SAGGIO
*
‘ECONOMIA
CAMPESTRE E DOMESTICA
PER
GLIXIIMESI DELL’ANNO
ÀD USO DEGLI AGRICOLTORI, DE’PASTORI, E DI ALTRA GENTE INDUSTRIOSA •
Dir
REGNO DI NAPOLI
PER
L’ANNO
BISESTILEi8ia.i
NAPOLI
/ _ A
tó. 'ù,y
nella stamperiade’fratelli masi, Largodel CastelloN.20.
Si vendegrani 10 nel Gabinetto Letterario a<S\ Chiara.
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*4
\
Chi dorme nell
està invece
dimietere
;e Colui
,che non fatica nell inverno per timor del freddo
,merita di mendicare
,e di non
tro -#
var pane
.y>
Salomone
ne’Proverbi
.
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A GHI LEGGE
F. N. COLUMELLA ONORATI
Dell
1ordine di s. Francesco, p.p. di eco- nomia rurale nella R. università1 di na- poli, corrispondente della società1 di AGRICOLTURA DI PARIGI, E SOCIO Di ALTRE ACCADEMIE EC.s,
h legge nel Libro II de’ Paralipomeni, alcapo
26, v. io,che
OziaRe
diGiu-
dadivenne
ricco assai, e potente, per-chè
era studioso dell’Agricoltura : erat quippehomo
Agriculturae deditus• Eglimontò
sulTrono
di suoPadre
in età dianni XVI
: abbellì i suoi giardini; feceergere
delletorri,e scavare de’pozzine’diserti, per abbeverare lè
molte
sue.pe-core
;ed avea
delle vigne, ^e de’.vigna- iuoli ne’monti
, e perfin sulCarmelo.?
Con
siffatte industrieOzia
giunse a stato*di poter
mantenere
sopra trecento milacombattenti,
permezzo de
Jquali sconfis- se i Filistei, gli
Arabi
, e-gli altrisuok ninùci
.Di
piùcon
leimmense
sue ri<£V.
•*.V
DigitizedbyGoogle
r„
t
chezze
rifabbricò, emunì
laCittà diGe- rusalemme
,innalzando sopra le sue por- le delle torri,che
arricchì dimacchine,
belliche, per respingere in ognitempo
i soldati
nemici
.Inoltre si legge
nel Tomo
III ,capo 69
delle Lettere Persiane del celebreMon-
tesquieu,
che
1’anticoRegno
dellaPer-
sia
divenne
ricco, e populato amotivo
di questpDogma
di Religione, predica- to sovente a’Popoli da’suoiMaghi
, ov-vero
Sacerdoti; cioè,che
le azionipiù
grate aDio erano
tre: laprima
dipro- creareun
figliuolo; la seconda dicoltivareun campo
; e la terza di piantare un al-bero. . ,
'
Ciò premesso
, allora nelle nostrePro- vincie sivedrà
la richezza, e l’abbon-danza, quando
i Proprietarj saranno ap- plicati allo studio.dell’ Agricoltura, della Pastorizia,e dellaMedicina
Veterinaria;e quando
iSacerdoti nelle loroprediche
ricorderanno spesso alla gente dicampa- gna
,che
gratissima,cosa sia aDio
ilcol- tivarbene
la terra, il concimarla atem- po
, il fareuna
buondìseminagione
, ilpiantare alberi di egni specie, il raccor- re frutti in
molta
.copia , il farebuoni
vini, e oli eccellenti; e rallevare ani-- :
5
mali la quantità,
con
ingrassarli per uso degiiuomini
. -Anticamente
questo nostroRegno
era floridissimo, e ricchissimo,perchè
ino-
stri
Maggiori
coltivavano gli studjgeer-
gici, e
non
sivergognavano
iGrandi
,come
oggi, di soprantendere,e
dirego- lare co’ lorolumi
filosofici tutte le fac-cende
rurali. I beni,che
derivano dal-1*
ottima
coltivazione delle terre,sono
i seguenti: primo la popolazione; secondo le arti; terzo le scienze;e quarto ilcom- mercio
si interno,
che
esterno.
