•
55
acqua nelgrondajo.
Val più un vecchio in un canto
, che un
giovane in un campo.
Inquesto mese il giorno cresceora 1, m*io.
MARZO
Ha
giorni Solari3i, e Lunari29.Abbiamo in questo mese Domenichecinque, cioè al 1, al 8, alli i5 , alli 22 , e alli 29, eh’ è il giorno della Pasqua di Risurrezione .
Alli 19, eh’ è lafesta di S. Giuseppe, e alli 3 o, e 3i corre obbligo semplice.
Età
dellaLuna
.Alli 5 Ult. qu. or. 16, ro. 33 - i3 Lun. nuo. or. 12, min. 56 - 19 Pr. qu. or. 17, m» 27 - 28 Lun. pie. or. 6, m. 29
Alli 20 il Sole entra nel segno diAriete >
or. 24, m. 16. Equinozio diPrimavera.
* * > . ,
Fiere
1, a i5 Lucerà.
6, per giorni8 Manduria; pror. di Lecce*
Nellaprima
Domenica
di.Quadragesima Aliano in Basilicata.9, a 12 Stallatti, e Laureana Cai. ult.
18, e 19Muloghi in Cai. ul.,e Cerretoin 2
r
.*
r
1
4 1
Digiliz byGoogle
56 Terralavoro.
19, Lecce,
Teramo
, e Lettere in Princip.citr.
19, a 21 Prata in pr. diPrinc. ult.
20, Ariano.
24? e 25 Sulmona, e Benevento, 23, Rojano nel Sannio.
25, Montoriò, e Giulia nova, prov. di Te-ramo, e Villa S. Maria, prov** di Chieti.
'29, S. Giorgio.
3i, a 2 Apr. Paola, pr. di Cai. citr.
. 5 1 %•..»*
t *
Opere
.Palla meta di Agosto, 0più tardi, ne’ luo-ghifreddi si comincia aseminale il grano, è si prosegue fino al mese che corre . Questo frumento si appella màrzullo nella Campania,
e nella Puglia trimenìa, alla greca, o sia
se-menza
ditre mesi Di questomesesipuò an-cheseminare la vena, e ’1cecè, e la canape ne*luoghi caldi5 e lefave ne’luoghi freddi, e ne’temperati. Quell’altrapòi seminata di
No-vembre
, o ne’duemesi appresso, si sarchiaj
siccome sisarchiano aqcota i grani, e1’orzo.
Ancora di questo mesesi seminail miglio, e
si possono seminare ifagiuoli .
E
intorno alla fine i cocomeri, e i citrivoli, lezucche , e i
poponi.
E
sipianta altresì la salvia. Ne’ luo-ghi freddi si deon purgare i prati, e ne’ tem-perati, e ne’ caldi guardargli57
.
Non
far mancare il cibo d1inverno àllvGeneralmente parlando tratutti ifioripiù gra-diti alle api sono i campaniformi, come que1
dell'erica, delconvolvolo, della malva, del-la zucca, delluppolo ec.${cruciformi,
come
que1del cavolo, della ruchetta, delle rapeec e gli ombelliferijcome
que1 del prezzemolo; del finocchio, della pastinaca ec. Nell1 inver-nò poi si può dare ad esse il succo delle can-ne, ovvero colmi delfrumentone, ridotto col mezzo dell1ebollizione a consistenza,dime-le .
Da
libi 5o di colmi sminuzzati ,pe-sti in un mortajo, e spremuti sotto al tor-chioj si estraggono lib. io.di succo puro e dolce. Nella Polonia, e nell1.Ungheria danno alle api nell1inverno il paneinzuppatoci
me-le; e i nostri si servono d1una vivanda fatta di fave, su la quale mettono porzione di vin
cotto. „ . ,,
..Le Api tubandosi del lor melene1mesi fredr-di, vanno soggette, secondo il
Reaumur
, àlla dissenteria, morbo pericoloso èd epidemico.Si rinnovi l’aria dell1alveareje siqia.alleapi unosiroppo di mele, e di vinobolliti insieme.
