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L’evoluzione del rapporto debito/PIL

2. L A FINANZA PUBBLICA

2.3 L’evoluzione del rapporto debito/PIL

Il rapporto debito pubblico/PIL è cresciuto in misura rilevante nel periodo 2007-2014, per poi stabilizzarsi intorno al livello del 135% negli anni più recenti (cfr. la Tabella 30). La lieve riduzione del rapporto registrata nel triennio 2016-2018 è riconducibile all'aumento del PIL nominale, che ha più che compensato l'aumento dello stock di debito in valore assoluto.

Tabella 30 - Debito delle amministrazioni pubbliche al lordo dei sostegni finanziari ai paesi dell'area euro(1)(2)

(in milioni e in percentuale del PIL)

Fonte: NADEF 2019, Tavola III.7 (Debito delle amministrazioni pubbliche per sottosettore), ISTAT, Banca d'Italia

1) Eventuali imprecisioni derivano da arrotondamenti.

2) Al lordo delle quote di pertinenza dell’Italia dei prestiti a Stati membri dell'UEM, bilaterali o attraverso l'EFSF, e del contributo al capitale dell'ESM. A tutto il 2018 l'ammontare di tali quote è stato pari a circa 58,2 miliardi, di cui 43,9 miliardi per prestiti bilaterali e attraverso l'EFSF e 14,3 miliardi per il programma ESM (cfr. Banca d’Italia, ‘Bollettino statistico Finanza pubblica, fabbisogno e debito’ del 16 settembre 2019). Le stime considerano per il periodo 2020-2022 proventi da privatizzazioni e altri proventi finanziari pari allo 0,2 per cento del PIL annuo. Nel 2020 sono inclusi proventi da dismissioni immobiliari per 850 milioni di euro. Inoltre si ipotizza un aumento delle giacenze di liquidità del MEF per circa lo 0,1 per cento del PIL per ciascun anno dal 2019 al 2021. Lo scenario dei tassi di interesse utilizzato per le stime si basa sulle previsioni implicite derivanti dai tassi forward sui titoli di Stato italiani del periodo di compilazione del presente documento.

3) Al lordo delle passività nei confronti degli altri sotto-settori.

I dati riportati riflettono le ultime revisioni apportate dall'ISTAT relativamente al PIL (cfr ISTAT, Comunicato stampa del 23 settembre 2019) e dalla Banca d'Italia relativamente al debito pubblico (cfr. Banca

d'Italia, Comunicato stampa del 23 settembre 2019). Queste ultime, in

particolare, derivano da una revisione della metodologia di valutazione di alcune categorie di depositi concordata a livello europeo44. Secondo questo nuovo criterio, gli interessi maturati (ma non ancora pagati) debbono essere inclusi nel debito pubblico al momento della capitalizzazione (cioè al

44 Le revisioni sono confluite nell'edizione 2019 del "Manual on Government Deficit and Debt"

pubblicato da Eurostat lo scorso agosto.

2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022

Amministrazioni pubbliche 2.239.304 2.285.254 2.328.697 2.380.306 2.420.341 2.457.921 2.492.070 2.519.922

in % del PIL 135,3 134,8 134,1 134,8 135,7 135,2 133,4 131,4

Amministrazioni centrali (3) 2.303.225 2.345.237 2.384.968 2.421.433 2.451.713

Amministrazioni locali (3) 127.133 125.156 123.005 120.689 118.263

Enti di previdenza e assistenza (3) 126 126 126 126 126

p.m. NADEF 2018 (in % del

PIL ) 130,0 128,1 126,7

p.m. DEF 2019 (in % del PIL ) 132,6 131,3 130,2 128,9

p.m. PIL ai prezzi di mercato

momento in cui iniziano essi stessi a produrre interessi) anziché al momento del pagamento, come avveniva in base al criterio precedentemente adottato. Tale modifica si applica, in Italia, ai Buoni postali fruttiferi (BPF) attribuiti al MEF a seguito della trasformazione della Cassa depositi e prestiti in società per azioni, avvenuta nel 2003. Da allora le Amministrazioni pubbliche non emettono più strumenti di questo tipo.

La Banca d'Italia precisa nel comunicato che tale modifica non implica alcuna revisione dell'indebitamento netto in quanto a tal fine gli interessi maturati erano sempre stati considerati nel Conto economico delle amministrazioni pubbliche.

Per effetto di tale revisione, il debito pubblico del 2018 risulta maggiore di circa 58,3 miliardi rispetto alla precedente stima. Le revisioni relative agli anni precedenti sono ancora maggiori (65,9 miliardi di euro per il 2015, 64,9 miliardi per il 2016 e 59,7 miliardi per il 2017) in quanto riflettono anche gli effetti dell'ampliamento del perimetro delle Amministrazioni pubbliche definito dall'ISTAT.

