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II. Croazia e aree naturali

II.4 Il Parco Nazionale di Paklenica

II.4.5 Specificità rispetto alla posizione d’entroterra

“Le montagne sono un’importante riserva d’acqua, di energia e di biodiversità. Posseggono inoltre risorse fondamentali come i minerali, i prodotti forestali ed agricoli, nonché ambienti ricreativi. Gli ecosistemi montani, peraltro, si modificano con rapidità, poiché sono sensibili all’accelerata erosione del suolo, alle frane e alla scomparsa di habitat e risorse genetiche. Sul piano umano è molto diffusa la povertà e stanno scomparendo le culture locali: la maggior parte delle aree di montagna, di conseguenza, sono colpite dal degrado ambientale. La corretta gestione delle risorse montane e lo sviluppo socioeconomico della popolazione richiede un’azione immediata” (FAO, 2000). L’allarme qui lanciato vuole denunciare l’importanza che l’ambiente naturale, caratterizzante il Parco Nazionale di Paklenica, rappresenta a livello internazione.

Rouffet45 riflette sulle condizioni abitative dell’ambiente montano, un ambiente che, grazie alle sue difficili caratteristiche fisiche, climatiche e umane, un tempo si poteva considerare il luogo privilegiato per il rispetto del turismo sostenibile. L’altitudine, i pendii, le condizioni climatiche ne fanno un luogo in cui la vita, da sempre, ha dovuto adattarsi e dove assume delle forme molto specifiche e fragili. La comparsa, relativamente recente, del turismo in montagna dona una nuova dimensione al suo sviluppo. Questa economia solo da tempi brevi ha modificato l’urbanizzazione, l’architettura, lo stile di vita e l’economia secolare dei montanari. L’ordinamento sostenibile del territorio montano deve sottostare a uno sviluppo integrato di attività tradizionali, come l’agricoltura, la silvicoltura e l’artigianato, che siano in grado di garantire la conservazione dell’ambiente naturale e di costituire la base di tutte le altre attività economiche complementari,

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Rouffet M., “Tourisme durable et montagne française”, Les cahiers espaces, Tourisme durable (numero 67), 2000, pp. 80-87.

64 come il turismo. Sono queste attività complementari che devono inscriversi nello stesso progetto comprensivo di produzioni agricole, forestali, artigianali, industriali e energetiche locali; non viceversa.

Iniziative importanti, espressioni della volontà di consacrare una nuova forma di turismo in uno spazio di qualità e con un quadro di riferimento internazionale, sono le convenzioni o carte stipulate a vari livelli (come ad esempio la convenzione alpina, riportante le conclusioni della carta del Consiglio d’Europa). Bouin46

ha riscontrato che questi testi sembrano essere incoraggiati o difesi più da parte delle comunità locali che dello Stato; ragion per cui si deduce l’importanza delle iniziative che coinvolgono attivamente le popolazioni locali, vicine al luogo oggetto dell’iniziativa (con ovvi benefici per questo).

L’ecosistema che caratterizza il Parco Nazionale di Paklenica è di tipo forestale. La conservazione del patrimonio boschivo, pertanto, è l’impegno primario da parte degli organi preposti alla gestione dell’area. La perdita o il degrado delle foreste ha pesanti effetti negativi sia a livello locale che globale47. Da un lato, a scala internazionale, le foreste agiscono per catturare ed immagazzinare naturalmente la maggior parte del gas serra presente nell’atmosfera, agendo da piloti dei rischi provocati dall’eccesso di anidride carbonica. La deforestazione, al contrario, contribuisce ad accelerare il ritmo del cambiamento climatico, invece di frenarlo. Un altro impatto rilevante della deforestazione sono le inondazioni. La copertura del suolo da parte degli alberi fa sì che l’acqua che cade al suolo venga assorbita lentamente; se, invece, non ci sono alberi la pioggia scorre via veloce, incanalandosi nel sistema fluviale. Quando le piogge sono intense, tuttavia, i sistemi fluviali non sono capaci di gestire il flusso d’acqua eccessivo e si verificano le esondazioni.

Dall’altro lato, per quanto concerne gli impatti locali figurano le alluvioni, l’erosione, le frane e aspetti socio-economici che verranno approfonditi in seguito. Senza le radici degli alberi che tengano compatto il suolo, la pioggia scorre e si trascina con sé la sua parte superficiale; l’azione erosiva danneggia tanto l’agricoltura, perché la maggior parte dei nutrienti essenziali di cui hanno bisogno le colture per crescere sono trattenuti dal livello superficiale del suolo, quanto le infrastrutture (come strade, sentieri, linee elettriche, rotaie) che rischiano di venire distrutte dalle fondamenta. Inoltre, laddove gli strati di roccia e suolo, che non sono tenuti insieme dalle radici degli alberi vivi, s’inzuppano di pioggia si verificano le frane; le quali frane, a seconda della

46 Bouin F., “Privilégier un tourisme alpin durable”, Les cahiers espaces, Tourisme durable (numero 67), 2000, pp. 88- 93.

