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Distribuzione degli errori nelle preposizioni articolate

V. Analisi dat

V.1 Flessione degli articol

Gli errori che riguardano la flessione degli articoli sono lo 0,23%22 sui token

totali, circa la metà degli errori complessivi. Già da questo dato è possibile dire che il

corpus di apprendenti ha saputo gestire in maniera abbastanza corretta il sistema degli

articoli, almeno dal punto di vista morfologico.

Per quanto riguarda gli articoli determinativi possiamo affermare che l’inter- lingua dei nostri apprendenti sembra caratterizzata da una preferenza per le forme prive dell’apostrofo. Dunque nei testi analizzati è stata riscontrata la tendenza alla sovrae- stensione delle forme “la” e “lo” a scapito di “l’”.

22 Riferendoci alla tassonomia di errori da noi proposta in III.3.1, abbiamo considerato come errori che interferiscono sulla morfologia degli articoli i seguenti tipi: fonomorfologici, errori di apo- strofo, maschile/femminile, singolare/plurale.

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La presenza o l’assenza dell’apostrofo negli articoli determinativi risponde ad una regola che riguarda l’aspetto fonetico e che dunque è facilmente percepibile: se la parola successiva inizia con una vocale avviene l’elisione (Serianni 2006, IV, 4).

Nonostante ciò la preferenza per le forme senza apostrofo è diffusa trasversal- mente all’interno del nostro campione, tanto che solo i testi forniti da due apprendenti risultano completamente privi dell’errore. Si tratta, inoltre, di informanti con una co- noscenza della lingua italiana molto buona, paragonabile a quella di un madrelingua. Questa caratteristica sembra così distinguere in maniera netta l’interlingua de- gli apprendenti ispanofoni dalla lingua di un italiano che, soprattutto per la classe degli articoli determinativi, non sembra conoscere questo fenomeno23.

Dai nostri dati sembra dunque possibile affermare che l’utilizzo di allomorfi che non presentano l’elisione laddove sarebbe necessario l’uso della variante apostro- fata sia uno dei tratti che possono andare incontro a fossilizzazione. Infatti la loro pre- senza all’interno di un gruppo che, sebbene non omogeneo, è caratterizzato da un’alta competenza nella lingua italiana indica che questo aspetto del sistema degli articoli rappresenta un ostacolo non trascurabile.

Altri tipi di errori sono quasi completamente assenti all’interno del corpus. Ba- sti pensare che anche l’alternativa “il/lo” e “i/gli” non incide se non superficialmente negli elaborati analizzati. È necessario però ricordare che la scelta tra i determinativi singolari risulta più complessa quando questi sono inseriti all’interno di preposizioni articolate.

Anche l’accordo con gli altri elementi del sintagma nominale è ormai acquisito nell’interlingua degli apprendenti: abbiamo infatti riscontrato 17 errori sia per l’ac- cordo di genere che per quello di numero.

Come abbiamo avuto modo di evidenziare in IV.1.4, i punti critici sembrano riguardare, in entrambi i casi, le parole italiane che presentano una marca di genere o numero non regolare. Anche in questo caso, dunque, è possibile evidenziare un rap- porto diretto tra i punti più marcati del sistema linguistico d’arrivo e l’incidenza degli errori nell’interlingua degli apprendenti.

23 Un possibile sviluppo della ricerca potrebbe prevedere il confronto puntuale con la sezione del corpus ICoN che contiene una serie di elaborati prodotti da madrelingua italiani.

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Le parole della terza classe continuano quindi, anche in questa fase dell’ap- prendimento, a rappresentare un problema nell’assegnazione del genere, problema che si evidenzia anche nella scelta sbagliata dell’articolo. Questo fenomeno deve essere descritto e valutato in base alla sua effettiva dimensione che, all’interno del nostro campione, è di 17 occorrenze, dunque limitata in valori assoluti. Il dato però assume rilevanza quando consideriamo che il numero di errori nell’uso degli articoli si ferma a circa 800 forme.

Le considerazioni sulla flessione degli indeterminativi sono simili alle prece- denti. Anche per questa classe di articoli gli errori di apostrofo sono quelli che incidono maggiormente, con 91 forme scorrette.

Il numero più alto è spiegabile con la maggior difficoltà nella gestione di questa regola che non è legata solo all’aspetto fonetico ma anche a quello morfosintattico, dipendendo dal genere del nome. Il maggior numero di errori nell’uso della forma “un’” deriva quindi dal fatto che la scelta si attua ad un piano più profondo della lingua. Se per i determinativi il criterio era sostanzialmente fonetico, nella classe degli inde- terminativi se ne aggiunge uno di tipo morfosintattico.

Tale meccanismo si trova in sintonia con la progressione nell’apprendimento della morfologia nominale (Ramat 2003). Infatti ad una prima fase, definita pragmatica, segue quella fonetica, in cui appunto le scelte degli apprendenti dipendono stretta- mente da regolarità fonologiche, mentre la competenza morfosintattica è acquisita solo all’ultimo stadio.

Gli altri errori fonomorfologici sono di gran lunga minoritari: l’alternanza “un/uno” sembra ben fissata se genera soltanto 7 errori, così come l’accordo di genere all’interno del SN.

I dati raccolti sembrano indicare che, dal punto di vista morfologico, l’area di maggior criticità per quel che riguarda il sistema degli articoli sia quella connessa all’uso degli allomorfi con l’apostrofo.

La generale difficolta nel raggiungere la forma target sembra più alta nel caso degli indeterminativi:

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Tab.14: Errori di apostrofo negli articoli determinativi e indeterminativi Sovraesten-

sione apostrofo

Omissione apostrofo

Uso di altro al- lomorfo

Tot24

Determinativi 0,04% 0,07% 0,34% 0,45%

Indeterminativi 0,60% 0,29% 1,49% 2,38%

La tabella qui sopra illustra bene come l’uso dell’allomorfo “un” presenti una problematicità maggiore rispetto a quella del determinativo “l’”. Infatti, se in entrambi i casi sembrano essere preferite le forme senza apostrofo e dunque meno marcate, per gli indeterminativi diventa problematica anche la scelta tra “un” (maschile) e “un’” (femminile). Questa difficoltà è evidenziata dall’aumento nel numero delle estensioni o delle omissioni dell’apostrofo che si evidenzia per gli indeterminativi

L’errore non dipende dall’assegnazione di un genere sbagliato al nome (nel qual caso l’errore non sarebbe stato considerato), ma è collegato ad una difficoltà insita nel sistema degli articoli indeterminativi italiani.

Le cause del perdurare di questo tipo di errori sono molteplici: dall’influenza della L1 in cui non esiste la possibilità di elidere gli articoli, alla naturale preferenza per le forme meno marcate, fino alle caratteristiche della lingua target. Forse è proprio il convergere di queste criticità diverse che porta alla maggiore incidenza del fenomeno e alla sua fossilizzazione nelle interlingue degli studenti esaminati.

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