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Francescani Minori

Nel documento ARCIDIOCESI DI PESARO (pagine 127-130)

c/o Chiesa di San Giovanni Battista Via Passeri, 98 - 61121 Pesaro Tel.: 0721 31473

E-mail: aldomarinelliofm@gmail.com Componenti la comunità: 3

Padre Aldo Marinelli - Superiore. Vicario Episcopale per la Vita Consacrata.

Membro del Consiglio Presbiterale e Pastorale Diocesano. Direttore Ufficio Pastorale Sanitaria e Cappellano Ospedale “S. Salvatore”

Padre Giuseppe Guiducci - Assistente Gruppo Rinn. nello Spirito “Eccomi”

Padre Lorenzo Bufarini - Cappellano Ospedale “S. Salvatore”

Padre Roberto Mancinelli Cenni storici:

La prima dimora dei Frati Minori a Pesaro si perde tra la fine del sec. XIII e i primi del XIV; tuttavia una data certa fa luce sulla loro presenza: nel 1438, per ordine del Vescovo, erano direttori spirituali delle Clarisse al monastero del Corpus Domini. Abitavano, in quel tempo, presso il Viridarium, fuori Porta Collina, nella chiesetta di S. Giovanni Battista, dove operarono fino al 1463.

La fama di S. Bernardino da Siena e di S. Giacomo della Marca investì anche Pesaro e i Signori Sforza e Della Rovere. Nell’anno 1466, l’architetto Laurana progettò e fece costruire il nuovo S. Giovanni presso la torre del ponte sul fiume Foglia (Porta Rimini) e, nel 1499, la chiesa venne consacrata. Sui primi del sec. XVI Pesaro passò sotto il dominio dei Della Rovere; la loro Signoria prese in considerazione la comunità dei Frati Minori e, dovendo rinforzare le mura della città, fu costretta a far demolire il S. Giovanni del Laurana nel 1536.

Pertanto l’autorità ecclesiastica e il Consiglio Comunale, insieme al popolo, decisero l’erezione del convento e della chiesa monumentale di S. Giovanni, su disegno di Girolamo Genga, architetto urbinate. Nel 1543 iniziò la costruzione della fabbrica veramente monumentale. La presenza dei Frati Minori prese quota e stima grazie alla scuola di teologia, al culto del tempio, alla preghiera e penitenza, che fecero e fanno del Convento un centro continuato di cultura.

Con l’unità d’Italia la comunità religiosa dei Minori fu sciolta e furono indemaniati chiesa e convento che divenne distretto militare; ma dopo la prima guerra mondiale il Comune, pur restandone proprietario, restituì la chiesa ai Religiosi che la riaprirono al culto. Oggi la fraternità dei Frati Minori opera in molteplici attività: sono assistenti di una fraternità dell’ O.F.S.; del gruppo “Eccomi” del

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Movimento RnS; del gruppo Scout Pesaro l°; di un gruppo di Associazione Cattolica Operatori Sanitari. Sono inoltre Direttori dell’Associazione “Centro Iniziative Culturali S. Giovanni Battista”. Più specificatamente essi operano, per mandato del Vescovo diocesano, nell’ospedale S. Salvatore di Pesaro, per la pastorale della salute tra gli ammalati. Infine ricordiamo la bella figura di fra’

Arduino Priori (1915-1987), per oltre quarant’anni questuante del convento, il quale fu molto noto in tutta la città di Pesaro e venne ben illustrato dalla pubblicazione di Gabriella Cambrini Sanchini “Ho consumato i miei sandali per le vie di Pesaro” del 2009.

Francescani Minori

c/o Santuario Beato Sante 61024 Mombaroccio (PU) Tel.: 0721 471122

Fax: 0721 470335

E-mail: beatosanteofm@gmail.com Componenti la comunità: 4

Padre Renato Martino - Guardiano. Parroco delle Parrocchie dei Santi Vito e Modesto in Mombaroccio, Santa Susanna in Villagrande di Mombaroccio.

