2. INQUADRAMENTO DELL’OPERA O DELL’INTERVENTO NEGLI
2.2. GEOLOGIA E PEDOLOGIA
Il territorio del comune di Viggianello è testimone della complessità e della storia geologica dell’area del Pollino, con una successione di falde sovrapposte e con movimenti tettonici di varia intensità. Esso ricade al confine Calabro-Lucano in una zona che riveste un particolare interesse nella geologia dell’Italia meridionale, rappresentando la complessa fascia di raccordo tra i domini strutturali dell’Appennino Calcareo e le coltri cristallino-metamorfico-sedimentarie dell’Arco Calabro-Peloritano.
In questo contesto la catena del Pollino si configura come una delle maggiori strutture geologiche, costituendo, nell’accezione classica una estesa monoclinale, con direzione media WNW-ESE ed immersione generale a NE, di carbonati mesozoico-terziari di piattaforma (“Complesso Panormide” di OGNIBEN,1969, corrispondente all’Unità Alburno-Cervati di D’ARGENIO et al,1973), derivanti dalla deformazione della piattaforma campano-lucana (D’ARGENIO et alii,1973) o piattaforma appenninica (MOSTARDINI & MERLINI, 1986).
Le formazioni che compongono l’Unità Alburno-Cervati sono rappresentate in generale da un complesso calcareo-dolomitico di età compresa tra il Trias superiore ed il Cretacico superiore, a cui segue la trasgressiva e concordante Formazione di Cerchiara (SELLI.1957), costituita in prevalenza da calcareniti in facies neritica del Miocene inferiore.
La successione è chiusa in concordanza dalla formazione del Bifurto (SELLI,1957), data da un’alternanza di argilliti, calcari marnosi, calcareniti, brecciole a microforaminiferi rimaneggiati e quarzareniti del Miocene medio.
Questi sedimenti terrigeni affiorano immediatamente a nord della dorsale carbonatica, a
nord di questa sono presenti soprattutto terreni appartenenti al Complesso Liguride.
L’insieme dei terreni liguridi costituisce l’elemento tettonico geometricamente più elevato della regione, riposando di norma sui termini carbonatici di piattaforma.
A sud della linea del Pollino auct., affiora l’Unità di Verbicaro, in settori contigui affiora l’Unità di S. Donato. Le caratteristiche geologico-strutturali delle unità che affiorano nell’Appennino Calabro-Lucano costituiscono uno degli elementi che permettono di ricostruire le principali tappe evolutive di questo orogene.
In particolare le unità ofiolitifere forniscono informazioni sui processi d’accrezione sviluppatisi, tra il Cretaceo superiore-Eocene e l’Oligocene superiore in seguito alla chiusura dell’oceano tetideo.
I successivi eventi deformativi, definiti da strutture a pieghe e sovrascorrimenti a vergenza apula, sarebbero avvenuti in regime di collisione continentale tra il Miocene medio ed il Pleistocene inferiore.
Le strutture trascorrenti si sarebbero attivate nel Pleistocene medio durante l’ultima fase di collisione, seguita dai processi estensionali ancora attivi.
Le principali unità affioranti nell’area del parco del Pollino sono le Unità Carbonatiche, che sono rappresentate da calcari, calcari dolomitici e dolomie ben stratificati passanti verso l’alto a calcilutiti contenenti intercalazioni di calcari oolitici. Questa sequenza costituisce l’ossatura di M.te Alpi ed il crinale del massiccio del Pollino, con le sue principali vette maggiori e minori.
Il mesozoico è rappresentato da una sequenza di calcilutiti e calcareniti organogene compatte contenenti intercalazioni di calcari dolomitici grigiastri e di calciruditi a rudiste.
Questa sequenza affiora nelle monoclinali di Viggianello di Serra dell’Abete e T.pa del Demonio, e nei territori limitrofi nelle località Madonna del Pollino, Serra di Crispo, T.pa Zucchetto, La Falconara, T.pa di S.Lorenzo, T.pa di Cassano, Pietra S.Angelo, M.te Sellaro e Sul versante occidentale del M.te Sellaro i sedimenti cretacei sono attraversati da un diatrema di rocce basiche di colore rosso vinaccia.