IlfVildman raccomandail sale ben pestp, spar-so sopral1alveare,essendo il sale rimedio effi-cacecontro alla dissenteria.Essendole api lon-tanedelmare,si tengasemprevicinoaglialveari dell’acqua salata entropicciolitruogoli,lunghip.
i, larghi mezzo palmo, e alti pollici2,perchè le api non vi restino sommerse.
. 3
38
* Ilmele* e il vino bolliti insieme e ridottia groppo, può questa medicina giovare all
1
ditro
morbo
delle api , dettocorno , o cresta , omal
delleantenne , che nasce in cima alla testa, quandoper la stagion piovosa sono co-strette a stare piùgiorni, sena1uscire dall1 ar-nia} per cui esse cadonoin una debolezza e-strema.Questo èiltempo di fareil cacio-fiore,
sic-come
anccfta il marzolino, dicui abbiam par-lato nel Calendario deiranno scorso. Prendiillatte di pecora, passalo per setaccio, e metti-lo nel caldajo. Prendi de’fiorellinidel cardo
,
che uniti a picciol dose di zafferano , metterai in unbicchiere diacqua.
Dopo
un1ora,odueP
acqua diverrà gialla , e allora è il tempodi versarlapura nellatte.Potoiil caldajo sul fuo-co, e quandoilsiero sarà separato dal cacio, comprimi questo conle mani, emettilo infor-me
rotonde, e alte non più di pollici 3 in 4*Maneggialo di nuovo perchèilsiero n1esca, e poi lascialo nelle forme a maturare .
Quando
la crosta siscrepola, il cacio fiore é già ma-turo, e si può mangiare . In
Roma
si lavora con esattezza,I cavalli, e gli asini
,ed anchei muli espo-sti alunghe e cattive giornate , e a pessime strade, vannosoggetti al rappigliamelo alle spalle. Il rimedio consiste non già nel salasso,
come
i Maniscalchiimperiti praticano;ina ben-sì nel dara bere all1animaledel buon vino.
Se la malattia con cessa,il Thilen
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39
da
Tuso esterno della tintura di cantaridi con.
1’ ammoniaca sula parte , eh’ è la sede della rigidezza.
Non
si trascuri di ungere spesso le unghie, ele gambe degli animali da viaggio,o
con sugna, ocon morchia, contro al gelo,
e al fango. .
I cani vanno soggetti alla rabbia;di cui si
vuol
cagione la bile troppo fervida.Non
sifaccia mancare ad essi il cibo debito,
accioc-ché
non sicno costretti, specialmente intem-po
di Quadragesima,sfamarsicongli escremen-ti umani ec. La Polizia dovrebbe proibire aipoveri di tener cani, non potendoli alimenta-re. Se un cane si mostraarrabbiato, subito si
ammazzi,
e si sepellisca con tutta lapelle nel profondo della terra.Le
pecore vivono soggette al vajuolo , cheda
1 Pastori si appella schiavina . Questo è unmorbo
contagioso, che anni indietro fecemo-rir in Pugliacirca unmezzomilione di pecore.
Nel
principio si separino imontoni malati da’sani, e simettano inuna stallaventilata,con profumarladue volte al giorno con aceto. Se
il vajuolo sarà.confluente, e maligno, si sa-lassino dalla jugulare ne’primi giorni del
mor-bo
, con dar loro a bere una volta al giorno dell7acqua bianca , cioèacqua con crusca, e con alquanto di sale; e per cibo della crusca bagnata con sale marino. Se il vajuolo stenta a comparire, sidia loro una volta al giorno ilbocconeseguente: Radice di genziana
dramma
di fuligine unsi
dramma,
e quanto basta di* <
4o
iride, per farne un boccone; rtegàndò al
ma*
lato qualunque cibo, e con dar solo allo stes-so dell1 acqua bianca
, piu, o
meno
satura di sale marine.Alcuni Veterinarj ricorrono all'innesto , da farsi alle coscie delle pecore , nel qual luogo la lana manca*
Ma
non essendoilvajuoìo nel-le pecorecome
itegli uomini, un morbo ordi-nàrio,l1
innesto si rende inutile. In fatti i
Pa-stori Abbruzzesinell1ultimo morbodella schia-vina, comparso in Puglia, assicurarono, che una tal malattia mancava in quella regione da anni 5oincirca. Io suggerii ad un Pugliese,
che Vedendo nella sua greggia pòche peco-re vajuolate, che Vavesse subitofatto
ammaz-zare,e sepellire con tuttala pelle* Cosi fece*
e salvò la suagreggia,compostadipecore3oo.
