• Non ci sono risultati.

Il processo di commercializzazione dei media cines

4. Dipendenza bi-direzionale tra agenzie di stampa e giornal

4.2. L’evolversi del rapporto nell’epoca delle riforme economiche

Con l‟avvento delle riforme economiche, Xinhua decise di diversificare e ampliare da un punto di vista economico le sue attività lavorative. Questo modificò drasticamente la dipendenza bi-direzionale che intercorreva tra l‟agenzia e i giornali. Specialmente negli anni novanta, la Cina si diresse verso un‟economia di mercato con caratteristiche cinesi che prevedeva uno sviluppo sociale ed economica (cosa che fu possibile solo grazie alle politiche di apertura al mondo esterno del 1978). La commercializzazione dei media divenne quindi una conseguenza inevitabile. Il numero dei giornali aumentò da 69 nel 1979 a 2137 nel 2002. Ma oltre alla quantità di giornali pubblicati, vi era un‟enorme diversificazione nelle tematiche affrontate nei vari articoli51

.

Secondariamente, come già accennato in precedenza, Xinhua e i giornali di partito cominciarono ad auto-finanziarsi arrivando nel quinquennio 1990-1995 a coprire il 60% delle spese totali, mentre il 50% dei giornali che operavano a livello provinciale e cittadino erano già in grado di lavorare con ridotti sussidi statali; alcuni addirittura divennero delle vere e proprie imprese con la conseguenza che dovettero pagare le tasse al governo piuttosto che ricevere sussidi.

In questo periodo, il concetto di “industria mediatica” prese piede tra gli studiosi cinesi e non. Xinhua ridefinì i suoi reportage e le sue ricerche come beni commerciabili che dovevano essere venduti a chiunque sottoscrivesse un abbonamento con l‟agenzia52. Questo stesso fattore influenzò non poco anche giornali come il Renmin ribao. Quest‟ultimo si fuse ben presto in una vera e propria corporazione insieme ad altri

49

“Renmin ribao baoxi de lishi yange” 人民日报报系的沿革 (Sviluppi storico del Renmin ribao), in “media.people.com.cn”, 2008, http://media.people.com.cn/GB/22114/122762/122804/7242976.html, 16/08/2012.

50

XIN, Xin, “A developing market in news…”, cit., pp. 51-53.

51

Ibidem.

66

quotidiani e stabilì diversi uffici in tutto il mondo. Xinhua può essere sì considerata anch‟essa come una corporazione ma in un senso diverso. Cominciò a diversificare i suoi business acquistando o creando una serie di imprese che si occupavano di editoria, di vendite immobiliari o di pubblicità. Considerato il boom della tecnologia informatica che colpì il mondo intero, queste attività permisero all‟agenzia di essere meno dipendente dalla sua funzione originaria sia economicamente che politicamente.

Il processo di commercializzazione del mondo dell‟informazione rivelò ben presto i suoi aspetti negativi. Diverse testate giornalistiche decisero di fondersi per poter fronteggiare insieme le difficoltà economiche che le nuove leggi di mercato presentavano. Questo però diminuì il numero delle testate che avevano sottoscritto un abbonamento con Xinhua. Nel 1994, l‟agenzia aveva appositamente stabilito un ufficio responsabile di occuparsi di questa questione. Richiedere una tassa fissa ai giornali di Partito che fino ad allora avevano potuto contare su materiale gratuito e sussidiato dal governo, si rivelò un problema arduo. D‟altra parte, il numero dei clienti che si rifanno ad un‟agenzia di stampa, è uno degli indicatori più importanti per capire l‟espansione di tale agenzia, molto più rilevante del numero dei giornalisti impiegati. Nell‟ottobre del 1998, il numero degli abbonati era fortunatamente raddoppiato, raggiungendo i 3400 fruitori53.

