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Quanto sin qui rappresentato, richiede, proprio per quell’atteggiamento di positività che deve essere prodotto e sviluppato, di insistere sul tratto di strada percorso.

Occorre, in effetti, profondere questo senso comune del “pensare positivo” che, diversamente, non solo porterebbe alla chiusura ed alla inutile rinuncia, ma farebbe altresì far venir meno quei valori che, correlati alla mission aziendale, impongono e spronano nell’andare comunque avanti.

Il che non significa di doverlo fare con il paraocchi, quanto piuttosto, nell’utilizzare percorsi di prudenza e vigilanza, puntare convintamente verso quella ricerca del nuovo od in divenire, tali da portare, nel tempo, al conseguimento di risultati concreti e significativi.

Il fatto stesso che, di fronte ad una difficile tenuta del sistema, come già ricordato, obblighi al rivolgere l’attenzione verso altri ambiti, non significa che si debbano per forza di cose abbracciare le prime cose che capitano a tiro, frutto, magari, di abbagli o presunti cambiamenti.

Infatti, la saggezza e la sapienza da impiegare in tale difficile contesto, richiedono di mettere in campo quella visione tipica dell’aquila, che sa guardare e scrutare gli orizzonti dall’alto, e la prudenza ed attenzione tipiche del serpente, che, nel suo rimanere nascosto, sa intervenire al momento giusto per fare propria la preda ed assicurarsi la prosecuzione del suo essere.

Il tutto, con quella manifestazione di coraggio che, nell’agire, mette sempre davanti ed innanzitutto le persone prese in carico, come pure chi nei servizi lavora, e, come tale, la tutela del fattore occupazionale.

Molte le cose che si possono portare in campo in termini di diversità di vedute, di criticità, di incapacità o quant’altro, ma non certo il venir meno in questo ambito.

Al punto da poter con fierezza affermare, rispetto al contesto occupazionale ed al di là del fattore contratto di lavoro in essere (dipendenti diretti od occupati tramite cooperazione od agenzia somministrazione lavoro, chiaramente nel precipuo rispetto della norma che inibisce la intermediazione di mano d’opera), che nessuna delle risorse sin qui impiegate è andata dispersa od è venuta meno.

Se, nella guida di una realtà complessa, come quella rappresentata dalla Casa, si possono evidenziare alcuni aspetti che hanno saputo dare impulso e forte determinazione si ritiene possano essere fatti rientrare nel credere fermamente al valore del tempo.

Determinazione, poi, per non rinunciare mai al dispiegamento di ogni iniziativa, anche la più impegnativa, nella coerenza degli obiettivi, e rivolta cambiamento.

Valore del tempo perché, escludendo il ricorso ad occhiali che potrebbero compromettere una chiara visione delle cose, quindi né sfuocate né distorte, in una ponderata proiezione di

medio-Come tale, sia nel contesto dell’identità aziendale che del patrimonio messo insieme, dalle conoscenze alle acquisite capacità di risposta; dalle intelligenze all’arricchimento esperienziale; dalle buone prassi operative al benchmarking.

Un insieme, pertanto, di buone cose che, nel dare valore, aiutano nell’accrescere quella consapevolezza che sa essere capace di porsi come quel di più pronto ad affrontare situazioni e contesti, problemi e difficoltà, criticità e dubbi.

La consapevolezza dell’essersi a pieno inoltrati, nel rispetto del core business, nella tutela e presa in carico dell’invecchiamento delle persone, risultante indubbiamente in crescita e tale da comportare, come in effetti sta avvenendo, un inevitabile corollario dell’aumento delle polipatologie croniche, magari un tempo non curabili, porta ad insistere sulla importanza di essere sempre meglio preparati e corrispondenti.

Proprio perché gli obiettivi di cura rispetto alla cronicità non sono tanto rivolti alla guarigione, ma finalizzati al miglioramento del quadro clinico e dello stato funzionale, nonché alla minimizzazione della sintomatologia, alla prevenzione della disabilità ed al miglioramento della qualità di vita, si rende doveroso l’essere al riguardo conseguenti.

E’, questo, un passaggio culturale importante in quanto, nel non portare per forza di cose alla guarigione delle persone, deve loro consentire di vivere una vita dignitosa, rispettata e lungi dalla adozione di iniziative che possono ricadere nell’accanimento terapeutico.

Per tali ragioni, la Casa, dopo una serie di valutazioni e studi mirati, che hanno ad esempio visto, nella somministrazione dei farmaci, il rischio di incorrere in non pochi errori, si è dotata di un apposito “armadio farmaci informatizzato”, il cui utilizzo ha compiuto il suo completamento a regime proprio verso la fine del 2017.