In
quanto
alla popolazione; il cui li- mitemorale
è la miseria; i nostrimo-
derni Proprietarj sappiano,
che
ilRegno contava
nel SecolIV
diRoma
,secondo
gli Storici i più esatti, io in 12 milioni di abitanti; cioè
due
terze parti pitidel- la popolazione presente.Polibio scrivevaa’
tempi
suoi: Scorrete oggi il Sannio: vi trovate tre milioni di uomini contenti;cam- pagne
ben coltivate, e abbondanza di tutto ciò, che rende la vita agiata ecomoda
.Quindi
meraviglianon
ha, se i Sanniti,secondo
Strabone,misero
una
volta in ar-mi un
esercito di80
mila fanti, e di 8*mila
cavalli. Nulla dico delle altre anti-«che Città nostre> eh’
erano
populatissi^DigitizedbyGoogle
6
me
.E
valga per tHtte la sola Città di • Brindisi,che
ne’tempi
antichi contavacentomila
abitanti, eche
oggine
contaappena
seimila.
E
passando alle arti; le quali, secon-do
Senofonte,hanno
per lormadre
, eper
nutrice 1’Agricoltura;gli Storician- tichi
ne
assicurano,che
siccome in Bo-viano
,inBenevento
,e inCaudio
erano in vigore le arti dicomodo;
cosi inCa- pua
, in Sibari, e inTaranto
fiorivano quelle di lusso.I Tarantini dalla conchi- glia,dettamurice,estraevano il colortur-chino
; e dall’altra, appellata porpora,cavavano
il color dello scarlatto.Le
por-pore
diTaranto non
erano inferiori a quelle di Tiro, e diSidone.
I trappeti,che
silavoravano
aPompei, secondo
Catone, indicavano il sublime dell’arte .Cosa direm mai
delle scienze? Basterà l’accennar solo inomi
di ArchitaTaran-
tino^,
ch’ebbe
per suoi discepoli, secon-do
Snida,Empedocle
,Eudosso
diGnido,
Filolao Crotoniate, e altri,con
Platone stesso; di Lisidepur
diTaranto, che
fumaestro
diEpaminonda Tebano
,di Ocel- loLucano, che
scrisse de Universi natu- ra;diTimeo
di Locri ;e di Birsone, di Eraclea,da
cui Dialoghi Platone , aiDigitizedbyGoogl
riferir di Ateneo, tolse cose assai
.
Quan- do
Platone si recò in Sicilia,
passando per
la nostraMagna
Grecia,comprò per 4o mine
Alessandrine diargento un
Li-.
bro composto da
Filolao Crotoniate,dal- la quali’opera
poi ricavò ilsue Timeo
.Cosi Ermippo
.La
solaLucania vanta
ledue
più illustriScuole deiMondo
,VÌLlea- tica cioè in Velia nelCilento,
e la Plt~*• tagorica inMetaponto,
oggiTorre
dima-
re, verso il Jonio.
Non
solo laGeome-
tria, la Fisica, e Y
Astronomia ebbero
lor principio dall’Agricoltura;ma
bensì laPoesia, che nacque,
eche
fu nudrita tra Vamenità
de’campi:
essa perdette la suainnocenza,
al dir di Esiodo, passanedo
dallo stridor dell’aratro allo strepito dellearmi
.
Resta
a parlarbrevemente
delcom-
'mercio
si interno,che
esterno presso gli antichi abitatori del nostroRegno
.Ap-
pio Claudio fece costruire là via rotabile detta
Appia
,da Roma
fino abrindisi:essa,
che cominciò
circal’anno 44°
> e'1 cfieterminò
nell’anno 545
, era lunga- miglia295
in circa, e largapalmi 26
.Strabone
ne
fa sapere,che
il terzo ra-mo
di detta strada e Regio per Brutios,• etLucano
s
,etSamnites
ad Campaniam Ap
-DigitizedbyGoogle
$
piae jungitur.
