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5. Rappresentazione ed esportazione dei dati

5.1 Le funzionalità GIS

Nella fase progettuale è stato stabilito che le tecnologie GIS, pur essendo introdotte nell’applicazione, non avrebbero ricoperto un ruolo preponderante. La base informativa su cui è stato sviluppato il modello dei dati non è infatti la parte geografica e cartografica ma il dato alfanumerico. Ovviamente non si è neppure voluta trascurare la rappresentazione delle informazioni nello spazio, necessità che viene avvertita come naturale in ambito archeologico. Il sistema informatico è quindi lontano da essere definito un “GIS puro”, ciò nonostante include le più comuni funzionalità di questo tipo di software.

L’integrazione dei dati geografici ha richiesto alcuni piccoli adattamenti nel database, che non hanno alterato la struttura dell’applicazione. Si è deciso infatti di usare uno schema logico separato, creato appositamente per contenere i dati sulle geometrie degli oggetti; le diverse tipologie di dato sono comunque associate tramite vincoli di chiave esterna130.

Nel DBMS è stata installata l’estensione PostGIS, che supporta il trattamento di oggetti geografici con numerose funzioni specifiche di analisi ed elaborazione dei dati.131

Per ogni classe di oggetti che si è scelto di rappresentare è stata predisposta una tabella apposita. Nelle nuove tabelle ogni record contiene le coordinate di un elemento132,

costituendo nell’insieme uno strato informativo (layer). È stata concentrata l’attenzione su edifici, spazi non edificati e sequenze di scavo per ragioni di tempo e accesso alle informazioni, ma dal punto di vista tecnico sarebbe stato possibile considerare anche evidenze con una scala di dettaglio maggiore, come le unità stratigrafiche. Una tabella aggiuntiva contiene i confini amministrativi di tutti i Comuni della Sardegna.

130 Cfr. par. 3.3.2.

131 PostGIS è open source e si basa su standard spaziali affermati, supportando tipi di dato geometrico secondo lo standard OGC (Open Geospatial Consortium). Vd. http://postgis.net/

fig. 16. Pannello di inserimento delle geometrie.

Lo sviluppo nell’interfaccia dei controlli grafici adeguati ai dati spaziali è avvenuto utilizzando la libreria OpenLayers. Scritta in linguaggio JavaScript e rilasciata con licenza

open source, permette di visualizzare mappe interattive attraverso web-browser133.

A livello operativo le funzionalità di navigazione e gestione sono state inserite in aree di lavoro distinte. Il sistema richiede innanzitutto di associare i dati raccolti sulla città ai limiti di un territorio comunale, in questo modo l’utente avrà una superficie d’intervento circoscritta.

Nelle griglie delle categorie georeferenziabili è stata aggiunta in ogni riga una piccola icona, che permette l’accesso ad un pannello (fig. 16). Al suo interno l’utente può definire un poligono sulla mappa con dei semplici clic del mouse, o in alternativa inserire le coordinate geometriche in formato numerico GeoJSON134. Il risultato salvato verrà

visualizzato sulla mappa generale, che ha dunque come fine principale la consultazione.

133 Vd. http://openlayers.org/

134 Si tratta di un formato aperto per la codifica di dati geografici. Le geometrie supportate includono punti, linee spezzate e poligoni oltre a collezioni multiple di questi tipi. Vd. http://geojson.org/

Separare graficamente le azioni disponibili all’utente potrà sembrare una soluzione meno immediata e artificiosa, in realtà presenta vantaggi di diverso tipo. La singola gestione del record permette una maggiore velocità a livello prestazionale, che deve essere necessariamente tenuta in conto nell’economia di un’applicazione web-based. Dal punto di vista gestionale inoltre non è obbligatorio georeferenziare un elemento se si vuole accedere alle informazioni disponibili su di esso. L’utente viene invece forzato nell’usare i record con una consistenza informativa piuttosto che disegnare dei poligoni “vuoti”. La mappa generale, accessibile dal tree view, contiene i layer delle classi impostati sulla cartografia di sfondo (fig. 17).