Un investimento notevole che - proprio nello stesso rispetto della nuova norma sulla certificazione, in vigore dal prossimo settembre 2018, ma che la Casa, con pieno merito e riconoscimento, ha saputo far propria sin dal 2017 – ha inteso abbracciare la “parola magica”

della nuova norma, insistente sul “rischio”, correttamente interpretandola come

“opportunità” per assicurare risposte corrette e ben delineate.

Una scelta non scevra di ostacoli e difficoltà ma che ha saputo vedere, nella insistente e correlata formazione, uno dei canali per meglio corroborare e portare a compimento l’impegno assunto.

Che, come tale, abbisognerà di non pochi aggiustamenti in quanto, dopo aver con soddisfazione raggiunto l’obiettivo riduzione del rischio nell’ambito somministrazione, deve più oculatamente puntare al contenimento dei tempi con la possibilità di destinarne il recupero ad altre attività assistenziali, come pure provare a ritarare l’eccesso di prescrizioni a carico degli assistiti.

Ambito, quest’ultimo, su cui puntare e che dovrà vedere allestito anche un apposito progetto di “riconciliazione terapeutica”.

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parole chiave che al medesimo sono connesse e che attengono:

- al rischio manageriale e d’impresa;

- al rischio di immagine o reputazionale,

spingendo la Casa ad intraprendere, attraverso appositi lavori di gruppo, un nuovo modo di rapportarsi.

La ricerca, nel suo evolversi, ha inteso di provare a vedere permeati i vari tessuti connettivi della Casa, onde così far evolvere, secondo una idea di osmosi creativa, quel passaggio culturale che, oltre ad essere interno a ciascuno, dovrà essere capace di incidere verso l’esterno.

Un incidere per sapersi in tal modo interfacciare con i contesti, sino al punto da divenirne parte, contaminandoli e ricevendone in cambio quell’apporto destinato a migliorarsi per migliorare.

Del resto, se parole chiave del suo cammino come: l’accoglienza, l’umanità, il rispetto, la resilienza, senza dimenticare o trascurare altre parole come i valori in sé, i legami con la rete (interna ed esterna), gli strumenti operativi (vds. UOI e PAI) non fossero sino in fondo capaci di dispiegare il significato del loro valore, ben difficilmente potrebbero essere invocate quale marchio tipico che all’azienda Casa Albergo appartiene.

A maggior ragione dovendosi porre in un contesto di mercato e competitività che, a lungo andare, se non ben vissute ed agite, potrebbero incorrere nel rischio di dissolversi od essere male impiegate, al punto da essere travolte, e, peggio, fatte annichilire vanificandone la portata.

A tale proposito vengono a sovvenire e sorreggere i supporti messi in campo, dai report ai questionari somministrati, laddove alto risulta essere il gradimento per i servizi erogati, sia da parte dei residenti che dei familiari.

Espressioni che, a loro volta, incontrano una loro rispondenza nella stessa stesura di strumenti come il Bilancio Sociale, divenuto un appuntamento imprescindibile e collegato al Bilancio di esercizio.

Uno strumento che, nel dare conto, cerca di farlo in maniera leggibile ed appurabile, uscendo da quella logica spesso limitata ai dati numerici, sicuramente importanti, ma poco appetibili per coloro che intendessero meglio comprendere quanto in atto.

Un tratto di strada che ha saputo poi molto investire nelle risorse umane che nella Casa operano, a partire dalla puntuale attuazione del binomio “progetti/formazione” (anche in questo caso occorre fare rinvio alla notevole documentazione elaborata), richiamando qui e solo en passant, momenti come, per la formazione, i laboratori seminariali (ben 8) cui aggiungere gli incontri (5) sui percorsi della Casa; i tavoli tematici mirati ad hoc su alcune questioni tipo il marketing, la demenza, la gestione delle risorse attraverso la stessa turistica; i momenti specifici quali la ristorazione con quanto correlato alla disfagia (con l’introduzione di nuove e mirate procedure nella alimentazione di persone con disfagia e quanto correlato), la sicurezza etc.

Modalità che ha ricevuto un ulteriore impulso sia attraverso i questionari somministrati a chi nella Casa lavora, con soddisfacenti risultati (anche per l’aspetto clima ambientale, pur se alternato fra alti e bassi), che attraverso momenti significativi rappresentati dagli incontri a carattere semestrale, meglio conosciuti come “plenaria”, laddove insieme andare a soffermarsi per valutare il come ci si è mossi, e, come per il 2017, meglio comprendere come insieme si stia provando a costruire la casa in relazione agli obiettivi assegnati.

