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u(x, 0) Burgers−→ u(x, t)

Cole-Hopf Cole-Hopf−1

ψ(x, 0) Eq.Calore−→ ψ(x, t)

Riassumiamo di seguito le formule di trasformazione:      u(x, t) = − a ψx ψ ψ(x, t) = Γ(t) ea Rx x0u(x0,t)dx0 (2.18) dove Γ(t) `e una funzione arbitraria.

Il problema di Cauchy associato all’equazione di Burgers si risolve quindi nel modo seguente:

1. Dal dato iniziale u(x, 0) = ˜u(x), si ricava il corrispondente dato iniziale

della ψ, cio`e ψ(x, 0) = ˜ψ(x) = Γ(0) ea

Rx

x0u(x˜ 0)dx0

, dove x0 e Γ(0) sono costanti arbitrarie; ad esempio, si potrebbe scegliere un profilo in cui

x0 = −∞ e si potrebbe porre Γ = 1 dato che tale funzione non entra nella definizione di u;

2. Si calcola l’evoluzione temporale della ψ: ˜

ψ(x) −→ ψ(x, t) ;

attraverso l’equazione del calore;

3. Si ritorna alla u(x, t), nota ψ(x, t), usando la trasformazione di Cole-Hopf inversa: u(x, t) = − a ψx(x, t) ψ(x, t) .

2.3 Gerarchia di Burgers

Le propriet`a di linearizzabilit`a non appartengono solo all’equazione di Bur-gers, ma `e possibile individuare una classe di equazioni, o meglio, una

30 L’equazione di Burgers

scopo ora `e individuare tale gerarchia. Consideriamo nuovamente la forma dell’equazione di Burgers (2.9) “pulita”dalle costanti1:

ut+ uux = uxx,

che possiamo anche riscrivere come equazione di continuit`a:

ut= (ux+ u2)x.

Come visto, la trasformazione che linearizza la Burgers `e la trasformazione di Cole-Hopf:

u = ψx

ψ (2.19)

che porta all’equazione del calore

ψt= ψxx.

Poich`e dalla (2.19) si ricava immediatamente

u = ψx

ψ −→ ψx = uψ ,

possiamo riscrivere l’equazione del calore come un sistema di due equazioni differenziali nella sola variabile ψ:

   ψx = u ψ ψt = (ux+ u2) ψ (2.20) Notiamo per`o che tale sistema `e sovradeterminato essendo il numero delle equazioni maggiore di quello delle incognite, ed ammette perci`o come soluzione unica la banale, data da ψ = 0.

Per ricercare delle soluzioni non banali, dobbiamo imporre delle condizioni particolari sulla u affinch´e il sistema risulti compatibile.

La condizione di compatibilit`a `e data dal teorema di Schwartz sulle derivate parziali miste 1,

ψxt= ψtx.

1La pulizia, cio`e l’opportuna ridefinizione delle costanti del problema, la si pu`o effet-tuare attraverso dei cambiamenti di sistemi di riferimento ed attraverso adeguati riscala-menti delle variabili. Nel caso specifico della (2.9) abbiamo posto: c = 0 con una trasformazione di Galileo, e a = −2 e ν = 1.

2.3 Gerarchia di Burgers 31 Dalla (2.20):    ψxt = utψ + uψt = [ut+ u(ux+ u2)]ψ ψtx = [(ux+ u2)x+ (ux+ u2)u]ψ e dal Lemma di Schwartz:

ut= (ux+ u2)x che `e proprio la Burgers.

L’equazione di Burgers pu`o essere quindi interpretata come condizione

di compatibilit`a del sistema sovradeterminato e quindi come condizione di integrabilit`a della (2.20).

Estendiamo tale ragionamento ad altre equazioni modificando l’equazione del calore in

ψt= ψxxx, (2.21) sempre con la condizione ψx= uψ.

Calcoliamo l’espressione del termine dispersivo sfruttando la trasformazione di Cole-Hopf:

ψxxx = [(ux+ u2)x+ (ux+ u2)u]ψ = (uxx+ 3u ux+ u3 In questo caso 1, la condizione di compatibilit`a `e

ut = uxxx+ 3u2

x+ 3u uxx+ 3u2ux.

Si pu`o generalizzare in ψt = ∂xnψn, trovando per ogni ordine n una nuova equazione di compatibilit`a del tipo

ut= Fn µ u, ux, . . . , nu ∂xn.

