• Non ci sono risultati.

II. Croazia e aree naturali

II.3 Il sistema delle aree protette in Croazia

II.3.3 Forme legislative di tutela del patrimonio naturalistico

Secondo la corrente Legge di Protezione della Natura (OG 80/13), in Croazia esistono nove categorie di area protetta, in larga parte corrispondenti alle categorie IUCN37 riconosciute a livello internazionale. Queste sono: parchi nazionali, parchi naturali, riserve integrate, riserve speciali, parchi regionali, monumenti naturali, paesaggi protetti, foreste protette, parchi architettonici. Le aree protette da queste nove categorie coprono l’8,5% del territorio.

I parchi nazionali e i parchi naturali sono creati e gestiti a livello statale: i primi hanno lo scopo di preservare intatti i valori naturali, e sono anche a disposizione degli scopi della ricerca scientifica; mentre l'obiettivo primario dei parchi naturali è la protezione della diversità biologica e paesaggistica. Entrambe le tipologie rispondono comunque anche a finalità culturali, educative e ricreative.

Altri tipi di area protetta sono invece gestiti a livello locale: riserve integrali; riserve speciali (protette sulla base della loro unicità, rarità o rappresentatività, e particolarmente significative a livello scientifico), parchi regionali (per la protezione della diversità paesaggistica

54 nonché per la promozione dello sviluppo e del turismo sostenibile), monumenti naturali, paesaggi protetti (per la conservazione dei valori paesaggistici e della diversità biologica, o di valori storici e culturali), foreste protette; parchi architettonici (aree sviluppate dall’uomo e di particolare valore estetico, culturale, storico, ecologico o scientifico).

Oltre ai parchi protetti secondo la normativa nazionale, altre aree in Croazia sono protette sulla base di convenzioni internazionali. Prima fra tutte, anche per ordine d’attualità, va segnalata rete Natura 2000. Con l’ingresso della Croazia in Unione europea, infatti, il paese deve designare i suoi siti d’interesse per assicurare la loro conservazione. Il governo croato aveva già stabilito, con la legge sulla Protezione della Natura del 2003, un’importante rete ecologica nazionale di siti per la conservazione della natura e introdotto un meccanismo legale per eseguire la Valutazione d’Impatto Ambientale in linea con la direttiva Habitat. L’Istituto Nazionale per la Protezione della Natura, responsabile della preparazione tecnica della rete ecologica nazionale, ha inoltre ottenuto u cofinanziamento LIFE III (dall’Unione Europea) per la ricerca e il censimento dei siti da includere nella rete. Il progetto, chiamato CRO-NEN, si è concentrato sull’individuazione dei siti di importanza per le specie e gli habitat protetti dalle direttive Habitat e Uccelli. Anche il governo croato ha investito significative risorse del bilancio statale. Nel 2007, la rete ecologica nazionale era pronta per essere adottata ufficialmente; il lavoro è stato utile a formare la base per la selezione dei siti Natura 2000. La prima proposta dei siti della rete Natura 2000 croata è stata lanciata per la consultazione pubblica nel 2009. Si sono quindi svolti 19 incontri regionali e workshop nazionali che hanno visto la partecipazione di oltre 1000 stakeholders e autorità locali. La lista definitiva dei siti, dopo un periodo di consultazione pubblica, è al momento in corso di adozione. Si prevede che conterrà più di 700 pSIC (174 dei quali grotte) e 38 ZPS. Complessivamente, copriranno più di un terzo del paese e circa un sesto delle acque territoriali, mettendo così la Croazia, insieme con Slovenia e Bulgaria, in cima alla classifica fra i paesi con più alte percentuali di territorio incluso nella rete Natura 2000.

Oltre alla rete europea, il patrimonio naturalistico croato è tutelato da numerosi altri strumenti. Il Parco Nazionale dei Laghi di Pltivice è classificato tra i siti Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, quali luoghi di eccezionale valore naturale o culturale. Il Parco Naturale del Velebit, la cui area include anche il Parco Nazionale di Paklenica e Velebit Settentrionale, è inserito nella Rete Mondiale di Riserve della Biosfera, riconosciute dal programma UNESCO uomo e biosfera (MAB) come aree che promuovono sia la conservazione della biodiversità che lo sviluppo sostenibile. I Parchi Naturali di Kopački rit e Lonjsko polje sono inclusi nella lista delle zone umide d’importanza internazionale, stilata in base alla convenzione di Ramsar. Lonjsko polje e il lago di

55 Vransko sono inclusi nella lista delle Aree Importanti per gli Uccelli (IBAs). Infine, vi sono aree che appartengono alla rete europea dei geoparchi, le quali mirano a proteggere la geodiversità e a stimolare lo sviluppo sostenibile nei parchi attraverso il geoturismo.

In base all’Accordo di prestito38

firmato il 22 febbraio 2011 con la Banca Mondiale, il Ministero della Cultura ha cominciato ad attuare il progetto quinquennale europeo Natura 2000 (Nature Integration Project, NIP). Il progetto è attualmente sotto giurisdizione del nuovo Ministero dell’Ambiente e della Protezione della Natura (in base al passaggio di competenze che ha avuto luogo con la legge 150/11).

Secondo il registro delle aree protette del Ministero dell'Ambiente e della Protezione della Natura croato, un totale di 419 aree è stato protetto nelle varie categorie (dati al 14 ottobre 2013). Queste aree corrispondono nel complesso all'8,19% della superficie nazionale, ripartite per un 11,61% su territorio terrestre ed un 1,97% su territorio marittimo. La superficie coperta da queste aree protette quantificata in ettari è di 696.709,32. La percentuale maggiore di territorio protetto appartiene ai parchi naturali (4,79% di tutto il territorio nazionale).

Allo scopo di assicurare una gestione razionale, efficiente e sostenibile delle aree protette, la legge di Protezione della Natura (OG 80/13) impone alle aree protette lo sviluppo del piano di gestione (Management Plan), il quale definisce gli obiettivi di gestione e le attività necessarie al raggiungimento di questi obiettivi, così come i loro indicatori. I piani di gestione sono sviluppati per un periodo di dieci anni, con l’opzione di cambiarli o aggiustarli decorsi i primi cinque anni. Si attuano attraverso programmi annuali di protezione, manutenzione, conservazione, promozione ed uso. Vengono adottati dal Consiglio governativo incaricato della gestione delle aree protette, con il consenso del Ministero dell’Ambiente e della Protezione della Natura e l’opinione di un esperto dell’istituto pubblico di protezione della natura.

All’interno del piano di gestione, viene sviluppato anche il piano fisico (Physical Plan): si tratta del documento ufficiale di riferimento fondamentale per la gestione concreta dell’area protetta. Il Piano Fisico specifica le condizioni d’uso del territorio in questione e definisce le condizioni per la pratica di attività, sia nelle zone sviluppate che in quelle selvagge, concentrandosi principalmente sulla ricreazione, il turismo, insediamento e il trasporto. L’allineamento tra piano di gestione, documento strategico e base teorica per la gestione e gli interventi di conservazione, e il piano fisico, documento che ufficialmente da concretezza alla base teorica, è cruciale per realizzare una zonizzazione coerente ed efficace nell’area Parco.

56