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165 Figura 13.8 –Accorgimenti protettivi d

rivegetazioni su dune (da Scottish Natural

Heritage, 2004)

Figura 13.9 –Protezione di dune a cala s’Amarador a Maiorca (da F. Boccalaro,

2007) 13.7 Pennelli

I pennelli permeabili sono strutture trasversali progettate per ridurre il trasporto longshore su spiagge aperte o per deviare le correnti vicino a riva all'interno di un estuario. In una spiaggia aperta sono normalmente costruiti in serie per influenzare una lunga sezione di costa che è stato alimentata o gestita con il riciclo. In un estuario possono essere singole strutture.

Sono strutture a corpo discontinuo che permettono il passaggio dei sedimenti, assorbendo nel contempo una parte dell'energia dell'onda incidente, con conseguente riduzione del trasporto solido litoraneo.

La struttura permeabile favorisce il mantenimento del profilo originale della spiaggia, smorzando l'energia dell'onda incidente senza annullarla del tutto, permettendo così la deposizione dei sedimenti su entrambi i lati dell'opera.

La pietra è spesso favorita come materiale da costruzione, ma gabbioni e legname possono essere usati per strutture temporanee con diversa vita utile (legname: 10- 25 anni, gabbioni: 1-5 anni). I pennelli sono spesso usati in combinazione con i rivestimenti per fornire un elevato livello di protezione all’erosione.

L'utilizzo di una semplice struttura in legname, fa sì che grazie alla sua permeabilità non avvenga il fenomeno di dentellatura della linea di costa, con la formazione di un profilo costiero omogeneo, sia a monte che a valle dell'opera. Le strutture, una volta completate, agiscono deviando o intercettando le correnti lungo riva e, spesso, fornendo un ostacolo fisico al movimento del materiale di spiaggia. I limiti delle opere di difesa trasversali in pali di legno sono costituiti da una scarsa azione di barriera meccanica, dalla loro durata limitata e dagli alti oneri di manutenzione, nonostante il basso costo iniziale, e delle proprietà geotecniche del substrato di incastro.

A condizione che i pennelli siano utilizzati in luoghi appropriati, essi riducono il bisogno da un regolare riciclaggio o ripascimento, e quindi riducono future perturbazioni dell’ambiente litoraneo. Gli accumuli localizzati di materiale sabbioso incoraggiano la formazione di nuove dune. Il riciclaggio, la schermatura e il trapianto vegetazionale contribuiranno a mantenere sepolta la sezione trasversale del rivestimento, rafforzando in tal modo la rigenerazione degli habitat.

In aggiunta a questi orientamenti generali, ci sono i seguenti suggerimenti di particolare importanza per i pennelli.

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• La costruzione del pennello dovrebbe normalmente essere accompagnata da un programma continuo di riciclaggio o ripascimento della spiaggia. Si richiede un regolare monitoraggio e gestione per ottenere dei buoni risultati. La sorveglianza deve comprendere le coste adiacenti, così come quelle immediatamente comprese dai pennelli.

• Le altezze, lunghezze e profili dei pennelli possono essere modificati se il monitoraggio indica che la configurazione iniziale non è idonea al raggiungimento degli obiettivi. La modifica è più facile da raggiungere con strutture in pietrame piuttosto che con strutture in legno. Eventuali danni osservati dopo le mareggiate, come massi dislocati, dovrebbero essere corretti durante le operazioni di manutenzione.

• Il legname utilizzato per la costruzione di un pennello dovrebbe essere derivato da foreste gestite in modo sostenibile.

• I pennelli negli estuari possono avere bisogno di segnali di navigazione per garantire la sicurezza pubblica.

Figg. 13.10 e 13.11 – Pennelli permeabili per dune in legname, da APAT Atlante delle spiagge (2007) (a sx) e da DEFRA (1999) (a dx)

13.8 Rivestimenti in legname

I rivestimenti in legname possono variare dalla struttura definitiva impermeabile, al riparo temporaneo permeabile, posti sulla spiaggia emersa come barriera per le onde. Il primo tipo è una linea finale di protezione dall’erosione delle dune, mentre il secondo tipo serve alla dissipazione dell’energia del moto ondoso prima che raggiunga di fronte della duna.

