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Lo spazio non edificato

7. Topografia di Alghero

7.5 Lo spazio non edificato

Per l’analisi degli spazi non edificati, intesi come cortili, piazze e strade, la cartografia fornisce quella visione d’insieme che raramente è ricavabile da documenti scritti o dai dati archeologici.

La rappresentazioni storiche di Alghero che consentono un confronto con la topografia attuale sono disponibili solo dagli inizi del XVIII secolo. Le planimetrie più antiche del centro storico (seconda metà del XVI secolo) si sono focalizzate sul perimetro delle mura bastionate lasciando nell’area popolata «una specie di carta cieca»211. Le mappe del

Settecento, seppur prive delle indicazioni catastali, descrivono una struttura già consolidata in cui si riconoscono i blocchi urbani separati dalla viabilità e alcuni cortili interni ai complessi religiosi di San Michele e Santa Chiara212.

L’interrogativo che ha guidato lo studio sugli spazi è stato se la trama dell’abitato sia il frutto di un piano e quanto del progetto iniziale si sia conservato.

Indizi in tal senso provengono dagli scavi interni alle strutture conventuali appena citate, che si trovano agli estremi dell’insediamento. Nel cortile interno dell’ex-Collegio di San Michele è emerso che l’area del cimitero medievale utilizzava come limite Ovest l’attuale via Carlo Alberto213.

Le indagini stratigrafiche antistanti e interne alla chiesa di Santa Chiara, hanno rivelato come la via Sant’Erasmo e le parallele vie Ospedale e Santa Barbara rappresentassero già in antico le linee di sviluppo nella piccola estremità Nord-Est del centro storico214.

Le tracce di pianificazione appaiono meno evidenti nel resto dell’incasato e non potendo presentare dati certi verrà proposta un’ipotesi di lavoro. L’edilizia storica ha fornito un utile terminus post o ante quem nella formazione dell’assetto viario, anche se solo indicativamente.

211 OLIVA, PABA 1994, p. 347. Ringrazio l’arch. Giovanni Oliva per aver condiviso le sue riflessioni sulla topografia del centro storico.

212 Ad esempio vd. il “Plan de la ville d'Alguer” (AST, Carte Topografiche, 29 A I rosso). 213 MILANESE 2010, p. 36.

Sembrano pertinenti alla fase più antica dell’insediamento le strade modellate sulle linee di costa ed è significativo quindi che lungo queste direttrici siano posizionati due importanti poli urbani.

La via Principe Umberto, l’antico carrer de Bonayre, si sviluppa in direzione SSO-NNE ed è collocata lungo la linea di crinale215. Nella sua parte centrale è situata la piazza del

Teatro o plaça del Bisbe (lett. “piazza del Vescovo”), denominazioni dovute ai due edifici prospicienti lo slargo.

Durante il medioevo il luogo era conosciuto come Carra Real ed adibito al deposito dei cereali. Il magazzino delle granaglie (detto Calassanz) occupava lo spazio del Teatro Civico, come è stato confermato dall’indagine stratigrafica216. Come già accennato,

l’installazione del palazzo vescovile avviene durante la guida pastorale di Andrea Baccalar (1578-1604), che con questo obbiettivo acquista e ristruttura delle abitazioni private217.

Si può immaginare un progetto di riqualificazione “religiosa” dell’area (fig. 21), perché in contemporanea all’episcopio inizia la vicina fabbrica della Cattedrale di Santa Maria. Il lungo cantiere della Seu Nova (1567-1730)218 ha interrotto il tracciato di via Principe

Umberto e di altre due parallele, alterando la conformazione originale delle strade, che viene mantenuta più a Est da via Maiorca e via Carlo Alberto. Senza l’ingombro volumetrico degli edifici, via Cavour219, via Principe Umberto e Via Arduino avrebbero

potuto ricongiungersi rispettivamente con via Sannino, via Ospedale e via Sant’Erasmo. Con la stessa logica anche via Santa Barbara dovrebbe trovare sbocco a Sud, ma risultano assenti strade che corrispondano allo stesso orientamento.

Alla fine del XVI secolo nell’area in esame è localizzato il toponimo della Cort de Mir, un grande complesso di cortili e giardini situato sul retro del palazzo vescovile e delle abitazioni attigue220.

215 OLIVA,PABA 1994, p. 350.

216 MILANESE, CARLINI, FIORI 2006, pp. 485-487. In particolare sono stati interpretati come silos granari defunzionalizzati, tre strutture circolari di forma ovoide, che contenevano resti carpologici.

217 TURTAS 1999, p. 872.

218 La Cattedrale sostituiva una omonima e più piccola parrocchiale vd. SARI 1985,pp. 26-31.

219 La strada nel suo tratto terminale, anziché proseguire in modo rettilineo, si piega verso Est e si ricongiunge a piazza Duomo.

fig. 21. Ipotesi sulla pianificazione del tracciato viario.

Se questi spazi occupavano l’attuale isolato delimitato da via Principe Umberto e via Doria, si potrebbe supporre che l’espansione dei privati abbia assorbito la prosecuzione a Sud di via Santa Barbara.

L’altro nucleo è costituito dalla piazza Civica che, oltre a connotare Alghero nella sua dimensione urbana con gli edifici pubblici che ospita, funge da ingresso alla città attraverso il passaggio della Porta a Mare. Questa funzione di cerniera con l’antistante

zona portuale era accentuata da una minore estensione della banchina antica e la localizzazione dei calafati in un’area retrostante la piazza (Hort de la Daraçana)221.

Lo slargo si estende da Est alla facciata del Duomo e proseguiva, si immagina con andamento rettilineo, fino al lato Ovest delle mura. Il pronao neoclassico, che prolunga il corpo della Cattedrale, ha modificato il percorso della strada, situazione che si ripete per via Roma nella zona absidale.

Risulta problematico il riconoscimento di strade con medesimo orientamento Est-Ovest, che tagliano in modo pseudo-ortogonale le altre vie, formando un reticolo urbano. A parte via Gilbert Ferret, che nella parte Sud dell’insediamento prosegue ininterrotta con la stessa direzione, si può presumere che strade ad Est di via Carlo Alberto (vicolo Adami, via Gioberti, vicolo Buragna) siano completate dai vicoli a ridosso dei bastioni Marco Polo (via Don Deroma, via Lazzaretto, via Delitala). La stessa crescita edilizia, già rilevata altrove, è riscontrata nelle fonti del XVI secolo anche nella zona orientale. Gli spazio assumono funzione commerciale, con il concentrarsi di botteghe, rivendite al minuto e all'ingrosso e le abitazioni dei mercanti222.

221 CASTELLACCIO 1994, p. 143; OLIVA,PABA 1994, p. 355. 222 OLIVA,PABA 1994, pp. 351 ss.