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Il fenomeno Youxue: la mobilità cinese del viaggio-studio in Italia

4.2 La mobilità studentesca cinese in Italia

4.2.1 Il fenomeno Youxue: la mobilità cinese del viaggio-studio in Italia

L’emergere di questo nuovo modo di concepire la mobilità studentesca nel nostro paese, caratteristico dei flussi migratori degli studenti cinese ci richiede una particolare attenzione. La mobilità caratterizzata dall’alternanza del viaggio-studio è in realtà un fenomeno che inizia a diffondersi soltanto nei primi anni Duemila, quando l’Italia cominciava a diventare una metà popolare e attrattiva per gli studenti cinesi. Questo tipo di flusso migratorio studentesco, che a fatica tenta di conciliare la componente accademica di studio, xue con quella consumistica dell’intrattenimento attraverso estesi periodi di viaggio, you è caratteristica delle famiglie della nuova classe media cinese, animate da una forte attrazione per uno stile di vita cosmopolita.

Come alcuni autorevoli studiosi di migrazioni studentesche cinesi mettono in luce, la nuova classe media cinese desidera fare acquisire ai figli un’istruzione dal carattere internazionale, di qualità e allo stesso tempo si augura di poter garantire loro l’accesso ad uno stile di vita “occidentale”. Tuttavia, gli studenti protagonisti di questo tipo di mobilità detta “youxue” 游 学 sono spesso rappresentati come individui fallimentari dai media cinesi dal momento che il 30% di essi, una volta iniziato il periodo di mobilità studentesca in Italia sembra voler tornare in Cina perché si sente non adeguatamente preparato ad affrontare le difficoltà linguistiche e culturali legate al vivere nel nuovo paese. Allo stesso modo, come altri studi riportano, numerosi studenti cinesi sottovalutano le reali difficoltà connesse all’assimilazione di una lingua straniera e all’integrazione sociale del vivere in Italia. Secondo quanto emergeva dalle interviste condotte nel quadro di una ricerca svolta in due atenei cinesi a Guangzhou e a Jinan, la maggior parte degli studenti diretti in Italia con l’intento di svolgere un periodo di viaggio-studio apparteneva alla nuova classe media cinese e aveva un’età compresa tra i 18 e i 27 anni.

Molti studenti intenti a partire attraverso i programmi governativi Marco Polo e Turandot erano intenzionati a intraprendere dei corsi di studio inerenti l’ambito artistico, musicale e le discipline umanistiche173 mentre, come il grafico174 sottostante mette in luce, la maggior parte di coloro che era impegnato in studi scientifici, ingegneristici ed economici apparteneva al contingente ordinario.

173 LAN Shanshan, “Youth, Mobility and Emotional Burdens of youxue (travel and study): A case study of

Chinese Students in Italy” in International Migration, 2019, pp.163-175.

174 Carlo Noldi, “La mobilità studentesca fra Italia e Cina” in Rapporto Uni-Italia, 2017, Università di Modena e

La presenza degli studenti cinesi nei diversi corsi di studio universitari in Italia

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Una delle principali peculiarità della mobilità studentesca youxue non è l’alto grado di strumentalismo che tende invece a caratterizzare in linea generale la mobilità studentesca asiatica in occidente, quanto il genuino desiderio di accumulare esperienze di vita all’estero attraverso nuove e meno percorse traiettorie di sviluppo.

Dal momento che la sola esperienza di studio in un paese straniero non è più una “garanzia” per l’ottenimento di un buon lavoro una volta tornati in Cina, lo scopo di andare a studiare all’estero non è solo circoscritto all’ottenimento di un diploma di laurea in un’università straniera ma nel valore arricchente che l’esperienza di vivere e viaggiare all’estero è in grado di offrire nella sua globalità. Al giorno d’oggi il fenomeno della mobilità youxue, del viaggio-studio degli studenti cinesi nel nostro Paese oltre ad essere una demarcazione dell’appartenenza di classe è una risposta al problema legato alla distribuzione centralizzata e fortemente disomogenea delle risorse educative nelle università cinesi. Infatti, il governo cinese, con l’intento di accelerare la creazione di poche università d’élite, fortemente internazionalizzate e prestigiose a livello mondiale ha scelto di sacrificare numerosi altri atenei che ricevono finanziamenti statali molto più esigui. Di conseguenza, gli studenti che non riescono a totalizzare dei punteggi all’esame di Gaokao tali da garantire l’accesso negli atenei più prestigiosi cinesi e che ha i mezzi finanziari adeguati, sceglie di studiare all’estero come possibilità alternativa per conseguire un’istruzione di qualità.