Egli però non fece pascere i suoi animali in que1 luòghi* ne1 quali pecore vajuolate avean pasciuto, giacché il morbo si diffondeva per dir così anche peraria;
E
sivide in quell1 e-pòcaun fenomeno, cioè, che se vicino aduna pècora vajuolata si metteva un agnello,questo secondo prendeva il morbo, restando lapri-ma
sana. I piccioli animali,come tutti i bam-bini, inspirano pih chej traspirano:per la qual còsa facilmente prendono i morrbida1 corpi vi-cini.Di questo mese sì i montoni che le pecore, Córrendo il tempo umido e piovoso,vanno so-getti àimarciiuhé,e all
1dequa\infermità, che qualche volta distrugge la gregge intera. 11
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4't.
ìlaubenton assicura , chef i- suddetti
anima-li grariscono facilmente con l
1 esercizio
mo-derato, e congli alimenti secchi , e con le medicine acido-austere, ed astringenti sì vege-tabili, che minerali
5 come ilferro sciolto ne-gli acidi vegetabili fermentati;o l’acciajo sciol-to in acidi temperati
.
La stessa medicina sipuòapplicare anche nel morbo,detto da* nostri viscida,chesicontrae dalle pecore, che si cibano di quelle erbe,su delle quali è corsala pioggia, e che vi abbia lasciato della belletta*osia fior di terra.
Que-sta malattia, secondo il Daubenton , che at-taccaanche il pollame, e i piccioni , si può anche guarire con una decozione di qualche pianta astringente , come la piantaggine
(
cin-cRitenervi ), le foglie delle q*uerceec.
Proi>erbj.
\
Nel Marzo un Sole, eun guazzo
; Cioè dee
piovere spesso Col Sole ;
Acquae Solefanno crescete il laforo•, cioè ilgrano, e le biade.
Il Sol di Marzo muove., C non risolve.
La nebbia lascia il tempo, chètrova.
Cerchio lontano, acqua vicina. S’intende dell’Alone, eh' è ilcerchio della
Luna
.Inquesto meseilgiornocresce or* 1; m. 18.
42
APRILE
Ha
giornisì Solari che Lunari 3o.Quattro sono le Domeniche di questo mese
,
cioè alli 5, alli 12, alli ìg, e alli 26.
Età
dellaLuna
.Alli 5Tilt. qu. or. 5, m. 8, -
n
Lun. nuo. or. 21 , m. 20. ,. - 18 Pr. qu. or. 18, m. 25.
-26 Lun. pie. or. 12, m. ^5.
« Alli 20il Sole entra nel segno del Toro,o.
12, m. 8.
Fi ere
.1
1, a8 Lucerà: 6 Bitonto 8, a 17 Vieste
14, a 2i Gravina -,
15, Altamura,e S. Stefano alBosco
i5, a 6 di MaggioAversa 23, Rojano nel Sannio 23, S. Apollinarein Terralav.
23, a 25 Roccascalenna in Abr. cit.
2,4? Atripalda: 26, e 27 Lizzano 27, a 4 Maggio Francavillapr. di Chieti 27, e 28 Sulmona
27, a 3 di MaggioStigliano in Basilicata Nel giornodi Pasqua Rocca Imperiale in
Ba~
silic. Nelle due festeseguenti Squillaci
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43
Nell’ ottava diPasqua Bellante , provincia di Teramo.