Le strutture in legname offrono una grande flessibilità nella progettazione. Esse possono essere incorporate in sistemi di gestione turistica e spesso sono prontamente accettate dal pubblico. Le strutture in legname sono facilmente riparabili o estensibili rispetto a strutture di calcestruzzo.

In aggiunta a questi orientamenti generali, sono di particolare importanza per i rivestimenti in legname le seguenti indicazioni.

• La progettazione deve prevedere l’evoluzione dell'erosione del litorale, che può portare al dissesto, allo scavalcamento o all’aggiramento, provocando il deterioramento strutturale.

• Ove possibile, il riciclaggio, la schermatura e il trapianto vegetazionale devono essere impiegati per stabilire una nuova linea di avandune di fronte e al di sopra del rivestimento. Queste dune ridurranno l'impatto visivo, offrendo una ulteriore

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protezione dall’erosione e ristabilendo una successione naturale di habitat dunali dalla battigia al retrospiaggia.

• Il legname duro dovrebbero essere raccolto da foreste gestite in modo sostenibile.

• I danni devono essere riparati rapidamente per mantenere l'efficacia dell’intervento.

Figura 13.12 – Staccionate paraonde

(da Scottish Natural Heritage, 2004) Figura 13.13basali in viminate, chiusura dei varchi – Costruzione di barriere mediante palizzate e realizzazione di schermi frangivento nel Parco Nazionale

del Circeo (Foto S. Puglisi, 2000) 13.9 Piantagione di fanerogame marine su fondali 2

Il trapianto di Fanerogame marine può essere considerato come una versione su fondali marini degli interventi di rivegetazione su versanti, sponde fluviali, dune, e lavora sui principi di dissipazione di energia da moto ondoso per attrito e di stabilizzazione del suolo per radicazione.

L’azione frenante delle foglie riduce, infatti, l’impatto delle onde contro il litorale e la compenetrazione delle radici e dei rizomi con il fondo sabbioso (matte) impedisce il trasporto solido. Le praterie di Posidonia oceanica costituiscono perciò un’importante barriera naturale di contenimento e di protezione delle nostre coste dall’azione erosiva del moto ondoso. E’ stato infatti stimato che la regressione di un solo metro di prateria può provocare la perdita di 15 - 18 metri di litorale sabbioso.

Boudouresque (1982) ha elaborato le seguenti regole per eseguire trapianti di fanerogame marine con successo.

• I siti (e i biotopi) di reintroduzione devono essere occupati da specie autoctone. • Le cause della sparizione di specie da reintrodurre devono essere eliminate: inquinamento, torbidità, pressione antropica, ecc..

• La reintroduzione non va effettuata in prossimità di una popolazione sopravvissuta importante (evitare di “reintrodurre per reintrodurre”).

• Le conoscenze sulla biologia delle specie (dinamica delle popolazioni, biologia della riproduzione, ecc.) consentono di prevedere il successo di una reintroduzione.

• La reintroduzione non si può fare a compensazione della distruzione di una popolazione della medesima specie. Per evitare un tale risultato, si decide

che, per

un raggio di 10 km intorno alla zona di distruzione pianificata (nell’ambito di

2 Per un approfondimento di questo paragrafo, si riporta integralmente il contributo

sviluppato insieme a Nicola Cantasano: “Posidonia oceanica per la difesa degli ambienti dunali”, non presentato al convegno SOS dune.

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una gestione del litorale), non possano essere realizzate reintroduzioni per un periodo di 10 anni.

• Il prelievo di individui destinati alla reintroduzione non deve mettere in pericolo la popolazione donatrice.

• Gli individui destinati alla reintroduzione o al rinfoltimento devono provenire da una popolazione geneticamente identica (o simile) a quella che occupa la regione dove è progettata la reintroduzione.

• Le tecniche di reintroduzione (o di rinfoltimento delle popolazioni) devono essere compatibili con gli spazi o gli ecosistemi indigeni.

Figura 13.14 – Materasso rinverdito su fondale

(da F. Boccalaro, 2004) Figura 13.15 – Trapianto di ciuffi fogliari di Posidonia oceanica (da A. Meinesz,

2003)

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APPENDICE:POSIDONIA OCEANICA PER LA DIFESA DEGLI

AMBIENTI DUNALI