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La spiegazione fornita sulle conseguenze della deforestazione è tratta da: Mintel International Group Ltd, Green

65 dimensione, hanno conseguenze distruttive su vari elementi antropici. Al contrario, negli ambienti in cui le foreste vengono conservate, gli alberi permettono il formarsi di veri e propri bacini di raccolta per l’acqua, garantendo una riserva d’acqua costante. L’erosione è più forte in aree deforestate e l’acqua che scorre contiene molti sedimenti, a spese della qualità delle acque che si conservano nei bacini di raccolta. Eccessivi scorrimenti di acqua, appesantita da sedimenti e altri detriti, ostruiscono i vari condotti di fornitura dell’acqua (canali e riserve). Se i sedimenti e i prodotti chimici derivanti dalle attività antropiche praticate, inoltre, scorrono giù fino alla costa finiscono col danneggiare e inquinare anche gli habitat marini. Si tratta di un problema molto presente laddove si portino avanti progetti edili, spesso a scopo turistico, che determinano elevate quantità di micro detriti. Il Parco Nazionale di Paklenica è soggetto a questo rischio, vista la vicinanza al mare e la presenza di attività edili, all’oggi in corso di finitura ed espansione.

Per quanto concerne l’impatto negativo che la distruzione dell’ecosistema forestale e delle molteplici funzioni delle sue risorse ha sulle comunità locali, Shiva48 denuncia la condizione secondo cui tale distruzione interferisce con gli interessi economici di quei settori della società che dipendono dalla foresta per la loro sopravivenza (e cioè dal suolo, dall’acqua, dal cibo, dal foraggio, dal combustibile e dal fertilizzante). Inoltre, allontanando le comunità che dipendevano da queste attività, costrette a spostarsi perché non possono più dipendervi a causa del degrado ambientale, viene messa ulteriormente a rischio la sostenibilità della foresta. Infatti, poiché la produttività biologica della foresta si basa sulla sua diversità (in termini ecologici), la distruzione dei saperi locali e della diversità delle piante porta al degrado della foresta stessa. Si tratta di un meccanismo circolare, dove la causa e l’effetto si scambiano reciprocamente di responsabilità.

La popolazione che un tempo viveva entro i confini del Parco Nazionale di Paklenica era sicuramente custode di un patrimonio di saperi, aventi un certo valore anche all’interno del sistema economico vigente (come la caccia, la raccolta di piante spontanee e la coltivazione). Si tratta di saperi elementari, che hanno regolato la vita delle comunità locali in dipendenza e armonia con l’ambiente che le ha ospitate. Così come rischia di scomparire il patrimonio di conoscenze, relative all’utilizzo sostenibile dell’ambiente finalizzato a interessi antropici, allo stesso modo, anche il patrimonio culturale è minacciato. Il patrimonio culturale rimasto, infatti, assume l’aspetto di forme monumentali “mute”, nel senso che vi è un interesse ad osservare più che a vivere dimore e artifizi che un tempo avevano significato spirituale; tuttavia, limitandosi a questa monumentalità viene a perdersi il significato funzionale che ancora oggi potrebbe rivestire. Il patrimonio merita di sopravvivere grazie alle testimonianze di chi, un tempo, l’ha vissuto in prima persona o dei pochi

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Shiva V., Monocolture della mente. Biodiversità, biotecnologie e agricoltura “scientifica”, Bollati Boringhieri, Torino, 1995, p. 25.

66 che ancora vivono in loco, nel rispetto delle tradizioni del passato. Conservare i saperi e le espressioni di uno stile di vita costruitosi a poco a poco, nel rispetto di quell’ambiente che gli ha fornito le risorse necessarie alla sussistenza, arricchisce il tessuto territoriale attuale, favorendo inoltre una sensibilità rispetto al patrimonio naturale.

Un’ulteriore forma di valorizzazione del patrimonio naturale che caratterizza il Parco, consiste nell’utilizzo delle risorse, quali legname e pietra, per la costruzione di strutture e infrastrutture a basso impatto paesaggistico. La valorizzazione delle risorse è molto importante, anche perché, indirettamente, determina un interesse a conservarle per poter così continuare ad usufruirne. Ragion per cui, i servizi igienici, il negozio di souvenir e l’ufficio del servizio di soccorso sono stati costruiti all’interno della parte rocciosa del canyon, scavandolo e utilizzando il materiale asportato per realizzare l’ingresso esterno. Allo stesso modo, i sentieri sono marcati al suolo e all’altezza di un metro circa da questo con legname prelevato dalla foresta.

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