Dunque
quasi tutte le no*, stre Provincieaveano
le strade rotabili,
e
per conseguenzaun
floridocommercio
interno.Ma
a que’tempi, secondoSira- bone, erano pur navigabilinon
soloilLiri, o sia Garigiiano, e il Sarno
,
o sia il.fiume di Scafati;
ma ben anche
F Of- fanto, FAciri, e il Siri nellaLucania.
, In quanto al
commercio
esterno,ino-stri Maggiori si gloriavano dell’
emporio
di Pozzuoli, il più celebredopo
quello diDeio
; e permezzo
del quale sigode- va
, secondo Suetonio, delia fortuna. Ci- ceronechiama
celeberrimo ilporto diGae-
ta,e di navisempre
abbondante.La
Cit- tà diCuma,per
l’opportunità delmare
,divenne
la potenza più formidabile tra tutte le Nazioni ,che fiorivano a’ tempi:suoi. Esiste
anche
oggi il porto inCo-
trone, e quello diTaranto
era si rino-mato
e celebre, che permezzo
di esso sicommerciava
econ
l’Istria, econ r
Epiro,econ
1*Acaja,econ
la Sicilia,e con
FAffrica.Quando
iRomani
, Li- vio scrive, soggiogaronoTaranto,
viprenderono
libbre 83 mila di oro, e ta- lenti tremila di argento, oltre alle sta- tue, a i vasi, alle pitture ec. lavorate dagli Artefici ipiù chiari dell’antichità.E non
senza stupore siveggono
a’dino-stri i vestigj dell'antico
Romano
potere nelfamoso
porto di Brindisi,donde
si.spedivano verso la
Grecia,
verso l’Asia,e
per tutte le costiere diOriente
le ar-mate Romane
.T
ralascio gli altriantichi porti diPompei
, di Stabia, di Salerno, di Palinuro, di
Busento
, diErcole,
di Scilla, diLubio
ec.Volete,
o Proprietarj, far rinascere nelle diverseProvincie e lapopolazione ,,e le arti, e le scienze, e 1
commercio
tanto interno ,che
esterno de’ nostriMaggiori
? Applicatevi allo studio del-l’Agricoltura, dalla quale si
ottengono
tutti que’ vantaggi. Allora 1’Agricoltura sarà perfetta inuno
Stato,quando
i pa- droni de’fondi saranno Agricoltori.Ab- biamo
tante opere georgiche si anticheche moderne: ma
chimai
legge Libri siffatti? I Proprietarjnon
licurano,
e icontadini
non
l’intendono
.La
cognizio-ne
delle terre,che
possedete,quella del- le piante,che
volete moltiplicare ,e
quella dell’atmosfera, in cui vivete, vi farannoprima
tentare dellesperienze,e
poi vimetteranno
in istato di operarecon
sicurezza in tutte le faccende dellacampagna
. Sarete voi il maestro, e il villano scolaro vostro.
IO
Ben veggo
,che
la vostra delicatezzamal
soffre a’ di nostri ilnome
di Agri- coltore. Imitatealmeno
l’esempiodiAt-
tilio Sannita, il quale cosi favella a
un
di presso sull’Agricolturaalgreco Cleobo- lo ,
che
poine
passò la novella a Pla- tone;siccome
sipuò
leggere nelLibro
intitolato; Platone in Italia, traduzione dal greco di VincenzoCuoco
:Milano
1806: in 8°.=
Io voglio mostrarvi,o Cleobolo
,che nè
per Puomo
v’ègloria,nè
per laPatria utilitàmaggiore
diquel- la,che
loro viene dall’Agricoltura.
99 Io sono stato giovane,e
ho provato
tutte le passioni de’giovani:mio Padre mi avea
lasciatomolte
terre,che abban-
donai alla cura de’ servi ; i quali altro interessenon aveano che
quellod’ingan-narmi; mi davano con grande
spesa,una
renditameschina.
