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Fra liquefazione spaziale e “ipertrofia del presente”

La formidabile capacità connettiva delle tecnologie informatiche e comunicative, l‟emersione di entità economiche globali, la denazionalizzazione di particolari prerogative della statalità, la diffusione di modelli culturali stereotipati che si fonde col bisogno di rilanciare l‟irripetibilità identitaria del locale, rappresentano il segno di un processo di profonda ristrutturazione delle coordinate spaziali e temporali del mondo. Oggigiorno lo spazio globale offre un campo di osservazione caratterizzato da un lato dalla “mobilità delle frontiere”128, dalla “poligamia di luogo”129, dai “non luoghi”130

,

128

Cfr. E.BALIBAR,Noi cittadini d‟Europa?Le frontiere, lo stato, il popolo (2001), Manifestolibri, Roma 2004.

129

U.BECK,Che cos‟è la globalizzazione?, cit., p. 95.

130

M.AUGÈ,Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità (1992), Elèuthera, Milano

1993. Per l‟autore “il luogo e il nonluogo sono delle polarità sfuggenti: il primo non è mai completamente cancellato e il secondo non si compie mai totalmente – palinsesti in cui si reiscrive incessantemente il gioco misto dell‟identità e della relazione. Tuttavia i non luoghi rappresentano l‟epoca; ne danno una misura quantificabile ricavata addizionando – con qualche conversione fra superficie, volume e distanza – le vie aeree, ferroviarie, autostradali e gli abitacoli mobili detti mezzi di trasporto (aerei, treni, auto), gli aeroporti, le stazioni ferroviarie e aerospaziali, le grandi catene alberghiere, le strutture per il tempo libero, i grandi spazi commerciali e, infine, la complessa matassa di reti cablate o senza fili che mobilitano lo spazio extraterrestre ai fini di una comunicazione così peculiare che spesso mette l‟individuo in contatto solo con un‟altra immagine di se stesso”. La cit. alla p. 74.

53 dall‟altro dalla “dimensione temporale onnivora del presente”131

. Se nella prima modernità la percezione del sociale era incardinata entro i confini della statalità, al punto che l‟architettura del pensiero, dell‟azione e della vita degli individui sembrava circoscrivibile entro i confini territoriali degli Stati132, nella seconda modernità le spinte centrifughe della globalizzazione economica, politica e culturale hanno opacizzato le forme di “nazionalismo metodologico”133

, le tracce di quei “sentimenti primordiali”134 che dovrebbero legare integralmente i soggetti alla propria nazione di appartenenza, alla propria “comunità di destino”135

.

Certamente anche nella prima modernità i viaggi, i commerci, i libri rappresentavano modi per entrare in contatto con mondi, culture, vissuti diversi, ma questi incontri avevano il carattere della occasionalità, della eccezionalità e si trattava comunque di contaminazioni con qualcosa di estraneo e di diverso136. Erano contatti che non avevano il potere di scardinare il senso di appartenenza istituzionale e sociale ad un determinato Paese. Persino i viaggi oltreoceano, seguiti alla scoperta del nuovo mondo, avevano sì creato commistioni culturali, ma si trattava di culturalizzazioni ibride, incapaci di generare la fusione antropologica che, al contrario, ha determinato la globalizzazione.

131

M.R.FERRARESE,Il diritto al presente, cit., p. 12.

132

U.BECK,Che cos‟è la globalizzazione?, cit., p. 87.

133

Cfr. A.D.SMITH,Le origini etniche delle nazioni (1986), il Mulino, Bologna 1992. Diversi sono i saggi

di Smith su questo tema a partire dagli anni Settanta. Mi limito a rinviare a ID.,Nationalism in the Twentieth Century, New York University Press, New York 1987; ID.,Il revival etnico (1981), il Mulino, Bologna 1984.

134

E.SHILS, Primordial, personal, sacred and civic ties, in “British Journal of Sociology”, Vol. VIII, n. 2, 1957, pp. 130-145, spec. p. 131 dove l‟autore osserva “It (i.e. modern society) is no Gesellschaft, soulless, egotistical, loveless, faithless, utterly, impersonal and lacking any integrative forces other than interest or coercion. It is held together by an infinity of personal attachments, moral obligations in concrete contexts, professional and creative pride, individual ambition, primordial affinities and a civil sense which is low in many, high in some and moderate in most persons” che in traduzione italiana sta a significare: “Essa (i.e. la società moderna) non è una società crudele, egoistica, disamorata, infida, completamente impersonale e priva di forze connettive diverse da quelle dell‟interesse e della coercizione. Essa è tenuta insieme da un‟infinità di legami personali, obbligazioni morali in contesti reali, aspettative professionali, ambizioni individuali, sentimenti primordiali e un senso civico che è basso in molti, alto in alcuni e moderato nella maggior parte delle persone”. La traduzione è mia.

