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3.3 Come?

3.3.2 Il finanziamento

Nonostante le lunghe polemiche per l’autorizzazione alla realizzazione di

questa opera da parte delle Sovrintendenze, del Comune di Roma e della Regione Lazio, Triumphs and Laments è un intervento totalmente autofinanziato.

L’associazione Tevereterno non riceve finanziamenti pubblici e conta

principalmente su donazioni di privati sostenitori260, sul 5 per mille e sul lavoro dei volontari. Dal report finanziario del 2014 si evince che i mancati permessi e il conseguente ritardo nella realizzazione del progetto Triumphs and Laments hanno provocato il mancato raggiungimento del target di fundraising che il board aveva prefissato a 500 mila Euro, dei quali a fine 2014 solo 70 mila erano stati effettivamente realizzati. A proposito di questo esercizio, è da notare comunque che, sebbene il blocco del progetto più importante (Triumphs and Laments) abbia apportato un grosso freno alle attività, rallentando sì le uscite, ma anche le entrate,

258 Cfr. Redazione, Venezia Updates: lo strano caso di William Kentridge e del fregio sul

Lungote B Artribune, 8 maggio

2015. 259 http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito- MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1886258503.html 260 A E membri.

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l’associazione ha chiuso l’esercizio, per la prima volta, con un pareggio di bilancio. Il conto economico del 2014 presenta un’uscita di 10.712,16 Euro in “costi per progetti” necessari, come spiega la nota integrativa annessa, a costi di test e

planning di Triumphs and Laments

Il costo complessivo dell’operazione Triumphs and Laments è stato di circa 800 mila euro, finanziati per intero dagli sponsor, dai donatori, dall’associazione Tevereterno261 e dalle gallerie262 che rappresentano William Kentridge in Italia, Sudafrica e Stati Uniti. Il progetto è stato sostenuto da uno sponsor ufficiale263 più altri sponsor secondari. Il 3 marzo 2016, Tevereterno Usa ha lanciato una campagna di crowdfunding su Kickstarter per finanziare l’ultima fase della realizzazione del fregio. Kickstarter è una piattaforma americana che permette a progetti definiti di cercare i fondi necessari per essere messi in pratica. Una parte pari al 5 per cento del funding goal, cioè la somma di denaro di cui il creatore del progetto ha bisogno per completarlo, è trattenuta dalla piattaforma come pagamento del servizio. Kickstarter pubblicizza progetti attraverso la formula all- or-nothing, prevedendo, cioè, che le donazioni ricevute, una volta scaduto il periodo di finanziamento prestabilito, vengano erogate soltanto qualora abbiano raggiunto o superato il funding goal. Il progetto deve essere correlato da alcuni tipi di reward, ricompense incentivanti anche simboliche che il creatore del progetto offre ai futuri donatori.

Tevereterno ha fissato il funding goal a 80 mila Dollari, necessari per completare la realizzazione delle ultime dieci figure del fregio. La donazione minima era 5 Dollari e la deadline era prevista per il 2 aprile 2016, per un totale di 29 giorni di crowdfunding. La campagna di crowdfunding è stata condotta con un primo video di promozione e periodici aggiornamenti sulla pagina del progetto finché, allo scadere della deadline, ha ottenuto, da 483 donatori, la somma di

95.078 Dollari, superando l’obiettivo e aggiudicandosi il finanziamento.

261

Tevereterno ha finanziato con il proprio budget solo una piccola parte dei costi, circa 12.500 Euro per spese di gestione e comunicazione.

262L

263

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Tabella 2- Reward del crowdfunding su Kickstarter264.

Un aspetto interessante del finanziamento di questa opera è il fatto che

l’artista abbia stabilito ex ante che nessun bozzetto preliminare, progetto, disegno,

stencil del fregio o pannello delle ombre della performance inaugurale avrebbe potuto essere venduto e i ricavi utilizzati per il finanziamento dell’opera. In

particolare, la volontà dell’artista è stata di distruggere tutti i materiali di supporto

alla realizzazione del fregio, stencil e pannelli. Le opere correlate al fregio sono,

invece, dell’artista e delle gallerie, che si riservano la facoltà di disporne. Questo

modo di agire può essere interpretato da due punti di vista. Dal lato di una possibile

valutazione estetica di questa scelta, c’è l’idea forte che l’opera sia solo ed

esclusivamente il fregio, destinato a scomparire e a vivere unicamente nella memoria e nelle sensazioni evocate nei suoi spettatori. Dal lato della sostenibilità

del progetto, questa decisione va, senza dubbio, a favorire l’artista e le gallerie.

Queste ultime hanno contribuito anticipando cospicue somme per la realizzazione del fregio, e, in compenso, avranno la possibilità di trarre guadagno da disegni, bozze, materiale preparatorio e di studio che Kentridge ha prodotto contestualmente al fregio. Questo modus operandi richiama un paragone con

l’attività di Christo e Jeanne Claude che, a differenza dell’artista sudafricano,

finanziano i propri interventi attraverso la vendita all’asta di bozzetti, schizzi,

264

https://www.kickstarter.com/projects/13678860/william-kentridge-creates-art-history-on- romes-tib/description

Donazione Ricompensa Donatori

5$ Ringraziamento sul sito ufficiale 59

12$ C 80

25$ Un video del making-of 30

50$ T-shirt in edizione limitata 67

75$ Poster 105

150$ Edizione limitata di 50 postcards 14

200$ Catalogo autografato 36

300$ F 9

500$ Personal tour a Piazza tevere con il team di Tevereterno 3 1000$ Possibilità di partecipare alla performance inaugurale 0

2500$ Invito al Vip Opening Party 0

4000$ Passeggiata con Kentridge lungo Piazza Tevere 0 5000$ Litografia numerata del fregio de La dolce vita 3

7500$ C 3

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progetti, senza l’ausilio di sponsor265

. Si tratta di due modelli di gestione differenti,

entrambi con risvolti promettenti nel sistema dell’arte contemporanea e del suo

mercato. La differenza grossa che si riscontra tra i due artisti, è che, mentre Christo

lavora per proprio conto, giacché l’arte nello spazio pubblico è il suo modo di fare

arte, essendo prevalentemente un artista ambientale, Kentridge ha lavorato per la prima volta a un’opera così grande e lo ha fatto insieme a una associazione attiva sul territorio che ha in qualche modo intermediato, stipulando, come già detto, contratti di sponsorship, reclutando volontari (Christo, invece, fa anche assunzione di personale per la realizzazione dell’opera266) e gestendo i rapporti esterni. Questo brevissimo paragone, mi preme specificare, non è teso alla valutazione di quale sia

l’approccio migliore, si tratta, piuttosto, di una constatazione interessante anche per

l’attualità del confronto, giacché entrambi gli artisti hanno scelto di realizzare due interventi di grossa portata, entrambi in Italia e quest’anno.