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“我对北京的感情,是随着居住的年而增加的”52: “I miei sentimenti verso Pechino sono

cresciuti col passare degli anni in cui vi ho vissuto”.

Quando, nei primi mesi del 1913, la direzione centrale della Marina Militare Cinese convocò il padre di Bing Xin a Pechino, Xie Baozhang si mise subito in viaggio verso la capitale. La moglie e i tre figli, accompagnati dallo zio materno Yang Zijing, lo raggiunsero qualche mese dopo, al principio dell’autunno. Bing Xin, allora, aveva tredici anni, e i sentimenti che nutriva verso Pechino, prima ancora di averla vista, dipendevano fortemente dai discorsi che gli zii avevano spesso fatto in famiglia circa la capitale: là, la corte centrale Qing era incapace e corrotta, gli edifici in città erano vecchi e rovinati e conferivano alla capitale un aspetto di generale e inarrestabile decadenza, la vita degli abitanti, misera, trascorreva nella povertà e in mezzo a molteplici difficoltà. Bing Xin, nel testo “Il mio arrivo a Pechino”, riassunse così le sue prime impressioni verso la città:

我从海阔天空的烟台,山青水秀的福州,到了我从小从舅舅那里听到的腐败破烂的 清政府所在地-北京,我是没有企望和兴奋的心情的。当轮船缓慢地驶进大洁口十八湾的 时候,那浑黄的河水和浅浅的河滩,都给我以一种抑郁烦躁的感觉。从天津到北京一路

上青少黄多的田苗,一望无际,也没有引起我的兴趣! 53

Quando, venendo dalla vasta e sterminata distesa di Yantai, dalla rigogliosa e delicata Fuzhou, arrivai a Pechino, in quella Pechino di cui avevo sentito parlare da mio zio fin da quando ero piccola, la capitale dell’amministrazione corrotta e decaduta dei Qing, non nutrivo alcuna aspettativa o interesse verso questa città. Quando la nave entrò lentamente nella baia di Dajiekou, osservando il letto poco profondo del fiume, in cui scorreva dell’acqua torbida e gialla, provai un generale senso di sconforto misto a fastidio. Neanche la distesa di campi sterminati, perlopiù gialli e privi di verde, che si susseguivano l’uno dietro l’altro lungo tutta la strada da Tianjin a Pechino riuscì a suscitare in me alcun interesse!

Abituata alla visione del mare sterminato di Yantai, nonché alla vegetazione lussureggiante del sud della Cina, Bing Xin venne spiacevolmente colpita dal clima secco di

51 Ivi, p. 212. Traduzione italiana di Piero Arlorio.

52 Bing Xin 冰心, Wo dao le Beijing 我到了北京 (Il mio arrivo a Pechino) in Bing Xin, Bing Xin Quanji, p. 74. 53 Ibidem.

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Pechino, dal giallo pallido che ricopriva le distese di campi intorno alla capitale, nonché dal colore torbido e fangoso dei corsi d’acqua poco profondi che scorrevano ramificandosi verso la città. Al momento del loro arrivo, Xie Baozhang si trovava ad aspettare la famiglia alla stazione; salirono tutti insieme su un carro trainato da cavalli e, attraversando la città colma di edifici grigi e pesanti, in mezzo a un continuo viavai di gente che si spostava velocemente per le strade polverose della città, si diressero verso la nuova casa, situata nell’hutong Tieshizi铁狮子, nel distretto orientale di Pechino. Questa casa, oggi non più esistente, sarebbe stata la dimora della famiglia Xie per sedici anni.

到了北京东车站,父亲来接,我们坐上马车,我眼前掠过的,就是高而厚的灰色的 城墙,尘沙飞扬的黄土铺成的大道,匆忙而迂缓的行人和流汗的人力车夫的奔走,在我

茫然漠然之心情中,马车已把我一住十六年的“新居”. 54

Quando arrivammo alla stazione ferroviaria di Pechino, mio padre venne a prenderci, e salimmo subito sulla carrozza: davanti ai miei occhi cominciarono ad apparire i muri grigi, spessi ed alti della città, i grandi viali pavimentati di terra gialla, immersi nella polvere, la gente a piedi, frettolosa o dall’incedere lento, il viavai continuo e in corsa dei risciò trainati da uomini sudati: mentre io osservavo, persa e indifferente, tutto questo, la carrozza mi portò nella “nuova casa” in cui avremmo vissuto per sedici anni.