Grazie alle funzionalità della libreria, le mappe di base vengono acquisite utilizzando risorse di web mapping disponibili online. Tra le diverse alternative sono state privilegiate quelle a licenza libera come il progetto collettivo OpenStreetMap135. Per l’introduzione

di immagini satellitari tuttavia è stato necessario introdurre il servizio proprietario offerto da Bing Maps136, divisione Bing di Microsoft.

Nella finestra sono state inserite alcune basilari funzionalità di consultazione (zoom, misurazioni, selettore layer, overview map, etc.) più alcune sviluppate per compiti particolari. Ai poligoni dei diversi elementi è stato inoltre collegato il relativo pannello, già raggiungibile dalle griglie di compilazione.

Le specifiche funzioni aggiunte a quelle predefinite hanno lo scopo di visualizzare il risultato di interrogazioni complesse.

Tramite l’icona Filtri viene richiamato un pannello che semplifica le richieste dell’utente attraverso l’indicazione di precisi parametri su cui effettuare la ricerca. Nella prima colonna vengono selezionati i layer di interesse che saranno elaborati secondo la voce specificata in Campo. All’attributo di riferimento può essere applicata una condizione da rispettare, che tiene conto del tipo di dato trattato137.

135 Vd. https://www.openstreetmap.org

136 Vd. https://www.bing.com/mapspreview. Anche se si tratta di un servizio commerciale le immagini sono state ottenute gratuitamente, richiedendo una licenza limitata a scopi didattici e di ricerca (Education or Non- Profit Organization Use).

137 Ad esempio per un campo numerico è possibile richiedere che sia maggiore, minore o uguale alla grandezza indicata nella colonna Valore.

fig . 17 L a se zi on e M ap pa . A s ini st ra il p ann el lo Fi ltr i.

Infine gli elementi nella mappa che soddisfano la clausola espressa sono sottoposti ad un’azione, che l’utente sceglie tra quelle elencate in un menù a tendina (Nascondi, Mostra, Ricolora, Marca, Ordina). I filtri hanno la caratteristica di essere sovrapponibili e applicabili in contemporanea a più categorie di elementi138, permettendo di realizzare

dei veri e propri tematismi.

Tra i campi resi disponibili merita di essere sottolineata la voce “Attestazioni”, che ha richiesto un lavoro specifico. Le attestazioni non corrispondono infatti ad un attributo vero e proprio, ma sono un tentativo di rappresentare i diversi livelli di conoscenza contenuti nel sistema e la loro localizzazione.

La difficoltà iniziale è stata individuare dei termini di tipo quantitativo e qualitativo che l’applicazione possa valutare automaticamente, senza affidare agli utenti interpretazioni individuali. È comunque chiaro che i criteri indicati sono il risultato di una scelta soggettiva, per quanto mediata dal trattamento informatico. Attraverso complesse query viene richiesto al database di fornire il numero di determinate informazioni associate a sequenze, edifici e spazi (tab. 3).

Sequenza Edificio Spazio non edificato

Numero contesti materiali Presenza di un contesto Presenza di un contesto

Numero di Fasi Numero di Fasi Numero di Fasi

Numero di Periodi Numero di Periodi Numero Periodi

Numero di attestazioni riferite a -Sequenza -Fasi -Periodi Numero di attestazioni riferite a -Edificio -Fasi -Periodi

-Complesso arch. (se presente) Numero di attestazioni riferite a -Spazio -Fasi -Periodi

-Complesso arch. (se presente)

Numero totale attestazioni Numero totale attestazioni Numero totale attestazioni

tab. 3. Valori considerati nel calcolo delle attestazioni.

La quantità risultante per ogni elemento viene visualizzata in relazione agli altri, ricolorando i poligoni secondo diverse gradazioni. Si è cercato quindi di emulare le mappe coropletiche, che applicano su diverse aree calcoli statistici effettuati su fenomeni misurabili come la densità di popolazione.

Il prodotto riassume lo stato delle conoscenze per determinate zone urbane. Con l’aumentare della completezza dei dati caricati il modello digitale si approssima al grado di conoscenza reale.