R O S S A N O Z E Z Z O S I
Il Cielo degli uomini laboriosi, a qualsiasi attività siano essi vòlti, è pieno di Santi e di Beati; di Santi e di Beati che in vita esercitarono un mestiere: un mestiere che essi ora proteggono, dal loro beato scanno ; o che pure morirono di una morte che si riallaccia, simbolicamente, ad una profes-sione.
Ogni città ebbe, nei secoli, i suoi patroni diciamo locali — o, quanto meno, « regio-nali » — pacificamente fusi con quelli, diciamo, di dominio internazionale. E se Sant'Uberto protegge i cacciatori ed i . . . « cacciavendoli » di tutto il mondo ; se Sant'Eligio è il patrono « urbi et orbi » degli «armorari» ed orefici; se San Cri-spino è il rappresentante lassù dei calzolai di ogni dove; se Sant'Omobono prega per i « sartori » del nord e del sud, non meno che dell'est e dell'ovest, è pur vero che la Madonna di Loreto protegge specificata-mente i fornai romani, così come San Giorgio sostiene gli interessi dei lattai lombardi e S. Amando si dedica ai vinat-tieri piemontesi...
Abbiamo dato qualche esempio, così tanto per meglio farci capire ed offrire un « introibo » conveniente al nostro articolo. Dopo di che, pronti ad entrare nel tema che il titolo enuncia, ecco che un fiero dub-bio ci coglie.
Come parlare dei nostri operosi Santi? Cioè, come offrirli ai nostri lettori? Seguen-do un ordine cronologico? Oh, no, perchè le date... chi dei nostri lettori se le ricorda? Alfabeticamente? Ma qui i casi sono due: alfabeticamente per nome, oppure alfabe-ticamente per... rappresentanza?
Vale a dire, cominceremo: S. Arsenio, S. Andronico... S. Bartolomeo... S. Cate-rina... S. Dionigi ecc. ecc.; oppure: Alber-gatori: San..., Barbieri: San..., Cappellai: San..., Fabbri-Ferrai: San... ecc. ecc.?
Come sempre succede, fra i due litiganti il terzo gode... Nè Santi nè rappresentanze guideranno alfabeticamente la nostra espo-sizione, bensì il calendario, di facile con-sultazione per tutti, compreso per chi, esercitando un mestiere, vuol trovare il nome di Colui cui può rivolgersi diretta-mente per qualche grazia.
E d ora, diamoci subito dattorno ai varii mesi, perchè c'è molto da dire, anche limi, tandoci al minimo e anche dividendo il... compito in due p u n t a t e !
Gennaio è mese particolarmente caro ai commercianti di materiali edili. Non che in gennaio ricorra il loro Santo vero e proprio (del resto non ci risulta che
l'ab-biano), ma, insomma, senza ingegneri e senza muratori, ci dite cosa ci starebbero a fare i negozianti di materiali da costru-zione? E in gennaio, proprio al 1°, ricorre San Guglielmo Abate, patrono appunto degli ingegneri e architetti; e al 31 San Giulio d' Orta-, patrono dei nostri mu-ratori.
Grande Santo, del resto, San Guglielmo, e il suo patronato se lo merita davvero, giacché fu l'instauratole in Italia dell'Arte Gotica ed a lui spetta la fondazione della Abbazia di S. Benigno che sorse nell'anno 1003 per sua volontà.
In quanto a S. Giulio d'Orta, egli, greco di nascita, si stabilì in Italia, e precisa-mente in Piemonte (e per essere più precisi ancora nel Novarese) intorno all'anno di grazia 330. Lo accompagnava il fratello diacono Giuliano; entrambi elessero per loro abituale residenza un'isoletta del Lago d'Orta che in seguito prese il suo nome. Morì nel 400, dopo aver fabbricato conile sue stesse mani e per ordine di Dio ben cento chiese.
