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La Fondazione Teatro Valle Bene Comune

2.2 Teatro Valle Occupato

2.2.1 La Fondazione Teatro Valle Bene Comune

La creazione all’interno del teatro di una piazza d’incontro e di lavoro anche di stampo giuridico ha fatto in modo che dalla collaborazione con Stefano Rodotà e Ugo Mattei si scegliesse la strada della creazione di una Fondazione che fosse in grado di tutelare giuridicamente il Teatro Valle soprattutto nel suo significato di bene comune. I lavori per la stesura dello Statuto della Fondazione sono iniziati fin da subito e hanno richiesto la partecipazione attiva ai tavoli di lavoro di tutta la cittadinanza e di tutti i lavoratori della conoscenza. Ovviamente per gli occupanti iniziava a diventare non più solo un contenzioso relativo alla gestione degli spazi del teatro, ma stava nascendo la voglia di costruzione di una nuova politica che fosse in grado di sottrarre potere alle istituzioni e diffonderlo verso la comunità (Teatro Valle Occupato, 2012). Come ricorda Ugo Mattei, nella fase iniziale proprio per la natura illegale, in senso costituito, del gesto di occupare, vedere una dimensione giuridica che strutturasse l’azione, sarebbe sembrato impossibile e fuori luogo, poiché si cercava di istituzionalizzare qualcosa che doveva invece uscire da quel tipo di logiche; la dimensione giuridica è emersa gradualmente con il passare dei mesi, nascendo inizialmente come Comitato Teatro Valle Bene Comune, il quale già nella sua normativa vedeva nella creazione di una Fondazione la struttura più congrua. Da questo si è passati alla scrittura vera e propria dello statuto attraverso tavoli di lavoro, seminari, e soprattutto assemblee, prendendo come modello lo statuto del Comitato e cambiandolo successivamente in maniera progressiva, ma soprattutto ponendo come base l’articolo 43 della Costituzione italiana, che dispone:

“A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori

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o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale”.

L’obbiettivo finale era, inoltre, quello di accumulare, attraverso un processo di

crowdfunding tra i soci fondatori, un capitale di circa 250.000 euro necessario alla

creazione di una Fondazione di tipo nazionale (Ugo Mattei, 2012). A fine 2011 si arriva alla stesura dello statuto composto di sedici articoli trasferiti online affinché ogni utente, qualora avesse voluto, avrebbe potuto dare il suo parere o proporre modifiche. Il Teatro Valle costituisce il nucleo sul quale si fondano poi tutti gli articoli, viene riconosciuto come bene comune all’articolo 2, “il Teatro Valle deve rimanere pubblico ed essere riconosciuto e tutelato come un bene comune, con un diritto soggettivo e un finanziamento dedicato alla gestione delle attività” (Statuto, 2012), e come sede della Fondazione che ha durata illimitata. Vengono dichiarate le finalità che prevedono la promozione e la valorizzazione anche economica della cultura e il riconoscimento di quest’ultima come bene comune; la promozione inoltre di attività di studio e dibattito; l’offerta di un modello virtuoso di governo di un teatro che possa essere anche esportato; la promozione della nuova drammaturgia contemporanea e il consolidamento di networks con altre realtà europee operanti sempre nel campo della cultura (art.5). Inoltre all’articolo 3 vengono definiti i diritti e i doveri dei soci fondatori che sono divisi in soci comunardi e soci sostenitori, i quali possono, assistendo a due assemblee, e quindi partecipando attivamente all’azione politica, acquisire lo status di comunardi e il relativo diritto di voto. La Fondazione è formata da organi quali: l’Assemblea, il Consiglio, la Direzione artistica, il comitato dei garanti e in ultimo il tesoriere e il collegio dei revisori (ibidem). L’Assemblea in particolare ha il ruolo più importante tra tutti gli organi, il suo carattere innovativo fa si che la sua sovranità sia indubbia anche per rimettere in discussione le scelte fatte dal Consiglio, oltre che eleggerne i membri, e per approvare ogni scelta relativa all’amministrazione, sia dal punto di vista della produzione che della gestione caratteristica. Un’ulteriore innovazione si ha con la figura del Direttore Artistico, il quale o i quali, in quanto possono essere elette anche più persone, ha una carica che dura da uno ad un massimo di tre anni ed inoltre viene scelto dal Consiglio in base al progetto che si vuole portare a compimento

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attraverso una pubblica “chiamata a proporre”. Ovviamente, anche con questa scelta, gli occupanti preferiscono evitare che ci siano accentramenti di potere nelle mani di un singolo, e che ci sia una maggiore trasparenza nelle nomine, contrastando la pratica comune a molti teatri stabili dove queste sono imposte dall’alto e accusate di seguire logiche clientelari (ibidem). «La chiamata ad un artista, ad una compagnia o ad un

ensemble che fa un progetto di direzione artistica per tre anni e che dopo la riconsegna a

qualcun altro è necessario perché il teatro continua ad avere questa struttura, di fondazione bene comune, per cui, a prescindere dal direttore, va avanti perché ha a che fare anche con l'ascolto anche di quello che succede in città, nel mondo, nel quartiere, nella zona e quindi con la restituzione immediata di quello che c'è» spiega Tony (ex occupante del Valle, personalmente intervistato in data 6 novembre 2014). Ad oggi la Fondazione Teatro Valle Bene Comune, dopo quasi quattro anni di attività conta un capitale di oltre 150.000 euro, raccolti attraverso il crowdfunding, e oltre 5.500 persone hanno aderito donando una quota associativa (Teatro Valle Occupato, 2014). Sebbene lo statuto della Fondazione sia stato depositato e firmato presso lo studio di un notaio il 16 settembre 2013, il Prefetto di Roma ha preso in analisi il testo e il 12 febbraio 2014 non ha accettato la richiesta di riconoscimento dei comunardi poiché “il soggetto non ha i requisiti richiesti dalla legge” (Larcan, 2014) in quanto la sede prescelta per la Fondazione, lo stesso Teatro Valle, non è di sua proprietà e quindi non a norma di legge.