L‟avvento di Internet portò alla svalutazione dei reportage forniti da Xinhua e l‟unica soluzione si rivelò essere la vendita del materiale a prezzi molto più bassi rispetto agli anni precedenti per cercare di ottenere maggiore riscontro sul mercato. Per cercare di far fronte ai problemi finanziari che ormai stavano colpendo tutto il mondo della comunicazione, la strategia adottata da Xinhua fu quella di lanciare nuove testate giornalistiche, specialmente a carattere economico come Reference News o China Securities. A partire dalla fine del 2001, sedici quotidiani e settanta riviste vennero messe in vendita. Simultaneamente, Xinhua spostò la sua attenzione dai giornali di partito che stavano subendo un vero e proprio declino in termini di circolazione ai cosiddetti quotidiani metropolitani i quali invece avevano raggiunto un grande successo tra le masse. Mentre i primi, sebbene continuassero ad essere diffusi (specialmente tra gli stati più alti della società) non erano più influenti come un tempo, i secondi invece operando secondo le nuove regole di mercato erano diventati molto più potenti. Questo

67

è sicuramente indicativo di quanto il processo di marchetizzazione avesse inesorabilmente influenzato il lavoro e le scelte dell‟agenzia.

La definizione di quotidiani metropolitani si riferisce a tutti quei giornali più commerciali e consumistici che si diffusero nelle medi e grandi città della Cina. Chiamati “City newspaspers” includono giornali che escono sia di mattina che di sera54. Ciò che ha sempre interessato Xinhua era la possibilità che questi giornali avevano di pagare senza alcun problema le tasse e l‟abbonamento con l‟agenzia. D‟altra parte è vero anche che tali quotidiani non per forza dovevano dipendere da Xinhua per ottenere il materiale a loro necessario poichè erano stati in grado di creare una propria rete.

L‟aumento e il successo di questo tipo di giornali è anche il risultato della combinazione di logiche di partito e logiche di mercato nel processo di commercializzazione nell‟industria mediatica cinese.55

In realtà hanno sì provocato un declino nella vendita dei giornali di partito ma hanno costituito anche la principale entrata economica di questi ultimi in quanto i City newspapers erano di loro proprietà.

E‟ evidente che la dipendenza bi-direzionale che esisteva tra l‟agenzia e gli organi di partito non poteva essere applicata alla relazione che sussisteva tra l‟agenzia e i giornali metropolitani. Xinhua tentò di fornire servizi creati appositamente per soddisfare le singole esigenze dei giornali. In più, i giornalisti adottarono un nuovo stile di scrittura che rese i rapporti molto più appetibili sul mercato. Venne stabilito il cosiddetto modello “1+ X” proprio per venire incontro ai bisogni e alle diverse richieste. La X indicava per l‟appunto la parte flessibile del servizio riferendosi alla specificità richiesta56.

L‟emergere dell‟agenzia nel mercato cinese non è semplicemente parte dello sviluppo dell‟industria mediatica ma è anche il risultato di circostanze politiche. L‟esclusivo stato che ricopriva l‟agenzia come unico fornitore di dispacci e reportage fu seriamente messo in discussione e gli stessi organi di partito subirono un declino non indifferente in termini di circolazione. Tutto ciò ha dimostrato come ormai i vecchi

54 XIN Xin, “A developing market in news…”, cit., pp. 57-58. 55

ZHAO, Yuezhi, “Media, Market and Democracy in China: Between the Party Line and the Bottom Line”, Urbana, University of Illinois Press, 1998, 53-71.

68

rapporti basati su un rapporto bi-direzionale non erano più adatti in questa nuova era in cui la globalizzazione e internet avevano preso piede. La stessa entrata della Cina nel WTO nel 2001 ha spinto l‟agenzia a sviluppare un nuovo modello imprenditoriale57

.

57

HE Zhou, “How do the Chinese media reduce organizational incongruence?” in Chin-Chuan Lee (a cura di), Chinese media, Global Contexts, London, RoutledgeCurzon, 2003, pp.196-197.

69