Opere
.Del mesedi Aprilesisemina ne1luoghi fred-di anche ilcece, ene1temperali la canape, e tutte quelle altrepiante,da noi notate nel Ca-lendario dell1annoscorso . In quanto alle ci-polle, iTartari confinanti colla Lituania , im-pazientidi aspettare il seme delle cipolle , le appendono al fuocod1inverno, e a primavera tagliandole in croce, ne sepelliscouo le f\ por-zioni alladistanza di un piede, e dicono, che la filiazione sia prodigiosa . Sipotrebbe cip praticare da noi primachele cipolle germinas-sero nelle dispenze.Sipossono innestare i
me-lagrani e’1pesco.
Ne
1luoghi caldi si tondon lepecore, che prima si lavano dallelordure$
e si ammettono gli asini, i cavalli, e i
mon-toni.Guarda contro allebestie le picciole pian-te degli alberi. Visitale arnie delle api, e uc-cidi i calabroni, chequandola malva fiorisce, sono piùabbondanti.
11 l’astore non trascuridi conservare le sue pecore. Di questo mese esse sogliono andar a
^
a gojifiezza del ventre, mangiando erbe tenere, e sugose, e in molta quantità.L
1animale si fa grosso più dell'ordinario, e ne prende una colica di pancia, e resta in pie-di senza mangiare, con battergli il fianco. Si faccia subito un salasso , e dopo siprema
il*
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*^ '*
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venire*perfarne uscire i flati: si cavi li) ster-co dall’ano o col dito, o con picciolo cuc-chiaio di legno,per aprire le vie alle flatuo-sità. Di più s’imbrigli la pecora, mettendole in bocca un ràmieello di salce , o uno spago grosso, legato dietro alla testain
modo
* che la gola resti aperta: L’animale saltera, si di-batterà, e manderà fuora i flati, e gli escre-menti, ond’ era gonfio.Direm qualche Còsa delfuocodi S. Antonio.
Questa malattia, die attacca le particarnose*
esterne delcorpo dellepecore* simanifesta con
un
bottone dolente, ed infiammato;presto de-genera in cangrena, che distrugge le parti vi-cine. Essanon è contagiosa . Alcuni suggeri-scono ad estirpare quel bottone con parte degli orli vicini * e con lavare la piaga con l1infusionedi foglia di ruta, opur con quel-la di sabina , e di salvia nel buon vino. Il SignorMoutonnet dice * che si salassi 1’ a-nimalfe nelle parli superiori fe interne delle coscic* edopoco! virus piùbenignodella greg-gia s’innoculi la bestia.Di pecore a5ocon tal operazione, ne morirono solo 18.Di questo mese le formiche recati danno
aglialberi . Si attacchino nel proprionido *
con far uso dell1acqua bollente Con la calce viva.
Gli alberi spezialmente da fruttovanno sog-getti al cancro . ÌNella primavera si adoperi il
rimedio seguente,proposto dal Signor Forsyth.
*
Fimo
vaccino uno stajo\
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45 Calcinaccio mezzo stajo • Cenere vegetabile mezzo stajo Silicedi fiume una sesta parte•
Si passi tutto percrivello,si unisca alfimo vaccino , es’impasti con orina, e con acqua di sapone, pon coprire la sede del cancro .
L’unguento suddetto può servire anche dopo lapotaturadegli alberi, coinèquellodi S. Fia-cre $ cuoprendo i tagli, cjie si debbon fare' sempre inclinati
. ^
Nel tramutare i vini, bisogna cavarprofitto della feccia. Si disecchi al Sole, o pure den-trodi un forno , dopo cavato il pane.
Ap-presso si faccia bruciare con la legna in un fornello all’ aria aperta , a cagion del moltofumo
, che ne svapora. La penere , cheri-mane
, è lapotassa.I* » •
P,r o ve rbp
Di Marzo ogni Villan va scalzo : D’ Aprile va il Villano, e’1 Gentile.