I calcari cretacei passano talora in continuità ad una sequenza spessa fino a 50 m, di biocalcareniti grigio-chiare, calcilutiti e subordinatamente calciruditi e marne verdastre, denominata Formazione di Trentinara (SELLI,1962). Questa successione, affiora in lembi a causa dell’erosione.
I sedimenti carbonatici mesozoico-terziari sono ricoperti in discordanza dai terreni della trasgressione miocenica (SELLI,1957), i quali sono rappresentati, nell’area di M.te Alpi e del Pollino, da sequenze che differiscono per la loro attribuzione stratigrafica. In quest’area del Pollino i depositi trasgressivi miocenici sono rappresentati dalla Formazione di Cerchiara (SELLI,1962), la quale è costituita da
marne siltose di colore rosso vinaccia o giallastro (presenti solo a Cerchiara di Calabria) a cui seguono calcareniti organogene grigiastre a granulometria da media a grossolana.
In discordanza sui depositi carbonatici burdigaliani e più raramente anche sui termini cretacei poggiano i sedimenti terrigeni della Formazione del Bifurto (SELLI,1957). Questi sono costituiti da argille siltose-marnose ocracee o grigio avana e marne giallastre e rosso vinaccia contenenti intercalazioni di calcari marnosi, calcisiltiti, calcareniti, brecciole
gradate a microforaminiferi, di colore grigio-bruno.
Il Complesso Liguride, nella zona di Viggianello, presenta terreni appartenenti che possono essere divisi in tre gruppi:
il primo gruppo, in posizione geometricamente basale, è costituito da unità ofiolitifere non metamorfiche denominate come unità del Flysch calabro-lucano (MONACO et al,1991);
il secondo gruppo comprende i terreni ofiolitiferi metamorfici dell’Unità del Frido (AMODIOMORELLI et al.,1976);
il terzo gruppo è rappresentato dalle successioni torbiditiche sinorogeniche della Formazione del Saraceno, della Formazione di Albidona e dall’alternanza argilloso-marnoso-arenacea d’età supramiocenica.
- Unità del Flysch calabro-lucano, s’intende una successione non metamorfica, contenente blocchi inglobati tettonicamente.
- Unità del Frido, questa unità è costituita da una successione di metamorfiti polideformate contenenti blocchi di dimensione variabile di rocce ofiolitiche e di rocce di derivazione continentali.
Al di sopra dell’unità del Flysch calabro-lucano e talora dell’unità del Frido si ritrovano in discordanza le successioni torbiditiche della formazione del Saraceno (SELLI,1962) e della formazione di Albidona (SELLI, 1962; OGNIBEN,1969) ed una sequenza prevalentemente argilloso-marnoso-arenacea affiorante lungo il fondovalle del fiume Sinni (VEZZANI,1966).
Sulle unità precedentemente descritte giacciono direttamente in discordanza i depositi terrigeni pliopleistocenici affioranti nel Bacino di S.Arcangelo a NW (Conglomerati di Castronuovo) e nella porzione più settentrionale del Bacino del Crati a SE (Ghiaie di Lauropoli).
Alla complessità geologica si è sovrapposto un modellamento dovuto principalmente all’azione delle acque e dei ghiacciai. Il territorio è quindi caratterizzato da una accentuata fragilità dovuta da un lato alla sua complessa struttura e dall’altro alle caratteristiche estremamente differenziate delle litologie
che lo compongono. A fronte di questa fragilità, che impone azioni specifiche, sono presenti numerose testimonianze del travaglio geologico e morfodinamico che hanno portato alla configurazione attuale.
Nell’ambito del territorio complessivo di pertinenza del comune di Viggianello, le aree di particolare virulenza sotto il profilo della stabilità sono risultate quelle costituite da formazioni flyscioidi e dale Formazioni del Frido e delle Crete Nere, ove la componente mineralogica, molto ricca in minerali smectitici, e le caratteristiche geotecniche e geomeccaniche molto ridotte, favoriscono la mobilitazione di massa: loc. Serre di Viggianello, Timpa del Demonio, Pietra della Serra.