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Frammentazione determinata dalla Convenzione UNESCO

Un’osservazione critica della Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali impone di affermare, in accordo con quanto già sostenuto da parte della dottrina, che siamo in presenza di un do- cumento attraverso cui si aggirano le problematiche connesse all’interazione tra mercato e cultura, stabilendosi obiettivi generali, strutturati in termini pu- ramente esortativi, che costituiscono solo un timido passo in avanti rispetto

agli obiettivi già perseguiti dalla Dichiarazione sulla diversità culturale176. In

alternativa, ed in modo meno tranchant, si potrebbe dire che ciò che ha reso possibile la conclusione della Convenzione sulla diversità culturale ha anche svuotato quest’ultima di ogni significativo contenuto. Questo dimostra, da una lato, la complessità dei problemi che si sollevano ogniqualvolta si affronta il tema della diversità culturale e, dall’altro, l’esistenza di sensibilità e di motiva- zioni completamente differenti tra i Paesi che si trovano a negoziare uno stru-

mento giuridicamente vincolante in tema di cultura177.

175 NETANEL, The WIPO Development Agenda and Its Development Policy Context, in NE-

TANEL (a cura di), The Development Agenda: Global Intellectual Property and Developing Coun-

tries, Oxford, 2009, p. 2.

176 CRAUFURD SMITH, The UNESCO Convention, cit., ante nota 62, pp. 53-54.

177 Ibidem, pp. 30-32. Si veda anche PAUWELS, LOISEN e DONDERS, Culture Incorporated;

or Trade Revisited? How the Position of Different Countries Affects the Outcome of the Debate on Cultural Trade and Diversity, in OBULJEN e SMIERS, UNESCO’s Convention on the Protection

La ricerca di equilibri tra mercato e cultura in diritto internazionale

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Mentre saranno basse le chance nel contesto dell’OMC (come emerge chia- ramente dal caso Cina – Audiovisual), sulla base dell’art. 20 (1) la Convenzione sarà di certo idonea ad influenzare, quantomeno indirettamente,

l’interpretazione di altre fonti di diritto internazionale178, sia condizionando il

contesto politico ed i ruoli giocati nella negoziazione, sia forgiando il contenu-

to di futuri accordi179. Un tale obiettivo è stato uno degli stimoli principali (per

non dire l’unico) che diversi Stati hanno perseguito con la conclusione della Convenzione, in particolar modo dal momento che i Free Trade Agreement con- clusi dagli Stati Uniti hanno diminuito la flessibilità (rispetto al GATS) nel set- tore dei servizi, richiedendo agli Stati che vi partecipano di fissare una lista de-

finitiva di restrizioni negative180.

Tuttavia, soluzioni in cui i valori del mercato possano conciliarsi con quelli della cultura resteranno una chimera fin quando la loro linea di demarcazione resterà così netta. In tal senso, il dibattito trade and culture rivela ad oggi una e- strema frammentazione, in cui «nessun sistema omogeneo e gerarchico è reali- sticamente ipotizzabile per superare problemi di norme confliggenti e di so-

vrapposti regimi giuridici»181. La Convenzione UNESCO, a dispetto delle a-

spettative, non ha contribuito a mitigare questa situazione, anzi l’ha intensifica- ta, consentendo interventi statali discriminatori nel perseguimento della prote- zione e della promozione di una quanto mai vaga diversità culturale e non de-

and Promotion of the Diversity of Cultural Expressions: Making It Work, Zagreb, 2006, pp. 125- 158.

178 GRABER, The New UNESCO Convention, cit., ante nota 72, pp. 567 and 571; VOON,

UNESCO and the WTO, cit., ante nota 62, pp. 652.

179 Art. 20 (1), lett. b) della Convenzione.

180 CRAUFURD SMITH, The UNESCO Convention, cit., ante nota 62, p. 48; WUNSCH-

VINCENT, The WTO, the Internet and Trade in Digital Products, cit., ante nota 130, pp. 201-

232; BERNIER, The Recent Free Trade Agreements, cit., ante nota 135.

181 Fragmentation of International Law: Difficulties Arising from the Diversification and E-

xpansion of International Law, Report of the Work of the Study Group of the International Law Commission, finalized by Martti Koskenniemi (A/CN.4/L.682), 13 luglio 2006, par. 493.

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dicando la giusta considerazione tanto alla complessità dei temi negoziati, quanto alla pluralità dei fora di negoziazione, realizzatasi con la sopra esaminata «migrazione» dalla dimensione multilaterale a quella regionale o bilaterale di Europa e Stati Uniti.

Nonostante l’esistenza di una relazione tra i temi del mercato e della cultura sia implicitamente riconosciuta dalla stessa Convenzione, la quale afferma che

le attività culturali «have both an economic and a cultural nature»182, il gap costante-

mente avvertito nella comunità internazionale si pone in un’ottica contropro- ducente rispetto al raggiungimento di modelli di regolamentazione condivisi, i quali potrebbero diventare impossibili da raggiungere, nella misura in cui il ruolo sempre più influente dei consumatori, i cambiamenti tecnologici e nuovi assetti all’interno dell’Unione Europea potrebbero dimostrarsi troppo difficili da tenere sotto controllo. Dal canto suo, l’Unione Europea potrebbe essere costretta a fare ulteriori concessioni, relativamente al settore audiovisivo, nell’ambito del GATS, magari in cambio di concessioni preziose offerte dagli Stati Uniti in altri settori. Comunque sia, se le tensioni tra mercato e cultura non saranno presto risolte in modo diretto (senza tergiversare o tentare di ag- girare gli ostacoli) l’Unione Europea potrebbe trovarsi in una posizione in cui

le sue concessioni saranno di scarso valore nella tavola dei negoziati183, spe-

cialmente se si considerano le soluzioni maggiormente vantaggiose raggiunte dagli Stati Uniti grazie ai FTA. Quanto agli altri membri della Convenzione UNESCO, ulteriori pressioni potrebbero provenire anche dai Paesi in svilup- po, i quali, non soddisfatti delle promesse sulla cooperazione culturale conte-

182 Si veda il XVIII considerando della Convenzione.

183 GALT, The Life, Death, and Rebirth, cit., ante nota 74, p. 935, il quale vede il Regno U-

nito come la nuova voce dominante nell’ambito dell’Unione Europea e richiama FREED- MAN, Trade versus Culture: An Evaluation of the Impact of Current GATS Negotiations on Au-

dio-Visual Industries, 2002, reperibile online all’indirizzo

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nute nella Convenzione184, potrebbero andare alla ricerca di concessioni «reali»

per accedere al mercato della cultura.

6. Le soluzioni adottabili per ricondurre i negoziati all’interno