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II.1 Il dominio della musica leggera nell'attività concertistica italiana

II.3.2 FolkClub

Il FolkClub nasce il 16 aprile 1988 per volere di Franco Lucà, scomparso nel 2008, il quale dopo aver girato per diversi anni i club e i festival d'Europa esibendosi in spettacoli di musica popolare e dopo aver fatto parte per un decennio del gruppo torinese Cantovivo173, decide di dedicarsi alla

produzione di iniziative volte a rivitalizzare e promuovere la musica folk, relegata all'epoca per lo più alle sagre e alle fiere paesane, puntando sulla qualità (Lucà, 2006). Oggi la gestione del FolkClub è affidata al Centro di Cultura Popolare “Michele L. Straniero174”, fondato nel 1983 da

Lucà stesso insieme al cantautore al quale l'associazione è intitolata, mentre la direzione artistica è passata a Paolo Lucà, figlio di Franco. Il locale offre ogni anno un cartellone composto da una sessantina di concerti che si svolgono da ottobre a maggio, durante i quali si esibiscono artisti provenienti dall'Italia e da ogni parte del mondo, a conferma del fatto di essere considerato uno dei migliori club d'Europa. Il successo del FolkClub è dovuto in primo luogo all'alto livello qualitativo degli spettacoli proposti, con il valore aggiunto di un ambiente raccolto che dona alle esibizioni un'atmosfera intima, adatta alla tipologia di pubblico che normalmente frequenta la sala concerti torinese, perlopiù intenditori di una musica di “nicchia”, lontana dagli eventi che attirano grandi masse di persone. I soci del Club sono oltre 49 mila e il tesseramento prevede un costo di dieci euro, dimezzato per gli individui al di sotto dei trent'anni di età (www.folkclub.it/flatpage/view/chi_siamo/). L'attività del FolkClub non si limita ai concerti ma include una vasta gamma di iniziative aventi l'obiettivo di diffondere la conoscenza e la pratica della musica popolare. Per gli iscritti vengono organizzati regolarmente corsi di canto, di danza o di strumenti tradizionali; per la stagione 2017/2018 sono previste lezioni di organetto175, di violino

popolare e di ghironda176. Inoltre, il Centro di Cultura Popolare persegue il proprio scopo di

valorizzazione della musica folk collaborando con Enti Locali e soggetti privati per realizzare rassegne in giro per il Paese. Fino al 2015, esso ha gestito anche un periodico intitolato Folknotes177,

oggi non più esistente. Negli ultimi anni il FolkClub ha attraversato una grave crisi, che ha rischiato di decretarne la fine. Le cause sono la scarsità di finanziamenti da parte delle istituzioni pubbliche e

173 Specializzato nel revival del folk dai temi impegnati, il gruppo ha ottenuto grande successo in Europa (www.cantovivo.com/cantovivo/storia/storia-1.asp).

174Associazione culturale senza scopo di lucro (www.folkclub.it/flatpage/view/ccp/).

175Chiamata anche fisarmonica diatonica. Per un approfondimento è possibile consultare il sito www.organetto.net. 176Strumento a corde utilizzato da molti Paesi europei per l'esecuzione di musiche legate alla tradizione popolare

(www.ghironda.com/rubriche/ghironda.htm). 177www.folkclub.it/flatpage/view/ccp/.

il ritardo nei pagamenti da parte della Regione. Il Comune di Torino, infatti, secondo quanto dichiarato da Paolo Lucà, non offre alcun aiuto economico dalla stagione 2007-2008178 e la

Regione Piemonte, dalla quale il locale dovrebbe ricevere un contributo di 32 mila euro, a fine 2016 doveva ancora pagare il saldo di due anni prima. Tale buco, corrispondente a un terzo del bilancio annuale del Club, pari a 150 mila euro, ha messo i gestori nella condizione di non poter più portare avanti la propria attività179. La situazione controversa ha avuto tra le conseguenze le dimissioni del

condirettore artistico Davide Valfrè180 e il lancio di numerosi appelli da parte di artisti di ogni

nazionalità, oltre all'organizzazione di concerti benefici in favore della causa, come quello tenutosi il 29 dicembre del 2016 nella sede di un'altra associazione culturale torinese, l'Hiroshima Mon Amour181. Alla fine, il trentesimo anno di attività del FolkClub, che ricorre nella stagione 2017-

2018, verrà celebrato con un'edizione che, nonostante il programma ridotto a un concerto alla settimana, è riuscita a richiamare grandi nomi della scena musicale nazionale e internazionale per l'esplicita volontà di Paolo Lucà, rimasto da solo alla direzione, di attirare un numero maggiore di spettatori. L'obiettivo sembra verrà raggiunto, come dimostra il tutto esaurito realizzato dal cantautore Vinicio Capossela, il quale a seguito del grande successo del suo spettacolo ha aggiunto una seconda data il giorno successivo (www.folkclub.it/concert/card/366). Nonostante ciò, i problemi non sono ancora risolti e il destino del FolkClub si trova tuttora in una condizione di incertezza e di precarietà. Una delle conseguenze più gravi della crisi è stata la chiusura del C.R.E.L, Centro Regionale Etnografico Linguistico, fondato anch'esso da Franco Lucà e Michele Straniero insieme a Emilio Jona; l'associazione svolgeva dal 1992 un'opera di raccolta e catalogazione di “documenti sonori e cartacei di carattere etnografico-linguistico, etnomusicologo,

antropologico, storico e sociale (...)”182 ed era divenuto uno dei più grandi e importanti archivi

sonori in Italia per quanto concerne la musica popolare183. Il caso torinese non è isolato ma, al

contrario, illustra una situazione comune a tante associazioni culturali italiane che vedono la propria sopravvivenza a rischio, o sono già state costrette a chiudere, a causa della scarsa attenzione da parte delle autorità e degli enti pubblici, i quali sembrano non essere consapevoli di quanto importante sia la salvaguardia e la valorizzazione del ricchissimo patrimonio italiano in fatto di tradizioni e cultura popolare, a cui la musica folk appartiene a pieno diritto.

178www.giornaledellamusica.it/articoli/folk-club-30-concerti-30-anni 179torino.repubblica.it/cronaca/2016/12/21/news/torino_niente_finanziamenti_folk_club_verso_la_chiusura- 154570811/ 180www.giornaledellamusica.it/articoli/folk-club-30-concerti-30-anni 181torino.repubblica.it/cronaca/2016/12/21/news/torino_niente_finanziamenti_folk_club_verso_la_chiusura- 154570811/ 182www.folkclub.it/flatpage/view/crel/ 183Ibid

CAPITOLO III: GLI OPERATORI DEL TURISMO MUSICALE

Nonostante il turismo musicale sia un fenomeno in costante crescita, come dimostrato nel corso del presente elaborato, esso non sembra ricevere un'adeguata attenzione da parte degli operatori turistici. A differenza di altre tipologie di turismo, infatti, i viaggi legati ai concerti o ai festival musicali non risultano essere oggetto di numerose offerte appositamente dedicate, tranne alcune eccezioni. Tra di esse rientrano alcuni tour operator e alcune società di trasporti, i quali hanno deciso di puntare sul turismo musicale, diventando dei punti di riferimento per il settore. Ai responsabili di due di essi, ovvero Matteo Cuccini di Aretina Tours e Davide Buscato di Busforfun, sono state poste alcune domande via mail che hanno permesso di ottenere una testimonianza diretta sulla domanda e sulle potenzialità dei viaggi legati alla musica leggera.

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