Già, il primo mese dell'anno si apre e si chiude a vantaggio di chi costruisce... Nel corpo, poi, di Gennaio, al giorno 2, i confettieri e dolcieri hanno per essi — e proprio a loro esclusivo vantaggio — San Macario il quale dopo aver lavorato come garzone presso un confettiere, si mise su in proprio, fabbricando piccole leccornie che vendeva direttamente sulle piazze di Alessandria d'Egitto. E poiché anche il Piemonte ha la sua Alessandria, così il
Piemonte lo volle per i suoi celebri pastic-cieri e confettieri, f quali, però farebbero bene a rivolgere un fervorino... indiretto, anche a Santa Gudula (giorno 8) ed a Santa Liberata (giorno 18) patrone come sono delle malattie infantili, acciò proteg-gano i loro migliori clienti: i bambini Chè se i bambini stanno male, poco vendono i dolcieri! Anche San Timoteo Vescovo (giorno 24) è un Santo che i pasticcieri debbono ricordare, essendo egli invocato nelle sofferenze di stomaco, sofferenze che allontanano da un vassoio di paste anche il più goloso. Eh, ne abbiamo fatto dei salti! però era necessario, no? raggruppare i Santi secondo le attività e affinità.
Ma rimettiamoci in riga, ed eccoci per-tanto ai 4, giorno dedicato a San Marciano, che fu sin dall'infanzia armaiolo (e poi si dice che i ragazzi non debbono toccare le armi!) e quindi benedice chi vende e fa rivoltelle, fucili e altre quisquiglie del genere. E chissà se coloro che queste qui-squiglie adoperano sono benedetti anch'essi da questo brav'uomo di Santo ?
Al 16, ecco la nostra Beata Giovanna, monaca camaldolese nel monastero di Santa Lucia alle falde degli Appennini Toscani. Morta nel 1105; prima di darsi alla vita religiosa lavorava burro e cacio, ragion per cui ora essa divide con San Lucio (12 luglio) il patronato dei formaggiai e casoari in genere.
Nello stesso giorno 16 anche gli stallieri hanno in San Marcello, garzone delle stalle imperiali di Massenzio (il che non gli impedì
S. Lucio Martire.
5 . Caterina da Siena Patrona d'Italia e dei tintori.
di essere Papa), il loro protettore. Un altro Santo hanno però gli addetti alle stalle: S. Ormisda, persiano, custode dei cammelli e dei cavalli dell'esercito, la cui festa ri-corre... in uno dei sei mesi di cui ci occupe-remo quanto prima.
Al 17 Sant'Antonio Abate protegge uni-versalmente il bestiame e... milanesamente i fornai. Sì, i panettieri ambrosiani lo vol-lero per loro patrono, in quanto che San Antonio fu molto afflitto dal « fuoco » che prese il suo nome ed essi — almeno una volta — soffrivano molto, essendo sempre a contatto con le fiamme. Non si trattava, è vero, dello stesso tormento, ma poiché il risultato era in entrambi i casi... scot-tante, così...
Il 29 i fonditori hanno S. Gildo (confes-sore) dalla loro: S. Gildo, uomo originale che, pure essendo figlio di Cannus re dei Bretoni e successore al trono, preferì — prima — dedicarsi alla fusione dei metalli, e poi alla vita monastica morendo all'inizio del VI secolo.
Il Beato Antonio Manzoni (giorno 30) può essere convenientemente venerato dalle agenzie turistiche, essendo il patrono dei pellegrinaggi religiosi, pellegrinaggi molto frequenti ovunque, ma soprattutto da noi, ricchi come siamo di Santuari. E col Beato Antonio Manzoni, le stesse agenzie hanno da venerare, e per la stessa ragione, anche San Giuseppe Labre (16 aprile).
E con ciò, visto che di San Giulio d'Orta abbiamo già parlato in uno con San Gu-glielmo Abate, possiamo senz'altro passare ad analizzare Febbraio.