Tra gli altri vantaggi che lo studio all’estero può garantire vi sono il perfezionamento linguistico, l’arricchimento legato all’esperienza interculturale, lo sviluppo di abilità comunicative e delle più ampie possibilità di carriera future. Tuttavia, anche se le ricerche sulle motivazioni legate allo studio in Italia individuano almeno tre importanti fattori vantaggiosi dello studiare nel Paese italiano: le tasse e rette universitarie dal costo relativamente basso, i requisiti di ammissione per i progetti di mobilità piuttosto facili da ottenere e le procedure per l’ottenimento del visto lente ma semplici, l’Italia non è la prima scelta per molti degli studenti che vogliono studiare all’estero. Nonostante ciò, proprio grazie al nuovo impulso dei programmi Marco Polo e Turandot, la presenza degli studenti cinesi negli atenei italiani è andata aumentando175. Tuttavia, se da una parte la mediazione voluta dai governi di entrambi i paesi, Italia e Cina per la promozione della mobilità cinese in Italia ha reso possibile con poca preparazione da parte degli studenti cinesi raggiungere gli atenei italiani, ha anche scaricato su di loro le responsabilità circa la fattibilità di portare a compimento tali studi. La testimonianza diretta di molti ragazzi immatricolati nelle università italiane lamentava di sentirsi fortemente impossibilitata a gestire la carriera universitaria e la vita accademica stessa. Le difficoltà connesse all’apprendimento della lingua italiana erano dovute alla scarsa esposizione ad essa prima dell’arrivo e durante l’intero soggiorno.

Molto spesso tali difficoltà portavano gli studenti a cambiare corso di studi, passando da corsi fortemente legati alle loro attitudini e interessi personali a facoltà più semplici che necessitano di una minore padronanza linguistica. Questo è il caso di Xiu, una studentessa cinese in Italia che passa da antropologia a statistica a causa delle importanti difficoltà linguistiche, tipiche delle materie umanistiche176.

Molti studenti apparivano generalmente confusi in merito al corso universitario da seguire e le loro scelte erano per lo più guidate da una commistione di fattori quali il rientro economico atteso dal dato programma di studi, le prospettive lavorative al conseguimento del titolo, l’interesse personale per la materia e il livello di difficoltà degli esami177. Nonostante gli studenti cinesi apparissero tutti molto motivati a laurearsi in tempo per poter ricambiare il prima possibile il debito economico contratto con i genitori che avevano investito nei loro studi, molti di loro

175 LAN Shanshan, “Youth, Mobility and Emotional Burdens of youxue (travel and study): A case study of

Chinese Students in Italy” in International Migration, 2019, pp.163-175.

176 Ibidem.

177 LAN Shanshan, “Youth, Mobility and Emotional Burdens of youxue (travel and study): A case study of

riuscivano a ottenere una laurea di primo livello soltanto dopo 5 o 6 anni dall’immatricolazione. Il ritardo nel conseguimento del titolo, in molti casi non era soltanto dovuto alle barriere linguistiche ma anche al modo in cui il singolo studente decideva di bilanciare la componente legata alla propria carriera accademica a quella del divertimento-viaggio che pure era considerata importante da molti studenti in mobilità.

Come i risultati delle interviste delle varie ricerche condotte portano alla luce, generalmente gli studenti intervistati potevano scegliere tre modalità o la combinazione e l’alternanza di queste nel bilanciare la parte you, viaggio con quella xue, studio durante il loro soggiorno all’estero.

- Lo studio ha la priorità sul viaggio; -Il viaggio ha la priorità sullo studio;

- Il viaggio e lo studio si alternano e rivestono un’importanza uguale.

In realtà spesso gli studenti fluttuavano tra queste tre modalità a seconda del periodo che attraversano. D’altronde il frequente spostamento di focus dal viaggio allo studio era parte integrante di una strategia di sopravvivenza che gli studenti cinesi mettevano in atto per fronteggiare, difendersi e distrarsi rispetto alle sfide e alle difficoltà che entrambe le vite, quella accademica e quella professionale in Italia avevano in serbo per loro178.

Al di là del successo o dell’insuccesso accademico, per molti degli studenti cinesi in mobilità, l’esperienza del vivere, studiare e viaggiare in Italia si rivelava essere trasformativa a livello individuale. Molti di loro sperimentano una libertà e un’indipendenza mai vissuta prima. La riscoperta della propria libertà promuoveva e accelerare al tempo stesso la loro crescita e responsabilizzazione in un momento molto delicato della loro esistenza che era il passaggio dall’adolescenza alla prima età adulta.

178 LAN Shanshan, “Youth, Mobility and Emotional Burdens of youxue (travel and study): A case study of