Secca annata, non e affamata.
Chi vuole un buon baco: PerS. Marco
(al-li 25) o posto, o nato. 4
Le
galline fannole uova dal becco ; cioè vogliono mangiare.In
questo jiieSe ilgiorno cresce ora i rn- 16. „DigitizedbyGoogle
Ha
giorni Solari 3i, e Lunari 29.Si hanno in questo mese Domeniche cinque, e sono alli3, alli 10, alli 17, alli 24, e alli 3i. Alli7, eh’ è r Ascensione del Signore $ e alli 28, eh'
è
il Corpo del Signore, corre obbligo doppio. Nel giorno primo del mese ,
giorno de’ SS. Appostoli Filippo, e
Giacomo
5e alli 18, e alli 19, che seguono le
Penteco-ste,corre obbligosemplice .Alli6 èla vigilia del'Ascensione)ma
senza digiuno.Le
quattro tempora cadono alli 20, alli 22, e alli23.Età
dellaLuna
Alli 4 Ult. qu. or. 14, m. 3 - 1 1 Lun. nuo. or.,4> m. 57 - 18 Pr. qu. or. 9, m. 27 -26 Lun. pie. or. 12, m. 3q
Alli2i il Sole entra nel segno de’ Gemelli
or. 11, m. 5g.
Fiere
1 , a 3Prata in Princ. ult<
1, a 4 Squillaci, e nell
1
Isola Cai. ult.
2, a 5 Solofra: 2 , e 3 Ceglie pr. di Otr.
Prima Dom.
Penne , Alanno, eNotaresco, prov. diTeramo
,, Cosenza , e Polignano1, a8Hodi sul Gargano
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I
Manfredonia
47
Caraerota, e Scurcula-prov. di Aqu. .
8,
e 9 Pontelandolfoio, Palazzo inBasii,eMorropr. di
Teramo
SecondaDom.
Viggiano, Sarconi , e Fer-randina in Basilic. Cotrone per giorni 8, Co-lonnella pr. diTeramo
,G
oliano, e Sicoli pr.di Aqu.
i5, a 22 Àpricena nella Capitanata 17, Craco in Basii.
19, Terza
Dom
. Vigna, e S. Janniin Cai*ult. per giorni 8 19
, a 24 Aquila 19, a 27 Serra Capriola 20, Bernardain Basii.
20 , a 28 Ischitella sul Gargano 21, Calilri: 22, Calvi
Nel Giordell Asc. Morro pr. di
Teramo
,e S. Pietroin Galatina pr. di Lecce
24> Chiaromonte in Basii, detta di
San
-tuopo26, e 27 S.Elia in Capit., Tocco pr. di Chieti, e Castiglione della Pescara pr. di Te-ramo.
.
48
Ult, Don?. Pignataropr. di Terralav.
27, Ponte iì Clemente, pr. di
Teramo
,,
Opere
Essendo in questo mesetuttelecose semina**
tepresso afiorire, nonsi debbono toccaredal Coltivatore. Solo si permette di syellcre in jpezzoa’ seminatile erbe cattive,
ma
correndoil tempo umido
, per non isvellere anche le buone: quest’operazione si appella da’nostri Pugliesi rilasciare. Semina, e pianta, o Con-tadino
, tutto ciò, che il mese comporta,
pri-ma
che il caldo neVenga . Se hai seminato lupini per ingrasso,mettili sotto con la zappa meglio che con1’aratro. Se hai ulivi, nettali dal musco, e togline tuttoil secco. Strappa anche dalle vili tratti igermogli, e ciò dei a-ver fatto anche pe’mesi antecedenti.]NTe’luoghi marittimi*, e ne’ caldi segail
fie-no prima che nonsi secchi sula propria radi-cej e se per pioggia, si bagnerà, non lo ri-volgere prima che la parte superiore nonsia
rasciutta. . s
Di questo mese si ritagliano ivitelli, e si
tondono anche le pecore. Evvi nelle nostre Provincieil costume inveterato di magliare,e nongiu di castrare i vitelli, che debbono ser-vir per1’aratro, siccome anche i tori, dopo che hanno servito allagenerazione . Sitira la borsa del vitello, e poisi legano strettamente
i testicoli coni crini della stessa lor codaje
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cosi sitengono fino a tanto ,che essi testieoi1 avranno perduto ogni sentimento , per difetto di circolazione.