Il quale subito offre agli agricoltori ed ai cardatori di lana i loro patroni nelle persone di Santa Brigida (che ha l'incarico di benedire le campagne) e di San Severo (cardatore da Ravenna, eletto poi vescovo della città).
A proposito dei cardatori e del loro
pa-trono, facciamo presente che in molte loca-lità (Milano compreso) è ritenuto per loro protettore, San Biagio, il quale fu straziato con pettini di ferro (insomma: fu cardato come la lana); ma in Piemonte questo glorioso Santo (la cui festa ricorre al 3 febbraio) è considerato protettore del male di gola; protettorato riconosciutogli del resto anche in Lombardia ove si dice:
A san Bias, se benediss la gola e el nas. Nessuna importanza economica ha per il Piemonte la Madonna della « Candelora » (giorno 2), che invece, a esser giusti, dovreb-be avere un'importanza... generale per i Ceraioli; invece per Milano essa è la patrona degli osti e venditori di vino in genere.
Che sia per il fatto che il giorno 2 è il giorno della « Purificazione della Vergine », purificazione che... fa pensare all'acqua?
Basta, tiriamo avanti affrettando un po' il passo...
Al 5, Sant'Agata protegge cumulativa-mente i tessitori (tutti sanno che essa fu tessitrice) ed i malati di petto (per analo-gia... alla lontana del martirio da essa subito). Ma i tessitori hanno dalla loro anche San Egidio (7 febbraio) e San Ono-frio (12 giugno) entrambi i Santi che eser-citarono questo mestiere (per quanto, a Milano, San Onofrio sia il patrono dei « P e r r u c c a r i » per merito delle... folte chiome).
Al giorno 6, festa per i vinattieri pie-montesi (francesi e belgi) con San Amando; gli altri hanno generalmente San Teodato (giorno 18 maggio) in comune con molti albergatori; al giorno 8 i panettieri pie-montesi e francesi possono accendere un lume dinanzi all'altare di S. Paolo di Ver-dun che esercitò l'arte del fornaio prima di ritirarsi a vita di perfezione.
Per il giorno I l i nostri calzolai — anche se devoti di San Crispino — faranno bene a rivolgere una piccola preghiera a San Euseo confessore, Santo poco noto — per-chè locale — dei lavoratori delle scarpe. Esercitava, per vivere, il mestiere del cia-battino a Serravalle Sesia (in Piemonte dunque) in una spelonca che gli serviva da casa e da bottega, spelonca che si ornò di
Sant'Onojriò, patrono dei tessitori piemontesi e de' " par-ruccari " lombardi. (Incisione del XVII secolo).
tre bellissimi gigli, l ' i l febbraio 1340 quando vi morì. Altro Santo patrono degli scarpari piemontesi è San Aniano Vescovo (25 aprile). Se si pensa al numero dei cal-zolai nel mondo, si troverà giusto tanti patroni: uno o due non ce la potevano dav-vero fare, con tanti... fedeli.
Al 19, i nostri cacciatori, i nostri orefici, gioiellieri e orologiai, possono — senza peccare — fare un torto ai loro grandi patroni generali? No, San Uberto non si offenderà se i cacciatori del forte Piemonte ricco di selvaggina rivolgeranno un pensie-rino al Beato Corrado di Piacenza, così come non se l'avrà a male San Eligio se i nostri lavoratori e commercianti in pre-ziosi, metteranno una candela dinanzi alla immagine di San Anastasio Martire.
Al 27, altro... torto a San Eligio da parte dei nostri fabbro-ferrai ed a vantaggio di San Baldimero, Santo che esercitò questo mestiere a Lione, ove distribuiva ai poveri ed ai malati il di più del puro necessario che guadagnava.
Passin passetto, anche Febbraio è così terminato, e Marzo ci attende offrendoci al giorno 8, con San Giovanni di Dio, un Santo molto indaffarato per via dei suoi svariati patronati : degli infermieri, dei nego-zianti di legna e dei librai. Queste « protet-torie » gli spettano di diritto poiché, prima di fondare l'Ospedale dei Fatebenefratelli aperse, nel 1529, uno spaccio di legna, ed a Gibilterra e a Granata visse vendendo opuscoli e volumetti sacri.