Il primo contatto con la capitale lasciò in Bing Xin un’impressione profonda, che sarebbe rimasta nella sua memoria per tutta la vita. Pechino le parve una città piena di costruzioni alte e pesanti alla vista, le persone nella capitale sembravano indossare vestiti tutti uguali e dai colori monotoni, molti parevano muoversi in tutta fretta, in preda a urgenti impegni da svolgere. Ai lati delle strade sedevano uomini dagli indumenti stracciati e rovinati, dall’aspetto malato e con le mani sempre protese a chiedere l’elemosina. L’immensa decadenza della capitale, la sua povertà, i contrasti e le contraddizioni del vivere cittadino, profondamente variegato e multiforme, emersero subito con grande impatto agli occhi della giovane Bing Xin.

La nuova casa della famiglia Xie era strutturata secondo la tradizionale architettura delle case pechinesi. Alla sommità della porta principale, era appesa un’insegna nera con su scritti due caratteri color oro: Qi Zhai 齐宅, “Residenza della famiglia Qi”. Una volta entrati, sulla destra si trovava l’abitazione dei vicini di Bing Xin, la famiglia Qi. Sulla sinistra, invece, si accedeva ad un cortile circondato da una stanza per ogni lato: questo complesso di tre strutture, ognuna delle quali era dotata di un porticato che dava accesso al cortile, costituiva la casa dei

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Xie. All’interno di due delle stanze che si affacciavano sul cortile, vi erano altre due camere. In totale, dunque, la famiglia di Bing Xin aveva a disposizione una casa di cinque stanze, per un totale di quattro bambini e tre adulti. Nella parte posteriore, vi era un altro cortile più piccolo e la cucina, nonché una zona dove era stata scavata una fossa che fungeva da bagno. I vicini dei Xie, i Qi, erano mancesi e furono le prime persone che Bing Xin e la famiglia, escluso il padre, conobbero nella capitale:

我最初接触的北京人,是我们的房东齐家。 我们到的第二天,齐老太太就带着她的 四姑娘,过来拜访。她称我的父母青为“大叔”, “大婶”, 称我们为姑娘和学生(现在我会 用 “您” 字,就是从她们学来的)齐老太太常来请我母亲到她家打牌,或出去听戏。母亲

体弱,又不怪于这种应酬,婉言辞谢了几次之后,她来的便少了.55

I primi pechinesi con cui venni in contatto furono i nostri padroni di casa, i Qi. Il secondo giorno dal nostro arrivo, la signora Qi venne a farci visita con la sua quarta figlia. Si rivolse ai miei genitori chiamandoli “Signore” e “Signora”, mentre si riferì a noi con i termini “ragazza” e “studenti” (da loro imparai allora come si usava il “lei”). La signora Qi veniva spesso per invitare mia madre ad andare a casa loro, per giocare a carte, o per uscire a sentire l’opera. Ma mia madre era debole e malata, e inoltre non si interessava di questo tipo di vita sociale, perciò declinò più volte l’invito, educatamente. Dopo i suoi continui rifiuti, la signora Qi non venne più così spesso.

Anche la casa della famiglia Qi era costituita da un complesso di tra stanze grandi che si affacciavano su un cortile e due stanze più piccole interne. A differenza dei Xie, tuttavia, i Qi possedevano una grossa stufa di rame che riscaldava le stanze in cui passavano la maggior parte del tempo. La famiglia Qi, come gran parte dei mancesi dopo la caduta dell’Impero Qing, aveva cambiato il proprio cognome, adottandone uno han:

齐家是旗人, 他本来姓祈(后来我听到一位给母亲看病的满族中医讲到,旗人有八 个姓。就是童,关,马,索,旗,富,安,郎),到了民国,旗人多改汉姓,他们就姓 了齐。他们家是老太太当权,齐老先生和他们的小脚儿媳,低头出入,忙着干活,很少 说话。后来听人说,这位齐老太太从前是一个王府的奶子,她攒下钱盖的这所房子。我 觉得她和我们家门口大院西边那所大宅主人有关系。[...]常常有穿着鲜艳的旗袍和坎肩, 梳着两把头,后有很长的燕尾儿,脚登高低鞋贵妇人出来进去的。她们彼此见面,就不 住的请安问好,寒暄半天,我远远看着觉得十分有趣。但这些贵妇人,从来没有到齐家 来过.56