Ionon
le visitavamai.Chi mi
voleva,mi dovea
cercar ne’Con-
cili, ne’ Circoli, e tra coloro,
che
reg-f
evano
lasomma
deliecose ...La
patria a avuto delle guerre,e ionon
sonosta- to l’ultimo apugnar
per lei:è stataagi- tata da’ torbidi interni,e ioho avuto
lamia
parte nelle fazioni.Che conservo
iomai
di tutto questo?La
solamemoria.
E
qual altro piacermi rimane
?Quello
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solo di far del
bene. Ritornando dunque a
9 mieicampi
, operaicome
appresso . »»
Vedete
quelle tre casette,che
sono sulle falde di quel colle,
che
ci sta di-rimpetto
?Esse sono abitate da tre fami- glie , tra le quali ioho
diviso quel ter-reno
,che prima
era tuttomio
. ..Quel
suolo eraprima mal
coltivato:ionon ne
ritraevache
scarso incerto prodotto,ed
intanto eranvi nellamia
Patria molti uo-mini
, i quali per viverenon avean
bi-sogno
di altroche
di lavoro.Ho
detto loro: coltivate lamia
terra, io vi darò gli animali necessari al lavoro: voi vive- rete colle vostre famiglie, emi
dareteuna
porzione del frutto di quella terra, eh’io vi darò... La mia
rendita è cre- sciuta,ed ho
di più. le benedizioni di venti infelici,che
forse senzame
sareb-bero
morti perfame
.Non
passomai
per quelleCase
,che
i fanciullinon mi
cor-rano
innanzi,enon mi
bacino le ginoc- chia, enon mi chiamino
loroPadre
, e loroGiove
:non
passa giorno festivo,
eh’essi all’alba
non venga
n tutti dame, e mi
arrechino i primi frutti della sta-gione
,ed
i fioripiù
scelti, e le più te-nere
giuncate... Io intanto quasi arros- sisco di queste tante loro benedizionib12
perchè
poi, in verità,che
altroho
fat- to io per essi, senon
quello ch’era uti- le ame
stesso?>*»
E
più appresso parlò a questomodo.
Avete
voi osservato que’tigli,
che adom- brano
lamia Casa? Uno
di essiha
glianni
miei:i miei Genitori lo piantarono nel giorno, in cuinacqui;
l’altro era stato piantato nel giorno delle loro noz- ze. Quella vite, ch’oraha
steso tantoi suoi
rami
, eche con
i suoipampani
riveste tutto l’internoportico dellaCasa;
fu piantata da’ miei Genitori nel giorno delle
mie
nozze...E
di questidue
pini,uno
fu piantato per lanascita diAttilia,
e l’altro per la nascita di...»
Finalmente
il saggio Sannita dicea
Cleobolo:»Voi
Greci credeteche
l’uli-vo non
prosperi alladistanza diLjomiglia dalmare
:tempo
fa iocredevamo ancor
noi, e gii abitanti delle Mainardi,e del- la Majella eran costretti.acomprar
l’olio dagli abitatori delle terre vicine alma-
re. Ilmio amico
Licinioha
volutointro- durre l’ulivo nella sua Patria. Egli era cittadino diVenafro. Dopo lunghe
ricer-che
,tra le tante varietà di questa utile pianta,ne ha
trovatafinalmenteuna
ca- pace disostenere il freddo dellepaterne
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i5
montagne;
e l’olio di quest’ulivonon cede
all’olio de’Salentini,e de’Taranti- ni. In passando perVenafro,voi
vedre- te le pietrose falde delleMa
inardi rico-perte dell’albero sagro a
Minerva
. Di-mandate
a quegli abitanti qualnome
es- so abbia? Tutti vi risponderannoLicinio.E quando
sarete al sesto miglio di làda Venafro
, sulla via,che conduce
aCa- pua
, nel sitoappunto
,ove
ilDurone
scarica le
poche
sueacque
nelVolturno,
* voi vedrete
una colonna
, sulla quale vi leggerete le parole seguenti: Questomo- numento
,ibuoni cittadini diVenafro
barino innalzato all ottimo loro concittadino Q. Li- cinioy il quale, ilprimo
,ha
introdotto nelle tèrreVena
franeV
utile ulivo... Fin
qui Attilio a Cleobolo. »Ora tornando donde partimmo
, nelle nostre Provinoie nullamancherebbe per
glicomodi
della vita,se tanti Proprietà- rj,che vivono
oziosi, imitassero l’esem- pio di Attilio, eleggendo
ibuoni Auto-
ri di
Economia
rurale, e istruendo op-portunamente
i contadini, e i pastori nelle faccende diverse; echiamando
tan- tepovere
famiglie a parte delle loro in- dustrie.E giugnerebbe
alsommo
la fe- licità nostra, se a’tanti benefattori della*4
...