Cerchiamo ora di determinare una formulazione pi`u compatta della ger-archia di Burgers.

Esplicitiamo la trasformazione di Cole-Hopf attraverso una trasformazione di gauge sull’operatore differenziale. Partendo da

u = ψx

ψ = (log(ψ))x= φx.

1Quest’equazione non ha evidenti applicazioni in Fisica, ma `e speciale perch`e linea-rizzabile con la trasformazione di Cole-Hopf. Contrariamente, la (2.9) pu`o essere un buon modello per studiare il flusso di acqua in un canale sotto opportuni regimi (ad esem-pio, di grandi lunghezze d’onda, come gi`a anticipato per la KdV, nel caso di assenza di dispersione.)

32 L’equazione di Burgers Definiamo l’operatore D = e−φxeφ, tale che D1 = φx = u D21 = Du = ux+ u2 D31 = uxx+ 3uxu + u3 ... Dn = ¡e−φxeφ¢n= e−φxneφ

L’ equazione che si ottiene all’ n-esimo ordine possiamo riscriverla di con-seguenza come:

ut= (Dn1)x.

L’equazione di Burgers appare pertanto come secondo membro di una ge-rarchia di equazioni di evoluzione, tutte linearizzabili ed integrabili, tramite una trasformazione di Cole-Hopf, e tutte caratterizzabili come condizioni di compatibilit`a di sistemi sovradeterminati quale il (2.20).

Capitolo 3

Propagazione ondosa in fluidi e

solidi

3.1 Meccanica dei Fluidi e Curve

Caratteris-tiche

Abbiamo visto come la diversa scelta della corrente j nell’equazione di

con-tinuit`a ci abbia portato ad equazioni ogni volta sempre differenti. A partire

da ρt + jx = 0 (3.1) e scegliendo: j(x) =           

c ρ , equazione di propagazione lineare

c ρ + a

2ρ2 , equazione dell’ onda di shock

c ρ + a

2ρ2 + νρx , equazione di Burgers

siamo giunti a tre equazioni differenti, ognuna in grado di modellizzare sistemi fisici diversi.

Nell’ambito della Fluidodinamica, `e naturale interpretare la densit`a ρ come la densit`a di massa del fluido , e la corrente j come il flusso :

j = ρ v

con v velocit`a delle particelle costituenti il sistema.

La relazione di continuit`a ci permette cos`ı di legare i due campi di densit`a e di velocit`a del fluido:

34 Propagazione ondosa in fluidi e solidi

Tuttavia perch`e i due campi possano essere determinati univocamente occorre introdurre un’altra relazione.

Se il fluido non `e soggetto a forze esterne, possiamo pensare che un’altra grandezza conservata sia la densit`a di quantit`a di moto q:

q = ρ v

soddisfacente anch’essa ad un’equazione di continuit`a del tipo:

(ρ v )t + (ρ v2)x = 0 (3.3) Abbiamo cos`ı un sistema di due equazioni che possiamo sperare di risol-vere nei due campi incogniti di densit`a di massa e di velocit`a.

Sfruttando le due equazioni a disposizione riscriviamo il sistema nella forma:   ρt + (ρ v )x = 0 , ρ(x, 0) = ρ0(x) vt + v vx = 0 , v(x, 0) = v0(x) (3.4) di due equazioni accoppiate.

La seconda equazione `e proprio l’equazione dell’onda di shock di cui conosciamo la soluzione implicita:

v(x, t) = v0(x − v(x, t) t) (3.5)

con v0 profilo iniziale dell’onda. Nota la v(x, t) possiamo procedere con l’integrare la prima delle (3.4):

ρt + ρ vx + v ρx = 0 (3.6) Cerchiamone una del tipo:

ρ = ρ(x(s), t(s))

tale che la derivata totale della ρ rispetto al parametro caratteristico s sia data da ds = dx dx ds + dt dt ds (3.7)

Notiamo che la variazione totale di ρ rispetto ad s `e uguale a − vxρ solo

se valgono le:

dx

ds = v(x(s), t(s)) ,

dt

ds = 1 (3.8)

Le curve x = x(t) e t = t prendono il nome di curve caratteristiche del sistema e rappresentano le traiettorie seguite dalle particelle del fluido nel piano (x, t).

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