I Qi erano uomini della bandiera, e il loro cognome originario era 祈 Qi (in seguito venni a sapere, da un medico mancese che veniva a visitare mia madre, che fra i mancesi esistevano solo otto cognomi: Tong, Guan, Ma, Suo, Qi, Fu, An, Lang.): dopo la Rivoluzione, i mancesi che portavano il cognome 祈 Qi, lo avevano cambiato adottando il cognome han 齐 Qi. Nella famiglia

55 Ivi, p. 75. 56 Ivi, p. 75.

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Qi, era la signora ad avere il potere: il marito e le nuore, dai piedi fasciati, uscivano ed entravano in casa a testa bassa; erano sempre occupati a lavorare e raramente aprivano bocca. In seguito, mi venne raccontato che la signora Qi un tempo era stata una balia della corte imperiale, e aveva messo da parte il denaro per costruire la casa in cui vivevano. Credo che la signora avesse in qualche modo dei rapporti con le padrone della casa che si trovava sul lato occidentale del grande cortile davanti a casa nostra. Spesso, si vedevano delle nobili e distinte signore entrare ed uscire da quell’abitazione: indossavano qipao dai colori sgargianti, corredati di giacche smanicate, portavano i capelli raccolti in due crocchie, con una lunga treccia che cadeva dietro lungo la schiena, portavano scarpe basse o rialzate, a seconda delle occasioni. Quando si incontravano, non la smettevano di salutarsi e di domandarsi a vicenda come andassero le cose, rimanendo a chiacchierare a lungo: io, che le osservavo da lontano, trovavo la scena estremamente interessante! Ma queste nobili signore non avevano mai messo piede in casa della famiglia Qi.

L’arrivo a Pechino segnò l’inizio di un nuovo tipo di vita per Bing Xin. Il primo anno nella capitale si svolse per lo più all’interno del perimetro della casa. Il padre non aveva più modo di portare la figlia con sé a lavoro, come era abituato a fare una volta a Yantai. La capitale, fresca di rivoluzione e controllata da Yuan Shikai, costituiva un luogo ben più complesso della piccola cittadina marittima dello Shandong. Xie Baozhang, deluso dal corso che gli eventi post- rivoluzione da lui personalmente sostenuti avevano preso, demotivato e sempre più privo della speranza di cambiamento che lo aveva animato prima del 1911, cominciò a dedicare il suo tempo libero alla coltivazione di fiori; nel cortile al centro della casa ricavò una zona destinata alla cura delle piante e realizzò un pergolato su cui si arrampicava una vite portata da Yantai. Costruì anche un’altalena per i figli, e piano piano dalle case circostanti cominciarono ad arrivare bambini per giocare:

“谢家大院” 是周围的孩子们集会的地方,放风筝的,斗空竹的,跳绳踢毽子的, 练自行车的 ...热闹得很,因此也常有打糖锣的胆子歇在那里,锣声一响,弟弟们就都往 外跑,我便也跟了出去。这胆子里包罗万象,有糖球,面具,风筝,刀枪等等,价钱也 很便宜.57

Il “cortile della famiglia Xie” era il luogo di raccolta dei bambini del vicinato; facevamo volare gli aquiloni, combattevamo con le canne di bambù, saltavamo la corda, giocavamo con il volano, ci esercitavamo ad andare in bicicletta... C’era un’atmosfera molto vivace, perciò un signore che girava con in spalla una canna di bambù, alle cui estremità erano appese due grandi ceste piene di giochi per bambini, spesso si fermava là vicino al nostro cortile: come si sentiva il suono del gong, i bambini correvano tutti fuori, e anche io gli andavo dietro. Le ceste appese alla canna di bambù avevano di tutto, c’erano caramelle, maschere, aquiloni, coltelli e pistole finte.... e ogni oggetto aveva un prezzo molto economico.