Per il 2019 il Governo prevede un rapporto debito/PIL del 135,7%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Il DEF stimava invece un rapporto del 132,6%. La differenza è dovuta al maggior debito risultante dalle revisioni statistiche, alla minor crescita del PIL nominale rispetto alle attese e al mancato realizzo dei proventi da privatizzazioni ipotizzati dal precedente Governo nella misura dell'1% del PIL. Tali fattori peggiorativi (cioè causa di incremento) del rapporto sono stati soltanto in parte compensati dai fattori migliorativi rappresentati dal miglioramento dell'avanzo primario rispetto alle stime, dalla minore spesa per interessi e dal minor fabbisogno di cassa del Settore pubblico (a sua volta riconducibile alle maggiori entrate di cassa dovute agli utili della Banca d'Italia e alle minori uscite per Reddito di cittadinanza e Quota 100).

Nel triennio successivo, la combinazione di una riduzione del fabbisogno di liquidità del Settore pubblico, della crescita del PIL nominale e di proventi da privatizzazioni (pari allo 0,2% del PIL all'anno nel prossimo triennio) porterà il rapporto debito/PIL su un sentiero decrescente: 135,2% nel 2020, 133,4% nel 2021 e 131,4% nel 2022.

Il DEF dello scorso aprile ipotizzava una riduzione più ambiziosa del rapporto debito/PIL nel 2020, pari a -1,5 punti percentuali a fronte di -0,5 punti percentuali nella NADEF in esame. La riduzione prevista nel DEF per gli anni 2021 e 2022 era invece più contenuta rispetto a quella ipotizzata nella NADEF.

Quanto al ruolo dei sottosettori delle amministrazioni pubbliche, dalla Tabella 31 appare chiaro che alle amministrazioni centrali è ascrivibile

circa il 97% del debito pubblico complessivo, in valore assoluto, della PP.AA., mentre alle amministrazioni locali è riferibile circa il 5% e agli enti di previdenza una quota trascurabile.

In termini di variazione, l'incremento annuo dello stock di debito in valore assoluto delle pubbliche amministrazioni, pari a circa il 2% in ciascuno degli anni 2019 e 2020 e a circa l'1% in ciascuno degli anni 2021 e 2022, è interamente dovuto alle amministrazioni centrali.

La Tabella 31 riporta, infine, l'andamento del debito pubblico, sia in livello che in rapporto al PIL, al netto dei sostegni finanziari ai paesi dell'area euro.

Tabella 31 - Debito delle amministrazioni pubbliche al netto dei sostegni finanziari ai paesi dell'area euro(1)(2)

(in milioni e in percentuale del PIL)

Fonte: NADEF 2019, Tavola III.7 (Debito delle amministrazioni pubbliche per sottosettore) 1) Eventuali imprecisioni derivano da arrotondamenti.

2) Al netto delle quote di pertinenza dell’Italia dei prestiti a Stati membri dell'UEM, bilaterali o attraverso l'EFSF, e del contributo al capitale dell'ESM. A tutto il 2018 l'ammontare di tali quote è stato pari a circa 58,2 miliardi, di cui 43,9 miliardi per prestiti bilaterali e attraverso l'EFSF e 14,3 miliardi per il programma ESM (cfr. Banca d’Italia, ‘Bollettino statistico Finanza pubblica, fabbisogno e debito’ del 16 settembre 2019). Le stime considerano per il periodo 2020-2022 proventi da privatizzazioni e altri proventi finanziari pari allo 0,2 per cento del PIL annuo. Nel 2020 sono inclusi proventi da dismissioni immobiliari per 850 milioni di euro. Inoltre si ipotizza un aumento delle giacenze di liquidità del MEF per circa lo 0,1 per cento del PIL per ciascun anno dal 2019 al 2021. Lo scenario dei tassi di interesse utilizzato per le stime si basa sulle previsioni implicite derivanti dai tassi forward sui titoli di Stato italiani del periodo di compilazione del presente documento.

3) Al lordo delle passività nei confronti degli altri sotto-settori.

2018 2019 2020 2021 2022

Amministrazioni pubbliche 2.322.075 2.362.110 2.399.823 2.434.364 2.462.717

in % del PIL 131,5 132,5 132,0 130,3 128,4

Amministrazioni centrali (3) 2.244.994 2.287.006 2.326.870 2.363.728 2.394.507

Amministrazioni locali (3) 127.133 125.156 123.005 120.869 118.263