Il 14, le ricamatrici — che tanto penano sul loro lavoro « che non va mai avanti » — faranno bene a ricordarsi di Santa Matilde regina, consorte di Enrico di Sassonia poi re di Germania, la quale, rimasta vedova, sofferse pazientemente ogni umiliazione e confortò la sua solitudine ricamando arredi sacri, morendo nel 968.
Al 15, i tintori nostrani hanno dalla loro San Benigno Martire; così come hanno Santa Caterina da Siena e — i toscani — San Eriberto di Colonia che onorano il 16 marzo.
I falegnami, invece, sono concordi per il Santo unico. E si capisce che questi non può essere altro che Giuseppe (giorno 19) lo sposo di Maria, un tempo solennemente festeggiato da tutte le corporazioni dei lavoratori del legno.
Invece anche i lavoratori dello spettacolo — come, del resto, tanti altri, cosa che già vedemmo — sono per... la molteplicità. Una molteplicità ridotta, però, . . . a due soli membri: San Genesio che è il Santo «capoccia», e San Cornelio confessore (31 marzo) Santo damasceno del VI secolo. Anche lui, come Genesio, fu attore sin dalla più tenera età, ma recitava solo misteri e sacre rappresentazioni.
Aprile, si capisce, è per i... pesci; al 1° con le burle tradizionali (sempre di moda, per quanto ridotte), e al 2 con San Fran-cesco da Paola, patrono riconosciuto dei pescivendoli (piemontesi e non piemontesi).
Per il 3 invitiamo i carrettieri ad onorare San Riccardo di Cichester il quale curò cavalli e guidò carri, ma fu anche profes-sore: prima, all'Università di Bologna, e poi a quella di Oxford. Eletto Vescovo di Clister, dopo « nove anni di vescovato se ne partì glorioso » nel 1253.
Lattai e stagnari hanno, sopra di loro, in Piemonte, San Vincenzo Ferrieri (gior-no 5): Santo di secondo pia(gior-no, lo rico(gior-no-
ricono-Vr-m^if "W :
Sant'Antonio Abate in una statua di legno conservata nella chiesa della A'Iisericordia di Siena.
Martìrio di San Teodato (patrono dei tavernieri).
(Incisione del secolo XVII -Civica raccolta delle stampe).
sciamo, ma 11011 per questo davvero
disprez-zabile; tant'è vero che ha anche il patronato di tutti coloro che esercitano mestieri peri-colosi (copritori di tetti, installatori di telefoni, di cavi elettrici ecc.).
Al 14, i tornitori hanno festeggiato il loro patrono San Bernardino d'Abeville, ed è stato festeggiato per davvero poiché il giorno 14 era il lunedì dell'Angelo, quindi... festa !
Poiché di San Giuseppe Labre (16 aprile) già abbiamo detto in Gennaio, a proposito del Beato Antonio Manzoni; e così pure di San Aniano (25 aprile) a proposito dei calzolai (vedere Febbraio), passiamo senz'al-tro al 27, in cui i cuochi di tutti gli alberghi ristoranti, trattorie ecc., hanno, non meno dei camerieri degli stessi (e dei domestici privati) i loro patroni: i primi, nella per-sona di San Giacomo Illirico, i secondi in Santa Zita vergine, santa mondiale ed unica, dei servitori maschi e femmine.
