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La fenomenologia come metodo di descrizione dell’età adulta: il

3. TEORIE E IDENTITÀ DELLA VITA ADULTA

3.1. E XCURSUS TEORICO E RAPPRESENTAZIONI DELL ’ ADULTO

3.1.2. La fenomenologia come metodo di descrizione dell’età adulta: il

Pur non contribuendo con delle precise definizioni circa l’adultità, la fenomenologia lascia comunque un’impronta importante in questo ambito di studio per la sua specificità nel raccogliere e descrivere indizi che portano ad avvicinarsi e a comprendere una persona o una categoria di individui. Gli autori che si sono occupati di identità adulta «non hanno potuto che avvicinarsi all’adultità con un metodo “empatetico” (per conoscere l’altro si deve entrare nel suo mondo) e più attento alla descrizione minuziosa delle “apparenze” con le quali l’individuo si mostra quotidianamente che alla fissazione di regole di comprensione generalizzabili»116. La peculiarità del metodo fenomenologico, infatti, è di concentrarsi sulla particolarità dell’oggetto in esame senza la pretesa di formulare delle teorie che semplificano il processo di comprensione di altri casi.

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Tra gli esponenti di questo approccio conoscitivo si ricorda Abraham Maslow, psicologo americano, il quale, attraverso delle ricerche empiriche e dallo studio della vita di una variegata tipologia di individui, elaborò una descrizione che delinea com’è, o come dovrebbe essere, l’adulto “sano”, cioè realizzato nella sua globalità. Ciò che ne emerge è un elenco di dieci requisiti che orientano la persona adulta verso la pienezza:117

1. Percezione della realtà più chiara e più efficace: l’adulto limita sempre più la sua visione soggettiva dando ampio spazio alla realtà così come si presenta; abita in essa con un atteggiamento di accoglienza e apertura, rendendola sempre più chiara a se stesso e cogliendola come un efficace ambiente di vita in cui poter esprimersi;

2. Maggiore disponibilità all’esperienza: si dimostra aperto alle nuove esperienze che gli si aprono davanti (lavorative, familiari, sociali, ecc.) dimostrandosi inoltre disponibile a lasciarsi formare da esse;

3. Accresciuta integrazione, globalità e unitarietà della persona: la persona sa integrare dentro di sé tutti gli aspetti della propria vita, e sa vivere tutte le esperienze e i ruoli che è chiamato ad assumere con una certa unitarietà;

4. Maggiore spontaneità ed espressività; funzionamento completo; vivacità: sa mettere in gioco tutte le sue potenzialità in modo attivo e con semplicità e naturalezza;

5. Un sé reale; un’identità personale salda; autonomia; singolarità: l’adulto sa avere una giusta e reale misura di sé tale da permettergli una certa sicurezza interiore; questo gli permette di vivere con responsabilità e autonomia nelle varie situazioni di vita;

6. Maggiore obiettività, distacco e trascendenza rispetto al sé: non vive attaccato alle proprie idee e alle proprie opinioni ma sa andare oltre cercando la verità delle cose, dei fatti e delle situazioni;

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MASLOW ABRAHAM, Verso una psicologia dell’essere, trad. dall’inglese, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1971, pp. 158-159 [ed. or. Toward a Psycology of Being, New York, Van Nostrand Company Inc., 1962].

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7. Recupero della creatività: l’adulto sa porsi sempre in modo inedito nei confronti della realtà circostante, e sa affrontare le situazioni e i problemi in modo sempre nuovo mettendo in gioco tutte le possibilità consentite dalle circostanze;

8. Capacità di fondere concretezza e astrattezza: ha la capacità di integrare la dimensione pratica con quella riflessiva e immaginativa; questo caratterizza il suo modo di vivere la realtà e le esperienze;

9. Struttura democratica del carattere: il suo modo di essere nella società parte dal presupposto che non può bastare a se stesso ma ha bisogno degli altri, instaurando relazioni sulla reciproca accoglienza e sul reciproco rispetto della dignità e dei punti di vista altrui;

10.Capacità di amare: sa vivere l’amore non come soddisfazione egoistica dei propri bisogni, bensì come opportunità di dono di sé all’altro, in modo gratuito e oblativo; solo quest’ultimo modo di amare diventa la strada per la propria realizzazione personale all’interno delle proprie relazioni e all’interno della società.