135

Cfr. A.D.SMITH,Le origini etniche delle nazioni (1986), cit. e D.MILLER,On Nationality, Oxford

University Press, New York 1995.

136

Nuove sfide del diritto contemporaneo

54 Nel nostro tempo è in atto un‟omologazione culturale: il multilocalismo rappresenta ormai una possibilità costante, facilmente attingibile e talora persino una necessità a cui i soggetti devono piegarsi137. La “poligamia di luogo”, l‟essere sposati nel contempo con più luoghi, per origine, per opportunità di lavoro, per legami affettivi, ha significato per ciascuno di noi aprire le porte della propria vita alla globalizzazione. Lo scacchiere mondiale è attraversato da individui, che assimilano la diversità nella propria vita, che diventano ricettacolo di culture, modelli, principi sostanziali e all‟unisono esportano la loro cultura valoriale, contaminando gli altri individui con cui interagiscono. È questa la “globalizzazione biografica”138

: la diversità non incombe minacciosa fuori dalle nostre vite, ma penetra i nostri microracconti individuali e si stabilizza nel nocciolo duro delle nostre esistenze, fatte di matrimoni misti, di legami a distanza, di frequenti “battiti d‟ali di farfalla”139

. Ci sono scambi, intrecci, interrelazioni che attribuiscono un nuovo contenuto di senso alla nostra tavola valoriale, rinnovando l‟ossatura morale delle nostre vite: la globalizzazione è fuori e dentro di noi.

Con questo non si vuol dire che i contatti con Paesi, culture, riferimenti giuridici “altri” siano uguali per tutti: ci sono individui più o meno globalizzati o persino non globalizzati140. Anzi la globalizzazione rischia di creare delle disparità sociali141 dal momento che la capacità di muoversi e di agire a distanza non investe parimenti tutte le fasce della popolazione, né attraversa allo stesso modo tutti i territori. L‟annullamento delle distanze spazio-temporali, frutto della straordinaria capacità connettiva delle tecnologie elettroniche e dei mezzi di trasporto, se da un lato crea per alcuni individui

137

Ivi, p.45.

138

U.BECK,Che cos‟è la globalizzazione?, cit., p. 96.

139

A.GIDDENS,Le conseguenze della modernità, cit., p. 71.

140

Cfr. M.R.FERRARESE,Le istituzioni della globalizzazione, cit., p. 45.

141

In riferimento al carattere “elitario” che può assumere la globalizzazione si rinvia più ampiamente a Z. BAUMAN,Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone (1998), Laterza, Roma-Bari 1999, pp.

55 “una libertà senza precedenti”, dall‟altro ne relega altri a restare ancorati su territori che perdono via via i loro caratteri identitari142.

Le località, divenendo crocevia di uomini e culture, perdono i loro tratti originari e mentre l‟èlite attraversa lo scacchiere mondiale, producendo nuovi significati, un‟altra parte della popolazione assiste impotente alla trasformazione dell‟unica località che gli appartiene. Invero accanto agli spazi identitari, relazionali e storici, dove gli scambi interpersonali sono diffusi e rappresentano parte integrante di questi luoghi, sorgono ormai a macchia di leopardo “non luoghi”, nuove spazialità artificiali in cui milioni di individualità anonime si incrociano velocemente, si sfiorano appena, senza poter entrare in relazione fra loro. Si tratta di strutture necessarie per la circolazione accelerata di beni e persone, come autostrade, svincoli ed aereoporti, ma anche di grandi centri commerciali, sale d‟attesa, ascensori. Shopping mall, gated communiy, parchi tematici contribuiscono a globalizzare le singole realtà territoriali, a creare città sempre più frammentate, geografie in trasformazione, in cui non luoghi e luoghi antropizzati sono altamente interlegati e spesso difficilmente separabili. Il nostro mondo appare come un patchwork che procede per addizione di entità nuove ad entità preesistenti, più che per azzeramenti di alcuni elementi e loro sostituzione con altri143.