Anche i postini e portalettere ecc. — che hanno una parte tanto importante, quanto poco riconosciuta, nel mondo degli affari — hanno in questo quarto mese, e precisa-mente al 29, il loro protettore divino in San Tichino, compagno di San Paolo di cui recapitava le varie lettere. Col quale chiudiamo Aprile ed apriamo il bel mese di Maggio, che s'inizia a tutto vantaggio dei nostri pastori (con la Beata Panacea, Santa pastorella, di Quarona, in Val Sesia il cui corpo, custodito nella chiesa di Ghemme, è mèta di devoti pellegrinaggi da parte, appunto, dei pastori lombardi e piemontesi, i quali però hanno anche dalla loro: Santa Germana Cousin, onorata il 15 giugno), e dei nostri sellai (con San Gualfardo da Verona).
Il 4 maggio, con la Santa Sindone di Nostro Signore, reliquia di cui si gloria Torino, i lavandai celebrano la loro festa (che possono poi ripetere anche al 3 giu-gno per San Unna Confessore, loro pa-trono, perchè, malgrado fosse un gran signore, si fece pure lui lavandaio, lavan-daio dei cenci dei poveri). Per gli agricol-tori (di ogni terra) la festa invece è al 10, con San Isidoro. Pure al 10, gli allevatori di bachi da seta, hanno chi pregare nella persona di San Giobbe Profeta, santo paziente come tutti sanno e che bene sim-boleggia la pazienza di coloro che si dedi-cano... alle « gallette » (che sono i bozzoli, in linguaggio contadino); i quali, poi, hanno anche un Santo di... ripiego: San Felice Cappuccino la cui festività ricorre al 18. I brentatori in San Alberto (giorno 13) hanno il loro Santo specifico e particolare, così come ce l'hanno, nella persona di San Ampelio Confessore (giorno 14) i ma-niscalchi. E ciò indipendentemente dal già nominato Eligio, patrono generale di tutti i lavoratori e mercanti del ferro e metalli. I panettieri torinesi onorano, il giorno 16 nella persona di San Onorato Vescovo, il loro secondo patrono (il primo è all'8 feb-fraio, ed è San Paolo di Verdun, come di-cemmo); Santo invocato anche — assieme a San Massimo di Torino (25 giugno) — per avere la pioggia che, se a tempo debito, è tanto giovevole alla crescita del grano (e quindi alla produzione della farina, e quindi alla fabbricazione del pane e... «grissini»!). Tuttavia, è bene notare una cosa, questa: che i fornai piemontesi non si contentarono di due patroni: ne vollero avere tre, sicuro: anche un tal Ticone (16 giugno) panettiere. E ciò fa testimonianza della grande
impor-tanza ch'ebbe sempre in Piemonte il com-mercio del pane!
Il 18 maggio, albergatori e tavernieri (con qualche commerciante di vino), festeg-giano San Teodato, Santo di primo piano per quanto riguarda la produzione e la vendita del licor di Bacco.
Gli avvocati (e crediamo anche e soprat-tutto i loro clienti) hanno... il loro avvocato celeste in Sant'Ivone di Chartres (giorno 20) il quale, avendo studiato Legge, difendeva gratuitamente i poveri; i legatori di libri trovano comprensione e protezione in San Pietro Celestino (giorno 21) che rilegò tutti i volumi della biblioteca del suo convento, nelle Puglie, ove tornò dopo aver portato, per un certo tempo, la Tiara pontificia. Gli allevatori di bestiame e di animali da cortile hanno in San Bovone (giorno 22) chi può proteggere efficacemente i loro capi da ogni epidemia; i conciapelli sono patro-cinati da San Guglielmo di Norvik (giorno 24) e da San Paolo Apostolo (29 giugno); i vignaroli (sempre piemontesi, si capisce, altritaenti... specifichiamo) da Sant'Urbano Papa (giorno 25) per essere stato egli...
trucidato proprio in una vigna.
I fabbricanti e venditori di quaderni e libri scolastici farebbero bene, al giorno 26, di ricordarsi di San Filippo Neri, patrono degli educatori e della gioventù studiosa; ma questo ricordo è... facoltativo.