E’ da notare che l’insieme di questi indicatori dimostrano la multidimensionalità, l’integrazione e l’interdipendenza dei fattori che concorrono per lo sviluppo e la realizzazione dell’adulto. Ma oltre alle caratteristiche sopra elencate dell’adulto “sano” Maslow, nella sua opera Motivazione e personalità ne aggiunge anche altri, completando così in modo più esauriente la descrizione dell’oggetto di analisi. I più importanti tra questi sono: la capacità di cogliere i problemi e di concentrarsi su di essi118; la capacità di distinguere fini/mezzi e bene/male119; la capacità di sorridere dell’uomo in generale120. Egli si trova, pertanto, al centro di un crocevia in cui si incontrano diversi fattori che concorrono allo sviluppo della persona adulta matura.

Riguardo gli adulti in carcere, che si ritrovano a vivere le conseguenze di una storia e un’esistenza “spezzate”, si potrebbe pensare che forse in queste persone, più che

118 MASLOW ABRAHAM H., Motivazione e personalità, Armando, Roma 19903 (1973), pp. 262-263 [ed. or.

Motivation and Personality, Harper & Row, New York 1954].

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Ibid., pp. 275-276.

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in altre, si avverte una maggiore carenza di quegli elementi individuati da Maslow e che definiscono l’adulto; si potrebbe anche dire che forse, proprio per la mancanza di questi requisiti il normale cammino di crescita della persona ha subito una deviazione giungendo così a mettere in atto certi comportamenti per i quali hanno dovuto scontare la pena detentiva. Solo per fare qualche esempio si pensi all’identità personale, che nella persona detenuta spesso si rivela fragile e carente, come testimonia Agnese121:

Anch’io sono sempre stata abbastanza debole di carattere, una che si fa trascinare, sai, dalle amicizia, anche soprattutto.

(…)

Però tanti che ho conosciuto io, o disagi familiari o si facevano trasportare dall’uomo, magari per amore di un uomo, così, cadevano a far certe cose, o a vedere la droga. (Agnese)

Similmente anche Pietro122 ha constatato una errata percezione di sé che aveva costruito in passato e che, secondo lui, potrebbe essere stata una delle cause del reato commesso:

E io invece credevo di essere un fenomeno. “Tanto m’arrangio, mi sono sempre arrangiato nella vita”, insomma, il papà non ce l’avevo, era morto che avevo sei mesi e sono cresciuto con l’arrangiarti “arrangiati perché tanto qua non ghe altro da far, perché mi lavoro” la mamma e non c’ha altro da fare. Cioè io ho sempre portato avanti questa cosa, invece no, bisogna avere anche la …

Sì forse sei riuscito a trovare la sicurezza, paradossalmente, nel chiedere aiuto.

Esatto. Perché “già tanto mi arrangio, faccio io, son capace da solo”. E questo è un grossissimo errore, questo è un grossissimo errore. (Pietro)

Si potrebbe prendere come esempio anche l’esperienza di Mario, fatta di continue ricadute, carcerazioni e scarcerazioni: questo potrebbe testimoniare la sua incapacità a concentrarsi in modo proficuo sui suoi problemi distinguendo le soluzioni più adeguate da quelle più dannose, in sostanza la sua incapacità anche di distinguere il bene dal male, come indicato da Maslow:

121 Per l’identificazione della persona si rimanda alla tabella in cui si riporta una breve e schematica presentazione degli ex detenuti intervistati, p. 55.

122

Per l’identificazione della persona si rimanda alla tabella in cui si riporta una breve e schematica presentazione degli ex detenuti intervistati, p. 55.

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E niente, praticamente lì, quando si comincia con quelle cose lì, dopo lì subentra il discorso, ma neanche del crimine, perché nel mio caso c’è stato il discorso dello spaccio, di quelle cose lì insomma a quell’età lì, e dopo sai che hai a che fare con il carcere, diciamo la legge è così. La prima volta ho avuto la condanna di 6 anni, prima volta. Dopo da lì sono uscito, ho avuto una ricaduta, ho avuto un’altra condanna di un anno e mezzo e dopo avevo trovato, avevo incontrato sua madre di mio figlio, ho avuto un bambino e dopo lì, siccome ci sian lasciati, i disagi che ho avuto dentro lì ho afogati un po’ male diciamo. E sono finito in carcere altre due volte, no tre volte. (Mario)

Questi sono solo pochi esempi che però potrebbero far comprendere come gli elementi individuati dallo psicologo americano non siano soltanto dei requisiti per il divenire della persona adulta ma sono anche delle condizioni esistenziali che permettono alla persona di avere un giusto rapporto con se stesso e con il mondo in cui vive.

3.1.3. Attraverso la lente degli approcci biografici e sperimentali: la teoria di