La globalizzazione ha creato dunque uno spazio nuovo, uno spazio transnazionale, che non ha più confini certi e predeterminati: la sua geografia si disegna e ridisegna di continuo in funzione dei flussi di persone che l‟attraversano144

. E questo non può che avere delle ripercussioni anche sulle coordinate temporali della vita sociale dal

142

Cfr. J. MEYROWITZ, Oltre il senso del luogo. L‟impatto dei media elettronici sul comportamento

sociale, tr. it. a cura di N.GABI,Baskerville, Bologna 1993. L‟opposto percorso “verso il senso del luogo” si rinviene in A.MAGNAGHI,Il progetto locale. Verso il senso del luogo, nuova ed., Bollati Boringhieri,

Torino 2010.

143

Cfr. U.BECK,Il lavoro nell‟epoca della fine del lavoro. Tramonto delle sicurezze e nuovo impegno civile, Einaudi, Torino 2000, p. 37.

144

Nuove sfide del diritto contemporaneo

56 momento che l‟annullamento delle distanze fisiche si traduce nella compressione degli intervalli temporali, giacché la riduzione delle distanze permette di ottimizzare il tempo che in passato veniva impiegato per raggiungere le diverse destinazioni145. D‟altronde la manipolazione della spazialità può avvenire, non solo a livello reale, ma anche a livello virtuale, ogni qualvolta il cyberspazio146 si sovrappone allo spazio reale. Le nuove tecnologie informatiche e comunicative hanno creato circuiti di scambio intensissimi, attraverso i quali flussi di informazione, masse enormi di denaro, immagini, transitano da una parte all‟altra del globo in tempo reale.

Tuttavia il cambiamento di coordinate temporali che si produce con la globalizzazione va ben oltre queste tendenze: “la profondità del cambiamento temporale può essere raffigurata nei termini di un mutato rapporto e di una conseguente nuova graduatoria di importanza tra passato, presente e futuro”147

. Il presente non è più un breve ed insignificante interstizio frapposto tra il passato e il futuro, ma assume una dimensione “ipertrofica”148

, dal momento che, a causa di una dinamica sempre più accelerata, finisce con l‟assorbire tanto le tradizioni, quanto i rimandi al futuro. Il passato e il futuro vengono continuamente evocati nel presente: alla glocalizzazione dei luoghi fa da contraltare il rilancio delle radici, dell‟identità, della storia. Anche il futuro trova una sua affermazione nel presente dal momento che è capace di incidere nei circuiti

145

Cfr. A. BALDASSARE, Globalizzazione contro democrazia, Laterza, Roma-Bari 2002, p. 6 dove

l‟autore, definendo l‟essenza della globalizzazione, osserva che “una particolare azione umana, simultaneamente ad altre provenienti da non importa quale luogo, può direttamente estendersi da una parte all‟altra del mondo, può raggiungere qualsiasi altra parte del globo, annullando del tutto lo spazio fisico, cioè la distanza, e comprimendo al massimo, quando non azzerando, il tempo occorrente per il compimento dell‟azione stessa”.

146

Sul tema del cyberspazio si veda P.VIRILIO,The Lost Dimension, Semiotext, New York 1977, p. 296;

Z.BAUMAN,Dentro la globalizzazione, cit., p. 21; S.RODOTA‟,Tecnopolitica. La democrazia e le nuove

tecnologie della comunicazione, Laterza, Roma-Bari 1997; ID., Diritto e diritti nell‟era della

globalizzazione in S. SCARPONI (a cura di), Globalizzazione e diritto del lavoro. Il ruolo degli

ordinamenti sovranazionali, Giuffrè, Milano 2001, pp. 40-43.

147

Questa breve analisi della riconfigurazione del rapporto tra passato, presente e futuro sotto l‟urto della globalizzazione fa riferimento alle conclusioni di. M.R.FERRARESE,Il diritto al presente, cit., pp. 7-23.

La cit. alla p. 9.

148

57 finanziari o nel mercato reale. Ma passato e futuro appaiono ormai come sviliti: le strutture del passato sembrano svuotate della loro funzione tradizionale e il futuro appare come una proiezione del presente da cui non riesce a svincolarsi. Certamente la dissolvenza dei confini, la mescolanza degli elementi, la commistione del preesistente e del nuovo non riguardano solo la spazialità e la temporalità, ma anche le istituzioni e i costrutti formali della scienza giuridica149. La “crisi dell‟idea di confine”150 investe tanto le coordinate spaziali e temporali della postmodernità, quanto le categorie giuridiche, dal momento che “la sfida storica della globalizzazione”151

sottopone a trazione profonda anche le forme istituzionali e il lessico giuridico del passato.