Esaurito, così, Maggio, vediamo di corsa Giugno il quale, sin dal giorno 2 ci offre quafche buon Santo per noi: San Teobaldo di Alba in Piemonte, patrono dei nostri facchini, e Sant'Erasmo che le agenzie di navigazione dovrebbero particolarmente ve-nerare essendo questo Santo addetto a placare le tempeste di mare.
Di San Unna lavandaio (giorno 3) abbia-mo già parlato al 4 maggio, così possiaabbia-mo correre sino all'8 per rammentare il patro-nato di San Medardo sui mulattieri, ancora assai numerosi specie in Piemonte che ha tanti borghi... su per vie impervie.
Anche a San Silvestro Camaldolese (9 giu-gno) abbiamo accennato a proposito del patrono dei cuochi (v. 27 aprile), così come abbiamo accennato a San Onofrio (giorno 12) parlando dei tessitori (v. 5 febbraio). In tal modo, dopo aver notato che il Beato Enrico (giorno 10) è il patrono degli spacca-legna; che San Giovanni Battista (giorno 24) è il protettore degli spazzacamini (in Lom-bardia è, invece, protettore dei macellai!); che Sant'Eurosia (giorno 25) è preposta alla benedizione dei campi; che San Pietro (giorno 29) patrocina, ovunque si trovino, i pescatori, abbiamo finito... il 1° se-mestre.
Sì, abbiamo finito perchè, se ben ricordate, di San Paolo Apostolo (giorno 29), patrono dei conciapelli, abbiamo parlato in uno con Guglielmo di Norvich (v. 24 maggio); di San Massimo di Torino (giorno 25), donatore di pioggia, abbiamo detto a proposito di Sant'Onorato (v. 16 maggio) unito a San Ticone, anche lui patrono dei panettieri; ed anche di Santa Germana Cousin (16 giugno) — la Beata che, con Panacea, protegge i pastori (v. 1° maggio) — abbiamo parlato. E allora... arrivederci a prestissimo, col secondo semestre.
Perchè — come avete potuto rendervene perfettamente conto — un anno, tutto un anno di Santi patroni e protettori dei Commerci e delle Arti, non poteva davvero figurare in un articolo solo.
O S S E R V A T O R I O I N D U S T R I A L E D E L L A C A M E R A D I COMMERCIO I N D U S T R I A E A G R I C O L T U R A
T E C I V O L O G I E
U N N U O V O M E T O D O E L E T T R O - M E C C A N I C O PER IL T A G L I O « E I M E T A L L ISono stati comunicati alcuni dati relativi al nuovo « Metodo X » introdotto per faci-litare le operazioni di taglio di materiali elettricamente conduttori di qualsiasi durezza.
Il sistema si basa sul distacco di particelle metalliche mediante arco elettrico di oppor-tuna intensità di corrente e durata.
Questo metodo non deve essere confuso con altri recenti metodi proposti in Ame-rica per la lavorazione dei metallli duri, come quello basato sull'arco elettrico per tagliare il metallo con azione termica, o quello degli utensili vibranti a frequenza supersonica in uno liquido che contiene in sospensione abrasivo.
Entrambi questi metodi infatti hanno certi inconvenienti che sembrano superati nel nuovo « Metodo X ».
L'azione di taglio di questa macchina di-pende da un effetto meccanico più che da un effetto termico della elettricità. Questo consiste nell'annullare la resistenza interna meccanica del materiale con l'applicazione di correnti ad elevata intensità, in modo da staccare le particelle di metallo dal pezzo senza che queste fondano.
Di conseguenza le superfici lavorate non risultano alterate e si possono ottenere fini-ture accuratissime.
La macchina consta di una tavola porta-pezzo sulla quale viene fissato il porta-pezzo colle-gato con la polarità positiva, e di un elet-trodo disposto verticalmente e dotato di avanzamento verricale con polarità negativa.
La struttura della macchina ricorda quella del trapano a montante; il moto dell'elet-trodo è controllato da una amplidina.
Il taglio avviene sotto un fluido dielet-trico che può essere olio o petrolio od uno