Membro del Consiglio Presbiterale Diocesano Padre Tommaso Fiorentini - Confessore

Padre Alvaro Rosatelli - Vicario delle Parrocchie dei Santi Vito e Modesto in Mombaroccio, Santa Susanna in Villagrande di Mombaroccio. Vicario Foraneo della Vicaria 4 “San Michele Arcangelo”

Padre Francesco Neroni - Confessore Cenni storici:

Il Convento-Santuario del Beato Sante, sito nel comune di Mombaroccio, parrocchia di Villagrande, dista 18 km. da Pesaro. Il convento fu fondato per desiderio del Serafico Padre Francesco d’Assisi nell’anno 1223, su richiesta delle popolazioni di Montegiano, Montemarino e Campo Cailo (Cairo di Mombaroccio) essendo Rettore del territorio Don Oddone in Montemarino.

Il 21 agosto 1351 fu consacrata la chiesa (poi ingrandita) dal vescovo Pietro di Fano e Ondedeo degli Ondedei di Pesaro e fu dedicata a S. Maria di Scotaneto.

Nel 1368, nell’annesso convento, riceveva l’abito dei frati minori il giovane Giovanni Sante Brancorsini (n. nel 1343 a Montefabbri) in qualità di fratello converso, assumendo il nome di frate Sante.

Dopo una vita eroica passò all’Eternità il 15 agosto 1394. Il culto ininterrotto fu confermato da Papa Clemente XIV nel 1770.

Questi, dopo una vita eroica per umiltà, sacrifici, preghiera e carità, passò all’Eternità il 15 agosto 1394 e, grazie ai numerosi miracoli che avvenivano in

suo nome, venne da subito considerato santo. Il culto ininterrotto, confermato da Papa Clemente XIV nel 1770, contribuì a rinnovare la denominazione del luogo da quella di S. Maria di Scotaneto a quella di Santuario del Beato Sante.

La chiesa ed il convento, lungo i secoli, subirono delle ristrutturazioni ed ampliamenti lasciando delle orme preziose del ‘300 e del ‘400, nonché dipinti ed opere d’arte. Nel ‘900 il Santuario è stato centro di cultura e di arte: Ciro Pavisa (Mombaroccio 1890 – Pesaro 1972) ha abbellito la Cappella dedicata al Beato con degli affreschi rappresentanti due miracoli del santo, quello delle ciliegie e quello del lupo (1930), il musicista Riccardo Zandonai, durante il passaggio del fronte (1943) ivi compose “Il bacio”, i frati P. Giulio Mencarelli e P. Giancarlo Mandolini seppero attirare molti fedeli, il primo dando grande risalto alla devozione dei bimbi verso Beato e il secondo con le sue numerose pubblicazioni storico-paesaggistiche improntate alla località. Inoltre il Santuario durante il passaggio del fronte bellico (1943/44) divenne centro di solidarietà per l’accoglienza offerta ai numerosi “sfollati”, tra cui anche ebrei rimasti nascosti a lungo nei sotterranei del convento. Tra questi l’ebreo Alfredo Sarano e la sua famiglia, scampati alla shoah, salvati grazie all’accoglienza della comunità francescana ed alla rischiosa complicità dell’ufficiale tedesco Erich Eder che volle proteggerli. Al riguardo recentemente ebbe risonanza nazionale il volume a cura di Roberto Mazzoli “Siamo qui: siamo vivi” in cui viene riportato il diario di Alfredo Sarano scritto in quell’occasione. Nell’Anno Santo della Misericordia (2015/16), il Santuario è divenuto centro di spiritualità per essere stato prescelto dall’Arcivescovo come chiesa giubilare-penitenziale per l’acquisto delle indulgenze.

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Nel documento ARCIDIOCESI DI PESARO (pagine 127-130)

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