Patria, e a coloro,
che
utili cose o in-ventano
, o introducono,o pur
le anti-che
perfezionano, si ergessero de’monu- menti
,come
iVenafrani
a Licinio. L’ o- dio paesano:, e la gelosia, e l’invidia de*contemporanei hanno sempre avuto
luo-go ne
:pettiumani
;ma
oggi, pare,che
il
Mondo
di ogniben
fare, e diogni ben
dire si sia quasi rimasto. Innalzerò iodunque
, per eccitar ne'popoli i veri sensi di gratitudine,due monumenti
,ilprimo
per parte de’Salernetani,e P altroa nome
de’Gioachinopolitani(i),adiversi individui,che
onuove macchine
inven- tarono , o la cultura di piante utili in- trodussero.Eccone
ilprimo
:A
Niccolo.Bottiglieri inventore del molino per sepa- rare il riso dalla pula: iSalernetani questo
monumento
amemoria
de* posterihanno
eretto. Ilsecondo
. sarà ilseguente: I
Gioachinopolitani con animo grato
hanno
posto questomonumento
agli ottimi Sacer- doti Vincenzo eFrancescoGargano
eaFra
PfLcifico
da
Ceppaioniper essere stati i pri-mi
a introdurre nell'anno
1787 la cultura dellabambagia
in questecampagne
.. •f .*
-
(0
Popoli dellaTorre
dellaNunziata.
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i5
,
In tal
modo
e colmezzo
delle cogni- zioniopportune,
emediante
ipremise non
in argento, e in oro ,almeno
inonorificenze, e in segni
,
vedrem
noiri-nata
nelRegno
la floridezza de’tèmpi
antichi.Le
nostre selveverranno
conser-vate,
se esistenti , e ripristinate , se di- strutte;e tutti gli alberi boschivieduca-
ti
secondo
le leggi silvane . Il taglio di essi saràmeglio
diretto; e illegname da
costruzione, e la legnada
fuoco, eda carbone con
le fascinenon mancheran- no
nelle contrade differenti.I nostri po-meti abbonderanno
di ogni sorta frutti,
tanto
estivi,che
invernali,* e gli olive- ti,ben
governati ,ne daranno
olio in quantità,che
colmezzo
dell’arte siren-derà
ottimo, fino,ed
eccellente,come r
antico hiciniano- Dalle nostrevigne
siraccorrà
uva
di ogni specie; e i nostri vini, col soccorso dellaChimica pneu- matica
, e degli strumenti opportuni, anuova
vitachiameranno
e ilfalerno, er ammineo
,e’lcecubo;e
quanti altrimai vennero
celebratida
Orazio,da Virgilio,e da
Marziale.Ne’
nostri orti si coltive-ranno non
solo tutte le piante olitone,che
si gustano oggi nella Capitale;ma
fcensi e i fioris e i’erbe medicinali,ele
* *
j6
piante tintorie, e quelle del tabacco. I nostri
campi
finalmenteabbonderanno e
di cereali, e di piante
leguminose,
e di tigliose,e di
bambagia; compreso anche
il prato artificiale
,per lo foraggio e
ver- de
, e secco per lo bestiame sìminuto
,che
grosso.La
Pastorizia poi unitacon
araichevolnodo
all*Agricoltura,ne som-
ministrerà;oltre alla
gran
massa di leta-me
,che
sparso atempo
su leterre, lie- torende
il bifolco ; e lana, e cuoj,e
pelli
, e latte, e' carne, e sego, e for-
maggio
, é salame, esugna
,e
lardo,e
polli, e
mele
, e cera, e seta; percioc-ché
tutti gli animali utili,cominciando
dalbue
fino al bigatto, si vogliono edu- care nelle case dicampagna. La
Pasto- rizia culta , e stazionaria farà rinascere lo studio finoadì
nostri negletto, del- laMedicina
Veterinaria,che ha
per ob- bieitoe la conservazione, e la guarigio- ne-di tutto ilbestiame.E còn
ciò,omio Lettore,
vivi felice..Di Napoli
il-dì 4 diAgosto iSn.
