4.2 La regione Sardegna
4.2.1 Geografie a territorio
La regione Sardegna, per estensione, è la terza regione italiana e la seconda isola più grande Mediterraneo, con una superficie totale di 24.090 kmq. Il territorio è prevalentemente collinare con altezza media sul mare livello calcolata intorno a 380 m e solo il 15% il territorio regionale raggiunge i 1.500 m.
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La dimensione geografica della green economy: applicazioni, prospettive sviluppo territoriale. Il caso della Regione Sardegna Tesi di dottorato in Scienze dei Sistemi Culturali – Turismo, Ambiente, Economia
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Le pianure sono limitate e originate da fenomeni di erosione piuttosto che dal trasporto e sedimentazione di acqua.
Molte isole circostanti la regione Sardegna fanno parte del territorio regionale: Sant'Antioco, l'isola più grande (108,9 km²), e Asinara (52 km²), ora Parco nazionale.
Nel zona nord-orientale si pone l'arcipelago di La Maddalena costituito da una serie di isole tra cui la Maddalena, per l’appunto, Caprera, Santo Stefano, Santa Maria, Razzoli, Budelli, Spargi. La bellezza e l'ambiente unico del arcipelago ha portato alla costituzione del Parco Nazionale della Maddalena nel 1994.
La maggior parte del territorio gode del clima mediterraneo. Grazie alla presenza del mare, le zone costiere, dove vive la gran parte della popolazione, hanno inverni miti con temperature che raramente scendono sotto lo zero. Le estati sono calde e secche, caratterizzate da una notevole brezza che consente di resistere alle alte temperature estive, che generalmente superano i 30 ° C.
Anche le zone di pianura e di collina interne hanno un clima tipicamente mediterraneo. Nelle zone più interne, come ad esempio gli altopiani e le valli spesso situato tra le montagne, il clima è di tipo continentale, con forte escursioni termiche.
La Sardegna è molto ricca di parchi e riserve naturali tra cui: La Maddalena, Isola dell'Asinara, Golfo di Orosei e il Parco Nazionale del Gennargentu. Ci sono diversi regionale parchi naturali come Porto Conte, Molentargius - Saline, e parchi in fase di realizzazione a Limbara, Sette Fratelli - Monte Genis, Sulcis, Marghine - Goceano, Sinis - Montiferru, Monte Arci, Giara di Gesturi, Monte Linas - Marganai, Tacchi d'Ogliastra - Montarbu. Marine naturale aree protette sono: Capo Caccia - Isola Piana, Capo Carbonara, penisola del Sinis - Mal di Ventre Island, Tavolara - Punta Coda Cavallo; e la montagna area naturale protetta di Taccu - Ulassai. All’elenco si aggiunge Santuario relativamente ai mammiferi marini per un’estensione di Mar Mediterraneo che coinvolge tre regioni italiane (Liguria, Toscana e Sardegna), la Francia e Principato di Monaco.
L'unico lago naturale della Sardegna è il lago di Baratz, vicino la città di Alghero. Tutti gli altri laghi dell'isola sono stati creati da barriere artificiali per fornire un serbatoio di acqua potabile o per uso agricolo. Alcune dighe sono dotate di turbine
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per la produzione di energia elettrica. Il bacino più importante e più grande è il lago Omodeo, originato dallo sbarramento del fiume Tirso nei pressi di Busachi.
In Sardegna il fiume più lungo è il Tirso (152 km), seguita da il Flumendosa (127 km). Tra i molti affluenti del Tirso c’è il Taloro, lungo il corso del quale sono state fatte alcune dighe dando origine ai laghi di Gusana, Cucchinadorza e Benzone. Un altro fiume importante è il Coghinas, con portata inferiore solo a quella del Tirso. Come per molti altri fiumi della Sardegna, anche i Coghinas è stato attraversato da una diga che ha dato origine al lago Coghinas. L'unico fiume navigabile è il Temo, che attraversa la città di Bosa. Il Cedrino, attraversato da una diga che ha creato un altro lago con lo stesso nome del fiume, è alimentato da sorgenti di Su Gologone. Il fiume più importante del sud è il Flumini Mannu, lungo 90 km.
Da un punto di vista socio-demografico, la sardegna è caratterizzata da una bassa natalità e un progressivo allungamento della vita. Vi è ancora una forte attenzione per la stretta relazione tra tasso di natalità basso (il numero medio di figli per donna è inferiore del 16% rispetto alla media nazionale, che è tra il più basso al mondo) e l’aumento della speranza di vita media.
Relativamente alle attività produttive, nel 2010 la produzione agricola regionale è stata in ulteriore calo rispetto a quella misurata dall'Istat negli ultimi due anni. L'andamento riflette il minor contributo delle colture e la sfida continua di settore dell'allevamento commerciale. Il numero delle aziende agricole in regione è rimasto pressoché costante dal 2009. Secondo i dati provvisori dell'Istat (2010), le somme incassate hanno continuato a diminuire in tutte le principali colture: il declino su base annua è stato di circa il 4 per cento e le esportazioni di prodotti agricoli sono diminuiti negli ultimi anni.
La situazione economica della regione, fortemente peggiorata nel 2008 e 2009, è andata peggiorando nel corso del 2011-2012, in seguito alla chiusura delle principali industrie petrolchimiche.
I problemi strutturali del settore e la sospensione di alcune grandi produzioni hanno aggravato la crisi ed è aumentata l'incertezza circa le future strutture industriali. Il deficit competitivo è stato amplificato dal calo della domanda, causando il rilascio di settore di un crescente quota di imprese e lavoratori.
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Relativamente al settore della ricerca e sviluppo, guardando al numero di brevetti depositati nel 2007 presso l'Ufficio europeo dei brevetti, la Sardegna ha un valore di 12 brevetti per milione di abitanti in linea con la media del Sud e ben al di sotto della media nazionale (81 brevetti).
Relativamente ai laureti nelle discipline green (ingegneria ambientale, architettura, biologia, scienze del turismo, ecc), la Sardegna è in linea con la media nel Sud e inferiore media nazionale (12,1), e soprattutto inferiore alla media europea (13,9). Segnali sempre più preoccupanti e negativi provengono dall'analisi del mercato del lavoro: si registra infatti un aumento della disoccupazione dal 12,2% del 2008, al 13,3% nel 2009 e una riduzione del livello di produzione (dal 59,9% al 58,7%). È anche vero che la Sardegna è in una situazione relativamente più favorevole del Sud per alcuni indicatori chiave (la partecipazione femminile al mercato del lavoro, infatti, nel 2009 il tasso di occupazione femminile è stato del 47,9% rispetto al 36, 1% del Sud Italia.