranio stesso.

- Il soggetto viene disposto nella stessa posizione supina dell’esercizio precedente. Senza sollevare la testa dal suolo, deve dapprima fare un cenno di “sì” (avvicinando il mento al collo) e dopo un leggero cenno di “no”. Entrambi i movimenti devono essere ripetuti per qualche volta in modo da sensibilizzare la regione della nuca e sentirne meglio il contatto con il suolo. Dopo si esegue un ultimo movimento particolare, si traccia un piccolo cerchio con il cranio per terra, retraendo un po’ il mento e allungando la nuca. Si ripete per due o tre minuti.

- In questo esercizio, in posizione supina,bisogna mantenere gli occhi ben aperti, guardare il soffitto sopra di sé e disegnare un cerchio con lo sguardo intorno al proprio viso. Il soggetto deve provare a eseguire un movimento circolare il più possibile rotondo e senza scatti. Gli occhi si devono far girare inizialmente per circa tre minuti, in seguito con l’allenamento si può arrivare a dieci minuti, dopo qualche settimana. Alla fine dell’esercizio si devono sbattere le palpebre con energia, per tre minuti.

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Esercizio per le vertebre cervicali (Bertherat) (15)

Per eseguire questo esercizio si deve sistemare il soggetto seduto, con gambe e caviglie unite e piedi saldamente appoggiati per terra. Il paziente deve afferrarsi la nuca con tre dita, un po’ al di sopra del cranio e stringere leggermente la pelle e i muscoli presenti in questa zona. Mantenendo la bocca aperta e la nuca alta deve abbassare un po’ la testa, come per accennare al movimento del sì, durante l’espirazione; successivamente deve ripetere la stessa operazione scendendo un po’ con le dita mentre espira. Bisogna eseguire il movimento per sette volte, passando le dita su ogni sporgenza ossea (apofisi spinosa) delle vertebre cervicali.

Esercizio di allungamento del trapezio

(Bertherat) (15)

Il soggetto risulta seduto come prima, ma con la schiena appoggiata al muro. La colonna vertebrale deve essere “schiacciata” in tutta la sua lunghezza contro la parete senza bloccare la respirazione (in particolare il diaframma). Si immobilizza la testa e si afferra con tutta la mano il trapezio destro (muscolo posto sulle spalle) sollevandolo un po’. L’esercizio ha lo scopo di rilassare questo muscolo e deve essere svolto portando in avanti la spalla destra durante l’espirazione. Si ripete per una decina di volte, anche per il lato sinistro.

Esercizio di rotazione del collo (Bertherat) (15)

L’esercizio si esegue sempre in posizione seduta, con le mani appoggiate sulle ginocchia e i palmi in su. Bisogna girare lentamente il viso verso la spalla destra, mantenendo la bocca

74 aperta ed espirando e facendo uno sforzo per guardare il muro con la coda dell’occhio. Si deve poi riportare lentamente la testa al centro con la nuca alta. Si ripete lo stesso movimento per più volte girando la testa verso il lato sinistro.

ESERCIZI DEL CINGOLO SCAPOLO-OMERALE (6),(14)

L’obiettivo generale di questi esercizi è quello di migliorare la stabilizzazione dell’intero complesso testa-collo-spalle in una posizione posturale corretta.

Trattamento del cingolo scapolare

Ogni manovra effettuata in decubito dorsale deve essere realizzata o a piedi serrati o ancor meglio con gli arti inferiori a 90°, in quanto la rotazione esterna dell’arto inferiore, in questa situazione, provoca una iperlordosi lombare da stiramento dello psoas e degli adduttori pubici. Nel caso in cui non possa essere rispettata questa posizione delle gambe bisognerà fare in modo che la postura della nuca o delle spalla non porti alcun increspamento degli spinali lombari.

La retrazione del grande dorsale è legata ad una prominenza esagerata di un emitorace in abduzione, inoltre può manifestarsi frequentemente con un recurvato del gomito. Bisogna allora respingere l’emitorace, impedire il blocco inspiratorio e, se necessario, flettere leggermente il gomito.

La retrazione del grande pettorale, invece, si manifesta con una forte resistenza all’abduzione e con una eccessiva rotazione esterna. Il suo allungamento si ottiene in abduzione con

75 l’espirazione e la repulsione manuale esercitata sulla parte superiore del torace.

Lo stiramento del grande dentato, che è il principale responsabile della cifosi scapolare si ottiene sul soggetto in espirazione, mediante una repulsione in adduzione sulla scapola e una pressione obliqua sull’emitorace inferiore.

La correzione simultanea del grande dentato e del piccolo pettorale è possibile in espirazione, partendo dalla posizione del braccio a candelabro mediante una repulsione in adduzione della scapola e il ribaltamento a terra del moncone della spalla.

Controllo della retrazione del cingolo scapolo-

omerale (6),(14)

- Fig. 15: esercizio di controllo della retrazione del cingolo scapolo-omerale.

Il soggetto, in fase di inspirazione, deve muovere il cingolo scapolo-omerale verso l’indietro, mentre in fase di espirazione deve muoverlo verso il basso. L’esercizio produce anche il potenziamento dei muscoli più grandi superiori-posteriori del dorso, come i

76 romboidi ed il trapezio, che contribuiscono a mantenere una corretta postura. Fra una serie di ripetizioni e l’altra, l’operatore guida l’esecuzione dell’allungamento muscolare per favorire la presa di coscienza e per testarela mobilità

Controllo della mobilità del cingolo scapolo- omerale

L’esecuzione del gesto consiste nel porre il palmo delle mani sulle spalle con i gomiti verso l’alto; ispirando bisogna portare quest’ultimi verso il soffitto, mentre espirando bisogna riportarli lentamente alla posizione di postura.

77 ESERCIZI PER L’ALLUNGAMENTO GLOBALE DELLE CATENE MUSCOLARI (13)

esercizi per le catene crociate

AL SUOLO

POSIZIONE SEDUTA

10.1. ESERCIZI PER L’ALLUNGAMENTO DELLA CATENA STATICA E DELLE CATENE MIOFASCIALI (13)

In questa postura:

- Le anche e le ginocchia devono essere in extrarotazione. - Il piede deve

riallineato in una struttura in torsione con supinazione del retro piede e pronazione dell’avampiede. Supinazione: si solleva la volta interna del piede appoggiando al suolo il tallone e il bordo esterno. Prona

allontanamento dell’alluce.

- La colonna vertebrale deve essere allungata con la nuca allineata e spinta indietro.

- Si deve evitare di bloccare il diaframma insistendo sempre sulla fine dell’espirazione.

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