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*7 Eclissidel Sole (i).
;
In quest1anno bisestile 1812 vi saranno al- *
«un» eclissi del Sole,
ma
invisibili.
Eclissidella
Luna
.Avremo
due eclissi totali dellaLuna
. Il primo a1 27 di Febbrajo , visibile in Napoli per alcuni minuti .5 cominciando alle ore 11 , e min. 35, confinire alle ore 14? e min. 4* 5ed il secondo^a122 di Agosto,invisibile inNa- t poli, con aver principio alle ote 18, e m.53,
•
e con terminare alle ore 22, e i»in. 3o.
Feste mobili.
Settuagesima Ceneri Pasqua
Rogazioni 4»
Ascensione Pentecoste SS. Trinità
Corpo
di Cristo AvventoDomeniche
di Pentecoste?6 di Gennajo 12 di Febbrajo 29 di Marzo 5, 6 di Maggio
7 di Maggio 17 di. Maggio.
24 di Maggio 28 di Maggio 29 di
Novembre
XXVII
.b
(1)
Le
Lunazioni ci sonostate somministrate dal Signor Aureliano Maria de Fusco, P. di dVIatem. nelle Scuole Militari»«
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Computo Ecclesiastico.
Numero
d’oro 8Ciclosolare* 29
Epatta , *7
Indizione
Romana*
i5Lettere Domenicali e d
Letteradel Martirològio s p^c.
Quattro tempora.
In“Primavera 19, 21, 22 di Febbrajo NelP'Està’ 20, 22, 2.3 di Maggio
INeli Autunno * 16, 18, iqdi Settembre Nell’Inverno 26, 28, 19di Dicembre.
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TAVOLA
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giorni Solari 3i,eLunari2g.
Quattro sono le Domenichedi questo mese, che comincia di Mercordì, cioè alli 5,falli 12, alli 19, ealli 26, in cui cade la Settuagesi
-
ma
* Nel giorno 1 del mese, eh’ è la Circon- cisione del Signore , e nel giorno 6,,,eh’è
1’Epifania , occorrono due leste di obbligo doppio. Alli 5 è la Vigilia senza''digiuno.
Età
dellaLuna
Alli 6Ult. qu. or. 4? min. 5, not. seg..
- 14Lun. nuo. or. i5, m. o.
- 21 Pr. qu. or. g, m. 25.
- 29 Lun. pie. or.
7/m. 7. * .
Alli 24 ilSole entra nel segno àiAquario 5
or. 10, m. 27.
Fiere
f«.*
3 Giulianova, prov. di
Teramo
. ,12 a117 S. Fili, prov. di Cai. ultr.
...
13 a116 Roccagloriosa, prov.,di Salerno 17 Buccino, e Fena, prov. dell1,Aquila.,
A-
tri
, prov. di
Teramo
, e Biseglie prov..di jBari, per giorni 8.
27 S. Apollinare inTerralav.
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Opere delmese.