E
sipratica lo stesso con gli agnelli, e con i becchi. I bufali poi tanto da piccoli, che da grandisi castrano, come si fa con i cavalli, coniporci, coni cani, con i
gatti ec.
Di questo tempo si rappiglia il latte, e sr fabbrica il formaggio. InPietracatella nel San-nio si fa.uso del gaglio porcino, eil cacio di-viene eccellente.
Come
si faccia il butirro col latte vaccino, e come si conservi in tuttoP
anno, è stato danoiavvertito nel Calendario dell’anno scorso, nel mese di Gennajo.
E
in quanto alburro notiamo 1 , che non si faccia uso di vasi di piombo, o di rame ec.ma
solo di vasidicreta inverniciati; e 2, che volendo dare al burro il color giallo , si possono usarei fiori d1arancio• con ammaccarli dentro
un
mortajo di pietra , chesi tiene coperto nella cascina: dopo alcuni mesi quelle foglie si ve-dranno appannate di un denso liquore giallo:una piccoladose diesso, stemprato con la cre-ma,daràal burro uncolore solido, epiacevole al compratore.
E
tornando al formaggio. Noi nonneavrem
mai dell1eccellente, se allefiscelle non sosti-tuiremole forme,o sieno cerchi dilegno} esenon
introdurremo il torchio nelle cascine. Il cacio non dee aver occhi ,ma
vuol essere stretto^, e ben ligato; perciocché quel poco di siero? che yi rimane, lo fa sorbollire, e lo5o
rende puzzolente, everminoso .
Anche
i Lati-tini Georgici, fraiquali Varrone, conobbero, che i formaggi pivi nutritivi sono que’di latte di vacche,ma
sono piùdifficilia digerirsi: ven-gono que1dipecora;e que1di capra, nutrisco-nomeno
degli altri, benché più facilmente si digeriscano. Evvi anche differenza tra i for-maggi molli e recenti, e que1, che sono sec-chi e vecchi. Iprimi nutriscono più1 e nonsi arrestano nel ventricolo: ilcontrario sidica de1secondi.
Quindivolendo fabbricare formaggio all1uso di Lodi, di
Parma
ec. metti illatte vaccino entro a caldaja di rame di figura cilindrica:•dopola naturai separazione della crema fan-ne butirro. Metti lacaldaja sulfuoco, e quan-doil latte cominciaa coagularsi
( il che si co-nosce dalla notabile evaporazione), allora èil
tempodi applicarvi ilgaglio, che esser deedi vitello. Perchè il presamesi unisca a tutta la sostanza caseosa, con un bastone, che ha nel-le sue estremità una ruota , si
muova
il latte circolarmente. Prima di estrarreil cacio dalla caldaja, sogliono alcuni cavarne tutto ilsiero,che cuopre la massa; che poi, dopo che si è raffreddato,vel
1infondonodinuovocon alquan-to diacqua naturale: la qual operazione non solo rende più facile il maneggio della pasta, ina bensì col mezzo dell1acqua fredda divien più pronto ilrappigliamcnto del cacio. I La-digianiusano di dare ad ogni forma di cacio, che sono bengrandi
j osia alijùb.36 dilatte;
Digitizedby Gofflgle
J
f
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un quartodionciadizafferano;applicando simi-le drogaal latte ,quando nellacaldaja.
compa-risce una certaspumetiacentrale. Gli
Ollande-sipoiper dare alcacioilcoloredichermisi,si
valgono dell’infusione de1fiori della curcuma europea di Linneo, e talvoltaanche della
valgono dell’infusione de1fiori della curcuma europea di Linneo, e talvoltaanche della