Seppur di striscio, un richiamo alla applicazione del sistema di valutazione, nonché alla approvazione, purtroppo unilaterale non essendo intervenuta l’intesa fra le parti, della produttività 2016.

Come pure un accenno alla questione festività infrasettimanali, per la quale l’Ente sta procedendo con il recupero come previsto, e per le quali è in atto un ricorso (II° grado del giudizio, dopo che l’Ente ha avuto la meglio nel I°) da parte di alcuni dipendenti.

Risorse umane che incontrano ulteriori apporti attraverso il ricorso ai ragazzi del Servizio Integrativo Lavorativo (SIL), come pure e solo per un certo periodo essendo poi venuta meno la loro presenza quello del ricorso ai voucher; ancora e per quanto fattibile dei lavoratori socialmente utili; dei ragazzi impiegati nel servizio civile (progetto terminato nel settembre 2017); altresì dell’utilizzo dei giovani nel progetto “incontro giovani/anziani”, della durata di due mesi per il periodo luglio-agosto; ancora, della alternanza scuola-casa albergo (adempimento sanzioni disciplinari), o di possibili sconti di pena attraverso servizi di pubblica utilità.

Importante, poi e dopo l’approvazione del relativo Regolamento per il suo funzionamento, l’avvio dei lavori del Comitato di Valutazione Etica, come previsto dal Codice della Casa.

In aggiunta, altri spunti possono essere rinvenuti in altri atti approvati nel corso del periodo di riferimento, come il Riesame della Direzione, od i diversi Piani (vds. quello relativo alla sicurezza, all’haccp, alla prevenzione della corruzione e della trasparenza, all’occupazione etc.).

Un significativo richiamo, rispetto ai Piani, al Piano delle performance (2017/19) che ha trovato concreta attuazione, per l’anno di riferimento, in ordine alle parti di specifica attinenza come di seguito specificato:

- Sviluppo sistema qualità (vds. rinnovi autorizzazioni esercizio ed accreditamento istituzionale);

- Progetti finalizzati di struttura quali la gestione del rischio, il progetto Jack per le demenze, quello delle biografie degli anziani;

- Rendicontazione attraverso il Bilancio Sociale;

- Questionari, ai vari livelli somministrati, e Report;

- Controllo di Gestione, con particolare riferimento ai centri di costo, al cruscotto aziendale, nel rispetto della nuova contabilità;

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Nel proseguo, un passaggio rispetto ad alcuni dei lavori realizzati e che trovavano una loro maggiore rispondenza, oltre che nel bilancio di previsione, nel Piano triennale ed annuale dei lavori, senza trascurare alcune altre modalità attivate, più strettamente operativo.

Anzitutto, la inaugurazione della nuova sala da pranzo, denominata “Cà del Gusto”, messa a disposizione di due soggiorni della Casa, assai meritevole anche in relazione alla innovazione tecnologica introdotta (XLam), che ha consentito di raggiungere due importanti obiettivi: un miglior coefficentamento energetico, nonché una migliore garanzia sotto l’aspetto della sicurezza sismica.

Una sala davvero bella ed accogliente, solare e ricca di luce, nonché ottima per vivere bene alcuni importanti momenti della giornata quali quelli della ristorazione…proprio una bella casa del gusto.

Quindi, l’avvio dell’iter procedurale, sotto i diversi versanti (da quello strettamente tecnico a quello finanziario), per la realizzazione della “nostra Casa”, pensata per persone disabili (6 pl) e, soprattutto, correlata al dopo di noi.

Come pure la prosecuzione del cammino a suo tempo avviato per quanto prima addivenire al rilascio del nuovo CPI.

Viceversa, ha subito un attimo di pausa e ripensamento, quanto predisposto per la realizzazione della “Palestra Sociale”, pur essendo stati messi a disposizione i locali a ciò destinati, che sono ora a pieno ritmo occupati, grazie alla presenza di un nuovo e meraviglioso strumento, cioè la LIM (lavagna interattiva multimediale) per attività ricreative e di animazione.

In effetti, la manifestazione di interesse pubblico messa in atto per l’avvio della Palestra Sociale (anche se la speranza è sempre l’ultima a morire) non ha al momento incontrato particolare riscontro, e, di più, la Regione Veneto stessa non ha ancora completato le relative disposizioni attuative correlate alla norma di riferimento.

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