Questo mese suole per lo piu essereil più freddo della stagione. Nell’anno scorso alli a5
il termometro del
Reaumur
segnò inNapoli il gr. 1 sopraal gelo.E
poiché iterreni a base arenosa, e isassosi y in confronto degli argil- losi, più prontamentesi riscaldano , e si raf- freddano, e a grado maggiore$ perciò ne’ pri-mi
si può seminareil gran tardivo, Forzoee.,« si possono piantare ipiselli,le favepiccio- le, le vecce ec.
Nel mese , che corre , si possono mettere nel semenzajoi semi dellesorbe,dellepesche, le noci , le mandorle , e lesusine , ovvero prugne ; e si può innestare ogni albero , che la
gomma.
Se la terranon è molle, si posso-no
piantare nell’orto le erbe della stagione.Cominciano le gelate nel mese corrente»
Se
il gelo giova alle terre, rendendole porose ,
«sso suol nuocere alle piante , facendole
mo-
rire , se le sorprende assaiumide. Tuttele piante succolenti, come leviti ,i noci, i fi- chi ec.\ e quelle, che vegetano interreni u- midi , e bassi , ed esposti al borea, vivono soggette a tali danni . I Fisici hon hanno an- coracalcolate tutte le attrazioni , che possono aver luogo ne1 vegetabili, sottoil punto della congelazione. Si"sa , {che gli agrumi soffrono assai al grado 6 sopra il gelo•. che ne’ pae- si freddi del Nord come nella Moscoviaec.
ne’ qualiil termometro segna uelT invernofì-
Digitizedby Gelagli
no a’ gr. 20 sotto ilgelo, nonvivono chei solialberi lineari, come i pini ec. , mancan- doall'atto gli alberi frondosi.
Ecco il
modo
di usare iparageli, de’qualisi fa Autore il Cav. di Biencberg di Praga .
Con
fune di sparto , e di altre erbe , non escluse quelle di canape ec. , si leghino itronchi sotto i rami principali degli alberi fruttiferi : 1’estremità opposta dellafune, at- taccata a grossa pietra si facciacalare dentro
un
secchio pieno di acqua : il freddo che ten- de sempre ad equilibrarsi col calorico , passe- ra naturalmentedall’atmosfera all’albero, da questo alla fune, e dallafune all’acqua5con- tenendo queste tre sostanze un calore rela- tivo più grande di quello dell’ aria atmo- sferica. Si avverta, che un solvaso diacqua col mezzo delle funi può servirò a molti albe- ri5 e che ilvaso sia bene isolato , cioè , che non siacoperto da’ rami degli alberi , che si vogliono preservare dalgelo , nèdagli alberi vicini. Io ne hofatto la sperienza, che sem- pre mi è riuscita^ siccomeriesce in Prussia, nella Pomerania, inSassonia, e in molti luo-
ghi della Polonia. * ' / •.
À
preservare poi dalgelo le pianteda orto, nate nel semenzajo, si cuopranor con lunghe paglie : esse serviranno di conduttore al gelo, che andraa sciogliersinelle sponde delle aiuo- le.Anche
Pirrigazioneè un rimedioallepian- te delcampo
controallegelate. I Genovesinel cominciar dell’inverno, mettonq Àbjèrrajuolo26
alle piante de’limoni ec., operando nel
mode
seguente: Aprono con la zappa unsolco cir- colare intorno a siffatti alberi , lungi dalla ceppaja palmi 3 in 4: dentrodi esso mettonoun
mezzo barile, o ancor piùdi latrina,det- ta pozzo nero , che cuoprono di terra dòpo giorni 2, o 3 ; difendendo in tal guisa dal freddo , e dal gelo iloro agrumi. Se vedi i grani come gelatinelcampo
, nulla temere , perchè virenderanno del frutto.In questo mese si va al bosco , esi taglia illegname, da formarne gli strumenti rustici
,
come
aratri , carri , forche , pale, rastrelli,
erpici, etuttii manichi da zappe, da vanghe ec..