57 Ivi, p. 75.

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Nel complesso, la vita trascorsa nel primo periodo a Pechino si rivelò per Bing Xin “estranea e insipida”. Come ricorda nel testo “Il mio arrivo a Pechino”, lei e i suoi fratelli non visitarono, in quell’arco di tempo, nessuno dei monumenti e dei luoghi d’interesse storico e culturale della città, in quanto la maggior parte di essi era ancora chiusa alle visite pubbliche. L’unica occasione in cui ebbe modo di uscire dal perimetro di casa e vedere uno scorcio di vita della capitale fu quando lo zio la portò insieme ai fratelli al mercato situato nei dintorni del tempio Longfu, nella zona centrale della città. I mercati, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, costituivano allora i luoghi più vivaci e variegati di Pechino, nei quali si poteva mangiare, bere, e assistere a spettacoli di magia, di arti marziali, di musica e di danza. C’erano anche banchetti che vendevano giochi per bambini, i quali riscuotevano particolare successo tra il pubblico dei più piccoli: i bimbi solitamente vi si accalcavano tutti intorno per vedere e provare i giocattoli. Bing Xin ha ricordato in questi termini quella giornata “indimenticabile” al mercato: 只有一次和弟弟们由舅舅带着逛了隆福寺市场,这对我也是一件新鲜事物。市场里 熙来攘往,万头攒动。栉比鳞次的摊子上,买什么的都有,古董,衣服,吃的,用的五 光十色, 除了做买卖的,还有练武的,变戏法的,说书的...我们的注意力却集中在玩具摊 上。我记得最清楚的是棕人铜盘戏出。这是一种纸糊的戏装小人,最精采的是武将,头 上插着翎毛,背后扎着四面小旗,全副盔甲,衣袍底下却是一圈棕子,这些戏装小人都 放在一个大铜盘上.58

Ci fu soltanto una volta in cui io e i miei fratelli, accompagnati dallo zio, facemmo un giro al mercato del tempio Longfu: fu una nuova ed eccitante esperienza anche per me! Il mercato era pieno di gente che andava e veniva in continuazione, decine di migliaia di persone che si spostavano senza fermarsi. Alle bancarelle, stipate l’una accanto all’altra come i denti stretti di un pettine, si poteva comprare di tutto, oggetti d’antiquariato, vestiti, cibo e oggetti di ogni tipo. Oltre alle persone che se ne stavano lì per vendere, c’era chi si esercitava nelle arti marziali, chi faceva trucchi di magia, chi raccontava delle storie... ma la nostra attenzione si focalizzava sulla bancarella dei giochi per bambini. Il mio ricordo più nitido si ferma allo spettacolo di alcuni omini di cartapesta su un piatto di rame. Si trattava di piccole marionette realizzate con carta e colla, vestite con i costumi di personaggi teatrali. Le armi che portavano erano l’accessorio più spettacolare; in testa avevano delle piume, e dietro la schiena portavano delle piccole bandierine fissate in quattro direzioni diverse. Erano vestiti di un’armatura completa e, ai piedi della tunica, c’era un piatto di rame: le marionette erano tutte appoggiate su questo piatto.

Durante i primi mesi di vita a Pechino, poiché il padre passava la giornata a lavoro, Bing Xin approfondì fortemente il rapporto con la madre. Yang Fuci era spesso malata, e la figlia cominciò ad aiutarla a vestirsi e a pettinarsi, sostituendola quasi totalmente nelle pulizie

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domestiche e nella gestione generale della casa. Quando aveva l’occasione, leggeva i giornali acquistati dalla madre, tra cui il Giornale dei Racconti (Xiaoshuo Yuebao 小说月报), la Rivista

d’Oriente (Dongfang Zazhi 东方杂志), la Rivista delle Donne (Funü zazhi 妇女杂志). Il

Giornale dei Racconti pubblicava racconti brevi e storie più lunghe, a volte corredate di

immagini. Oltre alla lettura, Bing Xin aiutava i fratelli più piccoli nei compiti scolastici e raccontava loro delle storie. I maschi erano già stati ammessi a scuola, mentre Bing Xin dovette aspettare alcuni mesi prima di continuare il suo percorso scolastico; a casa forniva un aiuto rilevante, e la famiglia non si era subito informata sulle scuole femminili che avrebbe potuto frequentare.

北京头一年的时光,是我生命路上第一段短短的隧道,这种黑糊糊的隧道,以后当

然也还有,而且更长,不过我已经长大成人了.59

Il primo anno di vita a Pechino costituì il primo breve tunnel della mia vita: questo tunnel scuro, in seguito, ci sarebbe stato ancora, e anzi sarebbe stato ancora più lungo, ma io, allora, ero ormai già cresciuta e diventata adulta.