E
in quanto all’aratro , la stiva , eildentale d’ordinario si formano con legno di
olmo, iltimone, e le orecchie di castagne
; e il giogo di faggio , o pur di tiglio. Intorno alla figura delleorecchie, ovvero rovesciatoi
,
si è sperimentato , che nelle terre forti la se- micicloide oppone minor resistenza , e nelle terre leggieri la semiellisse. Ogni legname da costruzione, dopo il taglio , si scortecci, esi
metta nell1acqua ocorrente , o stagnante, o
purdentro terra, ovvero inluogo , ove non entrino nè Sole, nè pioggia, nè vento impe- tuoso5 perchè si ristringa, e perchè non tarli, e non si fenda. Anche si pnò tagliare ognile-
gname
da fuoco, e da farne carbone.Inoltre sipossono compraretutti glianima- lidomestici
, e pigliarei salvaggi ; e traspor- tare le api>emutare inluoghi sempremiglio"
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ri , e più oaldi ,e meglio esposti, ne' qualii fiori non mancano
.
Finalmente si dia un’ occhiata al pollajo ,
cominciando in questo mese le galliue a far le-uova.
Non
manchi ilsabbione , nel quale le galline si possano involgere : sianvi delle-ceste-semipiene di fieno, e non giù di paglia}
. in cuiannidano più insetti ,»*che nel primo
j
perdeporvi le uova:i graticci larghidilegno mobili sono da preferire allepertiche, per lo riposo di esse :> si cambii spesso il fieno de’
»»nidi
5 e si lavino i graticci, e le ceste eon acqua calda, dove abbiano bollite le frondi di tabacco, e di sassifraga s il che giova contro a i pidocchi, o sicno pollini .
Non
soloise- mi-delie uve rendonosterili le gallinejma
bensì gli spinaci , le spoglie di tuttii grani
; - e del riso.ì filugelli morti mangiati da esse ,
danno cattivo sentore- alle uova 5 e le fave rendono fragile il lor guscio. Evvi chi assi- cura , clicle bucce del cacao abbrustolito
, e lapasta delle mandorle amare*dopolapres-
- sion dell’olio, sieno un mortai veleno per le
- galline. Tutti i grani , e spezialmente l’orzo
*-con isemi di canape-rèndono feconde le gal- line.
E
giova ancora ad esse la crusca delle pannocchie deifrumentone , dopo di averne-
*tolti i grani, diseccateal Sole, o al forno , e macinate 5 e in ultimo fatta bollire quanto -bastai Le uova si possono conservar fresche anche per un1 anno , mettendole dopo nate nell’ olio di lino.
E
volendole usare, si alza-,
28
no leuova dal vaso con cucchiajo pertugiato, e con la cenere calda si nettano , restando bianche
come
prima 1\ olio poco si diminui- sce. Varrone scrive, che quelli , che voglio- no conservare lungamentele uovaj le stro- picciano col sale ben pesto\ ovvero le lascia-
.no nella salamoja per ore 3 , o4 ?indi
Ra-
sciugano , e dopo le mettono nellacrusca, o nella paglia.
Visita,.tuttii membri del podere , o buon Villano , e ripara i danni de’venti , e delle piogge,con dare scolo principalmentealle ac-
.que stagnanti Visita ancor sovente le stalle, e nonfar mancare ilcibo d’inverno alle be- stie utili, e soprattutto a ibovi aratori , che sono ifidi tuoi compagni. Nel giornorinnova
1’aria delle stalle , che ancor profumerai con aceto di tempoin tempo 9 e nella notte ripa- rale,controal freddo
.
Proverbj contadineschi
Se Gennajo mett’erba : se tu hai grano, e tu lo serba. Perchè scarsa sani laraccolta.
.
La
buona greppia( mangiatoja) : fa la
buona bestia.
Sott’acqua fame : e sotto neye pane.
Mezzo Gennajo: mezzo pane , emezzo pa- gliajo, .
In questo mese ilgiorno cresce
min
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